I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Da Venezia 80.: Coppa Volpi a Peter Sarsgaard - Dal 7 Marzo
"Volevo girare un film sulle persone che, per un qualsiasi motivo, si perdono nelle maglie della società. La loro incapacità, o riluttanza, a conformarsi alle aspettative è spesso radicata in fatti che esistono soltanto nei loro ricordi. A volte però è la marginalizzazione stessa a offrire una via di fuga dalle ombre del passato, una possibilità di costruire una vita nel presente. Memory si chiede se sia davvero possibile fuggire da tali ombre".
Il regista e sceneggiatore Michel Franco
(Memory; Messico, Usa 2023; drammatico; 100'; Produz.: Teorema (EreÌndira NuÌñez Larios, Michel Franco), High Frequency Entertainment (Alex Orlovsky, Duncan Montgomery), Screen Capital, Mubi, Case Study Films; Distribuz.: Academy Two)
Sylvia eÌ€ un’assistente sociale, con una vita semplice e organizzata tra la figlia, il lavoro, le riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto va in pezzi quando Saul l’accompagna a casa dopo una riunione tra ex compagni di scuola: l’incontro inaspettato sconvolgeraÌ€ entrambi, percheÌ apriranno la porta al passato.
In dettaglio:
Sylvia, madre single, assistente sociale e alcolizzata in via di guarigione, partecipa con riluttanza a una riunione del liceo con la sorella minore Olivia. Sylvia è turbata da un uomo che si siede accanto a lei e le sorride. Lascia l'evento e viene seguita a casa dall'uomo, che aspetta fuori sotto la pioggia.
Al mattino, Sylvia lo trova a dormire fuori, bagnato e a malapena reattivo. Scopre che il suo nome è Saul e telefona a suo fratello, Isaac, per recuperarlo. A casa di Saul e Isaac le vengono offerte delle scuse: Saul soffre di demenza ad esordio precoce, che lo rende disorientato e confuso e ostacola la sua capacità di ricordare o creare ricordi.
Sara, la figlia di Isaac, offre a Sylvia un secondo lavoro per prendersi cura di Saul durante il giorno. Sylvia accetta dopo che Olivia le assicura che Saul si è unito alla loro scuola dopo che Sylvia si è trasferita, il che significa che non l'ha aggredita.
Sylvia passa il tempo a prendersi cura di Saul e si legano. Sylvia viene a sapere della defunta moglie di Saul, una rossa come lei, e lui fa amicizia con la figlia adolescente di Sylvia, Anna. Un giorno, Sylvia e Saul si addormentano su un divano tenendosi l'un l'altro e vengono trovati da Sara. A disagio per l'incidente, Sylvia interrompe le sue visite. Saul esce di casa da solo per trovarla e iniziano una relazione romantica, sconvolgendo Isaac.
A casa di Olivia, Sylvia si confronta con Samantha di fronte a Saul e Anna. Sylvia viene rimproverata da sua madre per essere uscita con un uomo con problemi di salute mentale e per aver tenuto Anna lontana da lei. Dopo aver accusato Sylvia di aver mentito sulla sua aggressione al liceo, Sylvia si lamenta di essere stata anche aggredita sessualmente dal suo defunto padre prima di allora e il rifiuto di Samantha di crederle è ciò che l'ha allontanata. Olivia ammette di ricordare che il padre portò Sylvia nella sua stanza più volte quando erano bambini. Quando la giovane Olivia ha chiesto a Samantha di questo, anche lei è stata accusata di aver mentito e schiaffeggiata.
Sylvia torna alla sua routine quotidiana con l'aiuto di Saul. Una notte, Saul torna dal bagno ma si confonde su quale porta della camera da letto sia di Sylvia e quale di Anna, così decide di sedersi nel corridoio. Il giorno dopo, mentre è solo, Saul cade dal balcone di Sylvia e viene ricoverato in ospedale. Sylvia tenta di visitare Saul ma viene fermata da Isaac.
Sylvia, a single mother, social worker, and recovering alcoholic, reluctantly attends a high school reunion with her younger sister Olivia. Sylvia is perturbed by a man who sits next to and smiles at her. She leaves the event and is followed home by the man, who waits outside in the rain.
In the morning, Sylvia finds him sleeping outside, wet, and barely responsive. She finds out his name is Saul and phones his brother, Isaac, to retrieve him. At Saul and Isaac's home she is offered an apology: Saul suffers from early onset dementia, causing him to get disoriented and confused, and hindering his ability to recall or create memories.
Sylvia takes Saul to a park to ask why he followed her. Saul says he doesn't know and can't recall meeting her before, which upsets her. Sylvia tells Saul that in high school some of his classmates got her drunk and sexually assaulted her. Sylvia accuses Saul of participating but he insists he doesn't remember that. Enraged, Sylvia steals his necklace with emergency contact info in it, abandons him, changes her mind, returns the necklace, and helps get him home.
Sara, Isaac's daughter, offers Sylvia a second job caring for Saul during the day. Sylvia accepts after Olivia assures her that Saul joined their school after Sylvia transferred out, meaning he didn't assault her.
Sylvia spends time caring for Saul and they bond. Sylvia learns about Saul's deceased wife, a redhead like her, and he befriends Sylvia's teenage daughter Anna. One day, Sylvia and Saul fall asleep on a sofa holding each other and are found by Sara. Uncomfortable with the incident, Sylvia stops her visits. Saul leaves the house on his own to find her and they begin a romantic relationship, upsetting Isaac.
