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CHERCHEZ HORTENSE: JEAN-PIERRE BACRI', KRISTIN SCOTT THOMAS E ISABELLE CARRE' NELLA SARCASTICA COMMEDIA SULL'IDENTITA' CHE CAVALCA L'EQUIVOCO DI PASCAL BONITZER
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dalla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
"Il soggetto di 'Cherchez Hortense' non è l’immigrazione irregolare. Se dovessi trovare una definizione, direi che tratta dell’identità, o almeno della sua parte visibile (che spiega il titolo). Il mio film è una commedia, il che, mi auguro, voglia dire che fa ridere e anche che finisce bene. Eppure, come in ogni commedia, i personaggi vivono esperienze molto drammatiche, in particolare il protagonista, Damien, che viene tirato da più parti allo stesso tempo. Quando si rende finalmente conto che l’impegno astratto che gli viene imposto nei confronti di una persona sconosciuta coincide con l’interesse reale che prova per una giovane conosciuta per caso, Damien comprende di aver sbagliato e passa infine all’azione. Quel che Agnès (de Sacy) e io abbiamo cercato di ottenere con questa commedia è un’indagine sulla fiducia in se stessi, che non è data ma guadagnata, o conquistata. Il film tratta di identità, di una crisi di identità che per Damien equivale a un confronto impossibile con il padre. Ma anche altri due personaggi (che non si incontrano mai e che a un primo sguardo sembrano molto diversi) si interrogano sulla questione: Sebastien, il padre, e Aurore/Zorica, la giovane cui si rivolgono i pensieri di Damien. Per riassumere, la storia che ho cercato di raccontare con Agnès de Sacy, narra di un uomo (Damien) che è diventato visibile in modo che una ragazza (Aurore) potesse restare invisibile e, inversamente, della rinuncia all’invisibilità, per vivere finalmente una vita piena".
Il regista Pascal Bonitzer
Galleria Fotografica:
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