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    FUGA IN NORMANDIA

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Michael Caine al centro di una vicenda ispirata ad una storia vera per Oliver Parker (L'importanza di chiamarsi Ernest, Dorian Gray, L'esercito di papà) - Dal 20 Giugno

    "Ciò che mi ha convinto non è stata tanto la commovente storia di Bernie che decide di intraprendere il viaggio per partecipare alla commemorazione del D-day – per quanto notevole sia – ma la reazione dei media mondiali; il fatto che tutti noi tendiamo a romanticizzare la realtà della vecchiaia e della guerra per renderle sopportabili"
    Il produttore esecutivo e amministratore delegato di Pathe UK Cameron McCracken

    "La storia di un uomo di quell'età che torna alla fonte del trauma che aveva vissuto a 19 anni era straordinaria"
    Il produttore (Ecosse) Robert Bernstein

    "Ho iniziato a capire che era una straordinaria vicenda sulla redenzione e sul perdono. Riguarda l'umanità in tutte le sue forme e aspetti (i flashback) iniziano come dei ricordi brutali e frastagliati, ma man mano che il suo viaggio procede, diventano meno sconnessi via via che lui stesso inizia a metterli insieme, affrontando il suo passato per trovare la pace"
    Lo sceneggiatore scrittore William Ivory

    (The Great Escaper; Regno Unito, Francia, Svezia 2023; Biopic drammatico; 96'; Produz.: Ecosse Films, BBC Film, Film i Väst in co-produzione con: Filmgate Films, Ingenious, Pathe UK; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana Fuga in Normandia

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    Storyline

    Titolo in italiano: Fuga in Normandia

    Titolo in lingua originale: The Great Escaper

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Oliver Parker

    Sceneggiatura: William Ivory

    Soggetto: Ispirato a una vicenda reale.

    Martedì 6 giugno 1944, sulle spiagge francesi della Normandia, ebbe inizio lo sbarco in Normandia. Gli sbarchi furono la più grande invasione marittima della storia e segnarono "l'inizio della fine" della Seconda Guerra Mondiale.
    Sebbene lo sbarco sia stato un successo per le forze alleate, il costo umano è stato enorme. 210.000 vittime e oltre 50.000 morti solo tra gli Alleati; fu un giorno di orrori indescrivibili. Coloro che hanno avuto la fortuna di sopravvivere hanno portato con sé il trauma di quel giorno per il resto della loro vita. Nel 2014, il veterano 89enne Bernie Jordan è partito dalla sua casa di cura diretto in Francia, per partecipare alla commemorazione del 70° anniversario dello sbarco in Normandia. Nessuno – tanto meno Bernie – aveva idea che la sua storia avrebbe toccato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.

    Cast: Michael Caine (Bernard Jordan)
    Glenda Jackson (Irene Jordan)
    Wolf Kahler (Heinrich)
    John Standing (Arthur)
    Carlyss Peer (Vicky)
    Laura Marcus (La giovane Irene)
    Joe Bone (Tim)
    Victor Oshin (Scott)
    Donald Sage Mackay (Nathan)
    Danielle Vitalis (Adele)
    Jackie Clune (Judith)
    Ian Conningham (Comandante LCT Parker)
    Will Fletcher (Il giovane Bernard)
    Geoffrey Lumb (Dottor Saunders)

    Musica: Craig Armstrong

    Costumi: Emma Fryer

    Scenografia: Nick Palmer

    Fotografia: Christopher Ross

    Montaggio: Paul Tothill

    Effetti Speciali: Chris Reynolds (supervisore)

    Makeup: Mark English, Natasha Hall

    Casting: Lauren Evans

    Scheda film aggiornata al: 15 Febbraio 2025

    Sinossi:

    In breve:

    Si racconta la storia di Bernard Jordan (Michael Caine), un uomo di 80 anni che si trova in una casa di riposo insieme alla moglie. Il giorno del 70° anniversario dello sbarco in Normandia, l'anziano decide di mettere in atto una "grande fuga" dalla casa di cura per raggiungere gli altri veterani del conflitto mondiale, così da poter rendere memoria tutti insieme in Francia ai commilitoni morti.
    La sua fuga diventa subito un'eccentrica notizia che raggiunge ogni capo del mondo, tanto che il fuggitivo diventa l'attrazione della prima pagina di diversi giornali. Peccato, però, che sia stata riportata solo una parte della storia di Bernard...

