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    Home Page > Movies & DVD > Il vento del perdono

    ROBERT REDFORD DIRETTO DAL REGISTA SVEDESE LASSE HALLSTROM IN UN DRAMMA FAMILIARE

    “La cosa che la maggior parte dei miei film hanno in comune è che sono i personaggi a guidare le storie e ‘Il vento del perdono’ è uno di questi. Sono attratto dai film che parlano di personaggi originali e famiglie disfunzionali… Non è solo un dramma familiare, ha anche elemnti di suspense e s’imbatte in cose con cui non mi sono mai confrontato prima, come grandi orsi e persone che hanno familiarità con le pistole. Mi sono confrontato con i personaggi e li ho riconosciuti come simili a me, almeno per come la vede uno svedese, anche se ci troviamo nel selvaggio west. Conosco questo genere di persone. Gli sono andato incontro, nonostante il fatto che la loro cultura sia molto diversa da quella da cui provengo. E penso di conoscere le loro emozioni e i loro difetti. Penso di conoscere questa ragazza e cosa sente riguardo alla sua situazione. Quindi è una storia universale sul piano dei sentimenti. Anche uno svedese può capirloâ€.
    Il regista Lasse Hallström

    (An Unfinished Life, USA 2005;drammatico; 107’; Produz.: Miramax; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Il vento del perdono

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il vento del perdono

    Titolo in lingua originale: An Unfinished Life

    Anno di produzione: 2005

    Anno di uscita: 2005

    Regia: Lasse Hallström

    Sceneggiatura: Mark e Virginia Spragg

    Soggetto: Dal (pluripremiato) romanzo Where Rivers Change Direction di Mark Spragg

    Cast: Robert Redford (Einar Gilkyson)
    Jennifer Lopez (Jean Gilkyson)
    Morgan Freeman (Mitch Bradley)
    Josh Lucas (Crane Curtis)
    Camryn Manheim (Nina)
    Damian Lewis (Gary)
    Becca Gardner (Griff Gilkynson)

    Musica: Christopher Young

    Costumi: Tish Monaghan

    Scenografia: David Gropman

    Fotografia: Oliver Stapleton

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    “Il Vento del perdono è una storia basata sul perdono, perdono di se stessi e degli altri. E’ incentrata sull’incrocio delle vite di due gruppi di persone… Einer Gilkyson (Robert Redford) ed il suo braccio destro e più grande amico, Mitch Bradley (Morgan Freeman), che ha vissuto e lavorato per 40 anni nel ranch di Einer nella zona nord-occidentale del Wyoming da una parte, e Jean Gilkyson (Jennifer Lopez) la nuora di Einer e sua figlia di 11 anni, Griff (Becca Gardner) che stanno scappando da una situazione di abuso familiare ad opera del fidanzato di Jean, Gary (Damian Lewis), dall’altra parteâ€.

    Dal >Press-Book< di Il Vento del perdono

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    ANDAMENTO LENTO PER IL FILM DI HALLSTRÖM, E DUNQUE CON UN MORDENTE UN PO’ TROPPO DILUITO, CHE NEPPURE LA TRIADE DI STAR PROTAGONISTA RIESCE AD ADDENSARE: ROBERT REDFORD, DI NUOVO NELLE VESTI DEL MALINCONICO COWBOY, QUI ANCOR PIU’ RUSTICO E SANGUIGNO, LASCIATISI ALLE SPALLE I CAVALLI, SI E’ MESSO A SUSSURRARE AGLI ORSI; MORGAN FREEMAN SEMBRA QUASI PROSEGUIRE IL REGISTRO RECITATIVO DELL’AMICO-SPALLA DEL PROTAGONISTA (‘MILLION DOLLAR BABY’ DOCET), JENNIFER LOPEZ E PROLE SUL GRANDE SCHERMO, SENZA INFAMIA E SENZA LODE, TANTO DA FAR RIMPIANGERE LE SPICCATE PERSONALITA’ DI KRISTIN SCOTT THOMAS E SCARLETT JOHANSSON, PURE A FIANCO DI ROBERT REDFORD QUANDO INTERPRETAVA ‘L’UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI’

    “Credi che ai morti importi qualcosa delle nostre vite?â€; “Credo di siâ€; L’assunto si appunta nella convinzione che, anzi, proprio da loro e grazie a loro, spiri il vento del perdono. Motivo da cui, non a caso, prende anche il titolo la

