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    IL GLADIATORE II

    RECENSIONE - Ridley Scott torna sulle orme de Il gladiatore azzardando un rischioso sequel, a 24 anni di distanza, non disdegnando di tornare al timone della regia, contrariamente a quanto fatto con Blade Runner ma... la narrativa dell'atto secondo prosegue senza Russell Crowe (comunque presente in alcuni flashback) - Dal 14 Novembre

    "Lucio é stato nel deserto per... vediamo, l'abbiamo visto l'ultima volta quando aveva circa 12 anni. Ha passato circa 12, 15 anni lontano da Roma, é stato nel deserto per molto tempo dopo aver perso i contatti con sua madre. Lei, Lucilla, non sa dove sia suo figlio. Sotto sotto crede ormai che potrebbe anche essere morto"
    Il regista Ridley Scott

    "'Il Gladiatore II' è un film sull'onore, il coraggio, la vendetta e una sete di potere che attraversa i secoli. Lo scenario politico mondiale oggi è totalmente corrotto da una fame di potere personale, guardate cosa sta succedendo in Russia, negli Stati Uniti e in Medioriente. - ha affermato Mescal - Non è un problema che è iniziato con l'impero romano e certamente oggi non è stato ancora risolto".
    L'attore Paul Mescal

    (Gladiator II; USA/REGNO UNITO 2021; Storico d'azione; 141'; Produz.: Latina Pictures, Paramount Pictures, Parkes/MacDonald Image Nation, Red Wagon Films, Scott Free Enterprises, Universal Pictures; Distribuz.: Universal Pictures)

    Locandina italiana Il gladiatore II

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    Storyline

    Titolo in italiano: Il gladiatore II

    Titolo in lingua originale: Gladiator II

    Anno di produzione: 2021

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Ridley Scott

    Sceneggiatura: David Scarpa

    Soggetto: Il Gladiatore II è il sequel del celebre film Il Gladiatore con Russell Crowe del 2000.

    Soggetto: personaggi creati da David Franzoni, storia di David Scarpa e Peter Craig.

    Preliminaria - Come e perché Paul Mescal ha ottenuto il ruolo:

    Paul Mescal ha avuto il ruolo dopo essersi spogliato a teatro.

    Daria Cercek della Paramount ha spiegato a "Variety" di aver scelto Mescal durante una rappresentazione teatrale a cui l’attore stava lavorando: "interpretava Stanley e c’erano vari momenti in cui si toglieva la maglietta ed era elettrico. Le signore in sala hanno apprezzato e noi abbiamo pensato di aver trovato l’uomo giusto"

    Cast: Paul Mescal (Lucio Vero)
    Pedro Pascal (Marco Acacio)
    Connie Nielsen (Augusta Lucilla)
    Denzel Washington (Macrino)
    Joseph Quinn (Imperatore Geta)
    Fred Hechinger (Imperatore Caracalla)
    Derek Jacobi (Senatore Gracco)
    Djimon Hounsou (Juba)
    Matt Lucas
    Lior Raz
    May Calamawy
    Peter Mensah
    Yuval Gonen (Arishat)
    Alec Utgoff (Dario)
    Alexander Karim (Ravi)
    Cast completo

    Musica: Harry Gregson-Williams

    Costumi: David Crossman (costumi militari), Janty Yates

    Scenografia: Arthur Max

    Fotografia: John Mathieson

    Montaggio: Sam Restivo, Claire Simpson

    Effetti Speciali: Neil Corbould (supervisore); Kenneth Cassar e Stephen Ellul (supervisori di Malta); Soufiane Choutine (supervisore del Marocco)

    Makeup: Abdenasser Assouane, Elaine Grech, Elizabeth Eva Hedley, Luca Mazzoccoli, Imane Moulaoui, Lisa Pantaleoni, Coral Peñas, Emai Vi

    Casting: Kate Rhodes James

    Scheda film aggiornata al: 29 Dicembre 2024

    Sinossi:

    In breve:

    Il secondo capitolo sarà ambientato circa 30 anni dopo il primo e vede come protagonista Lucius (Paul Mescal), figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato proprio da Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) alla fine del primo film.

    In dettaglio:

    Il secondo capitolo sarà ambientato circa 30 anni dopo il primo e vede come protagonista Lucius (Paul Mescal), figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato proprio da Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) alla fine del primo film.
    Anni dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo per mano del suo perfido zio, Lucio si trova costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da parte di due tirannici imperatori, che ora governano Roma: Caracalla e Geta (Joseph Quinn e Fred Hechinger). Con il cuore ardente di rabbia e il destino dell'Impero appeso a un filo, Lucio deve affrontare pericoli e nemici, riscoprendo nel suo passato la forza e l'onore necessari per riportare la gloria di Roma al suo popolo.

