QUELLI CHE MI VOGLIONO MORTO

Alle volte bisognerebbe lasciar perdere il proprio ego e mettersi completamente nei panni del personaggio, così come il cinema richiederebbe. Ma chissà come, Angelina Jolie non se l’è sentita di rinunciare ad un rientro da ‘red carpet’, in cui sfoggia un’immagine tonica e divistica come non ti aspetteresti. Non ti aspetteresti per un personaggio come quello di Hannah, una guardia forestale pesantemente traumatizzata da un evento drammatico per il quale, a suo avviso, non è stata all’altezza della situazione. Evento che diventa un motivo di ritorno, in flash, di fatto tutto mentale della protagonista, che rivive quel devastante incendio dove hanno perso la vita persone che non è riuscita a salvare.

Per fortuna Angelina Jolie, con la sua Hannah, non è l’unica in campo, e il percorso narrativo pilota in Quelli che mi vogliono morto di Taylor Sheridan (Vite, I segreti di Wind River, già sceneggiatore di Sicario) ha in

serbo più piste: in primis le sorti di Connor (Finn Little) un ragazzino innocente che ha l’unica colpa di essere figlio di Owen (Jack Weber), colui che ha scoperto più del consentito, e che dopo aver visto saltare in aria la casa del collega, inizia a temere per se stesso e per il figlio: “L’uomo per cui lavoro è stato ucciso per quello che ho scoperto. Questo caso coinvolge molte persone e hanno tutti molto da perdere” confessa Owen a Connor per spiegare una fuga apparentemente senza senso. Questione solo accennata, ma approfondita quanto basta, per innescare una caccia al gatto e topo in cui si vede il pieno coinvolgimento del vice sceriffo Ethan (Jon Bernthal) che, dopo essersi lasciato alla spalle il matrimonio con Hannah/Jolie, si è affettivamente legato ad Allison (Medina Senghore) in attesa di una bambina. Con i due killer in pista, già autori del primo omicidio

occorso con l’esplosione della casa (Nicholas Hoult e Aidan Gillen), nel tentativo di sviare le indagini a loro carico e di salvare i ‘pezzi grossi’ che stanno dietro l’intera operazione, decolla un thriller intrigante dal punto di vista narrativo, ma ben poco credibile, soprattutto quando diventa ostaggio di effetti speciali di stampo marcatamene hollywoodiano: laddove tutto è possibile al servizio dell’intrattenimento e non di certo del realismo. Si dice ad esempio di certe dinamiche di fuga in pieno incendio sott’acqua, di improbabili colluttazioni corpo a corpo tra uomo e donna, della schiera di elicotteri solo ad incendio domato, non si sa come, e molto di altro.

Una macchina di puro intrattenimento messa in moto dai due implacabili assassini, pronti a far fuoco contro chiunque incroci i loro passi e il loro sguardo, anche solo sulla scia di qualche vago sospetto a loro carico. Come l’incidente causato ai danni di Owen e

di a suo figlio Connor. E’ comunque l’incontro tra Connor/Little e Hannah/Jolie nel cuore forestale, prima che sia nuovamente dato alle fiamme, che la trama si infittisce. Hannah/Jolie è nel bel mezzo di una tra le sue varie crisi autolesioniste quando scopre il ragazzino in fuga, spaventato a morte, solo e sfiduciato. Il loro rapporto sarà una sorta di work in progress e la salvezza, dall’implacabile bracconaggio, così come dalle rispettive prigioni mentali, una scalata contro l’impossibile. Qualcuno si farà male, molto, ma l’innocenza violata avrà protezione assicurata con successo. E il fuoco si fece catarsi purificatrice!

trailer ufficiale:



trailer ufficiale (V.O.):