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ROOM: QUANDO L'AMORE NON HA BARRIERE
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'The Best of Summer 2016' - RECENSIONE - Premio OSCAR alla 'MIGLIOR ATTRICE' (BRIE LARSON) e GOLDEN GLOBE per la 'Migliore Attrice in un Film Drammatico' (Brie Larson) - Candidato a 4 premi Oscar®: Miglior Film; Migliore Attrice (Brie Larson); Miglior Regista (Lenny Abrahamson); Migliore Sceneggiatura Non Originale (Emma Donoghue) - Dalla Festa del Cinema di Roma 2015 - (Uscito al cinema il 3 MARZO 2016)
"E' stato un modo di portare all’estremo il rapporto genitore figlio attraverso le esperienze quotidiane – per esplorare l'intero arco di emozioni che entrano in gioco in questo essenziale, a tratti folle, dramma della nostra vita... Una delle idee che si celano dietro 'Room', è che i bambini hanno la tendenza naturale a crescere. Finché sono ricoperti d'amore e d'affetto, anche se in circostanze oscure o incomprensibili, si adattano, trovano un modo per star bene e crescere... L'entusiasmo del lettore aumenta man mano che tutti gli indizi lentamente si mettono assieme fornendo un quadro generale della situazione, mentre invece sapevo che per un pubblico cinematografico, la storia doveva avere un andamento veloce. Non ho voluto usare molta voce fuori campo. E' stata la scelta più scontata, ma davvero non volevo ricadere sull’ovvietà o sul riferimento letterario. Volevo piuttosto aprire il film con la descrizione della vita della madre ed il figlio all’interno della Stanza. Solo in un secondo momento abbiamo aggiunto il voice-over – senza però utilizzarlo per spiegare che cosa stava accadendo o per intensificare l'emozione. Invece, spesso irrompe nel bel mezzo della scena, un contrappunto tra ciò che pensa Jack e cosa succede all'esterno... Ho fatto del mio meglio per creare diversi sotto-spazi – quello sotto il letto, nell’armadio e nel bagno. Non ho mai voluto dare la sensazione di essere in prigione, ma esiste parecchia gente che ha vissuto in spazi ristretti - detenuti o mistici - che hanno creato mondi vastissimi nelle loro menti. La Stanza ai nostri occhi appare lurida, ma per Jack è semplicemente la sua casa... Forse il più grande enigma dell’ adattamento è stato come contrastare la vita all'interno della Stanza che appare nella prima metà del film, con il totale sovraccarico sensoriale della vita esterna nella caotica ma redentrice seconda parte. Anche se può sembrare che la battaglia di Ma’ e Jack è finita, risulta chiaro fin da subito che la loro libertà richiederà tanto più coraggio per Ma’ e Jack di quanto ne abbia richiesto la Stanza. Pur tentando di affrontare questa prova difficile, devono seguire un’ardua fase di adattamento, superandone delle altre. Nella Stanza, pur costretti nei limiti di spazio e di possibilità, regna una sorta di magia contornata dall'umorismo di una madre e del suo bambino nella loro vita quotidiana. La seconda parte della storia è diversa, ma ritengo dia al film la sua universalità. Non tutti abbiamo sperimentato la prigionia, ma tutti abbiamo passato i momenti di crescita con i nostri genitori, i momenti in cui ci siamo resi conto del cambiamento. Jack impara a conoscere nuovi lati della personalità della madre. Nella Stanza si è concentrata solo su di lui, e deve essere assolutamente snervante ora doverla condividere, e notare la differenza quando è a contatto altre persone".
La scrittrice e sceneggiatrice Emma Donoghue
Galleria Fotografica:
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