JURASSIC WORLD: IL DOMINIO

Dopo il primo Jurassic World (2015) - il secondo, Il regno distrutto (2018) porta la firma di Juan Antonio Bayona - Colin Trevorrow torna sul campo in terza battuta con Il dominio. E proprio l’inesorabile, naturale tendenza dell’uomo a dominare la natura, interferendo nell’equilibrio ecologico, con tutte le conseguenze del caso, raccolte in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni, è il cuore del soggetto, che, vestito di quelle sottili declinazioni pendenti verso certe scelte contemporanee, diventa l’aspetto più intrigante, la spina dorsale di un film che avrebbe avuto il grande potenziale per potersi elevare ad un qualcosa di più e di meglio di uno tra i tanti blockbuster seriali. Ma così non è stato. Neppure con il corredo dei sotterranei ammicchi ad una certa biotecnologia genetica, con gli annessi & connessi, affogati nel torbido dei subdoli ed illeciti scopi, con tragiche conseguenze per ambiente e persone. Neppure con le spettacolari

trovate, tra cui l’invasione delle locuste giganti, perché geneticamente modificate in laboratorio, inviate a distruggere piantagioni, andando a preparare un disastro ecologico, ai danni della stessa catena alimentare. Neppure con la giovane protagonista che interpreta Maisie (Isabella Sermon), una quattordicenne sotto tutela perché anch’essa geneticamente modificata, depurata dalle malattie dalla stessa madre naturale, scienziata morta prematuramente. Neppure con il monumentale dispiego di star in campo: a Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Omar Sy, si affianca il grande ritorno di Laura Dern e Sam Neil dal Jurassic Park, mentre Jeff Golblum si era affacciato anche nel secondo atto del Jurassic World. Ognuno dotato di una parabola esistenziale evoluta nel tempo di cui viene informato a dovere lo spettatore.

Ma allora cosa è che non ha funzionato? La solita inclinazione ad esagerare nei tempi, peccando di ridondanza nell’azione, in cui a dominare sono le variegate rincorse di dinosauri di varia stazza, con

scene peraltro già viste e riviste, di cui molte ben poco realistiche, e con più o meno esplicite citazioni da Indiana Jones. Insomma, Jurassic World: Il dominio ha finito per assumere la fisionomia di un frullato di spezzoni di azione con ben poco di originale, spalmata su tempi esasperatamente dilatati. Così da un interessante decollo su una faccenda seria, si deraglia ben presto sull’intrattenimento da pop corn, scimmiottando le avventure alla Indiana Jones di cui si imita un certo umorismo, mentre si recupera pure, sempre in extremis, lo stesso cappello. Vuoi vedere che sul limitare delle conclusioni, sulle ceneri del disastro ecologico cui qualcuno ha promesso di rimediare, e un campione di DNA recuperato e messo da parte, si profila all’orizzonte un altro episodio dell’interminabile saga? Speriamo di no!

secondo trailer ufficiale:



trailer ufficiale:



spot 'Il 28 e 29 maggio presso Terme di Caracalla' (sub ITA):



featurette 'Prologo':



featurette 'Legacy' (sub ITA):