    versione italiana del film. In lingua originale, ed è in fondo ciò che conta perché così concepito dal regista, si preferisce porre l’accento sul registro centrale della vicenda: una vita stroncata prematuramente, ovvero “An Unfinished Lifeâ€, così come titola l’epigrafe sulla tomba del figlio di Einar Gilkyson, un rustico Robert Redford che ora ‘sussurra agli orsi’, dopo essersi lasciato alle spalle i cavalli e le coprotagoniste Kristin Scott Thomas e Scarlett Johansson (L’uomo che sussurrava ai cavalli), peraltro, va detto, di gran lunga superiori per spessore psicologico e livello di recitazione, rispetto alle attuali: Jennifer Lopez (Jean Gilkison), qui nelle vesti della nuora di Einar, in qualche modo responsabile della morte del marito, perché alla guida dell’auto con cui hanno avuto un incidente, e Becca Gardner (Griff Gilkyson), sua figlia e dunque nipote di Einar. Un motivo ben valido, l’incidente mortale, per incrinare interrelazioni familiari, quasi impossibile da perdonare. Ma,

    sull’onda di una piaga sociale, quella della violenza sulle donne, che pure traspare e occhieggia qua e là dalla storia - il nuovo manesco compagno di Jean ha colpito ancora e non lascia altra scelta se non quella della fuga - le due protagoniste si vedono giocoforza costrette a cercare rifugio nelle montagne del Wyoming, là dove ancora abita il padre del marito perduto nonché nonno della giovane Griff, che solo ora scopre la sua esistenza.
    Dal canto suo, Robert Redford, si sa, sembra nato nelle vesti del cowboy provato dalla vita, con qualche lutto o devastante delusione sul suo percorso: un duro languido e malinconico che, come da copione, lascia prevalere la voce del cuore pur non annullando la ragione, la consapevolezza di cosa sia meglio scegliere alla fin dei conti. Anche in tal senso, sono piuttosto simili i personaggi da lui interpretati con Tom Booker in L’uomo che sussurrava

    ai cavalli e qui, con Einar Gilkyson in Il vento del perdono, bella storia sacrificata nelle griglie di tempi cinematografici fin troppo dilatati e per giunta mal supportati da quel sostegno compensatore, d’obbligo, quando si creano questi spazi vuoti, ideali per quel benvenuto tipo di cinema nato per far riflettere lo spettatore: quello che, giocato sui primi piani o su intense schegge di sceneggiatura, sia pur elaborate sui silenzi, è in normalmente in grado di restituire alla storia una fluida e accattivante compattezza, tale da evitare quelle cadute di tono e di interesse, parenti strette della noia. Sul filo del già orecchiato sembra collocarsi anche il personaggio di Morgan Freeman, amico e collaboratore di Einar, rimasto sfigurato dall’aggressione di un orso che, malgrado il tragico evento subito, riesce a capire e dunque a perdonare fino a preoccuparsi della sua sorte, ritenuta dignitosa solo se appuntata sulla legittima libertà. Ma, come

    già fatto con il personaggio ex boxer Scrap per Clint Eastwood in Million Dollar Baby, con il compagno Mitch in Il vento del perdono, Freeman è soprattutto una sorta di voce della coscienza per Einar, ancora imprigionato nelle catene dei suoi ostinati pregiudizi in nome di un dolore mai del tutto metabolizzato. La voce destinata a disciogliere dal cuore dell’altro, ogni schermante ghiaccio residuo.

    Commenti del regista

    “Io penso che il rapporto tra questi due uomini, Einer e Mitch, sia la parte più originale della storiaâ€.

    Altre voci dal set:

    Lo sceneggiatore, saggista e romanziere Mark Spragg: “Siamo entrambi attratti moltissimo dagli uomini anziani, dalla loro innegabile saggezza e dalla loro capacità di portare il fardello di una vita piuttosto lunga. Abbiamo cominciato da questo puntoâ€.
    La co-scrittrice (e moglie di Mark), ex-terapista Virginia Spragg: “Abbiamo fatto una gran quantità di ricerche per legittimare le ragioni di donne che vivono in situazioni di abuso o di maltrattamento. Abbiamo appreso che una donna dovrà provarci almeno 5 volte prima di far cessare l’abuso che subisce per sempre. Ed i sei mesi seguenti sono quelli in cui è più probabile che venga uccisa dal suo aguzzinoâ€.

    Il produttore Alan Ladd Jr.: “Penso sia un forte dramma familiare basato sul perdono. Il fatto che una famiglia posa essere distrutta e disgregata da una tragedia e poi riesca a tornare insieme di nuovo, è un tema molto commoventeâ€.

    La produttrice Leslie Holleran: “Questo è il tipo di storia che Lasse sa come raccontare. Lasse ed io cerchiamo cose familiari ma allo stesso tempo differenti nelle storie. La cosa diversa in questo racconto è la relazione di amicizia tra Einer e Mitch. E’ la storia d’amore del film. Sono così vigorosi, uomini fisicamente molto forti, e li vediamo nutrirsi della loro amicizia, prendersi cura l’uno dell’altro, un’intimità non molto comune. Ho pensato che fosse la parte più unica di questa storiaâ€.

    Bibliografia:

    Sito ufficiale: www.miramax.com/anunfinishedlife/

    Links:

    • Lasse Hallström (Regista)

    • Robert Redford

    • Morgan Freeman

    • Jennifer Lopez

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    Galleria Video:

    unfinished life.mov

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