Ovunque Sei
06/09/2004 -
Press Conference & Dintorni
Ovunque sei (Regia: Michele PLACIDO) (Dal 22 ottobre nelle sale italiane)
Michele PLACIDO, Violante PLACIDO, Stefano ACCORSI, Stefano DIONISI, Barbora BOBULOVA
Non si riesce a capire se Michele Placido sia sotto i fumi della depressione a causa della disastrosa accoglienza del suo nuovo film o perché sta attraversando un momento della sua vita privata con un qualche problema, quando lo si sente parlare del senso della morte come quanto resta da vivere ad uno come lui all’età di 58 anni, non interessato ai Festival, occasioni più opportune per i giovani, con troppi cerimoniali che non possono più
entusiasmare lui. Si direbbe che il sentimento dominante la conferenza stampa sia stato quello di imbarazzo e curiosità, di apprendere nuovi commenti per comprendere meglio. E a questo proposito ci sembra che suonino fondamentali le parole di Michele Placido per focalizzare quelli che dovevano essere i suoi nobili intenti: ”Mi pareva che non si potesse raccontare il sentimento della morte se non raccontando un amore vero, assoluto e bruscamente interrotto innanzitutto dai movimenti misteriosi della vita. Nel film, il sentimento della morte, per me, è tutto nell’amore che si dissolve, che diventa prima ricordo nitidissimo, poi nostalgia, infine dimenticanza. Escluso
il ricorso al macabro, al paranormale, alla ricerca di contatto tra vivi e morti, ai toni allucinati o sconvolti, ho puntato sulla normale, naturale dissoluzione di un legame d’amore. Nell’andamento dei personaggi, attraverso i corpi degli attori, attraverso i paesaggi, ho cercato di rappresentare l’accettazione serena dell’uscita dal mondo e, insieme, con un legame molto stretto, l’acquietarsi del dolore dei vivi”. E, prosegue Placido: “Mi è piaciuta la sfida di puntare la m.d.p. per una volta non tanto sui vivi che guardano ai morti ma sui morti che guardano ai vivi… come è difficile per i vivi dimenticare e come
si muore realmente quando si è dimenticati”. Idee, e talvolta grandi sfide, che muovono inevitabilmente, come spesso, potremmo dire persino di norma, accade a Michele Placido, dai testi di Pirandello, con L’uomo col fiore in bocca in testa nel caso specifico.
(a cura di PATRIZIA FERRETTI)
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