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HUGO CABRET: UN'AVVENTURA-FANTASY PER MARTIN SCORSESE DAL CAST 'SONTUOSO' CHE VEDE PROTAGONISTI, TRA GLI ALTRI, JUDE LAW, SACHA BARON COHEN, BEN KINGSLEY E RAY WINSTONE. IL CINEMA ISPIRA L'AUTORE, IL LIBRO ISPIRA IL REGISTA
VINCITORE di 5 PREMI OSCAR 2012 per: 'MIGLIOR FOTOGRAFIA', 'MIGLIOR MONTAGGIO SONORO', 'MIGLIOR SONORO', 'MIGLIORI EFFETTI SPECIALI' e 'MIGLIORE SCENOGRAFIA' - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - 11 NOMINATION agli OSCAR 2012 - GOLDEN GLOBE al 'MIGLIOR REGISTA' (MARTIN SCORSESE) - Dal VI. Festival Internazionale del Film di Roma (in anteprima alcune sequenze) - Dal 3 FEBBRAIO
"Mi ha colpito la vulnerabilità del protagonista. Hugo è un ragazzino che vive da solo fra i grandi spazi della stazione ferroviaria, cercando di stabilire un legame con suo padre, da tempo scomparso... Ho ricevuto il libro quattro anni fa, ed è stata un’esperienza molto intensa... L’ho letto tutto d’un fiato, in brevissimo tempo. Ho sentito subito un’affinità con la storia di questo ragazzo, con la sua solitudine, il suo interesse nel cinema, i meccanismi della creatività. Gli oggetti meccanici del film, che comprendono cineprese, proiettori e gli automi, consentono al ragazzo di stabilire un contatto con il padre, e al regista Georges Méliès di ritrovare se stesso e il suo passato".
Il regista Martin Scorsese
"Ricordo di aver visto ‘Viaggio nella luna’, l’incredibile film del 1902 di Georges Méliès, e la memorabile scena in cui un razzo si schianta sull’occhio della luna che ha la forma di un volto umano, si era radicata fermamente nella mia immaginazione. Volevo scrivere la storia di un ragazzino che incontra Méliès, ma non sapevo quale potesse essere la trama. Sono passati anni. Ho scritto e illustrato oltre 20 racconti. Poi, nel 2003 mi è capitato fra le mani un libro intitolato Edison’s Eve di Gaby Wood. E’ una storia che parla proprio degli automi, e con mia grande sorpresa, c’era un capitolo dedicato a Méliès... Immaginai un ragazzino che rovista fra l’immondizia e trova una di queste macchine rotte. Non sapevo ancora chi fosse questo bambino, né conoscevo il suo nome… Mi venne in mente il nome Hugo e lo associai alla parola cabaret, trasformando quest’ultima in Cabret, per darle un suono francese. Ed ecco come è nato Hugo Cabret".
Lo scrittore Brian Selznick
Galleria Fotografica:
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