    Storyline:

    After his home is conquered by the tyrannical emperors who now lead Rome, Lucius is forced to enter the Colosseum and must look to his past to find strength to return the glory of Rome to its people.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “Facilis descensus Averno: noctes atque dies patet atri ianua Ditis; sed revocare gradum superasque evadere ad auras, hoc opus, hic laborâ€
    Virgilio Eneide, VI, 126-129

    “Scendere agli Inferi eÌ€ facile: la porta di Dite eÌ€ aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo qui sta il difficile, qui la vera faticaâ€.

    La differenza tra un piatto gourmet da assaporare fino all’ultimo boccone e una piattata abbondante di buon cibo, di cui, d’altra parte, è facile fare presto indigestione. Ecco la differenza sostanziale tra Il gladiatore – unico ed irripetibile! – e Il Gladiatore II. Il primo centellina battute ed epiche battaglie, sia interiori che su ‘campo’ o in arena, dando tempo e modi per assimilarne la linfa vitale e depositarsi per restare e... far riflettere. Epico, e talmente altisonante da fare eco nel tempo. Momenti eterni! Il secondo è il trionfo degli eccessi e ha fretta di

    passare sempre oltre, finendo per soffocare la sontuosa grigliata sul gran braciere: tra fugaci rievocazioni in flashback - per le quali scatta ancora oggi, inarrestabile, il fremito emozionale - citazioni gettate sul tavolo da gioco un po' a caso come i dadi, e idee indubbiamente luminescenti cui, d’altra parte, non è stato dato sufficiente ossigeno per ancorarsi alle coscienze, ed esser respirato a pieni polmoni. In un film più corale, che individualista, più politico che storico, la spina dorsale narrativa che vede in primo piano il Lucio Vero, alias Annone - ma che cavolo di nome! (*) - ormai tanto adulto quanto rabbioso come mai nessuno prima, il corpo palestrato da ‘body builder man’ di Paul Mescal ha un’anima troppo rustica e urlante che, al di là dei dati di fatto, come da copione, ha ben poco da spartire con la ‘forza’, per non dire del naturale carisma, soprattutto interiore,

    dell’iconico Massimo Decimo Meridio dell’irraggiungibile Russell Crowe. Il solo richiamo di memoria, che punteggia qua e là Il gladiatore II, irradia il grande schermo e ne lascia l’impronta.

    Come non farsi un giro, dunque, sulle ali dell’epilogo dell’atto primo? E, il cultore di storia dell’Arte più che dello storico in senso stretto, Ridley Scott, si fa largo per l’appunto con un suggestivo epilogo-prologo d’animazione sui titoli di testa: un significativo bagno di colore, scialbato ed estremamente fluido, su cui far scorrere alcuni momenti iconici del primo gladiatore. Dello score musicale sopravvivono venature che aleggiano intermittenti, evocandone l’essenza, e tanto basta. Ha senso oggi uno stile classico in linea con i ‘peplum’ di vecchia data? Pare di si, soprattutto se letti come metafora politica che mira a far da monito alla contemporaneità. L’Antico ha ancora molto da dire all’oggi e ognuno ne trae la sua personalissima lezione: lo sa bene Francis Ford

    Coppola che ha rischiato il tutto e per tutto con il suo ardito Megalopolis e lo sa altrettanto bene Ridley Scott che con Il gladiatore II ha inteso, a suo modo, rincarar la dose, coltivando al contempo l’ambizione di bissare il successo del primo Gladio. Ma sembra aver peccato di ambizione, dando libero sfogo a cruenti combattimenti, succulente battaglie - più corali che di vibranti confronti diretti - ostentando scenografici attacchi via mare o via terra che, sostanzialmente, finiscono per soffocare il respiro delle sporadiche scene memorabili, che, d’altra parte, non si fanno mancare.

    Il nuovo copione di David Scarpa (Napoleon) poi, pare soffrire di asfissia per eccesso di quel genere di verbosità che non dà il tempo di assorbire il messaggio, negando il tempo necessario per l’auspicabile reattività dello spettatore. Ma Ridley Scott è da sempre innamorato dell’immagine artistica: lo si vede con la fantasiosa iconografia derivata dalle antiche

    protomi scultoree di cattedrali medievali o gotiche, se non direttamente dai bestiari letterari antichi, da cui deriva le sue belve furenti, di un grigio fumo che odora di funesto, come se obbligassero a flirtare con la morte, con cui devono vedersela i gladiatori in campo: le fauci spalancate, della bestia e di Annone/Mescal, in modo speculare, danno il sentore di una paritaria ferocia e rabbia, laddove non sembra esserci spazio per l’umano sentimento. Quanto al Colosseo, trasformato in piscina con squali pronti a squartare i malcapitati che cadono dall’imbarcazione in acqua, beh, non ci sentiamo competenti per un commento obiettivo. Spettacolo nello spettacolo, d’accordo! Anche se sulla qualità degli effetti speciali - tenendo conto delle possibilità tecniche odierne - qualcosa da obiettare ci sarebbe! Troppo contrasto con la scelta patinata all’antica? Allora perché la piscina con gli squali?!

