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    CODICE D'ONORE

    'Celluloid Portraits Vintage': i bellissimi! - Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore, Kevin Bacon, Kiefer Sutherland Retrò - RECENSIONE - Uscito negli Usa e in Italia l'11 Dicembre 1992

    (A Few Good Men; Usa 1992; Legal Thriller drammatico; 138'; Produz.: Columbia Pictures, Castle Rock Entertainment; Distribuz.: Columbia TriStar Films Italia)

    Locandina italiana Codice d'onore

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    Storyline

    Titolo in italiano: Codice d'onore

    Titolo in lingua originale: A Few Good Men

    Anno di produzione: 1992

    Anno di uscita: 1992

    Regia: Rob Reiner

    Sceneggiatura: Aaron Sorkin

    Soggetto: Tratto dal lavoro teatrale di Aaron Sorkin.

    Preliminaria - Premi e riconoscimenti:

    1993 - Premio Oscar

    Candidatura Miglior film
    Candidatura Miglior attore non protagonista a Jack Nicholson
    Candidatura Miglior montaggio a Robert Leighton
    Candidatura Miglior sonoro a Kevin O'Connell, Rick Kline e Robert Eber

    1993 - Golden Globe

    Candidatura Miglior film drammatico
    Candidatura Migliore regia a Rob Reiner
    Candidatura Miglior attore in un film drammatico a Tom Cruise
    Candidatura Miglior attore non protagonista a Jack Nicholson
    Candidatura Migliore sceneggiatura a Aaron Sorkin

    1992 - National Board of Review Award
    Miglior attore non protagonista a Jack Nicholson

    1993 - MTV Movie Award

    Miglior film
    Candidatura Miglior performance maschile a Tom Cruise
    Candidatura Miglior performance maschile a Jack Nicholson
    Candidatura Miglior performance femminile a Demi Moore
    Candidatura Attore più attraente a Tom Cruise
    Candidatura Miglior cattivo a Jack Nicholson

    1992 - Chicago Film Critics Association Award

    Miglior attore non protagonista a Jack Nicholson

    1993 - Southeastern Film Critics Association Award

    Miglior attore non protagonista a Jack Nicholson

    Cast: Tom Cruise (Ten. Daniel Kaffee)
    Jack Nicholson (Col. Nathan R. Jessep)
    Demi Moore (Ten. Com. JoAnne Galloway)
    Kevin Bacon (Cap. Jack Ross)
    Kiefer Sutherland (Ten. Jonathan Kendrick)
    Kevin Pollak (Ten. Sam Weinberg)
    James Marshall (Soldato scelto Louden Downey)
    Wolfgang Bodison (Vice cpl. Harold W. Dawson)
    J.T. Walsh (Ten. Col. Matthew Andrew Markinson)
    Christopher Guest (Dr. Stone)
    Michael DeLorenzo (Soldato William T. Santiago)
    Noah Wyle (Cpl. Jeffrey Barnes)
    J.A. Preston (Giudice Colonnello Julius Alexander Randolph)
    Cuba Gooding Jr. (Caporale Carl Edward Hammaker)
    John M. Jackson (Cap. West)
    Cast completo

    Musica: Marc Shaiman

    Costumi: Gloria Gresham

    Scenografia: J. Michael Riva

    Fotografia: Robert Richardson

    Montaggio: Robert Leighton, Steven Nevius

    Effetti Speciali: Eugene Crum (coordinatore)

    Makeup: Stephen Abrums (direzione)

    Casting: Janet Hirshenson, Jane Jenkins

    Scheda film aggiornata al: 06 Novembre 2024

    Sinossi:

    Un giovane avvocato della marina degli Stati Uniti, il tenente Daniel Kaffee, viene incaricato di formare un collegio di difesa dinanzi alla corte marziale per due marines, il vice-caporale Dawson e il soldato scelto Downey, accusati dell'omicidio di un commilitone, il soldato semplice William T. Santiago, avvenuto nella base navale di Guantánamo, a Cuba.

    La linea di difesa di Kaffee si basa sia sulla non intenzione di uccidere sia sull'esecuzione, da parte dei due, di un "codice rosso", vale a dire un provvedimento disciplinare non ufficiale impartito da un superiore come punizione per la disponibilità di Santiago, in cambio del trasferimento dalla base, a fare il nome di Dawson come responsabile dell'esplosione di un colpo di fucile non giustificato in territorio cubano: la vittima, infatti, aveva richiesto in più occasioni il trasferimento a causa della sua indole, giudicata dai commilitoni troppo debole per il servizio a lui assegnato, e quindi emarginato dalla vita della base e ripetutamente punito dai superiori per le sue mancanze.

