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    THE DELIVERANCE - LA REDENZIONE

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal 30 Agosto solo in streaming

    (The Deliverance; Usa 2024; Thriller Horror; 112'; Produz.: Tucker Tooley Entertainment, Jereco Studios Inc., Lee Daniels Entertainment, Turn Left Productions; Distribuz.: Netflix)

    Locandina italiana The Deliverance - La redenzione

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    Storyline

    Titolo in italiano: The Deliverance - La redenzione

    Titolo in lingua originale: The Deliverance

    Anno di produzione: 2024

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Lee Daniels

    Sceneggiatura: David Coggeshall, Elijah Bynum

    Soggetto: Il film è ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2011.

    Cast: Andra Day (Ebony Jackson)
    Glenn Close (Alberta Leecan)
    Anthony B. Jenkins (Andre Jackson)
    Caleb McLaughlin (Nate Jackson)
    Demi Singleton (Shante Jackson)
    Mo'Nique (Cynthia Henry)
    Aunjanue Ellis-Taylor (Rev. Bernice James)
    Omar Epps (Melvin)
    Miss Lawrence (Asia)
    Todd Anthony (Ahman)
    Colleen Camp (Dott.ssa Hoffsteder)
    Juanita Jennings (Sig.ra Tucker)
    Kimberly Russell (Sig.ra Ross)
    Tasha Smith (Pastore Powell)

    Musica: Lucas Vidal

    Costumi: Paolo Nieddu

    Scenografia: Steve Saklad

    Fotografia: Eli Arenson

    Montaggio: Stan Salfas

    Makeup: Beverly Jo Pryor (direzione)

    Casting: Billy Hopkins, Ashley Ingram

    Scheda film aggiornata al: 13 Ottobre 2024

    Sinossi:

    Indiana. Ebony Jackson è la madre single di tre ragazzi, Nate, Shante e Dre; la donna ha problemi di alcolismo e depressione che in passato l'hanno portata a essere violenta coi suoi figli e a finire spesso in prigione: per questo motivo è seguita da una severa assistente sociale, Cynthia. Per sfuggire al suo controllo, Ebony cambia casa insieme ai tre figli e alla madre Alberta, con la quale ha un pessimo rapporto, ma è costretta a tenerla con sé perché è l'unica che riesce a tenerle testa. Alberta, malata di cancro, scopre che la sua assicurazione sanitaria ha smesso di pagare le spese per la sua chemioterapia: a sua insaputa Ebony si è accollata le spese per impedirle di recarsi in un ospedale meno prestigioso, ma così facendo è rimasta sul lastrico e ha dovuto accontentarsi di una casa a prezzo molto basso che nessuno voleva, nei sobborghi di Gary.

    Poco dopo il trasloco, iniziano a verificarsi strani fenomeni: Ebony scopre che sul pavimento della cantina si apre una voragine, dove Dre si reca spesso in stato catatonico, attirato da un amico immaginario che lui chiama Trey; intorno alla voragine iniziano a comparire carcasse di animali morti, ed Ebony percepisce strane presenze nelle zone d'ombra della casa. Anche Shante e Nate cominciano a comportarsi in maniera strana, e sui loro corpi compaiono graffi e bruciature.

    Una notte, in assenza di Alberta, Ebony si ubriaca; sentendo dei rumori provenire dalla stanza dei ragazzi, si infuria e vi si reca armata di una mazza da baseball. Quando sua madre rientra trova i ragazzi terrorizzati, Ebony in trance e un buco sul muro, dove la donna ha colpito credendo di uccidere i figli. Il giorno dopo la famiglia riceve una visita di Cynthia, la quale, notando le ferite, sospetta che Ebony abbia ripreso a bere; Alberta e i ragazzi tuttavia lo negano e la mandano via. Ebony nota inoltre una donna che li spia da un'auto, e crede si tratti di una collega di Cynthia. Quello stesso giorno, a scuola, i ragazzi hanno un attacco psicotico: aggrediscono i professori, mangiano i propri escrementi e si feriscono da soli. In seguito Nate, invasato da una forza misteriosa, tenta di annegare Dre nella vasca da bagno: il bambino viene salvato da Ebony e Alberta, mentre il fratello maggiore non sa spiegarsi il perché delle sue azioni.

    Ebony, sempre più spaventata, viene avvicinata dalla donna dell'auto: si tratta di Bernice, il pastore del quartiere, che teneva d'occhio la famiglia perché in passato era stata testimone di eventi terribili: la voragine nello scantinato sarebbe infatti la porta dell'inferno, e nella casa alberghererebbe Trey, un terribile demone che, vent'anni prima, aveva tormentato i precedenti proprietari. Bernice era stata chiamata a compiere un esorcismo, la Redenzione, ma all'ultimo istante aveva ceduto alle proprie paure e aveva rifiutato di praticarlo: il demone aveva quindi posseduto la madre, che dopo aver ucciso i suoi familiari si era suicidata. Ebony non le crede, ma quando torna a casa trova un incendio originato da un crocefisso e Alberta strangolata da Dre. Cynthia le toglie allora la custodia dei figli, che vengono internati in un ospedale psichiatrico.

