Golden Globes 2021 - 1 Nomination alla 'Miglior Attrice Non Protagonista' a Glenn Close - Drammatico affresco in cui Ron Howard dipinge la crisi della working-class americana con il massimo conforto di star come Glenn Close, Amy Adams e Freida Pinto tra gli altri - RECENSIONE - Dal 24 Novembre (Netflix)
"Considero il libro e di conseguenza il nostro film un viaggio nel potere del ricordo, nel valore della memoria e nella forza della famiglia e delle generazioni che ci stanno alle spalle o che ci accompagneranno nel futuro. Certo, alla base del mio lavoro e del libro c’è il significato dalle molte valenze del cosiddetto sogno americano... In tempi ardui per tutti era importante per me rilanciare l’idea del sogno... Io volevo mettere a fuoco tre generazioni attraverso il viaggio introspettivo che compie J. D. Vance, ex marine e studente a Yale, che sta per iniziare il suo cammino lontano da tutto ciò che si è lasciato alle spalle e, invece, viene richiamato nella sua casa nell’Ohio e si ritrova al centro delle complesse problematiche della sua famiglia operaia. L’America non deve dimenticare le sue origini rurali... L’America rurale è sempre stata al centro dei miei interessi proprio per la mia famiglia d’origine e ben prima di 'Elegia Americana'".
Il regista Ron Howard
Soggetto: Dall'omonimo romanzo autobiografico di J.D. Vance. (in Italia edito da Garzanti, 2017)
Cast: Amy Adams (Bev) Gabriel Basso (J.D. Vance) Haley Bennett (Lindsay) Glenn Close (Mamaw) Freida Pinto (Usha) Owen Asztalos (Il giovane J.D. Vance) Tierney Smith (La giovane Bev) Lucy Capri (La giovane Lori Vance) Sunny Mabrey (Bonnie - Mamaw anni 30) Bo Hopkins (Papaw) Jesse C. Boyd (Matt) Stephen Kunken (Phillip Roseman) Keong Sim (Ken) Sarah Hudson (Lori) Daniel R. Hill (Kyle) Cast completo
E' la storia di J.D. Vance (Gabriel Basso), un giovane uomo ex marine, che ha passato la prima parte della sua vita nell'Ohio meridionale, nell'arida regione degli Appalachi attraversata dal problema della disoccupazione.
Vance è ora uno studente di giurisprudenza a Yale e si è lasciato alle spalle il contesto di miseria e degrado in cui è cresciuto. Nel momento in cui sta per realizzare il suo sogno più grande e ottenere finalmente un lavoro, a causa di un problema familiare, Vance è costretto a tornare nella sua casa d'origine, dalla famiglia da cui era fuggito. Il ragazzo dovrà infatti affrontare il difficile rapporto con sua madre Bev (Amy Adams), una donna fragile e afflitta dalle proprie dipendenze. Sarà solo grazie alla figura di sua nonna Mamaw (Glenn Close), una donna forte e intelligente, che si è sempre presa cura di suo nipote, che Vance percorrerà un viaggio personale che lo porterà a riconciliarsi con la propria famiglia.
Synopsis:
A man recalls his life growing up in the Midwest with Appalachian values.
Based on the bestselling memoir by J.D. Vance, HILLBILLY ELEGY is a modern exploration of the American Dream and three generations of an Appalachian family as told by its youngest member, a Yale Law student forced to return to his hometown
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Dal Kentucky all'Ohio la ‘ruspante’ parabola esistenziale di J. D. Vance, tra disastrose disfunzionalità familiari e socio-sanitarie. L’occasione speciale per rivedere e ricalcolare il concetto di famiglia e dei legami affettivi all’ombra dell’irraggiungibile ‘sogno americano’. Ron Howard traspone sulla celluloide una storia vera facendo perno su un tocco di regia elegante ed autoriale, oltre che su blasonate interpreti come Amy Adams e Glenn Close, qui letteralmente ‘planetaria’ da Oscar
identità della vita vissuta dal protagonista, dall’infanzia all’età adulta. Una vita davvero difficile, in seno ad una di quelle famiglie di periferia ‘disfunzionali’, testimoni di quanto il sogno americano possa essere percepito, per lo più, come irraggiungibile. Non un racconto lineare da cui il ben navigato Howard si guarda bene, bensì un groviglio di tessere di vita sapientemente organizzato in una sorta di ‘circuito’ intermittente. Circuito ad incastro dei diversi momenti nel tempo, tra cronaca dei fatti e riflessione personale, che punta a riallineare, per gradi, la parabola esistenziale del protagonista. Così, la voce fuori campo che narra in prima persona, sembra qui imporsi come passo obbligato, legata a filo doppio con l’elegante tocco di regia, perfettamente in grado di calibrarne al meglio ogni intervento: ciascun spicchio di storia nelle diverse età del protagonista, va a riempire la tessera mancante al momento giusto, partendo da una finestra aperta sull’infanzia nel
pochi che ce l’ha fatta, paradossalmente, nonostante la famiglia e grazie a questa. Una famiglia vista e sentita come ‘legame’ stratificato nelle svariate declinazioni, sia pure per lo più negative. Concorrono a dar corpo ed anima a questo nuovo concetto di famiglia, oltre al protagonista - Gabriel Basso incarna J. D. Vance in età adulta - e alla sorella Lindsay (Haley Bennett), le magistrali interpretazioni di Amy Adams nel ruolo della madre più inadeguata e complessa che ci si possa immaginare, e, soprattutto, una inedita, mai tanto immensa, davvero senza limiti e confini, Glenn Close, da Oscar per la sua umana traduzione di nonna, autentica, viscerale e rustica, sboccata e sbroccata. Questa nonna incarna un vero conglomerato di colossali errori, inclusa l’analoga mancanza di autocontrollo della figlia (Adams), ma suo malgrado, a un certo punto ritrova la sua nuova missione nel salvare il nipote da un naufragio esistenziale assicurato.
c’è futuro: messaggio chiaro e inequivocabile ma non così scontato quanto potrebbe sembrare.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
Trailer Ufficiale Inglese sottotitolato in Italiano:
Perle di sceneggiatura
J. D. Vance: "Non ho mai saputo fino a che non è morto fino a che punto mio nonno aveva protetto mia madre, ora, ogni sogno americano, era noi era ancora più distante"