Da Cannes 2022 - RECENSIONE - David Cronenberg riedita un suo film omonimo Sci-Fi del 1970, nella declinazione di genere 'dramma horror' - Dal 24 Agosto
"'Crimes Of The Future' è una meditazione sull'evoluzione umana. In particolare, sui modi attraverso i quali abbiamo assunto il controllo di questo processo avendo creato degli ambienti così potenti che prima non esistevano. 'Crimes Of The Future' è un'evoluzione delle cose che ho fatto in passato. I fan vedranno riferimenti chiave ad altre scene e momenti dei miei film precedenti. Questo film prosegue nella mia comprensione della tecnologia connessa al corpo umano. La tecnologia è sempre un'estensione del corpo umano, anche quando sembra essere molto meccanica e non umana. Un pugno viene potenziato da una mazza o da una pietra che lanci, ma alla fine, quella mazza o quella pietra è solo un'estensione di una potenza che il corpo umano ha già . In questo punto critico della storia umana, ci si chiede: il corpo umano potrà evolversi per risolvere i problemi che abbiamo creato? Il corpo umano può sviluppare un processo per digerire la plastica e altri materiali artificiali non solo come parte di una soluzione alla crisi climatica, ma anche per crescere, prosperare e sopravvivere?"
Il regista e sceneggiatore David Cronenberg
In un futuro non così lontano, l'umanità sta imparando ad adattarsi all’ambiente sintetico. La composizione biologica è cambiata, molti esseri umani si sono adattati ad una vita caratterizzata dalla "Sindrome da Evoluzione Accelerata", grazie ad attrezzature specializzate che li assistono in tutto, sia per mangiare che per dormire. L'amato artista Saul Tenser dorme in un letto simile a un utero sospeso a mezz'aria. L'OrchidBed, come viene chiamato, è provvisto di un software per anticipare e regolare ogni sua esigenza
corporea. La macchina rileva anche la crescita di nuovi organi, che Caprice, la partner di Saul, può osservare nella sua sala operatoria personale. Insieme, Saul e Caprice hanno trasformato la scoperta e l’asportazione di questi nuovi organi in performance artistiche, attraverso spettacoli voyeuristici di chirurgia che fanno sempre il tutto esaurito, durante i quali utilizzano una macchina
simile a un sarcofago, dove si svolgono gli interventi chirurgici. Questi cambiamenti evolutivi umani non sono apprezzati universalmente. In poco tempo, viene istituita una nuova entità governativa segreta, - l’Anagrafe Nazionale degli Organi, guidata dai
burocrati Wippet e Timlin – il cui obiettivo è tracciare segretamente la crescita di nuovi organi, con particolare entusiasmo per le anomalie artistiche di Saul. A causa di questo aumento dei controlli sulla sua sindrome e sulla sua forma d’arte, Saul è costretto
a prendere in considerazione quella che potrebbe essere la sua performance più scioccante di tutte.
Synopsis:
A deep dive into the not-so-distant future in which humankind is learning to adapt to its synthetic surroundings. This evolution moves humans beyond their natural state and into a metamorphosis, which alters their biological makeup.
It sounds just as ambitious, taking a deep dive into the not-so-distant future in which humankind is learning to adapt to its synthetic surroundings. This evolution moves humans beyond their natural state and into a metamorphosis, which alters their biological makeup. While some embrace the limitless potential of trans-humanism, others attempt to police it. Either way, Accelerated Evolution Syndrome, is spreading fast. Saul Tenser is a beloved performance artist who has embraced this new state, sprouting new and unexpected organs in his body. Along with his partner Caprice, Tenser has turned the removal of these organs into a spectacle for his loyal followers to marvel at in real time theater. But with both the government and a strange subculture taking note, Tenser is forced to consider what would be his most shocking performance of all.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
I corpi umani stanno cambiando, mentre si nutrono dei loro stessi rifiuti industriali e… non è un bello spettacolo! Con loro mutano le emozioni, la sofferenza, il dolore, il piacere, il sesso… eppure qui si parla di …’bellezze interiori’!
nell’odierno Crimes of the Future ha volto, anima e ‘viscere’ dell’attore feticcio cronenberghiano Viggo Mortensen (History of Violence, La promessa dell’assassino, A Dangerous Method) sempre più illuminato e proteso verso un andare oltre senza limiti e confini: l’unico, d’altra parte, qui centrato e messo a fuoco sul binario dell’inquietante, di contro agli altri interpreti satellite che gli gravitano intorno: tra cui la chirurga e performer dal nome allegorico-metaforico Caprice (Lea Seydoux), colei che lo affianca nelle esibizioni ‘artistiche’ pubbliche, condividendone d’altra parte ogni momento quotidiano. Quanto all’assistente all’Ufficio Nazionale di Registrazione dei Nuovi Organi Timlin (Kristen Stewart), si direbbe più interessata al sex appeal rivisitato e corretto emanato dal Saul di Mortensen, per il quale si arriva a dichiarare che ‘la chirurgia è il nuovo sesso’. Se al groviglio di mutazioni per cui collaborano anche nuovi letti con software in grado di controllare il dolore, di indurre il sonno e
dunque il sogno, sedie che aiutano in un modo alquanto bizzarro nella consumazione dei pasti, si vanno ad aggiungere la crescita spontanea - su input di volontà personali - di nuovi organi, tali da essere geneticamente trasmessi di padre in figlio, come si evince dal bambino ‘mangia-plastica’, assimilato al padre prima che la madre commettesse il brutale infanticidio, voi capirete quale genere di matassa di lana caprina stiamo affrontando.
Si fa dunque più fatica ad afferrare la complessità dei concetti, che a tollerare la continua violenza visivo-emozionale cui si è inevitabilmente sottoposti per prospettare questo inquietante scenario di folle spettacolarizzazione di ‘transumanesimo ad arte’, dove un’etica, si direbbe latitante e fantasma, interviene per mettere in guardia (fin dal titolo), su quali potranno essere questi ipotetici ‘crimini del futuro’. Concetti per lo più astrusi alla comune comprensione dell’umanità così come la conosciamo oggi, qui profusi a grappolo: il concetto del dolore ad
un passo dal sonno che diventa parte del sogno, o delle ‘bellezze interiori’ aperte nel senso letteralmente chirurgico del termine, ed esibite in pubblico alla stregua di uno spettacolo teatrale. Concetti cui Cronenberg d’altra parte non riesce a rendere giustizia in egual misura, non esprimendosi pienamente al riguardo e accontentandosi quasi di gettarli sul tavolo ‘da gioco’ alla rinfusa come dadi. Come se non bastasse, la venatura da thriller carica il Saul di Mortensen del ruolo aggiuntivo di agente sotto copertura infiltrato nella setta di cui è leader il padre del bambino ucciso dall’ex moglie. Tra le varie performance non poteva mancare l’estremo: l’autopsia del bambino morto conservato nel congelatore. Serpeggia pure, e dunque sopravvive anche in epoca di transumanesimo, quello spirito di competizione tra body artists che di contro al famoso e venerato Saul/Mortensen, vede un diverso performer con il corpo fiorito di orecchie mentre ha cucito con ago
e filo occhi e labbra: non si vede, non si parla, ma si ascolta molto, e pure a passo di danza! Che dire, un pasto nudo e crudo di non facile digestione! Eppure, a guardare sul finale il volto consunto ed esausto di Saul/Mortensen, stagliato in un artistico primissimo pano, in evidente appagamento quasi estatico dopo aver consumato una barretta sintetica, non si direbbe!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)