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SAFE HOUSE - NESSUNO E' AL SICURO: NELLO SPY MOVIE DI DANIEL ESPINOSA RYAN REYNOLDS E' IL CUSTODE DI UNA CASA SEGRETA DOVE LA C.I.A. NASCONDE I SUOI TESTIMONI E DENZEL WASHINGTON UN CRIMINALE IN PERICOLO DI VITA PER LE MOLTE COSE CHE POTREBBE RACCONTARE
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 2 MARZO
"Si è sentita menzionare una Safe House in molti film, ma non è mai stata il punto di partenza di nessuno. Ho cominciato con l’idea di esaminare una persona che lavora in una Safe House, un custode, e questa si é evoluta nell’idea di mettere insieme un custode inesperto e idealista con un veterano cinico. In qualche modo è un road movie, perché parla di questi due uomini che cercano di arrivare dal punto A al punto B, da una Safe House a un’altra. Questa è la spina dorsale del film, all’interno della quale giocare poi con questi due testoni. I personaggi hanno punti di vista completamente diversi e si trovano in punti differenti della loro carriera".
Lo sceneggiatore David Guggenheim
"Il mio background è più nella tradizione europea. 'Snabba Cash' per me è stata una prova perché volevo vedere come il mio interesse per i personaggi e il loro sviluppo interiore avrebbe contrastato con un film con un ritmo forte e veloce. Girandolo, mi sono reso conto che il ritmo è complementare ai miei punti forti, che penso siano la recitazione e la storia interiore di un personaggio. Dopo questo film cercavo qualcosa che avesse un viaggio archetipico dei personaggi e un ritmo serrato. Quando ho letto 'Safe House - Nessuno è al sicuro', mi è sembrato in molti modi il contrario de 'Gli spietati': c’è il vecchio guerriero che sa che il mondo è corrotto e il giovane pistolero che crede che, in qualche modo, la sua idea romantica del Bene prevarrà... La gente può vederlo come una pellicola d’azione o come un film di genere spionaggio, ma io credo che queste non siano delle definizioni di racconto. Tutti i buoni racconti parlano del viaggio dei personaggi. Anche se hai un film con un ritmo veloce, hai sempre alla base un dilemma archetipico – Caino e Abele – e un pubblico che può immedesimarsi in questo. Se definisci questo film un thriller d’azione, comunque, hai ragione. Ma quello che mi è piaciuto di questo film è che riconosce che c’è una perdita per quelli che hanno considerato il mondo come una riproduzione degli ideali di cui sono personalmente convinti".
Il regista Daniel Espinosa
Galleria Fotografica:
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