Dal Torino Film Festival 2021 - RECENSIONE in ANTEPRIMA - Il novantunenne Clint Eastwood torna dietro e davanti la macchina da presa per un Thriller Western - Dal 2 Dicembre
Miko (Clint Eastwood): "Questa cosa macho è sopravvalutata. Solo persone che cercano di dimostrare di avere grinta. Questo è tutto ciò con cui finiscono. È come qualsiasi altra cosa nella vita: pensi di aver ottenuto tutte le risposte, poi ti rendi conto, invecchiando, che non ne hai nessuna (...) Guarda dove stai andando e vai dove stai guardando".
(Cry Macho; USA 2021; Thriller western drammatico; 104'; Produz.: Albert S. Ruddy Productions, Daniel Grodnik Productions, Malpaso Productions, QED International; Distribuz.: Warner Bros. Pictures.)
Ambientato nel 1978, il film segue la storia di Miko (Clint Eastwood), ex campione di rodeo e addestratore di cavalli. Trovandosi in difficoltà economiche, per guadagnare soldi facili, Miko decide di accettare dal suo ex capo, l'incarico di riportare a casa in Texas, Rafa (Eduardo Minett), il giovane figlio dell'uomo, per proteggerlo dalla madre messicana schiava dell'alcol.
Sulla strada del ritorno dal Messico verso il Texas, Miko e Rafa, si conoscono meglio e diventano amici. I due si troveranno ad affrontare avventure e pericoli inaspettati e se da una parte il viaggio rappresenterà per il giovane ragazzo motivo di crescita e conoscenza, per l'anziano allevatore sarà invece un'occasione per liberarsi dai peccati commessi durante la sua esistenza.
Synopsis:
A one-time rodeo star and washed-up horse breeder takes a job to bring a man's young son home and away from his alcoholic mom. On their journey, the horseman finds redemption through teaching the boy what it means to be a good man.
Based on the book, "Cry Macho" stars Clint Eastwood as a one-time rodeo star and washed-up horse breeder who, in 1978, takes a job from an ex-boss to bring the man's young son home and away from his alcoholic mom. Crossing rural Mexico on their way back to Texas, the unlikely pair faces an unexpectedly challenging journey, during which the world-weary horseman may find his own sense of redemption through teaching the boy what it means to be a good man.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Si direbbe sempre più labile il confine tra persona ed artista: vegliardo arguto ed instancabile, nella vita così come nel suo accorato sodalizio con il cinema, da interprete e da regista. Potrà sembrare incredibile ma, fatto sta che, alla veneranda età di novantun anni, Clint Eastwood torna dietro e pure davanti alla macchina da presa con Cry Macho, un’altra storia dai grandi valori in cui si contemplano caduta e rinascita di nuovi esseri umani, e in cui un anziano risolleva il futuro di un ragazzo. Gran Torino è forse, sotto questo aspetto, il film eastwoodiano più in linea con l’attuale Cry Macho, declinato d’altra parte su un versante western, in cui la riflessione domina senz’altro l’azione, ridotta qui al minimo indispensabile. La riflessione esistenzialista, a ragion veduta, da parte di chi guarda al proprio vissuto come ad una retrospettiva, all’ombra di tutta la saggezza che ci si può permettere arrivati
a quell’età . Così l’andamento caracollante del vecchio Clint, ironico e ruvido come da copione, ben armonizza con il Mike del film, ex campione di rodeo ed addestratore di cavalli, tale quale si presenta nelle foto storiche in bianco e nero appese alla parete e nei rigurgiti di memoria, prima che, riluttante, si veda costretto ad un viaggio obbligato, per così dire, come risarcimento di un debito dovuto ad un amico. Colui che lo ha aiutato a rialzarsi in seguito alla perdita di moglie e figlio in un incidente di cui si sente responsabile. Ora è l’amico a chiedergli di andare alla ricerca del proprio figlio che non vede da sette anni. Figlio che sa essere nei guai, per quanto in Messico con la madre.
La prima parte di Cry Macho decolla dunque ‘on the road’ e sulle rapide dello spigoloso approccio con il ragazzo, un piccolo fuorilegge adolescente, a sua