BAFTA 2023: VINCITORE di 4 Statuette: Miglior Attore (Austin Butler); Migliori Costumi (Catherine Martin); Miglior Trucco e Acconciatura (Jason Baird, Mark Coulier, Louise Coulston, Shane Thomas); Miglior Casting (Nikki Barrett e Denise Chamian) - Golden Globes 2023 - VINCITOREcome 'Miglior Attore in un Film Drammatico' (Austin Butler) - I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Da Cannes 2022in Anteprima Mondiale - Tra i più attesi!!! - Dal 22 Giugno
"Volevo che il cast di questo film fosse perfetto. E per la parte del protagonista cercavo un attore che potesse evocare i movimenti naturali di Elvis, e la sua voce"
(Elvis; USA/AUSTRALIA 2022; Biopic musicale; 159'; Produz.: Bazmark Films, Roadshow Entertainment, The Jackal Group, Warner Bros., Whalerock Industries; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Sceneggiatura:
Sam Bromell, Baz Luhrmann, Craig Pearce, Jeremy Doner
Soggetto: Preliminaria - Premi e riconoscimenti
2023 - Premio Oscar
Candidatura per il miglior film
Candidatura per il miglior attore a Austin Butler
Candidatura per i migliori costumi a Catherine Martin
Candidatura per il miglior sonoro a David Lee, Wayne Pashley, Andy Nelson e Michael Keller
Candidatura per il miglior trucco e acconciatura a Mark Coulier, Jason Baird e Aldo Signoretti
Candidatura per la migliore scenografia a Catherine Martin, Karen Murphy e Beverley Dunn
Candidatura per la migliore fotografia a Mandy Walker
Candidatura per il miglior montaggio a Matt Villa e Jonathan Redmond
2023 - Golden Globe
Miglior attore in un film drammatico a Austin Butler
Candidatura per il miglior film drammatico
Candidatura per il miglior regista a Baz Luhrmann
2023 - British Academy Film Awards (BAFTA)
Miglior attore a Austin Butler
Migliori costumi a Catherine Martin
Miglior trucco e acconciatura a Jason Baird, Mark Coulier, Louise Coulston, Shane Thomas
Miglior casting a Nikki Barrett e Denise Chamian
Candidatura per il miglior film
Candidatura per la migliore fotografia a Mandy Walker
Candidatura per il miglior montaggio a Matt Villa e Jonathan Redmond
Candidatura per la migliore scenografia a Catherine Martin, Karen Murphy, Bev Dunn
Candidatura per il miglior sonoro a Michael Keller, David Lee, Andy Nelson, Wayne Pashley
Cast: Austin Butler (Elvis Presley) Tom Hanks (Colonnello Tom Parker) Helen Thomson (Gladys Presley) Richard Roxburgh (Vernon Presley) Olivia DeJonge (Priscilla Presley) Luke Bracey (Jerry Schilling) David Wenham (Hank Snow) Kelvin Harrison Jr. (B.B. King) Xavier Samuel (Scotty Moore) Kodi Smit-McPhee (Jimmie Rodgers Snow) Dacre Montgomery (Steve Binder) Leon Ford (Tom Diskin) Kate Mulvany (Marion Keisker) Jay Chaydon (Elvis bambino) Charles Grounds (Billy Smith) Cast completo
Josh McConville (Sam Phillips)
Musica: Elliott Wheeler
Costumi: Catherine Martin
Scenografia: Catherine Martin, Karen Murphy
Fotografia: Mandy Walker
Montaggio: Jonathan Redmond, Matt Villa
Effetti Speciali: Brian Cox (supervisore)
Makeup: Corinne Clery, Nicolette Eva, Anna Gray
Casting: Nikki Barrett
Scheda film aggiornata al:
22 Febbraio 2023
Sinossi:
Si racconta la vita del Re del Rock and Roll, Elvis Presley (Austin Butler), mostrando la sua ascesa e il suo successo, che gli hanno permesso di diventare una delle icone del panorama culturale americano, spazzando via anche parte dell'innocenza del tempo. Di particolare rilevanza sarà il rapporto con il suo manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks), con il quale Elvis intreccerà un sodalizio artistico della durata di circa vent'anni. Il film si concentra proprio su questo rapporto complesso, a partire dall'ascesa della prima rockstar della storia fino al raggiungimento della fama mondiale, fino a quel momento mai toccata da nessun'altra star con così tanta veemenza. Il tutto mentre l'America vive uno sconvolgimento socio-culturale, che la porterà a grandi cambiamenti.
Nel cast troviamo anche Olivia DeJonge che interpreta Priscilla Presley, la moglie di Elvis con cui il divo è convolato a nozze nel 1967 e, nonostante le tante relazione attribuitigli, l'unica donna che il Re abbia sposato.
