I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Da Venezia 80. - Orizzonti Extra - Liam Neeson in cerca di redenzione dopo una vita di peccati - Dal 17 Luglio
"Cresciuto nel Midwest degli Stati Uniti, ho abbracciato con passione il cinema come strumento per sfuggire ai ristretti orizzonti del piccolo mondo in cui vivevo. Oggi, come regista, nulla mi attrae di più che immergermi in un nuovo soggetto, tuffarmi sotto la superficie e indagare un’esperienza umana sconosciuta, e trovare un modo emozionante per condividerla con gli altri attraverso il cinema.
Ecco percheÌ sono approdato con entusiasmo al film In the Land of Saints and Sinners. Si trattava di una storia originale, ambientata in un tempo e in un luogo speciali, con un cast straordinario di personaggi. Il film racconta la storia di un irlandese che deve scegliere tra mantenere segreto il suo vergognoso passato o rivelarlo per proteggere i suoi amici e i suoi vicini dai fuorilegge che sono piombati nel loro tranquillo villaggio costiero. Ho cercato di realizzare un film intessuto di autenticitaÌ€ e realismo. Dalla trama dei costumi d’epoca agli epici paesaggi costieri a fare da sfondo, fino al cast interamente irlandese con i suoi accenti singolari, l’obiettivo era quello di trasportare il pubblico in questo mondo unico regalandogli un’avventura unica e avvincente".
Il regista Robert Lorenz
(In the Land of Saints and Sinners; Irlanda 2023; Thriller; 106'; Produz.: Facing East Entertainment, RagBag Pictures in associazione con: London Town Films, Bleiberg Entertainment, Davis-Films, Great Point Media, Merlin Films, Prodigal Films; Distribuz.: Vertice 360)
Irlanda, anni Settanta. Ansioso di lasciarsi alle spalle il proprio oscuro passato, Finbar Murphy (Liam Neeson) conduce una vita tranquilla nella remota cittadina costiera di Glencolmcille, lontano dalla violenza politica che attanaglia il resto del Paese. Quando arriva una minacciosa banda di terroristi, guidata da una donna spietata di nome Doireann (Kerry Condo), Finbar scopre presto che uno di loro ha abusato di una ragazzina del posto. Finbar si ritrova così a dover decidere se rivelare la sua identità segreta o difendere la sua comunità e i suoi amici. Nella terra dei santi e dei peccatori ci sono peccati che non possono essere sepolti.
Finbar Murphy lives a quiet life in Glencolmcille. When he returned from the Second World War, he found his wife had died and he fell into an alcohol-fueled depression. A local crime boss, Robert McQue, rescued him from the bottle and put him to work using his combat experience as a contract killer. Posing as a book-seller, he is friendly with the local Garda officer, Vinnie, and his neighbour, Rita. He travels to Bantry, Co. Cork,[5] and, kidnaps a target in a routine job. The target is a former contract killer, who urges him to make something of the rest of his life. He ends his relationship with Robert when he collects on the killing, which forces Robert to rely on Kevin, a troubled youth, for future jobs.
Prendi un revenge movie e ambientalo nell’Irlanda degli anni Settanta, nel pieno dei tumulti perpetrati dall’IRA in nome della libertà , ed è facile che lo incontri. Il lavoro sporco ha già dimostrato di saperlo fare piuttosto bene, così come mantenere alto, paradossalmente, il senso del dovere, della giustizia e della morale. E difatti, eccolo di nuovo protagonista, doppiamente appagato, nel genere filmico su cui non si tira mai indietro quando si tratta di spalmarvi sopra ogni suo personaggio, come burro sul pane, e come irlandese doc. Stiamo parlando di Liam Neeson, qui, ora, Finbar Murphy In the Land of Saints & Sinners (o più semplicemente Saints & Sinners), L’ultima vendetta nel titolo italiano. Il titolo originale però, ‘Santi e Peccatori’, è ben più conciso e diretto al cuore della questione. Ma, già a suo agio con genere filmico e terra di appartenenza, Liam Neeson ha un terzo motivo per ‘sentirsi
Ad ogni modo, non essendo un genere inedito, al contrario, alquanto battuto, da Neeson stesso ma non solo, L’ultima vendetta scorre veloce sul filo di una suspense misurata
ma sufficiente a tenere alta l’attenzione dello spettatore, per quanto con personaggi satellite non sempre centrati, come ad esempio l’esasperante, e sovralimentata, con la linfa della crudeltà e della ferocia, donna combattente dell’IRA: la Doireann McCann di Kerry Condon è tanto spietata con i propri nemici quanto teneramente protettiva con i familiari legami di sangue, in particolare con il fratello, Curtis June (Desmond Eastwood), al suo fianco nella banda dei ‘combattenti per la libertà dell’Irlanda’. Vale a dire, il motivo con cui apre il film, con l’esplosione di un locale, quando imprevedibilmente, per strada, sbucano anche una madre con i suoi bambini. Gli immancabili ‘effetti collaterali’ di ogni conflitto, mai voluti, neppure da una come Doireann/Condon, ma tant’è. Il più improbabile degli incontri/scontri tra il Finbar di Neeson, ex giustiziere in cerca di redenzione e la Doireann di Condon, in cerca di vendetta dopo che il fratello è rimasto ucciso,
Della vecchia vita di Finbar/Neeson parla un campo con una coltura di alberi ancora giovani, di varia misura, l’alternativa alle canoniche croci poste normalmente ad ogni sepoltura. Non certo dunque un commerciante di libri - la moglie defunta Margaret aveva una libreria - come canta la sua copertura, valida anche con l’amico
poliziotto - il Vinny di Ciaran Hinds - con cui è sua consuetudine scommettere mentre entrambi sparano a turno ai barattoli di latta a distanza. Un’amicizia sincera, tanto quanto quella con la vicina di casa Rita (Niamh Cusack): gente del posto cui Finbar/Neeson si sente legato e a cui vuole dare una mano, cercando di frapporre la necessaria distanza tra il suo discutibile passato e il nuovo presente. E dire che, come insegnamento materno, a colui che incarna ‘l’ultima vendetta’ per Finbar, era stato detto: “l’indulgenza conduce i deboli ad una morte prematuraâ€! Ma il Finbar di Liam Neeson non è un debole, e la sua indulgenza si specchia nella cosa giusta da fare, soprattutto quando è ormai il destino ad aver preso in mano le redini della corsa… magari del fine corsa di una donna in una Chiesa. Magari ispirato dalla lettura di un classico come il Delitto e
castigo di Fyodor Dostoevsky. O forse no. Ma Liam Neeson è sempre, comunque, straordinariamente credibile!