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    Home Page > Movies & DVD > Io sono l'abisso

    IO SONO L'ABISSO

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Il ritorno di Donato Carrisi al cinema passa ancora una volta - dopo La ragazza nella nebbia e L'uomo del labirinto - per l'auto trasposizione di un suo romanzo: ed è subito thriller! - Dal 27 Ottobre

    "Questo serial killer è l'insieme di tutti i serial killer che ho studiato quando facevo criminologia, per cui trovate Jeffrey Dahmer ma anche Luigi Chiatti, che mi è capitato di incontrare. Luigi Chiatti era Il Mostro di Foligno, e la cosa incredibile di Chiatti era l'effetto che aveva su di noi. Era affetto da un disturbo narcisistico della personalità, per cui era felice che qualcuno si fosse accorto di lui. Si vantava degli omicidi che aveva commesso ed era brutale nel suo racconto, che era molto dettagliato. Però non parlava della sua infanzia, che noi abbiamo appreso dai testimoni. Si trattava di un'infanzia tremenda, e in quel momento mi sono accorto che provavo compassione per il mostro, nonostante un serial killer sia il male assoluto. Così mi sono detto: 'Voglio ottenere lo stesso risultato con un racconto, un romanzo e in un film. Voglio che il pubblico si commuova per il mostro. Se i serial killer fossero mostri, sarebbe facile catturarli. In realtà sono banali, seriali in tutte le loro cose, ecco perché riescono a diventare imprendibili per anni... Non volevo che ci fossero innocenti fra i personaggi. Questo è sicuramente un racconto di personaggi, infatti volevo che i personaggi prevalessero sulla storia. I colpi di scena arrivano sui piano dei sentimenti, e per ottenere questo scopo non dovevo raccontare i buoni e i cattivi, perché questa distinzione non ha senso, in particolare adesso. Il bianco e il nero non mi sono mai piaciuti. Volevo creare una zona grigia. Desideravo che lo spettatore a volte parteggiasse per un personaggio e a volte se ne allontanasse, quindi doveva esserci questo effetto a elastico. Il male è un cerchio. Si può spezzare solo in un modo: attraverso l'amore. Il male tende a rigenerare se stesso. E’ sempre lo stesso male, ma cambiano le persone. Il male si tramanda. I figli di genitori violenti saranno a loro volta violenti. In qualche modo siamo tutti responsabili delle gesta criminali di un serial killer, ad esempio perché abbiamo ignorato il dramma della sua infanzia. E allora la cosa originale mi sembrava mettere al centro di questo thriller una buona azione: ecco la vera rivoluzione, una rivoluzione d'amore che cambia tutto, e anche una rivoluzione di genere, perché volevo innestare nel thriller il dramma. Che cosa succede se proviamo a innestare il dramma nel thriller? Che effetto otteniamo? Ok, la paura, che non è difficile da creare. Ma qui l'intento era fare un film per permettere allo spettatore di entrare timoroso, spaventato dalla storia, per poi uscirne commosso: era questa la vera sfida... E’ nella solitudine che nascono le cose peggiori. Dov'è che diventiamo sempre malvagi? Quando siamo abbandonati nei social network, dove pensiamo di essere circondati da una moltitudine e invece siamo soli con la nostra tastiera. Quand'è che viene fuori la parte peggiore di noi? Quando siamo soli, quando ci nascondiamo al resto del mondo, ed è nella solitudine che comincia a formarsi il cerchio del male di cui parlavamo prima".
    Il regista, sceneggiatore e soggettista Donato Carrisi

    (Io sono l'abisso; ITALIA 2022; Thriller; 126'; Produz.: Palomar, Vision Distribution; in collaborazione con Sky Italia; Distribuz.: Vision Distribution)

    Locandina italiana Io sono l'abisso

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Io sono l'abisso

    Titolo in lingua originale: Io sono l'abisso

    Anno di produzione: 2022

    Anno di uscita: 2022

    Regia: Donato Carrisi

    Sceneggiatura: Donato Carrisi

    Soggetto: Il film è tratto dall'omonimo romanzo del regista - Io Sono l'Abisso di Donato Carrisi, (384 pp), collana La Gaja scienza - edizioni Longanesi, 2020 - un thriller in cui Carrisi ha approfondito la tortuosa psiche umana, soffermandosi sull'origine del male.