    In ospedale i ragazzi cadono in trance e iniziano a muoversi scompostamente e parlare lingue sconosciute: Cynthia sente Dre parlarle del figlio che ha perso anni prima, e lo vede arrampicarsi a mani nude su una parete. Bernice, intanto, convince quindi che Dre sia posseduto da Trey: le due rapiscono il bambino e lo riportano a casa perché il pastore compia la Redenzione.

    Durante il rituale, Dre assume le sembianze di Alberta e insulta Ebony; Bernice cede nuovamente alla paura, e il demone ne approfitta per ucciderla. Prima di morire, il pastore incoraggia Ebony a trovare dentro di sé la fede e portare a compimento la Redenzione. La donna affronta quindi Trey, ma questo approfitta delle sue debolezze per sottometterla con facilità; durante la lotta anche Shante e Nate, in ospedale, vengono assaliti dal demone, che li ferisce gravemente a distanza. Poco prima di soccombere, Ebony ripensa ai momenti di felicità trascorsi coi suoi figli: questo le ridà la fede, e la donna è in grado di portare a termine il rituale e ricacciare Trey all'inferno.

    Il giorno dopo Cynthia, ormai convinta che sia accaduto qualcosa di inspiegabile, promette a Ebony di aiutarla a riavere i suoi figli; sei mesi dopo Ebony riottiene la custodia dei ragazzi, e i tre tornano a Filadelfia per iniziare una nuova vita.

    Un testo al termine dei titoli informa che il film è ispirato alla vera storia di Latoya Ammons: la casa dove si sarebbero verificate le possessioni è stata rasa al suolo, ma strani fenomeni continuano a verificarsi nel territorio.

    Storyline:

    An Indiana family discovers strange, demonic occurrences that convince them and their community that the house is a portal to hell.

    In a case widely covered at the time, Latoya Ammons and her three children experienced strange incidents in their Gary, Indiana home that grew progressively worse: the children were levitating, becoming violent with one another, and speaking in deep growls with no recollection afterward. Skeptics abounded, but the Gary Police Department, Department of Child Services, and the local church and hospital all became involved, filing reports that took the supernatural occurrences seriously. Officers, doctors, and social workers said they witnessed many of the incidents, including one in which Latoya's 9-year-old son walked backwards up a wall. The Indianapolis Star covered it closely as the Department of Child Services investigated it.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    "Ho bisogno di perdono per le mie azioni e di redenzione da ciò che sono"

    Il messaggio di speranza occhieggia fin dal titolo The Deliverance: ‘la liberazione’, altrimenti detta ‘la redenzione’. Lee Daniels (Precious, The Butler, The Paperboy, Gli Stati Uniti contro Billie Holiday) non rinuncia neppure questa volta ad inviare l’ennesima stoccata all’indirizzo della condizione, troppo spesso di disagio, non solo materiale, della popolazione di colore in America, e non vuole certo essere polemica sterile. Se si pensa poi che questa storia è ispirata ad una storia vera, non si stenta a crederla plausibile. Quel che semmai sorprende, e non poco - da non crederci! - è il versante di possessione demoniaca che decolla da un certo punto in poi della narrazione. Non ci è dato sapere cosa, e in quale misura, si debba alla realtà, e quanto all’entertainment. Narrazione che, d’altra parte, cattura da subito l’attenzione a prescindere, per

    l’affresco familiare disastrato che ci si para davanti agli occhi. Affresco nobilitato da interpretazioni genuine e realisticamente vibranti come quella di Andra Day (già diretta da Daniels proprio per ‘Billie Holiday’), qui tradotta nella Ebony di sangue misto, madre di tre figli, a sua volta figlia dell’Alberta di Glenn Close.

    Glenn Close! Quel che si dice, un capitolo a parte! Mostro sacro della recitazione a prescindere da personaggi e circostanze, spesso audaci e scomodi, che artisticamente parlando si sceglie: qui davvero superba in un personaggio problematico che, dal galoppante conflitto in corso tra madre e figlia, se ne lasciano trasparire anche i motivi, appuntati sui burrascosi trascorsi nella famiglia di origine. Il suo è un personaggio davvero eccentrico e drammatico, ancor prima che arrivi ad incarnare l’essenza dell’horror, nella deflagrazione demoniaca, prima fronteggiata, e poi incorporata, secondo un’iconografia tanto classica, quanto letteralmente spiazzante. E non si dice tanto del look

    ancora ostinatamente hippy a dispetto dell’età e, soprattutto, degli effetti di una malattia che la costringe alla chemioterapia e a indossare una parrucca. Si dice piuttosto dell’imprinting di carattere, del suo umorismo amaro e sfrontato con cui fa buon viso a cattivo gioco di fronte alla situazione, aggravata dal fatto di aver perso l’indipendenza dopo il trasferimento a casa della figlia Ebony/Day, che, appunto, con tre bambini di diverse età, due maschi e una femmina, dopo che il marito l’ha lasciata, deve vedersela da sola per sbarcare il lunario, sforzandosi di non sbroccare. Più facile a dirsi che a farsi, con i debiti e le bollette che si rincorrono, nonché le spese ospedaliere per la madre, ignara dell’intervento della figlia a suo favore. Nonostante tutto, l’Alberta/Close sarebbe ancora in grado di porgere alla famiglia quel sostegno che, come si intuisce chiaramente, ha fatto mancare in passato. Gli effetti collaterali della

