RECENSIONE - Ridley Scott torna sulle orme de Il gladiatore azzardando un rischioso sequel, a 24 anni di distanza, non disdegnando di tornare al timone della regia, contrariamente a quanto fatto con Blade Runner ma... la narrativa dell'atto secondo prosegue senza Russell Crowe (comunque presente in alcuni flashback) - Dal 14 Novembre
"'Il Gladiatore II' è un film sull'onore, il coraggio, la vendetta e una sete di potere che attraversa i secoli. Lo scenario politico mondiale oggi è totalmente corrotto da una fame di potere personale, guardate cosa sta succedendo in Russia, negli Stati Uniti e in Medioriente. - ha affermato Mescal - Non è un problema che è iniziato con l'impero romano e certamente oggi non è stato ancora risolto".
L'attore Paul Mescal
Paul Mescal ha avuto il ruolo dopo essersi spogliato a teatro.
Daria Cercek della Paramount ha spiegato a "Variety" di aver scelto Mescal durante una rappresentazione teatrale a cui l’attore stava lavorando: "interpretava Stanley e c’erano vari momenti in cui si toglieva la maglietta ed era elettrico. Le signore in sala hanno apprezzato e noi abbiamo pensato di aver trovato l’uomo giusto"
Cast: Paul Mescal (Lucio Vero) Pedro Pascal (Marco Acacio) Connie Nielsen (Augusta Lucilla) Denzel Washington (Macrino) Joseph Quinn (Imperatore Geta) Fred Hechinger (Imperatore Caracalla) Derek Jacobi (Senatore Gracco) Djimon Hounsou (Juba) Matt Lucas Lior Raz May Calamawy Peter Mensah Yuval Gonen (Arishat) Alec Utgoff (Dario) Alexander Karim (Ravi) Cast completo
Rory McCann (Tegula) Tim McInnerny (Thraex) Riana Duce (Hyacinthia) Lee Charles (Gotico) Chidi Ajufo (Gladiatore)
Musica: Harry Gregson-Williams
Costumi: David Crossman (costumi militari), Janty Yates
Scenografia: Arthur Max
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Sam Restivo, Claire Simpson
Effetti Speciali: Neil Corbould (supervisore); Kenneth Cassar e Stephen Ellul (supervisori di Malta); Soufiane Choutine (supervisore del Marocco)
Makeup: Abdenasser Assouane, Elaine Grech, Elizabeth Eva Hedley, Luca Mazzoccoli, Imane Moulaoui, Lisa Pantaleoni, Coral Peñas, Emai Vi
Casting: Kate Rhodes James
Scheda film aggiornata al:
29 Dicembre 2024
Sinossi:
In breve:
Il secondo capitolo sarà ambientato circa 30 anni dopo il primo e vede come protagonista Lucius (Paul Mescal), figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato proprio da Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) alla fine del primo film.
In dettaglio:
Il secondo capitolo sarà ambientato circa 30 anni dopo il primo e vede come protagonista Lucius (Paul Mescal), figlio di Lucilla e nipote di Commodo, salvato proprio da Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) alla fine del primo film.
Anni dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo per mano del suo perfido zio, Lucio si trova costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da parte di due tirannici imperatori, che ora governano Roma: Caracalla e Geta (Joseph Quinn e Fred Hechinger). Con il cuore ardente di rabbia e il destino dell'Impero appeso a un filo, Lucio deve affrontare pericoli e nemici, riscoprendo nel suo passato la forza e l'onore necessari per riportare la gloria di Roma al suo popolo.
Storyline:
After his home is conquered by the tyrannical emperors who now lead Rome, Lucius is forced to enter the Colosseum and must look to his past to find strength to return the glory of Rome to its people.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Facilis descensus Averno: noctes atque dies patet atri ianua Ditis; sed revocare gradum superasque evadere ad auras, hoc opus, hic labor†Virgilio Eneide, VI, 126-129
“Scendere agli Inferi eÌ€ facile: la porta di Dite eÌ€ aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo qui sta il difficile, qui la vera faticaâ€.