    Preliminaria - Il libro:

    Sono le cinque meno dieci esatte. Il lago s'intravede all'orizzonte: è una lunga linea di grafite, nera e argento. L'uomo che pulisce sta per iniziare una giornata scandita dalla raccolta della spazzatura. Non prova ribrezzo per il suo lavoro, anzi: sa che è necessario. E sa che è proprio in ciò che le persone gettano via che si celano i più profondi segreti. E lui sa interpretarli. E sa come usarli. Perché anche lui nasconde un segreto. L'uomo che pulisce vive seguendo abitudini e ritmi ormai consolidati, con l'eccezione di rare ma memorabili serate speciali. Quello che non sa è che entro poche ore la sua vita ordinata sarà stravolta dall'incontro con la ragazzina col ciuffo viola. Lui, che ha scelto di essere invisibile, un'ombra appena percepita ai margini del mondo, si troverà coinvolto nella realtà inconfessabile della ragazzina. Il rischio non è solo quello che qualcuno scopra chi è o cosa fa realmente. Il vero rischio è, ed è sempre stato, sin da quando era bambino, quello di contrariare l'uomo che si nasconde dietro la porta verde. Ma c'è un'altra cosa che l'uomo che pulisce non può sapere: là fuori c'è già qualcuno che lo cerca. La cacciatrice di mosche si è data una missione: fermare la violenza, salvare il maggior numero possibile di donne. Niente può impedirglielo: né la sua pessima forma fisica, né l'oscura fama che la accompagna. E quando il fondo del lago restituisce una traccia, la cacciatrice sa che è un messaggio che solo lei può capire. C'è soltanto una cosa che può, anzi, deve fare: stanare l'ombra invisibile che si trova al centro dell'abisso.

    Cast: Michela Cescon (La cacciatrice di mosche)
    Gabriel Montesi (L'uomo che pulisce)
    Sara Ciocca (La ragazzina col ciuffo viola)
    Giordana Faggiano (Poliziotta)
    Sergio Albelli (Il professore)
    Lidya Liberman
    Andrea Gherpelli
    Adalgisa Manfrida
    Saul Nanni
    Federico Vanni
    Diego Martini Romei
    Leon Mancini
    Daniele Parri
    Ettore Scarpa (Uomo nella stanza albergo)
    Eric Alexander (Avvocato della Famiglia Rottinger)

    Musica: Vito Lo Re

    Costumi: Chiara Ferrantini

    Scenografia: Maurizio Leonardi; Maria Francesca Fogagnolo (Arredamento)

    Fotografia: Claudio Cofrancesco

    Montaggio: Massimo Quaglia; Francesco Vallocchia (Presa Diretta)

    Effetti Speciali: Paolo Galiano (supervisore)

    Casting: Valeria Miranda e Stefania Valestro

    Scheda film aggiornata al: 12 Marzo 2023

    Sinossi:

    La storia è ambientata in un paesino di provincia, dove si consuma ogni giorno una violenza contro le donne. Uno dei protagonisti della storia è l'Uomo che pulisce, un netturbino, che grazie al suo lavoro sa come la spazzatura possa rivelare realtà che le persone non ammetterebbero mai. L'immondizia è un ricettacolo di segreti e di verità.
    L'Uomo che pulisce rimane abbagliato dall'incontro con la Ragazzina col ciuffo viola, che per la prima volta lo fa sentire come se non fosse invisibile agli occhi del mondo. È da quel momento che il netturbino sente di avere un legame con la Ragazzina, come una missione salvifica nei suoi confronti, ed è per questo che è determinato a invadere la sua vita.
    Ma c'è un altro personaggio nel paesino, la Cacciatrice, che è coscia che in giro c'è qualcuno che sta uccidendo donne con un particolare comune a tutte loro: i capelli biondi. Peccato che, nonostante lei sia a conoscenza di questa terribile verità, nessuno le creda. La Cacciatrice ignora, però, cosa ci sia dietro la porta verde, dove si cela qualcosa di profondamente malvagio.
    Eppure la verità non è solo nei rifiuti, ma anche in un abisso, che nasconde terribili segreti e allo stesso tempo lascia affiorare brandelli di verità.