    La morte del giovane, avvenuta apparentemente per soffocamento dovuto all'introduzione nella sua bocca di uno straccio di stoffa, si rivela tuttavia conseguenza di una coronaropatia non rilevata dal medico della base, il quale, nel certificato di morte, aveva ritenuto l'improvviso decesso di Santiago dovuto ad avvelenamento.

    La causa della morte non è tuttavia l'unico elemento a discarico dei due imputati: l'ordine di sanzionare il possibile delatore è infatti venuto direttamente dal comandante del loro plotone, il tenente Jonathan Kendrick, e la difesa intende dimostrare che tale ordine sia in precedenza pervenuto dal comandante della base, lo psicopatico colonnello Nathan R. Jessep, potente ufficiale superiore che sta per essere nominato direttore delle operazioni del Consiglio per la sicurezza nazionale.

    Durante il processo emergono, grazie all'aiuto del tenente colonnello Markinson, fuggito dalla base dopo l'inizio delle indagini perché in disaccordo con il comandante, delle verità inquietanti come ordini falsificati e voli in partenza dalla base scomparsi dai registri, e anche la scelta di Kaffee come difensore pare avvenuta allo scopo di evitare una lunga e imbarazzante indagine, avendo questi la fama di mero patteggiatore.

    Kaffee, nonostante il suicidio di Markinson e la conseguente perdita del testimone più qualificato, su suggerimento del tenente comandante JoAnne Galloway, sua collega nel collegio di difesa insieme al tenente Sam Weinberg, chiama alla sbarra il colonnello Jessep e lo spinge, usando un astuto stratagemma psicologico con un atteggiamento provocatorio che suscita le sue ire, ad ammettere che l'ordine di eseguire il codice rosso è partito proprio da lui e giunto a Dawson e Downey attraverso il tenente Kendrick: la conseguenza è l'arresto dei due ufficiali, mentre i due imputati vengono scagionati dalle accuse di omicidio, ma comunque congedati con disonore dal corpo dei marines, perché come infine capirà lo stesso Dawson avrebbero dovuto proteggere il loro commilitone.

    Storyline:

    At the Guantanamo Bay Naval Base in Cuba, Private William Santiago, a United States Marine, is tied up and beaten in the middle of the night. After he is found dead, Lance Corporal Harold Dawson and Private First Class Louden Downey are accused of his murder and face a court-martial. Their defense is assigned to United States Navy JAG Corps Lieutenant Daniel Kaffee, a callow lawyer with a penchant for plea bargains.

    Another JAG attorney, Lieutenant Commander Joanne Galloway, Kaffee's superior, suspects something is amiss. Santiago died after he broke the chain of command to ask to be transferred away. Lieutenant Colonel Matthew Markinson advocated for Santiago to be transferred, but Base Commander Colonel Nathan Jessep ordered Santiago's platoon commander, Lieutenant Jonathan James Kendrick, to "train" Santiago on the basis they are all at fault for Santiago's substandard performance. Galloway suspects that Dawson and Downey carried out a "code red" order: a violent extrajudicial punishment. Galloway is bothered by Kaffee's blasé approach, and Kaffee resents Galloway's interference.

    Kaffee and Galloway question Jessep and others at Guantanamo Bay and are met with contempt from the colonel. When Kaffee negotiates a plea bargain with the prosecutor, US Marine Judge Advocate Captain Jack Ross, Dawson and Downey refuse, insisting that Kendrick gave them the "code red" order, that they never intended to kill Santiago, and that it would be dishonorable to pursue a plea bargain. Kaffee intends to get removed as counsel, but at the arraignment, Kaffee unexpectedly enters a plea of not guilty for the defendants. He says that he was chosen to handle the case because he was expected to accept a plea, and the matter would then be kept quiet.

    Markinson meets Kaffee in secret and says that Jessep never ordered a transfer for Santiago. The defense establishes that Dawson had been denied promotion for smuggling food to a Marine who had been sentenced to be deprived of food. Dawson is portrayed in a good light, and the defense, through Downey, proves that "code reds" had been ordered before. But under cross-examination, Downey says that he was not present when Dawson received the supposed "code red" order. Markinson, ashamed that he failed to protect a Marine under his command and unwilling to testify against Jessep, his longtime friend, commits suicide before he can testify.

    Without Markinson's testimony, Kaffee believes the case lost. He returns home in a drunken stupor, lamenting that he fought the case instead of taking a deal. Galloway encourages Kaffee to call Jessep as a witness, despite the risk of being court-martialed for challenging a high-ranking officer without evidence.

    At the Washington Navy Yard court, Jessep spars with Kaffee's questioning, but is unnerved when Kaffee points out a contradiction in his testimony. Kaffee also calls into question Jessep's claim that Santiago was to be put on the first flight home. Upon further questioning, and disgusted by Kaffee's attitude, Jessep extols the military's, and his own, importance to national security. Kaffee asks if Jessep ordered the "code red", to which he bellows "You're goddamn right I did!". Jessep tries to leave the courtroom but is arrested.

