Sequel di The Accountant (2016) - RECENSIONE - Dal 24 Aprile
"L'amore è l'aspetto fondamentale della nostra umanità . Ciò che ci rende umani, forse. Possiamo amare, ma possiamo anche provare un dolore straziante. Desideriamo l'amore, ma possiamo anche sentirci più soli. È una dicotomia, le due facce della medaglia. Gioia e dolore. Elementi che riguardano la condizione umana e la lotta. E questo mi ha colpito del film: l'atmosfera genuina, il senso d'amore tra questi due fratelli. Provano a conciliare le cose complicate per farci i conti. Il pubblico può ritrovare una storia capace di parlare della condizione umana... Per me, c'è un senso fondamentale di ciò che è buono e giusto in sintonia con ciò che sei davvero. Trovo un collegamento interessante con il set che abbiamo affrontato io e Jon. C'è chi crede che per fare le cose fatte bene bisogna soffrire, qualcosa che può essere rivelato attraverso la sofferenza. Ma non è sempre così. Con Jon, papà straordinario, abbiamo parlato di paternità , di come è essere genitori. E poi del nostro lavoro, che per me è una sorta di famiglia. Se riflettiamo queste priorità , e connettiamo questi fattori, si prova un senso di conforto. Ti senti allineato".
L'attore Ben Afleck
"La felicità arriva dal sentirsi amati, avere un legame. Penso a Max, compie azione per mascherare il vuoto che ha dentro. Conta la famiglia, l'amicizia, la lealtà . Sapere che qualcuno ti copra le spalle. Sono contento di aver fatto questo film, di solito sono a pezzi"
L'attore Jon Bernthal
(The Accountant 2; Usa 2025; Thriller; 124'; Produz.: Artists Equity, Zero Gravity Management, 51 Entertainment, Warner Bros.; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Cast: Ben Affleck (Christian Wolff) Jon Bernthal (Braxton) Cynthia Addai-Robinson (Marybeth Medina) J.K. Simmons (Ray King) Allison Robertson (Justine) Alison Wright (Justine, voce) Daniella Pineda (Anaïs) Robert Morgan (Burke) Grant Harvey (Cobb) Andrew Howard (Batu) Yael Ocasio (Alberto) Lombardo Boyar (Tomas) Michael Tourek (Ike Sudio)
Musica: Bryce Dessner
Costumi: Isis Mussenden
Fotografia: Seamus McGarvey
Montaggio: Richard Pearson
Effetti Speciali: Mark R. Byers (supervisore)
Makeup: Merc Arceneaux (direzione)
Scheda film aggiornata al:
04 Maggio 2025
Sinossi:
In questo secondo capitolo tornano Christian Wolff (Ben Affleck), un contabile con un talento per risolvere problemi complessi, Ray King (JK Simmons), il direttore del FinCEN del Dipartimento del Tesoro, Brax (Jon Bernthal), fratello di Christian, e Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), vicedirettore del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
When her former boss is killed by unknown assassins, Treasury Agent Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson) is forced to contact Christian Wolff (Affleck) to solve the murder. With the help of his estranged but highly lethal brother Brax (Jon Bernthal), Chris applies his brilliant mind and less-than-legal methods to piece together the unsolved puzzle. As they get closer to the truth, the trio draw the attention of some of the most ruthless killers alive -- all intent on putting a stop to their search.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
D’accordo è un sequel: lo confermano il ritorno della stessa regia - Gavin O’Connor (Pride and Glory-Il prezzo dell’onore, Warrior, The Accountant) - di gran parte dei protagonisti e la linfa di genere thriller, terreno fertile per puzzle alquanto complicati da decifrare, pane per i denti di una mente ‘matematica’ o, magari, affetta da autismo, che per i calcoli mostra da sempre un indiscutibile talento: Dustin Hoffman in Rain Man docet. Ma quel che mi preme sottolineare è che, fatta eccezione per una certa nebulosità narrativa degli inizi, The Accountant numero 2, o per meglio dire, al quadrato, non è necessariamente dipendente dal numero uno che ha aperto il sipario. E questo non può che essere un fattore positivo, anche se non traducibile necessariamente in capolavoro.