La differenza tra un piatto gourmet da assaporare fino all’ultimo boccone e una piattata abbondante di buon cibo, di cui, d’altra parte, è facile fare presto indigestione. Ecco la differenza sostanziale tra Il gladiatore – unico ed irripetibile! – e Il Gladiatore II. Il primo centellina battute ed epiche battaglie, sia interiori che su ‘campo’ o in arena, dando tempo e modi per assimilarne la linfa vitale e depositarsi per restare e... far riflettere. Epico, e talmente altisonante da fare eco nel tempo. Momenti eterni! Il secondo è il trionfo degli eccessi e ha fretta di
passare sempre oltre, finendo per soffocare la sontuosa grigliata sul gran braciere: tra fugaci rievocazioni in flashback - per le quali scatta ancora oggi, inarrestabile, il fremito emozionale - citazioni gettate sul tavolo da gioco un po' a caso come i dadi, e idee indubbiamente luminescenti cui, d’altra parte, non è stato dato sufficiente ossigeno per ancorarsi alle coscienze, ed esser respirato a pieni polmoni. In un film più corale, che individualista, più politico che storico, la spina dorsale narrativa che vede in primo piano il Lucio Vero, alias Annone - ma che cavolo di nome! (*) - ormai tanto adulto quanto rabbioso come mai nessuno prima, il corpo palestrato da ‘body builder man’ di Paul Mescal ha un’anima troppo rustica e urlante che, al di là dei dati di fatto, come da copione, ha ben poco da spartire con la ‘forza’, per non dire del naturale carisma, soprattutto interiore,
dell’iconico Massimo Decimo Meridio dell’irraggiungibile Russell Crowe. Il solo richiamo di memoria, che punteggia qua e là Il gladiatore II, irradia il grande schermo e ne lascia l’impronta.
Come non farsi un giro, dunque, sulle ali dell’epilogo dell’atto primo? E, il cultore di storia dell’Arte più che dello storico in senso stretto, Ridley Scott, si fa largo per l’appunto con un suggestivo epilogo-prologo d’animazione sui titoli di testa: un significativo bagno di colore, scialbato ed estremamente fluido, su cui far scorrere alcuni momenti iconici del primo gladiatore. Dello score musicale sopravvivono venature che aleggiano intermittenti, evocandone l’essenza, e tanto basta. Ha senso oggi uno stile classico in linea con i ‘peplum’ di vecchia data? Pare di si, soprattutto se letti come metafora politica che mira a far da monito alla contemporaneità . L’Antico ha ancora molto da dire all’oggi e ognuno ne trae la sua personalissima lezione: lo sa bene Francis Ford
Coppola che ha rischiato il tutto e per tutto con il suo ardito Megalopolis e lo sa altrettanto bene Ridley Scott che con Il gladiatore II ha inteso, a suo modo, rincarar la dose, coltivando al contempo l’ambizione di bissare il successo del primo Gladio. Ma sembra aver peccato di ambizione, dando libero sfogo a cruenti combattimenti, succulente battaglie - più corali che di vibranti confronti diretti - ostentando scenografici attacchi via mare o via terra che, sostanzialmente, finiscono per soffocare il respiro delle sporadiche scene memorabili, che, d’altra parte, non si fanno mancare.
Il nuovo copione di David Scarpa (Napoleon) poi, pare soffrire di asfissia per eccesso di quel genere di verbosità che non dà il tempo di assorbire il messaggio, negando il tempo necessario per l’auspicabile reattività dello spettatore. Ma Ridley Scott è da sempre innamorato dell’immagine artistica: lo si vede con la fantasiosa iconografia derivata dalle antiche
Così, vent’anni dopo la morte di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), ecco
che l’eredità passa all’Annone (Lucio Vero) di Paul Mescal, sposato ad una moglie condottiera - l’Arishat di Yuval Gonen - che perde la vita in battaglia praticamente ad inizio film. Il richiamo narrativo all’analogo destino occorso a Massimo/Crowe è tanto ovvio quanto qui riduttivo e carico di ben poco spessore, se non del tutto strumentale. E’ invece l’occasione per un dejavu estremamente suggestivo in cui Annone/Mescal vede l’ingresso della moglie nel regno dei morti - la fotografia è di un plumbeo bianco e nero - raccolta dalla barca di Caronte. Citazione dantesca che apre alle successive di Virgilio e Cicerone? Insomma, all’infausto evento - guai ai vinti! - segue Annone/Mescal ridotto in schiavitù dopo esser stato deportato dalla Numidia (il Nord Africa del 200 d. C.), conquistata dalle legioni di Marco Acacio (un Pedro Mescal centrato nell’ambiguità del personaggio), sotto il dominio degli imperatori Caracalla (Fred Hchinger) e Geta (joseph
Quinn), due efebici e folli gemelli, assetati di sangue e di giochi, da offrire come fumo negli occhi al popolo. L’espressione che a un certo punto muove per l’appunto da bocca ‘imperiale’ “che si nutrano di guerra†suona scandalosamente inaccettabile alla stregua di quella di Maria Antonietta “che mangino le brioche†dopo aver sentito che il popolo non aveva pane per sostentarsi.