    Dawson and Downey are cleared of the murder and conspiracy charges but found guilty of "conduct unbecoming" and will be dishonorably discharged. Downey does not understand what they did wrong; Dawson says that they failed to defend those too weak to fight for themselves. Kaffee tells Dawson that it is not necessary to wear a patch on one's arm to have honor. Dawson acknowledges Kaffee as an officer and renders a salute. Kaffee and Ross exchange pleasantries before Ross departs to arrest Kendrick.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Se gli anni Novanta hanno forgiato delle vere e proprie perle cinematografiche si deve ad autori fuoriserie: una di queste perle è il Codice d’onore di Rob Reiner: che all’epoca aveva già sfornato Stand be Me – Ricordo di un’estate, 1986; La storia fantastica, 1987; Harry ti presento Sally, 1989; Misery non deve morire, 1990. A questo si aggiunge il fatto che, Aaron Sorkin, già autore della piece teatrale da cui è tratto il film, firma anche la sceneggiatura. Una sceneggiatura superba, imponente e accattivante, tanto quanto l’illustrissimo cast che ne ha raccolto il testimone. Stiamo parlando degli anni d’oro di Tom Cruise, Demi Moore e Jack Nicholson, cui qui si affiancano Kevin Bacon, Kiefer Sutherland e Kevin Pollak.

    La storia è intrigante, pluriarticolata e talmente puntuale e meticolosa da non lasciare indietro proprio nessuno: ognuno ha modo di brillare a modo suo, dall’alto del proprio ruolo, sempre ben tornito e

    rifilato a puntino. Si entra subito nel vivo dell’ambito militare di riferimento dei marines, ancorato alla base navale di Guantànamo a Cuba. E nel peggiore dei modi: con un’aggressione in piena notte ai danni del soldato semplice William T. Santiago (Michael DeLorenzo), peraltro al di sotto della media e con un lastricato di richieste per un trasferimento mai accordato. Un’aggressione portata a termine con esito infausto da due marines: il vice-caporale Dawson (Wolfgang Bodison) e il soldato scelto Downey (James Marshall), che, in realtà, come sarà dimostrato molto più tardi, avevano eseguito l’ordine preciso di eseguire quel che in gergo militare si definisce come ‘codice rosso’: vale a dire un provvedimento disciplinare non ufficiale impartito da un superiore come punizione.

    La terribile sequenza ha la valenza di un’onda d’urto che va ad innescare la ricerca della verità, sulla scia di contrasti e contrapposizioni, che, come sempre, in un legal thriller,

    muovono dall’analisi del caso e della valutazione delle possibilità reali di poter dimostrare quel che si è appena intuito. A condurre la difesa dei due marines responsabili dell’omicidio, incaricato di formare un collegio atto a comparire di fronte alla corte marziale, viene chiamato un giovane avvocato della Marina degli Stati Uniti, ovvero, il tenente Daniel, ‘Danny’, Kaffee. Giovane avvocato che ha tutta la sfrontata prosopopea di Tom Cruise, il quale, appena l’anno seguente, ripeterà l’esperienza di ruolo nel mondo dei confini della legge, per quanto in tutt’altri frangenti, ne Il socio di Sydney Pollack. Quando lo si vede al cospetto del Tenente Comandante di corvetta, capitano investigatrice navale, JoAnne Galloway - una Demi Moore da urlo e non solo per la travolgente bellezza, persino enfatizzata dall’elegante uniforme - va in onda il primo urticante approccio sul filo del contrasto, con una punta di maleducazione di cui Danny/Cruise si appropria persino

    con un certo orgoglio, mentre addenta ripetutamente una mela, fino a completa consumazione, incurante del bon ton in una conversazione ufficiale.

    Ed è così scontro di caratteri in punta di provocazione nella opposta determinazione sul da farsi. Caratteri forti non senza scheletri nell’armadio, soprattutto nel caso dell’avvocato della difesa incaricato Danny/Cruise, che si porta dietro l’ombra lunga paterna, anch’essa a suo tempo più che navigata nello stesso settore professionale. Avvezzo al patteggiamento, Danny/Cruise non ha mai di fatto arringhe in un’aula di tribunale, come invece si troverà a fare questa volta. E pure egregiamente, direi, anche per merito delle convinzioni portate avanti da JoAnne/Moore, fermamente convinta della sostanziale innocenza dei due marines. Anche nei rapporti istruttori con i suoi assistiti, Danny/Cruise deve vedersela con l’ottuso rigore di quel mondo a sé, con le sue regole, rituali e formalismi, che fa capo ai marines. Le frequenti interlocuzioni poi, ancora di Danny/Cruise, questa

    volta con l’amico (con cui condivide qualche partita nel gioco del softball), nonché collega avvocato dell’accusa, capitano Jack Ross (Kevin Bacon), non allentano i reiterati confronti, estremamente critici nei confronti della tendenza ad una certa impulsività, con l’agguerrita investigatrice navale JoAnne/Moore, mediati, ma solo in parte, dal fedele collega di supporto, Tenente Sam Weinberg (Kevin Pollack).

