In Streaming dal 3 Marzo su Mediaset Infinity - RECENSIONE - Dal 34 Noir in Festival (Milano, 2-7 Dicembre 2024) - Da Cannes 2024 - Cate Blanchett ed Alicia Wikander in commedia, su un improbabile G7
World leaders meet at the G7 but get lost in the woods whilst trying to compose a joint statement on an unspecified global crisis. Beset by thick fog and menaced by undead bog bodies and a giant brain, they navigate the tortured passions between them.
si intendeva offrire una allegoria delle zucche vuote da leader che non hanno idea di cosa scrivere in quella dichiarazione programmatica del G7, tanto da considerare quanto andasse già bene quella del G6 - cui vorrebbe forse ammiccare in punta di ironia il titolo italiano ‘Voci di potere’ - il risultato è interessante e divertente quanto un palloncino sgonfio ad una festa per bambini.
‘rumori’ del titolo nella boscaglia; l’insospettabile presenza di una manica di neo-zombie, sull’esempio della ‘mummia di palude’ senza ossa dell’età del ferro, presentata come scoperta archeologica del secolo (sorpresa-evento nell’evento); quel cervello ‘plastificato’ in pieno bosco - neanche fosse un’installazione di arte contemporanea! - relegano in secondo piano lo scopo dell’evento e della fatidica dichiarazione, cui, loro malgrado, i leader continuano a pensare strada facendo, lasciati soli al loro destino, con i cellulari fuori uso e senza alcun collegamento di genere per chiedere aiuto. Evitiamo di entrare nei dettagli dei deliranti episodi innescati nell’insieme, mentre il gruppetto, sempre più ridotto, si fa largo tra questi vaganti ‘omini di fango’ poco accomodanti. Quando i cellulari riprendono a funzionare spunta persino una chat, in punta di pedofilia, per adescare i nostri ed istigarli ad un repentino ritorno al castello.
A quel punto, un fastidioso imbarazzo punge ormai da tempo le nostre sedie,
mentre abbracciamo l’intero corpo della penosa ed inconsistente sceneggiatura, incapace di tornire con un senso logico la sedicente satira o farsa che dir si voglia, qui mancate alla grande! Si direbbe piuttosto uno script in stato di ubriachezza, pronto a sbandare ad ogni minima curva, perdendo di vista la strada maestra, vicoli compresi. L’unico apprezzamento si può rivolgere al finale, quando il primo ministro canadese Maxime Laplace (Roy Dupuis), abbranca gli appunti di tutti, bozza primaria per intavolare un discorso strampalato dal balcone - postazione del potere per eccellenza - mentre uno degli omini di fango, mentre lo ascolta, se la ride a crepapelle. Beh, almeno qualcuno si è divertito!