Short Synopsis:
A look at the life of the legendary rock and roll star, Elvis Presley
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Ed ecco un altro mito della musica portato alla ribalta sul grande schermo! Così dopo i Queen con l’indimenticabile leader Freddy Mercury incarnato dalla rivelazione Rami Malek in Bohemian Rhapsody per Bryan Singer, ora è la volta di Elvis Presley, semplicemente Elvis, com’è naturale che sia nella rievocazione di un mito! Una nuova avventura cinematografica ancora più retrò per la quale Baz Luhrmann (Moulin Rouge!, Australia, Il grande Gatsby) si affida all’acerbo Austin Butler (C’era una volta a… Hollywood, I morti non muoiono), che se la cava senza d’altra parte neppure sfiorare i livelli del collega Malek in Bohemian Rhapsody. Il fatto che Bohemian Rhapsody sia risultato un emozionante capolavoro, al contrario del pur dignitoso Elvis, si deve a diversi fattori che vanno oltre l’interpretazione del protagonista in campo. Il primo di questi fattori può essere che, a dispetto dell’intramontabile mito del rock, Elvis Presley è un personaggio ben più
lontano nel tempo, cronologicamente parlando, di contro al Freddy Mercury dei Queen che, anche proprio grazie al film Bohemian Rhapsody, conosce tutt'oggi una neo stagione green.
E dire che all’Elvis di Luhrmann non solo non manca nulla, ma fornisce anche dettagli fondamentali sul musicista, sconosciuti ai più. Come ad esempio le origini di quel suo sound rock coreografato in un modo unico, emulato ad oltranza nel tempo, così come la sua musica da cui si sono diramate infinite sotto directory e che continua ad ispirare svariati musicisti delle nuove generazioni. La profonda Louisiana nera - all’epoca dei ‘raduni segregazionisti’ - è la radice, coniugata con il carattere ballerino e la tempra di un giovane, alla ricerca del suo baricentro, costantemente messo fuori fuoco da sollecitazioni esterne, in primo luogo l’ingombrante madre. Il corollario dei successi celebrati da stuoli di fan non solo femminili, in delirio per quelle inedite note musicali
Eppure, paradossalmente, la sua vicenda, è narrata da una di quelle fonti esterne che ha finito per condizionare pesantemente il destino artistico di Elvis, vale a dire il suo manager, Colonnello Tom Parker: un immenso Tom Hanks trasformato, a tutto tondo, in un viscido e camaleontico ‘imbonitore’, alias ‘impostore’ per esseri spacciato in un’identità non sua. E’ lui, in voce fuori campo, a narrare la parabola Elvis dal suo punto di vista, quasi cercando di smarcarsi dalle sue grandi colpe, risibili, a suo avviso, rispetto ai meriti di averlo portato sul palco
creandone una star. Grandi platee si, ma mai fuori dall’America, e non certo per responsabilità di Elvis. Insomma, la regia c’è, ma non riesce a scrollarsi di dosso la pesante coltre di virtuosismo tecnico che va a detrimento dell’anima di una narrazione prolissa e persino imprecisa su certe statistiche: ci si attarda dove si potrebbe essere più sintetici e si sorpassano step dove ci sarebbe piaciuto sostare qualche momento in più. D’altra parte non mancano chicche di montaggio tra momenti di esibizione e sensazioni, rievocazioni mentali delle sue radici, interconnesse con il presente, prima che l’estenuante tabella di marcia e le improrogabili aspettative e profitti già in pelle non lo mettessero con le spalle al muro e tante di quelle pillole nello stomaco da finirlo a soli 42 anni.
Qual è il prezzo dell’innovazione precoce mai compresa come potrebbe nel momento in cui viene proposta? Quale il costo, la portata e
la durata di fama e successo, sempre vincolati a fattori, anche e soprattutto, esterni all’arte? Fino a che punto il marketing e l’arte possono venire a patti? Quanto si è disposti a sacrificare per essere se stessi? Si può essere se stessi quando si è proiettati in un simile ingranaggio? Da Elvis ad oggi, i punti di domanda sono quanto mai attuali, e le risposte latitano, mutevoli come il vento ad ogni angolo esposto. Il film, smarrendosi a tratti tra eventi storici d’epoca, prima di tornare al focus sul micro-maxi cosmo Elvis, attraverso la voce di un impostore, smascherato nel tempo - il Colonnello Tom Parker di Tom Hanks - affronta il doloroso dietro e davanti le quinte di un artista che, giunto all’apice della corsa, non riesce a trattenere le redini per mantenersi in equilibrio. Un tratto comune questo, al di là del come e dove, sia ad Elvis
che a Freddy Mercury. E non solo!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)