Insomma, cambiano luoghi ed epoche, ma l’insania governativa è tanto interscambiabile, quanto irresistibilmente manipolabile da chi sa trarne cinicamente profitto. E’ il caso del terribile villain Macrino di un Denzel Washington in stato di grazia: anche se nella sua semplicità di conio, il Proximo di Oliver Reed del primo gladiatore gli darebbe comunque dei punti. Crudele schiavista e politicante, Macrino/Washington, alla stregua di Proximo/Reed, trae comunque profitto dai gladiatori che recluta, così anche Annone/Mescal, volente o nolente - che come Massimo/Crowe all’inizio si rifiuta di combattere - sarÃ
da questi utilizzato come strumento elettivo per raggiungere i suoi biechi scopi. Fanatico della ‘forza’ fisica come scelta vincente di vita, Macrino/Washington usa davvero ogni mezzo, e senza nasconderlo, per arrivare al suo reale obiettivo: conquistare gli allori dell’Impero.
Trade union tra i due atti di Gladio, la tragica figura di Lucilla Augusta, ancora una volta vestita - non con la stessa verve - da Connie Nielsen, ora moglie di Acacio/Pascal: entrambi solo in apparenza filo imperatori ma in realtà ancora una volta cospiratori ai danni dell’Impero per riportare Roma nelle mani del popolo e del Senato, in linea con il “sogno di Marco Aurelioâ€. Tra gli innumerevoli flirt narrativi, e le citazioni di frasi cult, un po' troppo abusate - ma anche di gesti cult - importati dal primo atto, si innestano degli inediti dal grande potenziale, che finiscono per disperdersi come aghi in un pagliaio: uno di questi è
la scoperta della paternità di Annone/Lucio Vero, d’altra parte tradita nell’effetto sorpresa dallo stesso trailer, mentre il confronto con la madre Lucilla/Nielsen, dopo l’iniziale rifiuto al climax della propria rabbia, si evolve in un’intesa fuori tempo massimo e senza troppo coinvolgimento emotivo. Sarà d’altra parte il luciferino Macrino/Washington a porre fine in maniera lapidaria all’idillio di madre e figlio ritrovati. Così come provvederà , in altro modo, in un emozionante - questo si - confronto obbligato precedente, tra Annone/Mescal e Acacio/Pascal, a decidere d'ufficio le sorti dello scontro. Un’altra affascinante rivelazione è l’antica e suggestiva tomba di Massimo, corredata dei personali arredi militari: corazza, scudo e la famosa spada da gladio donatagli da Proximo, a sua volta ex gladiatore. Rivelazione cruciale per Annone/Mescal che ne raccoglie il testimone, e dunque le armi, all’insegna del mitico motto “Forza e onoreâ€.
Era scontato che raccogliere il testimone, assumere l’eredità morale, prima che militare, di
(*) Da ricordare che "il problema della fornitura di grano per la città di
Roma (in latino annona) fu sempre uno dei temi centrali della politica prima della repubblica e poi dell'Impero romano. A Roma decine di migliaia di contadini combattenti, che le guerre avevano privato della terra, furono in grado di vendere i propri voti in cambio di 'pane e giochi circensi'".
Imperatore Caracalla (Joseph Quinn): Generale Acacio, ci sono vittorie che devono ancora arrivare.
Marcus Acacius (Pedro Pascal): Roma ha così tanti sudditi, deve anche nutrirli.
Imperatore Geta (Fred Hechinger): Che si nutrano di guerra!
Voce off: L'arena trasforma gli schiavi in gladiatori e i gladiatori in uomini liberi.
Macrinus: Tu hai qualcosa di speciale, l'ho capito fin dall'inizio.
Lucius: Di speciale?
Macrinus: è la rabbia! Quella rabbia è il tuo dono.
Macrinus: Quale testa devo concederti per soddisfare questa rabbia?
Lucius: Quella di tutti soldati romani.
Macrinus: È troppo!
Lucius: Basta quella del generale.
Macrinus: Roma deve cadere, devo solo darle una spinta.
Lucilla (Connie Nielsen): Questo anello apparteneva a Massimo, adesso lo regalo a te.
Lucilla: Qual è il sogno di Roma, se il suo popolo non è libero?
Macrinus: Ero solo uno schiavo, adesso potrò controllare un impero!
Marcus Acacius: Non sacrificherò un'altra generazione di giovani per la loro vanagloria.
Lucius: È così che Roma tratta i suoi errori?
Commenti dei protagonisti:
"È un’estensione della narrativa, ma è ambientato molto tempo dopo la morte di Massimo, quindi non mi coinvolge affatto. Ho sentito dire che questo giovane Paul (Mescal, Nomination all'Oscar per Aftersun) è un bravo ragazzo e gli auguro il meglio... Penso che riprenderanno la storia da quando il giovane Lucius assume il ruolo di imperatore. Penso che sia un'idea davvero intelligente all'interno del mondo del film che abbiamo creato"
L'attore Russell Crowe
"Sono così orgoglioso di poterlo fare. È un’impresa che fa paura. È qualcosa che mi rende nervoso ma che sento di poter fare"
L'attore Paul Mescal