SHINING: IL CULT-MOVIE REALIZZATO DA STANLEY KUBRICK NEL 1980
Torna al cinema come evento speciale, in 4 K, il 7, 8 e 9 Ottobre 2024 - 'CELLULOID PORTRAITS' rende Omaggio al Cult-Movie di STANLEY KUBRICK
Uscita straordinaria: dal 31 ottobre 2019; Uscita originale: il 22 dicembre 1980
(The Shining; REGNO UNITO/USA 1980; Thriller, Horror; 115'; Produz.: Warner Bros./Hawk Films/Peregrine in associaz. con The Producer Circle Company; Distribuz.: PIC)
Soggetto: Tratto dall'omonimo racconto di Stephen King
Cast: Jack Nicholson (Jack Torrance) Shelley Duvall (Wendy Torrance) Danny Lloyd (Danny Torrance) Scatman Crothers (Dick Hallorann) Barry Nelson (Stuart Ullman) Philip Stone (Delbert Grady) Joe Turkel (Lloyd) Anne Jackson (Dottoressa) Tony Burton (Larry Durkin) Lia Beldam (Giovane nella stanza da bagno) Billie Gibson (Vecchia nella stanza da bagno) Barry Dennen (Watson) David Baxt (Guardia forestale) Manning Redwood (Guardia forestale) Lisa Burns (Figlia di Grady) Cast completo
Louise Burns (Figlia di Grady) Kate Phelps (Addetta alla reception) Norman Gay (Ospite ferito)
Musica: Wendy Carlos e Rachel Elkind
Costumi: Milena Canonero
Scenografia: Roy Walker
Fotografia: John Alcott
Montaggio: Ray Lovejoy
Effetti Speciali: Jon Bunker, Les Hillman e Malcolm Mott
Makeup: Barbara Daly e Tom Smith (trucco); Leonard (parrucco)
Commento critico (a cura di DAVIDE MAGNISI-LIVIO COSTARELLA)
"Sghembe inquadrature, accompagnate dalla colonna sonora di un Dies Irae trasfigurato elettronicamente, prono il film, attraversato da una musica inquietantemente ossessiva e quasi sempre presente. Shining è un gioco al massacro, un labirinto che circuisce, una trappola del tempo che ripete i suoi orrori in un eterno ritorno. Tra fantasmi, antiche maledizioni, ascensori che vomitano sangue, interventi soprannaturali, paure e conflitti edipici, follie omicide, aggressività latenti, salti nel vuoto temporale: tutti i topòi più tradizionalmente agghiaccianti del cinema del terrore intessono la loro tela fra i corridoi dell'Overlook. L'hotel stregato si configura come una vera e propria architettura, un paesaggio, dell'orrore, una galleria di angosce. Un set che si trasforma in una catacomba di stanze, ingressi, saloni, gigantesche cucine, seminterrati e corridoi labirintici, attraverso i quali la macchina da presa di Kubrick si aggira senza posa in cerca di prede (Shinig fu tra i primi film a sfruttare
le grandi potenzialità della steadicam, utilizzata magistralmente per pedinare nervosamente i personaggi.
L'istrionica risata di Jack c'introduce all'identità dell'essere e della morte, la spaventosa percezione che il nostro cammino, per quanto splendente e luminoso (shining), ha per termine la cupa prospettiva della definitiva oscurità , del baratro incombente della follia. E' una verità ripugnante che ci sprofonda e ci soffoca, come una mortale esalazione, come l'impietoso confronto finale tra il 4 luglio dell'Indipendenza americana e la costruzione blasfema dell'Overlook su un antico cimitero indiano.
pensare e offrire le proprie aperture. E' la condizione di noi tutti nell'inevitabile sfida con il tempo, gli latri, la vita, la morte.
Efficacissimo il cast degli attori, dominato da un eccezionale Jack Nicholson, sempre su di giri, demoniaco nella sua interpretazione. Shelley Duvall è, invece, una perfetta maschera di paura, capace di vibrare tesa come la corda di un violino nel suo corpo filiforme.
Shining è un film di grandissima forza cinematografica, di una bellezza inquietante e ipnotica, capace di riassumere, in una dimensione sovratemporale dello sguardo, una perturbante mappa umana, un'intera geografia dell'orrore. In un'evocazione di quel teatro d'ombre che è il mondo, e il suo specchio, il cinema"
Fonte: Davide Magnisi-Livio Costarella, Shining ne Gli Orizzonti del Cinema di Stanley Kubrick, Bari 2003, pp. 30-31, (Mario Adda Editore)