Dal Trieste Science + Fiction Festival 2021 - RECENSIONE - Il fanta-thriller dell'apprezzata regista di videoclip indie Agata Alexander esplora il significato della vita attraverso sei storie che scorrono parallelamente in un giro di esistenze molteplici interconnesse in un futuro prossimo all’Apocalisse - Dal 10 Marzo direttamente in DVD.
Sceneggiatura:
Agata Alexander, Rob Michaelson e Jason Kaye
Cast: Alex Pettyfer (Liam) Alice Eve (Claire) Annabel Mullion (Dora) Annabelle Wallis (Nina) Benedict Samuel (Vincent) Charlotte Le Bon (Charlotte) Garance Marillier (Magda) Kylie Bunbury (Anna) Patrick Schwarzenegger (Ben) Rupert Everett (Charlie) Thomas Jane (David) Tomasz Kot (Brian) Toni Garrn (Olivia) Richard Pettyfer (Ron) Przemyslaw Wyszynski (Robot maggiordomo) Cast completo
James D’Arcy (Dio) (Voce) Aleksandra Zagrodzka (Emma) Billy Howerdel (Stu) Izabela Kuna (Kamila) Izabela Perez (Deborah) Sebastian Perdek (Pawel) Karolina Adamczyk (Infermiera) Olga Boladz (Lara)
Musica: Gregory Tripi
Costumi: Katarzyna Lewinska
Fotografia: Jakub Kijowski
Montaggio: Nikodem Chabior e Cam Mclauchlin
Scheda film aggiornata al:
05 Aprile 2022
Sinossi:
In breve:
Ambientato in un futuro non troppo lontano, l'umanità deve affrontare le conseguenze di una tecnologia sempre più progredita, quando la stessa finisce col sostituirsi al contatto umano. La vita inizia però a districarsi quando una tempesta globale fa andare in tilt l'elettronica, causando eventi terrificanti e mortali.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Quel che si dice, ottimo spunto, scarso collante. Non sono certo poche le pellicole che a vario titolo hanno esplorato il significato della vita, ma non molte lo hanno fatto affacciandosi sull’orlo dell’abisso di un futuro prossimo, dal finale apocalittico. L’apprezzata regista di videoclip Agata Alexander ci ha provato debuttando sul grande schermo con Warning, titolo già di per sé allarmista fin dal suo insito senso letterale. Un allarme, al di là delle apparenze, dominante più sul piano interiore dei protagonisti delle sei storie messe in campo, alla stregua degli episodi delle serie televisive di marca Sci-Fi, che sul registro degli agenti esterni. Agenti che, d’altra parte, strada facendo, non mancheranno di farsi sentire fino all’esplosivo climax finale. Finale tristemente trionfale sul genere di cinismo ironico in cui persino Dio, invocato da un astronauta alla deriva nel profondo spazio, giunge inaspettato fuori tempo massimo, quando i giochi sono ormai fatti.
Lo spirito umoristico, beffardo e sarcastico, per certi versi, analogo a quello della bizzarra pellicola Dio esiste e vive a Bruxelles (2015) diretto dal regista belga Jaco Van Dormael, tanto per intenderci!
Il fanta thriller Warning di Agata Alexander è passato dalla vetrina del Trieste Science+Fiction Festival del 2021 e ha tutta la freschezza innovativa di una pellicola indie. Dio ci preservi da un futuro come quello qui immaginato - in cui alcuni binari narrativi spiccano sugli altri, ben più deboli - dove il senso della vita non è sempre chiaro, e se lo è, lo ritroviamo agganciato all’ancora sbagliata: dopo l’astronauta scopriamo una ragazza che non fa nulla senza il suo 'pseudo-Dio', che altro non è se non un robot piramidale da tavolo con cui ella interagisce anche e soprattutto sul piano della fede e della crescita spirituale, sulle scelte ‘morali’ o personali, e così via. Il punteggio che ne
deriva suona una musica sospetta di questi tempi e ogni ammiccamento non sembra affatto casuale! Insomma, un’umanità asservita a tutti quei possibili canali che non potrebbero essere più lontani dall’umanità e dalla spiritualità più autentiche.
Su tutte le storie spiccano la dipendenza di un ragazzo dallo spiare virtualmente passato e ricordi della ragazza che lo lascerà per il suo insano comportamento, e la cena con i propri genitori di un ragazzo per far loro conoscere la sua ragazza. Uno scenario molto vicino alla realtà dell’umano e del mecca del celebre A.I. spielberghiano, qui declinato nella variabile di due umani di diversa natura, mortale o immortale, peraltro determinata dalla classe sociale e dal potenziale finanziario. E’ il trionfo della snaturamento dell’umanità per il cinismo fine a se stesso. Intorno a quel tavolo risiede la parte più sagace dello script di Warning, frammentato in realtà parallele che non troveranno mai punto di
incontro alcuno, né collante, se non attorno al comun denominatore di un’esistenza svuotata di umanità e riempita di ciò che c’è di più futile e di più vuoto, ma tale da creare ‘dipendenza’, passando attraverso un insano abuso dell’Hi-Tech. La tecnologia ci salverà o ci distruggerà? Domanda, del resto, che aleggia nell’aria da tempo ormai! Ai posteri l’ardua sentenza!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)