    Così, vent’anni dopo la morte di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), ecco

    che l’eredità passa all’Annone (Lucio Vero) di Paul Mescal, sposato ad una moglie condottiera - l’Arishat di Yuval Gonen - che perde la vita in battaglia praticamente ad inizio film. Il richiamo narrativo all’analogo destino occorso a Massimo/Crowe è tanto ovvio quanto qui riduttivo e carico di ben poco spessore, se non del tutto strumentale. E’ invece l’occasione per un dejavu estremamente suggestivo in cui Annone/Mescal vede l’ingresso della moglie nel regno dei morti - la fotografia è di un plumbeo bianco e nero - raccolta dalla barca di Caronte. Citazione dantesca che apre alle successive di Virgilio e Cicerone? Insomma, all’infausto evento - guai ai vinti! - segue Annone/Mescal ridotto in schiavitù dopo esser stato deportato dalla Numidia (il Nord Africa del 200 d. C.), conquistata dalle legioni di Marco Acacio (un Pedro Mescal centrato nell’ambiguità del personaggio), sotto il dominio degli imperatori Caracalla (Fred Hchinger) e Geta (joseph

    Quinn), due efebici e folli gemelli, assetati di sangue e di giochi, da offrire come fumo negli occhi al popolo. L’espressione che a un certo punto muove per l’appunto da bocca ‘imperiale’ “che si nutrano di guerra†suona scandalosamente inaccettabile alla stregua di quella di Maria Antonietta “che mangino le brioche†dopo aver sentito che il popolo non aveva pane per sostentarsi.

    Insomma, cambiano luoghi ed epoche, ma l’insania governativa è tanto interscambiabile, quanto irresistibilmente manipolabile da chi sa trarne cinicamente profitto. E’ il caso del terribile villain Macrino di un Denzel Washington in stato di grazia: anche se nella sua semplicità di conio, il Proximo di Oliver Reed del primo gladiatore gli darebbe comunque dei punti. Crudele schiavista e politicante, Macrino/Washington, alla stregua di Proximo/Reed, trae comunque profitto dai gladiatori che recluta, così anche Annone/Mescal, volente o nolente - che come Massimo/Crowe all’inizio si rifiuta di combattere - sarà

    da questi utilizzato come strumento elettivo per raggiungere i suoi biechi scopi. Fanatico della ‘forza’ fisica come scelta vincente di vita, Macrino/Washington usa davvero ogni mezzo, e senza nasconderlo, per arrivare al suo reale obiettivo: conquistare gli allori dell’Impero.

    Trade union tra i due atti di Gladio, la tragica figura di Lucilla Augusta, ancora una volta vestita - non con la stessa verve - da Connie Nielsen, ora moglie di Acacio/Pascal: entrambi solo in apparenza filo imperatori ma in realtà ancora una volta cospiratori ai danni dell’Impero per riportare Roma nelle mani del popolo e del Senato, in linea con il “sogno di Marco Aurelioâ€. Tra gli innumerevoli flirt narrativi, e le citazioni di frasi cult, un po' troppo abusate - ma anche di gesti cult - importati dal primo atto, si innestano degli inediti dal grande potenziale, che finiscono per disperdersi come aghi in un pagliaio: uno di questi è

    la scoperta della paternità di Annone/Lucio Vero, d’altra parte tradita nell’effetto sorpresa dallo stesso trailer, mentre il confronto con la madre Lucilla/Nielsen, dopo l’iniziale rifiuto al climax della propria rabbia, si evolve in un’intesa fuori tempo massimo e senza troppo coinvolgimento emotivo. Sarà d’altra parte il luciferino Macrino/Washington a porre fine in maniera lapidaria all’idillio di madre e figlio ritrovati. Così come provvederà, in altro modo, in un emozionante - questo si - confronto obbligato precedente, tra Annone/Mescal e Acacio/Pascal, a decidere d'ufficio le sorti dello scontro. Un’altra affascinante rivelazione è l’antica e suggestiva tomba di Massimo, corredata dei personali arredi militari: corazza, scudo e la famosa spada da gladio donatagli da Proximo, a sua volta ex gladiatore. Rivelazione cruciale per Annone/Mescal che ne raccoglie il testimone, e dunque le armi, all’insegna del mitico motto “Forza e onoreâ€.