    In dettaglio:


    Bernie e Rene Jordan vivono in una casa di riposo a Hove, in Inghilterra, dopo che la salute di Rene è peggiorata. Bernie, che ha prestato servizio nella Royal Navy durante la Seconda Guerra Mondiale, spera di partecipare al 70° anniversario del D-Day, ma gli viene detto che non ci sono più posti in nessuno dei tour di gruppo in Normandia per l'evento. Inizialmente riluttante a lasciare la moglie a causa della sua fragile salute, viene infine convinto dalla stessa René a trovare la strada per la Normandia per partecipare alle commemorazioni. Bernie lascia la casa di cura una mattina presto, prende un taxi per Dover e prende un biglietto su un traghetto per la Francia. Sul traghetto incontra Arthur, un veterano della RAF che è in tour di gruppo in Normandia per la commemorazione. Quando Arthur scopre che Bernie sta viaggiando da solo, lo invita a unirsi al suo gruppo e persino a condividere la sua stanza d'albergo in Francia. Bernie è riluttante all'inizio, ma alla fine acconsente.

    Tornati nel Regno Unito, il personale della casa di cura è in preda al panico per la misteriosa scomparsa di Bernie, di cui Rene non rivela dove si trova fino a molto più tardi nel corso della giornata, quando confessa la verità alla sua infermiera, Adele, che è "fuggito" in Normandia. In questa scena viene rivelato che a Rene è stata diagnosticata una malattia terminale e gli rimane solo poco tempo, e che non ne ha parlato con Bernie perché lo preoccuperebbe solo.

    Arthur ottiene un biglietto per Bernie alla cerimonia commemorativa, ma Bernie dà il suo biglietto, e quello di Arthur, a Heinrich, un soldato tedesco che ha combattuto anche lui nel D-Day ed è venuto a commemorare l'evento. Lasciandosi alle spalle la cerimonia, Bernie e Arthur si dirigono al cimitero di guerra di Bayeux, dove Arthur cerca la tomba di suo fratello mentre Bernie visita la tomba di Douglas Bennett, un compagno d'armi che è stato ucciso allo sbarco in Normandia durante il D-Day dopo che Bernie lo ha rassicurato che sarebbe andato tutto bene. Bernie si sente responsabile della morte di Douglas, perché lo aveva convinto a lasciare la loro nave e ad affrontare il suo destino.

    Quando Bernie inizia il suo viaggio di ritorno, scopre di essere diventato una celebrità, soprannominato "il Grande Fuggitivo", e la storia della sua fuga in Normandia è apparsa su tutti i giornali. Il personale della compagnia di traghetti lo tratta come un re e quando torna a casa trova un branco di giornalisti che lo aspettano. Li sfiora sgomento e va dritto da Rene, al quale confessa la verità sulla sua colpa per la morte di Douglas e la sua disperazione per le vite sprecate di tutti i giovani che sono morti in quel fatidico giorno di 70 anni fa. Rene gli assicura che la morte di Douglas non è stata colpa sua, e sottolinea che lui e lei hanno vissuto ogni secondo della loro vita insieme e non hanno mai sprecato il tempo che gli era stato dato.

    La mattina dopo, Bernie e Rene si alzano presto per vedere l'alba spuntare all'orizzonte, proprio come avevano fatto circa settant'anni prima, quando erano giovani innamorati.

    Una didascalia ci dice che Bernie è morto sei mesi dopo la sua "grande fuga", e Rene è morta sette giorni dopo.