In buona sostanza, The Accountant 2 si classifica come l’ennesima occasione per sottolineare che, in certi casi, è quasi impossibile risolvere una sciarada criminale delimitando
il confine tra legalità e illegalità . E questo a dispetto di tutte le buone intenzioni di Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), l’erede operativa alla divisione all’anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, già capitanato da Ray King (J.K. Simmons). Ed è proprio King ad entrare in scena tra i primi, giusto il tempo per lanciare sul campo la matassa criminale da dipanare, con il solo aiuto di un indizio scritto sul braccio: ‘trova il contabile’. E il contabile è sempre lui: il Chris di Ben Affleck, criptico e quasi asociale, più a suo agio con i conti, appunto, che con le persone. Ne sa qualcosa il fratello - il Braxton (Brax) di un Jon Bernthal qui particolarmente carismatico, al punto da rubare spesso e volentieri la scena al blasonato collega - richiamato in causa per un aiuto speciale sul campo di azione, dopo otto anni di silenzio. Non è un caso che la
dinamica fraterna, a dir poco fuori dal comune, qui guadagni sempre più terreno al punto da diventare il perno della narrazione. Due opposti rovesci di una stessa medaglia, si direbbe, riavvicinati da speciali circostanze, ma evidentemente anche da un legame forte e indissolubile, a dispetto di tutto. Se questo è un cardine fondamentale e se l’azione armata fino ai denti, spesso di artiglieria pesante, non si fanno mancare, l’altro elemento cruciale e, in un certo qual modo sorprendente, è senza dubbio l’operatività lenticolare e ‘lungimirante’, come non ti aspetteresti, della compagnia robotica presso Accademia di Neuroscienze, con cui ‘il contabile’ Chris/Afflech collabora, mentre dialoga pure con un’intelligenza artificiale, in voice off, che talvolta sembra assumere l’ironia canzonatoria di una moglie a distanza. Un team di giovani menti geniali riesce - e il film ne dà straordinaria contezza - ad entrare in ogni canale possibile, nelle corde di una pirateria informatica
top di gamma, per acquisire dati, informazioni, registrazioni, foto e video, in barba ad ogni spauracchio della privacy che fu. I miracoli dell’universo digitale hi-tech odierni!
Terzo elemento, interrelato al nodo da sciogliere, è un bambino ritratto all’età di cinque anni in una foto con il padre e la madre, che ormai è un adolescente di tredici anni, scomparso insieme ai genitori. La ricerca sarà dura e passerà per innumerevoli canali che portano sulle sponde del traffico di esseri umani tra Messico e Stati Uniti, lambendo le coste dell’immigrazione. Nel bel mezzo, distribuito qua e là a stemperare gli umori più acidi, è quell’alito di umorismo che spira ad ogni angolo, dominante in alcune sequenze in particolare: la telefonata a scopo rivendicazione del cucciolo di cane prima dei due canonici mesi non sottoscritta dalla ex moglie; l’interrogatorio allo sfuggente e sbrigativo imprenditore di pizze, cui Chris/Affleck fa le pulci sui
conti che non tornano, smascherandolo nel sottofondo della losca attività altra; l’approccio, ‘calcolato’, al ballo country di Chris/Affleck, seguito da colluttazione in stile western e un fermo immagine che anticipa un pindarico volo dalla finestra; e così via.
Passando per il vezzo ludico della spada laser di Star Wars che Chris/Affleck s rigira tra le mani probabilmente ripensando all’infanzia con il fratello, monta anche una certa vena romantica che verso la fine, si appunterà su un gatto raccolto per strada, salvo poi litigare con il ritrovato ragazzino della foto che non rispetta i turni di coccole, alternandosi con lui. Anche i criminali hanno un cuore? Pare di si, riscoprendosi anche ben corazzati di amore fraterno. Ad ogni modo, mentre il cinismo di chi è disposto a qualsiasi cosa - anche uccidere i bambini in massa - pur di non lasciare tracce sul suo operato criminale, non finisce mai di spiazzare,
per come si mettono le cose, man mano che ci si avvicina all’epilogo, con diversi canali lasciati in sospeso, o comunque aperti, per questo secondo atto sembrerebbe trattarsi di una fine temporanea, in attesa di un terzo round, indirettamente già annunciato.
Perle di sceneggiatura
Christian Wolff (Ben Affleck): Che differenza c'è tra vestirsi casual e vestirsi business casual?
Voce off: In entrambi i casi vuol dire che lasci a casa i bermuda e le infradito.
Christian Wolff: Io non ho bermuda e non ho infradito. C'è altro?
Voce off: Non metterti il completo nero, ti fa sembrare un becchino.
Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson): Lei è un detenuto evaso, addestrato da contabili della malavita, ha per clienti cartelli della droga, riciclatori di denaro... Io non sono come te. Non posso violare la legge quando conviene. Basta violenzaâ€.
Brax (Jon Bernthal): Bello vivere in un tostapane!
Christian Wolff: Lo trovo comodo.