IL SESSO DEGLI ANGELI

Fa tenerezza Leonardo Pieraccioni! Perché anziché cercare di salire qualche step in più sulla scala professionale sembra essersi fermato sul pianerottolo del primo piano. La sua resta negli anni una comicità piacevole che marcia sfruttando parecchio il registro dialettale fiorentino, espressione del lembo di cuore toscano più popolareggiante. Forse è per questo che suona sempre piacevole ma, immancabilmente, si percepisce quella precarietà strutturale in ogni sua narrazione: come l'attuale favoletta, surreale perché improbabile nella realtà dei fatti. Anche un bambino si accorgerebbe delle macroscopiche incongruenze in cui si inciampa strada facendo, tra un vuoto e l’altro, tra una battuta carina e l’altra, collocate a distanza di sicurezza. Leonardo Pieraccioni si diverte a ‘bambineggiare’ in tutto il suo candore, affidandosi ad un’ingenuità elementare per una comicità di livello paritario.

Non ci sembra fare eccezione Il sesso degli Angeli, per il quale Leonardo Pieraccioni chiama a raccolta certi vecchi amici/colleghi di divertimento,

non mancando di porsi, come di consueto, al centro della giostra. E’ ad esempio il caso di Massimo Ceccherini, qui calatosi nell’anima 'disturbante' e naif dello zio Valdemaro, che ha pensato di lasciare in eredità al nipote Simone (Leonardo Pieraccioni), un caseggiato di lusso con un’attività ben avviata in Svizzera, e, per giunta, tra le più redditizie. Peccato che Simone sia un prete, per quanto scalcinato e controverso, né più né meno della sua chiesa, cui è appena crollato quel tetto che da tempo faceva acqua da tutte le parti. E peccato che la gioia di un’eredità provvidenziale naufraghi presto sugli scogli della realtà, tanto sconcertante e sconveniente, come scoprirà Don Simone/Pieraccioni di lì a poco in compagnia del sacrestano Giacinto (Marcello Fonte). Eh si, perché trattasi nientemeno di un bordello, capitanato da Lena (Sabrina Ferilli),al centro di uno stuolo di squillo d’alto bordo di diversa provenienza geografica.

Le battute

sull’equivoco, quando la realtà è più che evidente, hanno il fiato corto, anche se non mancano scenette e siparietti esilaranti, promossi da quel pretucolo di provincia impacciato e costretto a fare buon viso a cattiva sorte, almeno sulle prime. La rivelazione pubblica della sua vera identità cade fuori tempo massimo, ma nel frattempo ci siamo fatti qualche risatina, anche se non scorre una gran quantità di verve sotto i ponti. Fatta eccezione per Leonardo Pieraccioni che, seppure in tutta semplicità, se la cava sempre, con il clownesco Massimo Ceccherini al seguito - copione permettendo - nessuno qui brilla di luce propria: da uno strascicat e quasi incomprensibile Marcello Fonte, evidentemente più versato al dramma che alla commedia (Dogman), a una sin troppo flemmatica, quasi apatica, Sabrina Ferilli, prigioniera della sua immagine con ben poco di altro da offrire, allo stuolo di fanciulle cui, per salvare il lieto fine della favoletta

comica, Don Simone/Pieraccioni, riuscirà - manco a dirlo! - a far cambiare mestiere con un recupero della destinazione d’uso mai mutata nel tempo sul piano documentario-commerciale. Ma questo non sarà l’unico miracolo! Circolano voci che ‘gli angeli’ non abbiano una ‘specifica sessuale’, e dunque, potrà ritenersi legittima una new entry nel prossimo presepe parrocchiale, non propriamente ortodossa in tal senso. Che ne dite di una bambina come Gesù Bambino?

trailer ufficiale:



clip 'I clienti della casa':



clip 'Annuncio in parrocchia':



clip 'La presentazione delle ragazze':



clip 'A pranzo tutti insieme':



clip 'Desideri a voce alta':



featurette 'Il Backstage':



featurette 'intervista a Leonardo Pieraccioni e Sabrina Ferilli':