ACQUE PROFONDE

Ci voleva un regista navigato su quegli stessi marosi come Adrian Lyne (Nove settimane e mezzo, Attrazione fatale, Proposta indecente) per affrontare un film come questo Deep Water, o se si preferisce, Acque profonde, che ci giunge circa venti anni dopo L'amore infedele-Unfaithful. Che dire? Carta vincente non si cambia, neppure a distanza di così tanto tempo. E come già in passato, l’esperto Lyne sa bene che per navigare su quei bollenti marosi, sul campo sono indispensabili giocatori forti: proprio come i due interpreti attuali di Ben Affleck - sempre più consolidato in fatto di tumulti interiori, tanto più esplosivi quanto più contratti - ed Ana De Armas - sempre più lanciata in una carriera fulminante. Complici di una chimica incendiaria, cui può aver contribuito il piccolo dettaglio che ai tempi delle riprese Ben Affleck ed Ana De Armas costituivano una coppia anche nella vita. Beh, a ben guardare i

risultati, l’esperienza sul set deve aver fatto loro l’effetto analogo a quello sortito per Nicole Kidman e Tom Cruise in Eyes Wide Shut perché, entrambe le coppie hanno di fatto finito per interrompere il loro idillio amoroso nella loro realtà privata. Una coppia innamorata di un amore malato quella di questo film. Direi molto malato, di quelli in cui potrebbe fare poco anche un’ottima terapia psichiatrica. Del resto proprio Ben Affleck di amore malato ne ha già avuto un lauto assaggio al fianco di Rosamund Pike ne L’amore bugiardo-Gone Girl di David Fincher: un diverso genere di convulso viaggio che seguiva le oscure linee di frattura di un altro matrimonio americano, con tutte le sue false promesse, gli inevitabili inganni e un cupo umorismo.

Poco thriller ed erotico controllato a medio voltaggio, il Deep Water di Lyne innesca proprio sul motivo dell’acqua, non tanto il contesto in cui spariscono più persone,

alla maniera dei noir più acclarati, quanto una girandola di metafore che affidano proprio alla mobilità dell’elemento naturale la profondità di ogni menzogna. L’hitchcockiano Le verità nascoste di Robert Zemeckis ha senz’altro qualcosa in comune con il Deep Water di Adrian Lyne, e non solo di acqua si tratta. Il tradimento è ad esempio un’altra chiave di lettura comune, con la differenza che nel caso attuale, diventa patologicamente seriale, ed esibito pubblicamente come un manifesto o un trofeo di cui andare fieri, perché è come mettere alla berlina le colpe dell’altro, di fatto non propriamente uno stinco di santo, al di là delle apparenze. ‘La quiete prima della tempesta’ può rendere l’idea! E alla provocazione per un genere di disperata frustrazione che vale una richiesta d’amore non corrisposta come si dovrebbe, almeno secondo la moglie fedifraga - da cui è bene prendere le distanze sia per comprensione che per giudizio

morale - fa da contraltare un’osservazione silente seminascoste dietro le cortine, quasi sadomasochista e, solo all’apparenza, inerte.

I Van Allen, Vic/Affleck e Melinda/De Armas, sono i protagonisti di questa reciproca provocazione, tra una festa e l’altra,
e senza nessuna preoccupazione di lavoro, giacchè lui è in pensione e sufficientemente ricco per aver creato un drone con un controllo capillare sulle persone. Il genere di scoperta tecnologica che sta bene nelle mani giuste e per i giusti scopi, altrimenti son dolori e guai grossi. La storia inizia e si conclude con una stessa scena secondo il paradigma narrativo classico a matrice circolare e, come c’era da aspettarsi, è giusto alla fine che quella stessa scena si riappropria della sua piena e sconcertante dimensione, con il suo significato più pieno. Ma quel che corre veloce come i pattini sul ghiaccio è la splendida sceneggiatura, insolente in lei, innervata di un placido

sarcasmo in lui: un gatto e un topo che flirtano e si studiano vicendevolmente per scorgere una possibilità di sopravvivenza per quell’amore desideroso di una diversa cornice e un opposto modo per esprimerlo. E, per quanto si contino vittime a grappolo tra gli innumerevoli amici/amanti della bellissima consorte Melinda/De Armas, Vic/Affleck schiuma in silenzio senza mai perdere il controllo e spiazzando la collettività per le sue risposte alle tante domande che suscitano nella pubblica opinione. La verità resta dietro le cortine ma non c’è poi molto da scoprire in tal senso. Quanto sia anormale tutto il contesto lo esprime persino la figlia ancora piccola dei due, la disinvolta e scoppiettante Trixie di Grace Jenkins, che oltre ad essere uno spasso per una divertita effervescenza da scimmiottamento del comportamento adulto un po' sopra le righe, alla fine rappresenta paradossalmente l’ago della bilancia decisionale su tutta la linea: del destino di questa

coppia malata d’amore così come della famiglia intrappolata, neanche a dirlo, a restare tale.

trailer ufficiale:



clip 'Cosa succede tra Vic e Melinda?':



featurette 'Ana De Armas e Ben Affleck ci parlano di Acque Profonde' (sub ITA):