    sua cattiva gestione familiare sono tutti concentrati in una figlia - la Ebony di Day, per l’appunto - che oggi deve vedersela con i postumi dell’alcoolismo e i rapporti, non di rado violenti, con i suoi stessi figli, al punto da essere regolarmemente sotto il controllo di un’assistente sociale: la Cynthia di Mo'Nique, anche lei con una sua drammatica storia alle spalle, rivelata a suo tempo, quando è il momento di sfoderare tutta la solidarietà possibile tra donne e madri.

    Ma, tornando a Glenn Close, non le fanno certo paura taluni sgangherati ritratti di madre e nonna sui generis, anzi, per questa sua attuale Alberta, si direbbe aver preparato le basi con il precedente personaggio, affrontato, sia pure per tutt’altri versi, in Elegia americana (2020), al fianco di Amy Adams e diretta da Ron Howard: film peraltro anch’esso ispirato ad una storia vera, raccontata in autobiografia dal protagonista che l’ha

    vissuta sulla propria pelle. Quel che si dice, il sottobosco sociale dell’America con le sue origini rurali! Nel caso specifico locato a Pittsburgh, in Pennsylvania all’altezza del 2011, in una casa di fortuna, date le circostanze, dove, quel che resta della famiglia Jackson, hanno appena traslocato: e già una strana puzza risale dalla cantina mentre mosche insolenti ronzano ovunque. Gli umori del conflitto tra madre e figlia aleggiano nell’aria, nonché le prime violenze involontarie ai danni dei figli per l’evidente mancanza di controllo di una donna sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Ed è questo il primo piatto forte di una sceneggiatura che si mostra ben navigata nel mettere le parole giuste in bocca ai personaggi che parlano una lingua loro, fatta di rabbia e frustrazione. Lo stesso sconforto della figlia Shante (Demi Singleton) quando vede sfumare la prospettiva di una festa di compleanno come si deve, e il

    cellulare come regalo promesso - ‘mi sono rotta’/di che cosa?/di essere povera’ - illumina almeno in parte la drammatica situazione. Ma il peggio deve ancora arrivare. Tutti loro, uno ad uno, faranno a vario titolo, e senza apparente ragione, cose più o meno gravemente deprecabili. E, come c’era da aspettarsi, in tutto questo c’entra quella cantina. Ora nulla di fondamentalmente nuovo all’orizzonte, anzi. Ma se c’è un pregio in questo film è proprio il non incedere più di tanto su certi registri, limitandosi a fugaci citazioni e iconografie del male ben note. Almeno per buona parte.

    Ed ecco che nasce il film nel film: dall’affresco familiare che sprizza disagio da tutti i pori, si passa a qualcosa in cui, suo malgrado, questa stessa famiglia viene coinvolta, mentre l’horror monta sempre più, forse fino a smarrire il senso della misura. Viene il momento in cui non si ha più paura di affondare

    sugli improvvisi e variegati effetti di una possessione che, come da copione, deve confrontarsi e vedersela con il reparto psichiatrico. E se l’Alberta/Close, aveva dichiarato a sua figlia “Faccio del mio meglio con quello che Dio mi ha datoâ€, assicurandole di aver cambiato vita grazie all’Essere Supremo ‘conosciuto’ in tarda età, ora a doverci fare i conti, volente o nolente, è la stessa figlia Ebony/Day, dapprima disorientata e spaventata, poi, con la rivelazione di quanto successo alla famiglia precedentemente locata in quella stessa casa, indotta a farsi carico dell’impossibile, per riscattare la cosiddetta ‘liberazione’, o ‘redenzione’ che dir si voglia, del titolo. Così con l’aiuto (fallimentare) di una cosiddetta ‘Apostolo’, Ebony/Day ritrova l’idea di amore con cui aveva dato avvio alla sua famiglia che, congiunto all’indissolubile legame filiale e alla potente volontà di salvarlo nella sua integrità, sventando il reale pericolo di perdizione e morte, riesce nella titanica impresa di

    annientare il demone che sceglie le sue vittime in base al grado di debolezza e alla mancanza di fede. Per il resto, avevano già dato spettacolo migliore sul campo, il capostipite originale L’esorcista passando per i vari Poltergeist. Ma con i fotogrammi in bianco e nero sui titoli di coda dei reali protagonisti della vicenda, Daniels ci riporta alla realtà, prendendo non solo le distanze dallo spettacolo, ma testimoniando come, ancora oggi, si continuino a registrare ‘fenomeni’ proprio intorno a quella stessa proprietà.

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

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    Galleria Video:

    The Deliverance-La redenzione - trailer ufficiale

    The Deliverance-La redenzione - trailer ufficiale (V.O.) - The Deliverance

    The Deliverance-La redenzione - clip 'Quali orrori si nascondono nella cantina'

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