    In altre parole:

    Il suo lavoro è occuparsi della spazzatura. La gente non pensa mai a ciò che getta via. Invece lui sa che proprio tra i rifiuti si nascondono i segreti delle persone. Ed è così che sceglie le sue vittime.

    «Le persone dicono bugie, ingannano. La spazzatura no, la spazzatura non mente.»

    Ma, nella sua esistenza ordinata e solitaria, un giorno irrompe una ragazzina. Si è gettata nel lago come un rifiuto e lui l’ha salvata. Ma lui non salva le persone. Per questo all’inizio scappa via. Però poi torna indietro e la osserva di nascosto. E capisce ciò che nessuno sa capire. Che la ragazzina ha un segreto e ha urgente bisogno di aiuto. Ma aiutarla metterà a rischio la sua invisibilità.

    Infatti, mentre tutto questo accade, la più improbabile delle cacciatrici intuisce che là fuori c’è qualcuno che uccide le donne sole dai capelli biondi. Sa che nessuno le crederà perché, per la gente del lago, lei è solo matta. Ma non può tirarsi indietro e ha poco tempo. E, se riuscirà a fermare il mostro, potrà liberarsi dalla maledizione del passato. Ci sono tre storie che scorrono nel buio. Tre anime che stanno per incontrarsi. Dentro l’abisso.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Le persone dicono bugie, ingannano, la spazzatura no. La spazzatura non menteâ€

    ‘Quel braccio del Lago di Como’ sembra aver sempre molto da raccontare, in un modo o nell’altro: certo che da Manzoni a Carrisi il passo è grande, anzi immenso. Ma in comune, ovviamente, c’è solo la location, che qui, in Io sono l’abisso - terza prova cinematografica per Donato Carrisi dopo La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto - resta in sottofondo, come un testimone oculare silente, e d’altra parte sempre pronto a rigurgitare quel che non gli appartiene: magari il braccio di una vittima femminile, magari bionda, magari sulla sessantina o giù di lì, e magari con un’unghia sbeccata con smalto rosso fiammante. Chi ha letto il libro, ovviamente, potrà condividere con chi va scrivendo, che Donato Carrisi, resta, al momento, uno scrittore noir interessante e persino avvincente, ma non tiene la stessa levatura come regista e,

    neppure come sceneggiatore. Costretto a ‘sfrondare’ e adattare per il grande schermo, non sempre sa inventarsi qualcosa di altrettanto funzionale alla narrazione, di cui è d’altra parte egli stesso autore: un conto è dare campo libero alle parole sulla pagina, e un altro orchestrare il soggetto in una resa visiva efficace e potente allo stesso tempo, al cinema.

    La sintesi ‘cinematografica’ di quel che si vuol raccontare, come storia in sé e come i personaggi che la abitano, non va certo col pilota automatico della scrittura. E qualche sporadica idea illuminata e illuminante non basta a salvare l’insieme del film. Così, mentre, per quanto stereotipato, funziona abbastanza bene il protagonista centrale del netturbino, interpretato da Gabriel Montesi - che ha debuttato al cinema nel 2014 per il Pasolini di Abel Ferrara, seguito poi da Favolacce, Esterno notte e Siccità - fatta eccezione per la ‘cacciatrice di mosche’ di Michela Cescon,

    tutti gli altri, compresa la ragazzina col ciuffo viola (Sara Ciocca), sono personaggi e interpreti molto televisivi e bidimensionali, senza lo spessore né il background di cui sono invece dotati nella pagina scritta. Resta interessante invece la scelta del montaggio alternato tra la traumatica infanzia del futuro ‘netturbino’, e lui stesso nella fase adulta, alimentata ossessivamente in voce fuori campo, da un ‘istruttore’ immaginario su quel che è meglio fare, sull’autolesionismo in caso di paura, e così via: un criminale seriale con un suo mostruoso e deviato ‘senso di giustizia’, e con le sue, soggettive, visioni, di ombre, di fatto inesistenti, dietro quella porta verde.

