(The Reckoning ; REGNO UNITO 2020; drammatico, horror; 110'; Produz.: Fourth Culture Films in associaz. con BondIt Media Capital; Distribuz.: Blue Swan Entertainment)
Sceneggiatura:
Neil Marshall, Charlotte Kirk e Edward Evers-Swindell
Cast: Charlotte Kirk (Grace Haverstock) Sean Pertwee (John Moorcroft) Steven Waddington (Squire Pendleton) Joe Anderson (Joseph Haverstock) Rick Warden (Reverendo Malcolm) Mark Ryan (Peck) Bill Fellows (Sutter) Suzanne Magowan (Ursula) Leon Ockenden (Morton Tobias) Sarah Lambie (Kate Tobias) Emma Campbell-Jones (Jane Hawthorne) Ian Whyte (Diavolo) Maximilian Slash Marton (Aiutante) Callum Goulden (Edwin Oswald) Oliver Trevena (Crowley) Cast completo
Tomas Engström (Smith) Indianna Ryan (Astrid) Emma Holzer (Leonora) Maya Chityll (La giovane Grace) Cal Macaninch (Ben Tuttle) Jordan Long (Watkins) Dávid Hajmási (Simon)
Effetti Speciali: Adam Szlávy (supervisore effetti speciali); Martin Malmqvist (supervisore effetti visivi)
Casting: Jeremy Zimmermann
Scheda film aggiornata al:
10 Aprile 2022
Sinossi:
In breve:
Dopo aver perso il marito Joseph (Joe Anderson) durante la Grande Peste del 1665, Grace Haverstock (Charlotte Kirk), che vive da sola, rifiuta le avances del padrone della tenuta e viene da questi ingiustamente accusata di essere una strega e posta sotto la custodia del più spietato cacciatore di streghe d'Inghilterra, il giudice inquisitore Moorcroft (Sean Pertwee). Costretta a sopportare torture fisiche ed emotive, pur proclamando fermamente la sua innocenza, Grace deve affrontare i suoi demoni interiori mentre il Diavolo stesso inizia a farsi strada nella sua mente.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Il regista britannico Neil Marshall si direbbe alquanto a suo agio con il genere horror, finora già declinato su più versanti (The Descent - Discesa nelle tenebre, Hellboy, The Lair), così come con le incursioni nello pseudo-storico di matrice fantasy (Il trono di spade). Deve essergli così sembrato particolarmente allettante inzuppare l’horror nell’intingolo ‘bruciacchiato’ di uno dei capitoli più bui della Storia della Chiesa, appuntato sull’Inquisizione e la ben nota caccia alle streghe nell’Inghilterra del 1665. A qualcuno bisogna dar la colpa della peste che incombe mietendo vittime su vittime, da incontrarne ad ogni angolo di strada! E’ qui che nasce il suo Reckoning, ovvero, La resa dei conti, ispirato a fatti realmente accaduti. E, vittime assolute dell’Inquisizione, dove impera dominante assoluto, l’universo maschile, sono le donne. Non si è difatti mai andati a caccia di stregoni, ma di streghe, per l’appunto, per lo più fittizie, giovani innocenti accusate ingiustamente,
e vittime di ogni più abominevole tortura che, veritiera o immaginata, nel film si guadagna di diritto l’horror di genere.
Eroina protagonista di questa storia, la Grace Haverstock di Charlotte Kirk (Vice, Ocean’s 8), praticamente il cuore dei drammatici eventi che la vedono costantemente in primo piano. La Kirk mostra una viscerale sensibilità a questo personaggio che ha contribuito a tornire fin dalla scrittura, al fianco del regista e fidanzato.
Un cruciale prologo in bianco e nero che mostra al ralenti la prima cattura di una donna, una madre di famiglia, da parte di soldati, rappresenta le fondamenta generazionali dell’intera storia pronta a decollare con la protagonista nella sua casa e con una bambina ancora in culla. La bambina Grace del prologo invece, costretta a vedere bruciare viva la propria madre sul rogo delle streghe, è ora una giovane donna. Le dinamiche della perdita del marito per la peste si acquisiscono passando
per i vari step che impone un montaggio alternato degli eventi, tra prima e dopo un’impiccagione altrimenti incomprensibile. Eventi che tradiscono inganno e spietato abuso da parte del signorotto di turno del paese, il castellano che riscuote implacabilmente gli affitti, alla maniera di quanto illustrato nell’Irlanda di fine Ottocento nel Cuori ribelli di Ron Howard.
In The Reckoning l’abuso è fondamentalmente adoperato sulla donna, e sarà una donna a condurre le ‘trattative’ per La resa dei conti. ‘Trattative’ per modo dire, visto che le imposizioni regnano sovrane e una giovane donna sola con una neonata non si trova esattamente nella condizione favorevole al quieto vivere e in piena indipendenza. Le drammatiche dinamiche degli eventi si intrecciano con le continue visioni della protagonista, realmente alle prese con i propri demoni, tra sogno e realtà percettive sul piano emotivo. Accusata suo malgrado di essere una strega sulla base di folli illazioni, le
dei conti. Un riscatto tutto al femminile, per la memoria della madre, per la propria figlia, e per tutte le donne ingiustamente sacrificate sul rogo, prima che per se stessa.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)