    Storyline:

    Bernie and Rene Jordan are living in a retirement home in Hove, England after Rene's health deteriorated. Bernie, who served in the Royal Navy during the Second World War, hopes to attend the 70th anniversary of D-Day, but is told that there are no spaces left on any of the group tours to Normandy for the event. Initially hesitant to leave his wife behind due to her fragile health, he is finally persuaded by Rene herself to find his own way to Normandy to join the commemorations. Bernie leaves the nursing home early one morning, takes a taxi to Dover and gets a ticket on a ferry to France. On the ferry he meets Arthur, a RAF veteran who is on a group tour to Normandy for the commemoration. When Arthur discovers that Bernie is travelling on his own, he invites him to join his group and even to share his hotel room in France. Bernie is reluctant at first but ultimately acquiesces.

    Back in the UK, the care home staff are all in a panic over the mysterious disappearance of Bernie, whose whereabouts Rene does not reveal until much later in the day, when she confesses the truth to her nurse, Adele, that he has "escaped" to Normandy. In this scene it is revealed that Rene has been diagnosed with a terminal illness and has only a short time left, and that she has not told Bernie about it because it would only worry him.

    Arthur obtains a ticket for Bernie at the commemorative ceremony, but Bernie gives his ticket, and Arthur's, away to Heinrich, a German soldier who also fought on D-Day and has come to commemorate the event. Leaving the ceremony behind, Bernie and Arthur head to the Bayeux War Cemetery, where Arthur looks for his brother's grave while Bernie visits the grave of Douglas Bennett, a comrade-in-arms who was killed at the Normandy landing on D-Day after Bernie reassured him that he would be alright. Bernie feels responsible for Douglas' death, because he had persuaded him to leave their ship and face his fate.

    When Bernie begins his return journey, he discovers that he has become a celebrity, dubbed "the Great Escaper", and the story of his flight to Normandy has appeared in all the papers. The ferry company staff treat him like royalty and when he gets back home he finds a gaggle of reporters awaiting him. He brushes past them in dismay and goes straight to Rene, to whom he confesses the truth of his guilt over Douglas' death, and his despair at the wasted lives of all the young men who died on that fateful day 70 years ago. Rene assures him that Douglas' death was not his fault, and points out that he and she have lived every second of their lives together and never wasted the time they were given.

    The next morning, Bernie and Rene get up early to watch the dawn break on the horizon, just as they did some seventy years earlier when they were young lovers.

    A caption tells us that Bernie died six months after his "great escape", and Rene died seven days later.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Quante cose potrebbe raccontare il mare?! Ma il mare sa essere anche un buon ascoltatore, ed è sempre un ottimo alleato per le riflessioni più profonde. Anche delle sue: del Bernard ‘Bernie’ Jordan (un Michael Caine altamente introspettivo) che, nella prima tra le varie passeggiate sulla spiaggia, viene ritratto assorto nei suoi pensieri, mentre non distoglie lo sguardo dal mare. Un personaggio dal passo malfermo, avvezzo a sostenersi con il bastone, se non con il deambulatore, a seconda dei casi, con una intensa vita alle spalle, mentre ora si appresta a ritornare alla sua attuale dimora: una casa di riposo in quel di Hove in Inghilterra. Ad attenderlo c’è la sua, altrettanto anziana moglie, Irene ‘Renè’ Jordan (la compianta Glenda Jackson) che lo fa attendere perché non ha ancora finito di truccarsi. Le sue battute umorali alleviano l’inevitabile sua precaria condizione di salute, mentre - bontà dell’interprete! - offre

    ancora una carismatica presenza scenica.

    Sono loro i due primi protagonisti di The Great Escaper (Fuga in Normandia), del regista e sceneggiatore britannico Oliver Parker (L’importanza di chiamarsi Ernest, Dorian Gray, L’esercito di papà, Johnny English-La rinascita). Un’anziana coppia che va a ricreare sul grande schermo - con le dovute licenze narrative a colmare le possibili lacune - la coppia originale che raggiunse la massima attenzione mediatica proprio in coda quella ‘grande fuga’ del titolo. Correva l’anno 1914 quando un diciannovenne Bernie Jordan, in servizio nella Royal Navy, si trovava nei ‘paraggi di quel fatidico sbarco in Normandia. Ora che corre il 70° Anniversario del D-Day, la speranza di poter partecipare alle celebrazioni ufficiali di quell’indimenticabile evento storico, muore sul nascere, giacché la RSA dove risiede la coppia Jordan, non è riuscita ad accaparrarsi alcun posto in nessuno dei tour di gruppo. Riluttante a lasciare la moglie René/Jackson, a causa

    della sua fragile salute, alla fine Bernie/Caine viene convinto da lei stessa ad andare da solo, ovviamente non facendone parola con nessuno della struttura.