    Ma la partita sulla giustizia in gioco si fa davvero interessante quando, dopo approcci preliminari nel segno di cani che si ringhiano a vicenda, fa il suo ingresso nell’aula di tribunale il superiore Colonnello Nathan R. Jessep, incarnato da un pungente ed irruento Jack Nicholson, da Oscar. Il provocatorio interrogatorio condotto da Danny/Cruise, con le dovute punteggiature dell’accusa Jack/Bacon, nonché dello stesso giudice, porta così ad un climax che eccelle nella scrittura, prima ancora che nell’interpretazione: corrosiva, mastodontica e conclusiva del caso, quasi a sorpresa. Musica e sceneggiatura si alleano qui, in un sodalizio

    che amplifica, pur senza il ricorso alla retorica trionfalista, cadenze e risultanza di un complesso, alla fine esemplare, caso giudiziario. L’amalgama ideale per la perfetta levitazione di un classico cinematografico di genere, eleggibile di diritto tra gli indimenticabili.

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

    Perle di sceneggiatura

    Jessep (Jack Nicholson): "Io faccio colazione a trecento metri da quattromila cubani addestrati ad uccidermi, quindi non creda di poter venire qui a sventolare un distintivo nella speranza di farmi innervosire".

    Kaffee (Tom Cruise): "Non serve una mostrina per essere un uomo d'onore".

    Kaffee (Tom Cruise): Colonnello Jessep, fu lei a ordinare il Codice rosso?
    Il giudice: Non è tenuto a rispondere alla domanda.
    Jessep (Jack Nicholson): Risponderò alla domanda. (Rivolto a Kaffee) Tu vuoi delle risposte?
    Kaffee/Cruise: Ritengo di averne il diritto.
    Jessep/Nicholson: (incalzando) Tu vuoi delle risposte?
    Kaffee/Cruise: lo voglio la verità!
    Jessep/Nicholson: Tu non puoi reggere la verità. Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile… chi lo fa questo lavoro? Tu? O forse lei, tenente Weinberg? Io ho responsabilità più grandi di quello che voi possiate mai intuire. Voi piangete per Santiago e maledite i marines. Potete permettervi questo lusso. Vi permettete il lusso di non sapere quello che so io: che la morte di Santiago, nella sua tragicità, probabilmente ha salvato delle vite. E la mia stessa esistenza, sebbene grottesca e incomprensibile ai vostri occhi, salva delle vite. Voi non volete la verità perché nei vostri desideri più profondi, che in verità non si nominano, voi mi volete su quel muro! Io vi servo in cima a quel muro! Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà. Usiamo queste parole come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa. Per voi non sono altro che una barzelletta. Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco. E poi contesta il modo in cui gliela fornisco! Preferirei che mi dicesse: la ringrazio… e se ne andasse per la sua strada. Altrimenti gli suggerirei di prendere un fucile e di mettersi di sentinella. In un modo o nell'altro io me ne sbatto altamente di quelli che lei ritiene siano i suoi diritti.
    Kaffee/Cruise: Ordinò lei il Codice rosso?
    Jessep/Nicholson: Ho fatto il lavoro che…
    Kaffee/Cruise: (gridando) Ordinò lei il Codice rosso?
    Jessep/Nicholson: (a voce ancor più alta) Certo che l'ho ordinato, che ca**o credi?

    Poco dopo, mentre il capitano Ross, suo avvocato difensore, gli elenca i suoi diritti, Jessep, sbigottito, si ribella.

    Jessep/Nicholson: Ma che diavolo succede? Sono accusato di un reato? Che volete fare? È di questo che si tratta? Mi state accusando? Volete incriminarmi? Questa è una buffonata. Ecco che cos'è. Questa… (Si volge verso Kaffee con l'intenzione di aggredirlo ma viene bloccato da dite poliziotti) Ma io ti strappo gli occhi dalle orbite e nel tuo cranio ci piscio dentro! Hai scelto il marine sbagliato!

    Il capitano Ross (in over): Colonnello, ha compreso i suoi diritti così come glieli ho esposti?

    Jessep/Nicholson: (Si calma. Le guardie lasciano la presa) Brutti froci borghesi. Voi non avete idea di come si difende una nazione. (Rivolto a Kaffee) Tu non hai fatto altro che indebolire la patria oggi. Soltanto questo. Tu hai messo l'intera popolazione in pericolo. Sogni d'oro, figliolo.

    Links:

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