    - “E se qualcuno ti chiede chi è stato, tu cosa dici?â€
    - “E’ stato Mickyâ€

    Se c’è un climax in Io sono l’abisso - per la verità più letterario che cinematografico - è l’inizio di tutto in quella piscina. L’inquadratura sulle due coppie di piedi,

    di madre e bambino, che si avvicinano, è immagine prettamente cinematografica e di grande effetto, ad alto impatto emotivo, d’altra parte diluito subito, di lì a poco, con il seguito. Il romanzo inoltre, mette certamente ben più a fuoco i pensieri del bambino, ansioso di recarsi in piscina, di godere finalmente di qualcosa di buono, così come chi sia Vera, la madre bionda dal look kitsch, per lo più attraverso la soggettiva del bambino stesso, abituato a vederla circondata da spasimanti, ovvero, ‘mosconi’. Donna traumatizzata dal padre Micky, appunto, e in grado di odiare quel figlio indesiderato come una palla al piede o un insetto da eliminare. Quale madre sana di mente può arrivare a fare al proprio figlio quel che ha fatto lei? Beh, una madre abusata, ad esempio! Ma quel che più è orripilante è il tipo di pseudo-educazione, nel segno di un vero e proprio lavaggio del

    cervello, mirata ad ottenere la passiva accettazione degli abusi, da lei a sua volta perpetrati, ai danni del bambino. D’altra parte, quale padre farebbe quello che Micky ha fatto a Vera? Di qui l’assunto di Carrisi che “Il male è un cerchioâ€.

    La storia è ben nota a tutti e nel film Carrisi non tradisce certo la sostanza del suo romanzo, cui si mantiene fedele, semmai, involontariamente, ne sminuisce portata ed impatto emotivo, che risulta scarnificato e didascalico. Un esempio su tutti, restando sulle sequenze iniziali della piscina: non vi è alcuna cocente delusione da parte del bambino nel trovarsi obbligato a scendere da solo in una piscina, descritta nel romanzo come putrida e piena di detriti marcescenti, in quanto attinente ad un Grand Hotel in disuso da tempo. Figurarsi quando viene abbandonato al suo destino dalla madre che se ne va come se nulla fosse! Terrore e shock restano sulla

    pagina scritta ma non raggiungono mai il grande schermo! Un mostro (padre) ha generato un mostro (figlia) che a sua volta ne ha generato un altro (figlio): anche se, proprio quest’ultimo - in un afflato di compassione di Carrisi che lo ha fatto nascere sulla pagina scritta prima di portarlo al cinema - non manca di quella, pur rovinata, scintilla emozionale, che punta alla consapevolezza di quel che è diventato, suo malgrado, a sua volta vittima del male subito in prima persona, nel fisico e nella mente. Per questo si riconosce e ammette: “Io sono l’abissoâ€. Può allora un mostro in cerca di vittime prescelte con gli stessi connotati della madre, arrivare a salvare qualcun altro? Beh, certo che si! Non serve esser laureati in psicologia o criminologia per capirne i motivi!

    - “Da piccolo stavo per morire nella piscina, forse era meglioâ€
    - “Se tu fossi morto nella piscina io non

    mi sarei mai salvataâ€

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di IO SONO L'ABISSO

    Links:

    • Donato Carrisi (Regista)

    • Michela Cescon

    • Saul Nanni

    • Io sono l'abisso (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Io sono l'abisso - trailer ufficiale

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