MEMORY

“Finito prima, sarò a casa per cena”

Si vede subito quando c’è una regia che fa funzionare gli ingranaggi di un film: e Memory (la cui l’uscita è prevista a Settembre) risponde bene in tal senso. Il regista Martin Campbell è uno che ci sa fare, come dimostrato molti anni fa con il Fuori controllo che vedeva protagonista Mel Gibson: uno di quei film che ti rimane incollato addosso, con un finale a dir poco ‘elegiaco’ e molto potente. Così se Memory non è proprio a quel livello, diciamo che si colloca comunque di diritto ai piani alti, mentre questa volta, a dar sfoggio di sé, al punto da dimenticarsi che stia recitando, c’è Liam Neeson: un grande Liam Neeson! Qui declinato sul lato oscuro da sicario in dirittura di pensionamento per esigenze personali, eppure, obbligato ad un ultimo incarico. Il suo personaggio è tornito a dovere, con problemi di memoria

che sembrano ereditari: la scena al cospetto del fratello ridotto a vegetale dall’Alzheimer è una delle più toccanti e delicate in un contesto filmico costellato d’azione e violenza. Azione e violenza d’altra parte mitigate dalla coscienza che sembra riaffiorare dal profondo di questo ‘smemorato’ sicario che ottempera ai suoi impegni, salvo uno. Perché c’è un limite a tutto, anche per un sicario come lui, che si ferma di fronte alla spietata commissione di liquidare una ragazzina finita in un giro di prostituzione minorile. Una ragazzina ancora in grado di disegnare, ma solo deserti.

Lo scenario è quello delle retrovie più ‘sporche’ del Messico prima che ci si sposti in Texas tenendo il passo nel dedalo della malavita e di quella pulita solo di facciata. Mentre intanto Alex/Neeson si fa strada fino ad accordarsi con un riferimento di solidale collaborazione con la parte pulita della legge. In mancanza di una giustizia

seria e garantita, ad un certo punto esce allo scoperto per cercare supporto operativo con l’Agente Speciale Vincent Serra di Guy Pearce. Mentre Monica Bellucci prova a calarsi nei panni della cattiva di turno Davana Sealman, senza riuscirci! Il suo è uno dei tanti ruoli fotocopiabili, da ‘immagine cool’, trapiantata in ogni dove, a prescindere dal timbro caratteriale del caso. E per giunta, qui si esibisce penosamente con le battute peggiori, sulla lunga vita e sull’Abruzzo. Al punto che lo spettatore, dopo un’azione tentacolare e sanguinolenta alquanto frastagliata, sarà appagato dalla fine ben meritata assegnatale dal copione. Del resto, qui la parte del leone è legittimamente conquistata da questo sicario tanto temerario e spietato per professione, quanto rigoroso e assolutamente fedele alla sua ‘morale’: un uomo in declino fisico e psichico di cui Liam Neeson ci dipinge l’anima in un’infinita tavolozza di gradi di sofferenza. Un fuorilegge paradossalmente ligio alla

giustizia, anche e soprattutto quando questa non è affatto garantita. Uno che decide da solo del suo destino e, se scrive la parola fine, è unicamente… per scelta!

trailer ufficiale:



teaser trailer:



clip 'Non posso continuare a fare il tuo lavoro':