Nella saga di vendetta vichinga ambientata in Islanda all'inizio del X secolo, Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Ethan Hawke, Anya Taylor-Joy, Willem Dafoe - RECENSIONE - Dal 21 Aprile
Cast: Alexander SkarsgÃ¥rd (Amleto) Nicole Kidman (Regina Gudrún) Claes Bang (Fjölnir) Ethan Hawke (Re Aurvandil) Anya Taylor-Joy (Olga) Björk (Profetessa) Willem Dafoe (Heimir il Pazzo) Ingvar Sigurdsson (Stregone) Murray McArthur (Hákon Ironbeard) Ian Whyte (Thórvaldr) Hafþór JúlÃus Björnsson (Thorfinnr) Kate Dickie (Halldora la Pitti) Gustav Lindh (Thórir l'Orgoglioso) Elliott Rose (Gunnar) Phill Martin (Hallgrimr) Cast completo
Eldar Skar (Finnr) Olwen Fouere (Ãshildur Hofgythja) Edgar Abram (Hersveinn) Jack Gassmann (Hjalti) Oscar Novak (Amleto giovane) Jack Walsh (Hallur Freymundur) Ralph Ineson (Capitano Volodymyr) Katie Pattinson (Shield la Fanciulla) Andrea O'Neill (Helga la Bambinaia) Rebecca Ineson (Halla la Fanciulla) Ineta Sliuzaite (Valkyria)
Musica: Robin Carolan e Sebastian Gainsborough
Costumi: Linda Muir
Scenografia: Craig Lathrop
Fotografia: Jarin Blaschke
Montaggio: Louise Ford
Effetti Speciali: Sam Conway (supervisore effetti speciali); Angela Barson e David Scott (supervisori effetti visivi)
Saga di vendetta vichinga ambientata in Islanda all'inizio del X secolo.
La storia è ambientata all'inizio del X secolo in Islanda e racconta la storia del principe nordico Amleo (Alexander Skarsgård) in cerca di vendetta contro gli assassini di suo padre.
In altre parole:
Il giovane principe Amleth sta per diventare un uomo quando il padre viene brutalmente assassinato da suo zio, che poi rapisce sua madre. Fuggendo dal regno insulare in barca, il ragazzo giura vendetta. Due decenni dopo, Amleth è un berserker vichingo che fa irruzione nei villaggi slavi, dove una veggente gli ricorda il suo voto: vendicare suo padre, salvare sua madre, uccidere suo zio. Viaggiando su una nave di schiavi verso l'Islanda, Amleth si infiltra nella fattoria di suo zio con l'aiuto di Olga, una donna slava ridotta in schiavitù, e si propone di onorare il suo voto.
Short Synopsis:
Viking revenge saga set in Iceland at the turn of the 10th century
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Ti vendicherò padre,
ti salverò madre,
ti ucciderò Fjölnirâ€
quando si arriva a scoprire le carte sulla vera identità della madre, sui suoi reali sentimenti nei confronti di quel figlio, violato nell’innocenza e serenità dell’infanzia, il disturbo fa presto a tramutarsi in disgusto. Poco importa se a vestire i panni di questa madre snaturata, le cui origini non sono così regali, sia Nicole Kidman. Il tocco ‘cool’ in questo film è bandito. Insomma una brutta storia, che è poi quella di Amleto. Storia che nei secoli ha fatto strada al punto da essere rivisitata nientemeno che da William Shakespeare.
Così, sul filo della leggenda, di antiche tradizioni e un po' di religiosa magia che lotta con ataviche superstizioni e credenze, con una solida base ‘animista’, tra un rito tribale e l'altro, e preveggenze da stregoneria, il The Northman decolla tra le oscurità appena rischiarate dai piccoli fuochi a parete, in pendant con il fuoco centrale, immancabile, sul pavimento. Si
vede che il regista Robert Eggers ha una predilezione per le oscurità , già per altri versi sperimentate nel suo The Lighthouse. Qui calca la mano, avvantaggiato dalle esigenze di copione per un’epoca qui dipinta in termini più preistorici che medievali, così come l’indole di questi vichinghi, a partire dallo stesso The Northman, l'uomo del Nord, l’Amleto che, come testimone oculare della morte del padre (il Re Aurvandil di Ethan Hawke) per mano del fratello Fjölnir (Claes Bang) e del rapimento della madre (la regina Gudrún di Nicole Kidman), dopo essere scampato lui stesso alla morte che lo zio voleva dargli, cresce con una sete di vendetta più bestiale che umana. Ma l’Amleth adulto, incarnato da Alexander Skarsgård, sembra rifugiarsi nel trucco e parrucco da vichingo e nelle urla continue affidategli dal copione, per convincersi di tutta la brutalità del suo ruolo di principe norreno del X° secolo, in fuga
dalla sua terra natale proprio in seguito a quell’atto orribile. Un agguerrito 'berkserker' determinato a vendicare la ferocia inflitta alla sua famiglia, persino sotto le mentite spoglie di schiavo, cavalcando tutta una serie di avventure in cui si urla e si uccide molto. E la ragione, per quanto ben poco armonica e divertente alla visione, sembra annidarsi in una logica storico-epocale che ha le sue radici proprio nel significato portante dell’essere ‘berkserker’, termine anglicizzato di ‘Berserkir’ (dalla parola norrena, al singolare ‘Berserkr’): termine che va ad indicare i feroci guerrieri scandinavi invasati dallo spirito di Odino/Wotan/Woden (ovvero, ‘furore’). Sembra che prima della battaglia entrassero in uno stato mentale di furia, detto ‘berserksgangr’, che li rendeva particolarmente feroci e insensibili al dolore e alla sofferenza. Si parla di vera e propria ‘trance’. E questa è la chiave di lettura fondamentale per comprendere questo film, in cui si intessono forse fin
troppi fili narrativi, come la imprevista ‘liason’/sodalizio di sopravvivenza reciproca tra Amleth/Skarsgård e la sensitiva slava Olga di Anya Taylor-Joy. Congiunti, per poco, da un destino parafrasato in quel che eccelle in questa pellicola: fotografia ed effetti visivi la fanno da padrone e danno punti ai personaggi, rispondendo alla visione scenografica in cui gli elementi raccolti nei suggestivi paesaggi – il vento, il fango, la pioggia, la neve, la terra, il ghiaccio, la cenere e il fuoco – fanno letteralmente le atmosfere anche emotive di chi li abita.