    Era scontato che raccogliere il testimone, assumere l’eredità morale, prima che militare, di

    Massimo/Crowe, rappresentasse una sfida non da poco per l’Annone/Lucio Vero di Paul Mescal, che fa molto antico romano nei costumi, ma a cui manca un elemento di focale importanza: il naturale carisma di un autentico leader. Quando parla alle legioni contrapposte di una stessa Roma, per l’unificazione delle stesse in nome del popolo e della pace, ascoltiamo il discorso di un politico in erba, cui corrisponde in risposta, più la potenza del gesto - il rinfoderare le spade - che di quello striminzito si, corale a metà, giunto in ritardo e senza troppa convinzione, e che, soprattutto, fa così poco Antica Roma e tanto Hollywood. Il risultato è un’occasione sprecata anche se si trattasse di un film a sé stante. Figurarsi se, com’è inevitabile, si pone un confronto! E dunque... lunga vita al gladio! Massimo, Massimo, Massimo……!

    (*) Da ricordare che "il problema della fornitura di grano per la città di

    Roma (in latino annona) fu sempre uno dei temi centrali della politica prima della repubblica e poi dell'Impero romano. A Roma decine di migliaia di contadini combattenti, che le guerre avevano privato della terra, furono in grado di vendere i propri voti in cambio di 'pane e giochi circensi'".

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

    Perle di sceneggiatura

    Lucius (Paul Mescal): Mi ricordo quel giorno, non ho mai dimenticato come uno schiavo sia riuscito a vendicarsi di un Imperatore!

    Macrinus (Denzel Washington): Dove sei nato?
    Lucius: Non lo so, non ho mai conosciuto i miei genitori.
    Macrinus: Tu sarai il mio strumento.

    Macrinus: Hai sentito quella folla? È il più grande tempi che Roma abbia costruito: Il Colosseo. Perché è in questo che loro credono: il potere.

    Imperatore Caracalla (Joseph Quinn): Generale Acacio, ci sono vittorie che devono ancora arrivare.

    Marcus Acacius (Pedro Pascal): Roma ha così tanti sudditi, deve anche nutrirli.
    Imperatore Geta (Fred Hechinger): Che si nutrano di guerra!

    Voce off: L'arena trasforma gli schiavi in gladiatori e i gladiatori in uomini liberi.

    Macrinus: Tu hai qualcosa di speciale, l'ho capito fin dall'inizio.
    Lucius: Di speciale?
    Macrinus: è la rabbia! Quella rabbia è il tuo dono.

    Macrinus: Quale testa devo concederti per soddisfare questa rabbia?
    Lucius: Quella di tutti soldati romani.
    Macrinus: È troppo!
    Lucius: Basta quella del generale.

    Macrinus: Roma deve cadere, devo solo darle una spinta.

    Lucilla (Connie Nielsen): Questo anello apparteneva a Massimo, adesso lo regalo a te.

    Lucilla: Qual è il sogno di Roma, se il suo popolo non è libero?

    Macrinus: Ero solo uno schiavo, adesso potrò controllare un impero!

    Marcus Acacius: Non sacrificherò un'altra generazione di giovani per la loro vanagloria.

    Lucius: È così che Roma tratta i suoi errori?

    Commenti dei protagonisti:

    "È un’estensione della narrativa, ma è ambientato molto tempo dopo la morte di Massimo, quindi non mi coinvolge affatto. Ho sentito dire che questo giovane Paul (Mescal, Nomination all'Oscar per Aftersun) è un bravo ragazzo e gli auguro il meglio... Penso che riprenderanno la storia da quando il giovane Lucius assume il ruolo di imperatore. Penso che sia un'idea davvero intelligente all'interno del mondo del film che abbiamo creato"
    L'attore Russell Crowe

    "Sono così orgoglioso di poterlo fare. È un’impresa che fa paura. È qualcosa che mi rende nervoso ma che sento di poter fare"
    L'attore Paul Mescal

    Links:

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    • Tra i più attesi!!! - IL GLADIATORE II di RIDLEY SCOTT dal 14 Novembre al cinema (Anteprime)

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    Galleria Video:

    Il gladiatore II - trailer finale ufficiale

    Il gladiatore II - trailer ufficiale

    Il gladiatore II - nuovo trailer ufficiale

    Il gladiatore II - trailer ufficiale (V.O.) - Gladiator II

    Il gladiatore II - featurette 'Paul Mescal' (sub ITA)

    Il gladiatore II - featurette 'Pedro Pascal' (sub ITA)

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