RECENSIONE - Debutto alla regia di Channing Tatum (con Red Carolin) per uno speciale omaggio alla sua canina scomparsa e al rapporto tra l'uomo e il cane - Dal 12 Maggio
(Dog; USA 2022; Commedia; 101'; Produz.: CAA Media Finance, FilmNation Entertainment, Free Association, Metro-Goldwyn-Mayer; Distribuz.: Notorious Pictures)
Cast: Channing Tatum (Briggs) Q'orianka Kilcher (Niki) Jane Adams (Tamara) Kevin Nash (Gus) Aqueela Zoll (Callan) Kameron Hood (Ranger) Ronnie Gene Blevins (Keith) Cayden Boyd (Caporale Levitz) Nicole LaLiberte (Zoe) Skyler Joy (Natalie) Amanda Booth (Tiffany) Darren Keilan (Ranger Lucas) Patricia Isaac (Tara) Luke Forbes (Jones)
Musica: Thomas Newman
Costumi: Dayna Pink
Scenografia: Laurence Bennett, Thomas P. Wilkins
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Montaggio: Leslie Jones
Effetti Speciali: Joe Pancake (supervisore)
Makeup: John Blake, Angie Johnson, Trefor Proud
Casting: Avy Kaufman
Scheda film aggiornata al:
18 Giugno 2022
Sinossi:
Due ex Rangers dell'esercito, contro la loro volontà , si imbarcano nel viaggio della loro vita. Briggs e Lulu, una cagna della razza belga malinois, corrono lungo la costa del Pacifico per arrivare in tempo al funerale di un commilitone.
E' la storia del soldato Briggs (Channing Tatum), che si vede costretto a fare un viaggio lungo la costa del Pacifico per portare Lulu, il cane compagno di missioni belliche del sergente Nogales, al funerale di quest'ultimo, deceduto a causa di un incidente d'auto. Dopo diverse spedizioni in guerra il cane ha sviluppato un carattere per nulla facile e imprevedibile alle reazioni.
Durante il viaggio che li porta alla celebrazione, il soldato e la cagna stringono un forte legame e Briggs finisce addirittura per affezionarsi a Lulù...
Synopsis:
Two former Army Rangers are paired against their will on the road trip of a lifetime. Army Ranger Briggs (Channing Tatum) and Lulu (a Belgian Malinois dog) buckle into a 1984 Ford Bronco and race down the Pacific Coast in hopes of making it to a fellow soldier's funeral on time. Along the way, they'll drive each other completely crazy, break a small handful of laws, narrowly evade death, and learn to let down their guards in order to have a fighting chance of finding happiness.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
E’ davvero un caso strano questo di Io e Lulù che segna il debutto alla regia di Channing Tatum. Normalmente in ogni film che c’è un cane o un lupo di mezzo, siamo coinvolti fino al midollo. E non importa quale che sia il grado di sentimenti, buoni o cattivi. E' il naturale protagonismo dell’animale e il suo rapporto con l’uomo ripreso come si deve che fa la differenza. E’ sempre più che interessante e ci accoccoliamo in quella dimensione sospesa quasi che fosse un universo parallelo cui aggrapparsi in caso di malinconia. E’ un qualcosa che ti scalda il cuore sempre e comunque. Beh! Questa volta è successo l’impensabile! Il coinvolgimento è davvero scarso e questo percorso ‘on the road’ del ranger Briggs, interpretato dallo stesso Tatum, a fianco dell'animale - che per la maggior parte del tempo si ostina a chiamare semplicemente 'cane' (vedi il senso del
titolo originale Dog) - non brilla certo di luce propria. E questo a dispetto delle più nobili intenzioni: sia nel film - la missione è portare il cane al funerale di un collega deceduto, prima di farlo sopprimere - sia personali - l'omaggio alla canina per anni al proprio fianco nella vita. Beh, tutto questo non è stato certo sufficiente a fare di Io e Lulù un buon film. La regia è mancata nel suo ruolo primario, quello di evidenziare i fattori di rilievo: ad esempio che il cane in questione fosse un eroe di guerra. Questione affidata solo alla carta: vedi il diario con disegni e annotazioni che compare anche sui titoli di testa del film. Magari qualche flashback avrebbe aiutato a tornire meglio il profilo eroico di questo cane, tanto 'distratto' quasi quanto il suo accompagnatore. E così pure il lato selvaggio, ostile del cane, tale da optare
per la museruola d’obbligo. Un aspetto fondamentale che non si può liquidare con qualche marachella d’occasione. A dire il vero, pure alla ricostruzione del loro rapporto è stato dedicato poco tempo e, diciamolo pure, sulla scia fugace del ‘copia e incolla’.
Insomma, alla resa dei conti non possiamo evitare di chiederci cosa sarebbe stato lo stesso film se al timone della regia, e magari anche a quello dell’interprete protagonista davanti alla macchina da presa, ci fosse stato Kevin Costner. Beh! Non ci vuole molto ad immaginare non solo qualcosa di diverso, ma di sicuro coinvolgimento emotivo. Tutto quello che qui è mancato!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)