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BLACKHAT: MICHAEL MANN (HEAT-LA SFIDA, COLLATERAL) PORTA SUL GRANDE SCHERMO IL VOLTO DELLA GUERRA DEL XXI SECOLO. E' LA STORIA DI UN HACKER PREGIUDICATO, ALTRIMENTI DETTO 'BLACKHAT' (CHRIS HEMSWORTH), CHE CERCA DI FAR VOLARE VELOCEMENTE IL SUO PASSATO E RIPRENDERE IL CONTROLLO DEL SUO FUTURO IN UN NUOVO MONDO FATTO DI CYBER INTERCONNESSIONI
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by PETER DEBRUGE (www.variety.com) - Dal 12 MARZO
"... Mi sono interessato a questo mondo proprio in seguito all'avvento di Stuxnet, il malware che è stato progettato da un team di americani in accordo con un gruppo di israeliani. Il tutto è avvenuto nelle centrifughe iraniane di un impianto nucleare di Natanz, ed ha rappresentato il primo drone invisibile al mondo. Dico 'invisibile', perché malgrado l’attacco, i suoi effetti si sono manifestati solo 18 mesi dopo... La prima rivelazione è stata quanto siamo labili e vulnerabili. La seconda è stata invece che chiunque, stando seduto sul proprio divano, con delle competenze informatiche sufficienti ed abbastanza abile col computer, può far accadere tutto ciò. Sia che viva nel Bronx, nel Lagos o Mumbai. Poi nella la terza parte della ricerca, nonché quella centrale ci si è chiesti: 'Chi è un hacker blackhat? Da cosa è motivato? Da che cosa è esaltato?' Di solito si inizia con la percezione tipica di un sedicenne:' Chi mi dice che non posso entrare in questo sito? Vogliamo scommettere?' Così solitamente alla base del tutto c'è una sfida. E chi è Hathaway? Un gran numero di hacker blackhat inizialmente perseguitato dalla legge, è poi finito a lavorare per la cyber difesa. Dal loro punto di vista, non ci sono necessariamente dei confini. L’idea è molto simile a quella di un giocatore, ma con una differenza sostanziale. La differenza è che per un hacker, è una evasione inversa. La soddisfazione che entrambi ne traggono, al livello dell’assuefazione da oppio, è la stessa; la differenza è che per il giocatore, il risultato è nel mondo virtuale. Per l'hacker, invece è nel mondo reale. La sua manipolazione di un codice ha una reazione vera e cinetica. E questo è il bello... La verità è che si pensa di aver messo al sicuro la propria vita privata, e di avere varie forme di controllo in materia di accesso ed uscita delle proprie informazioni. Non è affatto vero. Viviamo in un esoscheletro invisibile di dati e di interconnessioni. Tutto ciò che facciamo, tutto ciò che tocchiamo, è parte di quella rete. E' come se vivessimo in una casa con tutte le porte e le finestre aperte: ed è una situazione molto pericolosa, ma noi non lo sappiamo".
Il regista co-soggettista e co-sceneggiatore Michael Mann
Galleria Fotografica:
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