    Da questo punto in poi la storia si dipana tra il viaggio ‘on the road’ del novantenne Bernie/Caine e quello stanziale della moglie René/Jackson, ospite fissa alla casa di riposo. Su entrambi i percorsi, ad accompagnare le rispettive interazioni con altre persone - per Renè/Jackson è prioritariamente la giovane infermiera di colore Adele (Danielle Vitalis), per Bernie/Caine il vecchio e generoso Arthur (John Standing) ex RAF - piovono, timidamente e senza grande appeal figurativo o di significativa presa emotiva, gli intermittenti flashback che riportano il primo ai momenti di guerra, la seconda alle memorie di gioventù: occasione raccolta da Will Fletcher per ritrarre Bernie e da Laura Marcus per Renè. Occasione preziosa per rivelarne il legame profondo maturato nei vari decenni, fatto di scoperte e predilezioni, nonché

    di reliquie conservate per tutto il tempo. Che sia un fiore di rosa canina essiccato, mantenuto con cura e rinnovato amore in un fazzoletto, o una scatolina per sigarette in cui il soldato Douglas Bennett (Elliott Norman) aveva riposto la fatidica lettera per lo ‘schianto di ragazza’ che aveva lasciato per andare in guerra, in caso le cose si fossero messe male, il valore affettivo di quei semplici oggetti è per loro incommensurabile, e avremo modo di scoprirne i motivi.

    Ai tempi del loro presente, al massimo della consapevolezza del fine vita, entrambi, mano nella mano, ancora trovano la forza per riscoprire tutto il magnetico fascino dell’alba: ma il sorgere del sole non ci sarebbe senza il tramonto. E tutto risuona come una metafora della vita stessa.
    Ma è solo all’altezza del Cimitero di guerra a Bayeux, che l’emozione sale davvero: davanti alle oltre cinquemila ‘tombe parlanti’ che la macchina da presa

    - dopo aver celebrato la sosta della richiesta di perdono, ognuno alla propria sepoltura di riferimento - non manca di onorare in campo lungo, e pian piano sempre più lungo, fino a far aggrovigliare lo stomaco. Pura emozione, si, anche perché Bernie/Caine non aveva certo pensato ai posti d’onore nei paraggi della Regina e di Barack Obama quando si era imbarcato per la Normandia - biglietti poi regalati agli ex veterani tedeschi - ma ad un appuntamento con la propria coscienza, con i sensi di colpa e con l’improcrastinabile desiderio di perdono. Proprio in quel cimitero di guerra a Bayeux, dove peraltro pure Arthur/Standing aveva da fare i conti con un fratello. Ecco a cosa aveva pensato. E’ la sensazione dell’impellenza, dell’ora o mai più, ad aver mosso i passi barcollanti di Bernie/Caine verso la Normandia a settant’anni dal conflitto, con la premura di tornare dall’amata Renè/Jackson, già malata da

    tempo.

    A dar ragione ad un’azione tanto brusca ed immediata, che all’epoca ebbe gran clamore mediatico - quando invece doveva restare un fatto privato tra Bernie e René -contribuisce la didascalia finale che sopraggiunge a documentare la morte di lui, a sei mesi dall’evento, e quella di lei a una settimana di distanza dal decesso del marito. Una storia importante, con la quale “in Bernie il mondo ha riscoperto un vero soldatoâ€. Storia che comunque avrebbe potuto osare di più sul piano del racconto, a tratti confuso e poco incisivo, esattamente come la mente umana, quando invecchiata a sufficienza, non può far altro che mostrare la stessa stanchezza del corpo.

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS)

    Pressbook:

    PressBook Completo in Italiano di Fuga in Normandia

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    Fuga in Normandia - trailer ufficiale

    Fuga in Normandia - trailer ufficiale (V.O.) - The Great Escaper

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