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ZERO DARK THIRTY: IL THRILLER DRAMMATICO SULLA CATTURA DI OSAMA BIN LADEN DI KATHRYN BIGELOW
GOLDEN GLOBES 2013: 'MIGLIOR ATTRICE in un film DRAMMATICO' (JESSICA CHASTAIN) - 4 NOMINATON OSCAR 2013: 'MIGLIOR FILM'; 'MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE' (MARK BOAL); 'MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA' (JESSICA CHASTAIN); 'MIGLIOR MONTAGGIO' - RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by ROGER EBERT ("Chicago Sun-Times") - Dal 7 FEBBRAIO
GOLDEN GLOBES 2013: Nomination: Miglior film (dramma); Nomination: Migliore attrice protagonista (dramma) - Jessica Chastain; Nomination: Migliore regia - Kathryn Bigelow
Nomination: Miglior sceneggiatura - Mark Boal
"Ho scritto a mano la storia in due tranches differenti. Inizialmente, sei anni fa ho cominciato la stesura di una sceneggiatura che narrasse il fallimento della cattura di bin Laden a Tora Bora. Mi ci sono voluti un paio d’anni tra ricerche e scrittura, per arrivare alla pre-produzione di questo film nel 2011, in Romania. Poi, più o meno inaspettatamente, bin Laden è stato ucciso, cosicché il film ormai non era più attuale. Perciò ho dovuto iniziare a scrivere tutto daccapo. Questa storia mi ha da sempre coinvolto emotivamente perché sono cresciuto a New York, nei pressi del World Trade Center, e dopo l’11 Settembre, ho sentito l’esigenza di saperne di più su bin Laden e la reazione degli Stati Uniti... Quell’uomo ha attaccato la mia città, e all’indomani di quel giorno mi sono affermato come scrittore, definendo la mia vita professionale. Certo non posso dire di aver scelto io l’argomento da trattare. Gli scrittori, come bambini, non sempre hanno bisogno di trovare l’ispirazione. E’ lui che ha preso il sopravvento su di me... Le notizie di attualità di alcune agenzie sono state utili, ed in più la maggior parte dei reportage sono stati fatti nella maniera tradizionale, andando in giro, rivolgendosi direttamente alle fonti, e avvalendosi di una buona dose di fortuna. La mia intenzione era quella di ottenere più resoconti possibili direttamente dalle persone coinvolte nella missione, ed alla fine sono stato fortunato, perché ho avuto la possibilità di scrivere una sceneggiatura fatta quasi interamente da racconti reali. Ovviamente, a meno che non si stia facendo un documentario, ad un certo punto bisogna scrollarsi di dosso le vesti del giornalista per indossare quelle di scrittore, per poter raccontare una storia importante. Dopotutto questo è pur sempre un film. Se si sta descrivendo dettagliatamente una caccia all’uomo durata dieci anni, che bisogna adattare e comprimere sottoforma di film della durata di due ore, bisogna che la storia venga raccontata in maniera davvero efficiente... Per usare un eufemismo, questo (delle torture presenti nel film) è un argomento estremamente controverso. Volevo provare a catturare la complessità della situazione sia moralmente che psicologicamente. L’obiettivo non è stato di palesare nel film un regolamento di conti, o voler porre fine al dibattito sull’efficacia della tortura, talaltro dibattito ancora in corso, anche tra coloro che l’hanno sostenuta ed implementata. Ma essendo parte della storia, non potevamo non includerla. L’obiettivo era quello di riportare chiaramente e realmente gli eventi agli spettatori. D'altra parte, verso la fine del film, vediamo che in definitiva il rifugio di bin Laden è stato trovato non attraverso una qualsiasi di queste tecniche utilizzate, ma grazie ad una combinazione tra corruzione, spionaggio tradizionale e mezzi di sorveglianza elettronici".
Lo sceneggiatore Mark Boal
Galleria Fotografica:
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