Anna secretly gets acquainted with Sylvia and Olivia's mother, Samantha, as Sylvia always had insisted they never contact her.
At Olivia's home, Sylvia is confronted by Samantha in front of Saul and Anna. Sylvia is scolded by her mother for dating a man with mental health issues and keeping Anna away from her. After she accuses Sylvia of lying about her assault in high school, Sylvia laments she was also sexually assaulted by her late father before that and Samantha's refusal to believe her is what drove her away. Olivia admits she remembers their father taking Sylvia into his room multiple times when they were children. When the younger Olivia asked Samantha about it, she was accused of lying too and slapped.
Retraumatized, Sylvia secludes herself at home as Saul cares for her. Olivia tries to see Sylvia, but is turned away by Anna who asks why she never confirmed Sylvia's abuse by their dad until now. Olivia says she was just a child and never sure if she could trust what she saw.
Sylvia returns to her daily routines with Saul's help. One night, Saul returns from the bathroom but gets confused about which bedroom door is Sylvia's and which is Anna's, so he decides to sit in the hallway. The next day, while alone, Saul falls from Sylvia's balcony and is hospitalized. Sylvia attempts to visit Saul but is stopped by Isaac.
Sylvia attempts to call Saul several times and leaves messages he doesn't respond to. Anna visits Saul's home and sees he has a full-time nurse. He was unable to contact Sylvia because Isaac confiscated his phone and forbade him from leaving the house. Anna convinces Saul to sneak out with her and leads him back to Sylvia who embraces him.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Essenziale e asciutto fin dal titolo: Memory. Un aspetto che si percepisce come fondamentale soprattutto per le due persone protagoniste di questo film su una sofferenza ‘esistenziale a doppio binario’, diretto, sceneggiato e prodotto dal cineasta messicano Michael Franco. Lo stesso cineasta di: New Order (Leone d’Argento Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia nel 2020); After Lucia (Film vincitore di Un certain regard, Festival di Cannes 2012); Chronic (Premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes nel 2015); April’s Daughters (Premio della Giuria, Un certain regard, Festival di Cannes 2017); Sundown (presentato in Concorso al Festival di Venezia nel 2021). Perciò Memory, con Jessica Chastain e Peter Sarsgaard (Coppa Volpi come Miglior Attore) è il terzo film che, ad oggi, Franco ha presentato al Festival di Venezia (di From Afar, diretto da Lorenzo Vigas, Leone d’Oro nel 2015, è stato solo produttore).
La storia si avvia all’anonima alcoolisti,
cui partecipa anche la Sylvia di Jessica Chastain (notevole come sempre!), che questa volta ha portato per compagnia anche la figlia adolescente Anna (Brooke Timber). Il rigore disciplinare pare dominare anche la routine quotidiana, con l’allarme da inserire come prima cosa quando Sylvia/Chastain arriva a casa, ma il campanello d’allarme instillato nella coscienza dello spettatore, squilla quando, con la necessità di riparare il frigo, si apprende che lei aveva richiesto un tecnico donna, e invece arriva un uomo. La sua riluttanza nel far buon viso a cattivo gioco lascia intuire che oltre all’alcool ci siano stati altri problemi per la donna nel suo passato, ma dovremo attendere un incontro speciale alla festa per ex compagni di liceo, per saperne di più. E non sarà ancora tutto. Problemi che per il momento si riflettono sull’educazione della figlia Anna/Timber, della quale non vede di buon occhio, e non accetta, una canna nascosta
nella penna per scrivere, o la password cambiata al computer personale. Quanto poi all’esigenza di avere un ragazzo… per quanto l’unica a non averlo nella sua classe, il sorriso imbarazzato e affettuoso è la temporanea risposta. La routine fra il lavoro di assistente sociale, e l’educazione della figlia a casa, sembrano polarizzare la vita di Sylvia/Chastain, e in parte rallentare il flusso narrativo che sembra quasi perdersi in rigagnoli secondari, anche se si percepisce quale scelta stilistica ben precisa.
due al mattino diventa così d’obbligo, lasciando affiorare il fatto inconfutabile che Saul/Sarsgaard soffre di demenza: con una memoria tanto solida per quanto attiene al passato, ma assolutamente deficitaria e intermittente per il presente. Per l’improbabile evoluzione di un rapporto ancora embrionale tra i due, entrambi diversamente in sofferenza con la ‘memoria’, la regia si prende tutto il tempo necessario consentitogli da riprese quasi in tempo reale, scegliendo d’altra parte di operare per sottrazione, laddove l’intuizione può supplire quanto basta a sventare un pericoloso didascalismo. Così mentre Saul/Sarsgaard deve vedersela con la malattia e l’esasperante clausura imposta dal fratello Isaac (Josh Charles), Sylvia/Chastain cerca di andare avanti dimenticando un passato da cui gradualmente affiorano abusi in età preadolescenziale e, andando ancora più avanti nella storia, da bambina, in seno alla stessa famiglia, con la complicità ‘involontaria’, ma certo non meno responsabile, di madre e sorella.
Saul/Sarsgaard torna ad evolversi e a maturare, andando a raggiungere un finale mozzafiato, prosciugato di tutto quel che avrebbe voluto e potuto dire, per affidarsi completamente ad un solo abbraccio, subito interrotto e coronato dai titoli di coda. Quel che si dice, un finale d’autore, in linea con la comprensione profonda tra madre e figlia, altrove diversamente espressa da Paola Cortellesi in C’è ancora un domani.