RECENSIONE - Oscar 2020 - Sei Nominations tra cui 'Miglior Film' - Dal 37° Torino Film Festival (22-30 Novembre 2019) - VINCITORE del People's Choice Award al Festival di Toronto 2019 - Film di APERTURA al 37° Torino Film Festival (22 al 30 novembre 2019) - Il regista neozelandese Taika Waititi (Thor: Ragnarok e il mockumentary vampirico What We Do in the Shadows) è una satira sferzante e spiazzante del nazismo e dei suoi miti - Dal 16 Gennaio
"Se riesci a ridurre Hitler a qualcosa di ridicolo, hai vinto" Mel Brooks
Soggetto: Tratto dal romanzo Caging Skies di Christine Leunens.
Preliminaria - Premi e Riconoscimenti:
2020 - Premi Oscar
Candidatura per il miglior film
Candidatura per la migliore attrice non protagonista a Scarlett Johansson
Candidatura per la migliore sceneggiatura non originale a Taika Waititi
Candidatura per la migliore scenografia a Ra Vincent e Nora Sopková
Candidatura per il miglior montaggio a Tom Eagles
Candidatura per i migliori costumi a Mayes C. Rubeo
2020 - Golden Globe
Candidatura per il miglior film commedia o musicale
Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a Roman Griffin Davis
2020 - Premi BAFTA
Candidatura per la migliore attrice non protagonista a Scarlett Johansson
Candidatura per la migliore sceneggiatura non originale a Taika Waititi
Candidatura per il migliore montaggio a Tom Eagles
Candidatura per la migliore colonna sonora a Michael Giacchino
Candidatura per la migliore scenografia a Ra Vincent e Nora Sopková
Candidatura per i migliori costumi a Mayes C. Rubeo
2019 - Chicago Film Critics Association Awards
Candidatura per la miglior sceneggiatura non originale a Taika Waititi
Candidatura per la miglior performance rivelazione a Roman Griffin Davis
2019 - National Board of Review Awards
Migliori dieci film dell'anno
2019 - Satellite Award
Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a Taika Waititi
Candidatura per la migliore sceneggiatura non originale a Taika Waititi
2019 - Toronto International Film Festival
Premio del pubblico (1º posto)
2020 - Critics' Choice Awards
Miglior giovane interprete a Roman Griffin Davis
Candidatura per il miglior film
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Scarlett Johansson
Candidatura per il miglior giovane interprete a Thomasin McKenzie
Candidatura per il miglior giovane interprete a Archie Yates
Candidatura per la miglior sceneggiatura non originale a Taika Waititi
Candidatura per il miglior film commedia
2020 - Screen Actors Guild Award
Candidatura per la miglior attrice non protagonista cinematografica a Scarlett Johansson
Candidatura per il miglior cast cinematografico
2019 - Hollywood Film Awards
Miglior fotografia a Mihai Mãlaimare Jr.
Miglior scenografia a Ra Vincent
Cast: Roman Griffin Davis (Johannes 'Jojo Rabbit' Betzler) Thomasin McKenzie (Elsa Korr) Scarlett Johansson (Rosie Betzler) Taika Waititi (Adolf Hitler) Sam Rockwell (Capitano Klenzendorf) Rebel Wilson (Fräulein Rahm) Stephen Merchant (Capitano Deertz) Alfie Allen (Finkel) Archie Yates (Yorki) Brian Caspe (Herr Mueller) Luke Brandon Field (Christoph) Sam Haygarth (Hans)
Musica: Michael Giacchino
Costumi: Mayes C. Rubeo
Scenografia: Ra Vincent
Fotografia: Mihai Mãlaimare Jr.
Montaggio: Tom Eagles
Effetti Speciali: Jason Chen (supervisore effetti visivi)
di coraggio e di determinazione - e i filmati di repertorio in bianco e nero di masse festose inneggianti alla ‘dottrina nazista’. Menti conquistate e felici, convinte di esser parte di una corporazione e di partecipare ad una festa: piazze gremite di gente sorridente e fuochi d’artificio docent.
persona, facendo tesoro della lezione di Mel Brooks. Bambino che, per quanto la Guerra stia volgendo al termine, si prepara ad unirsi al Jungvolk, la Gioventù Hitleriana, in una sorta di ‘addestramento’ ad essere uomini, di un certo tipo ovviamente. Sam Rockwell e Rebel Wilson fanno parte del corpo addestratore, ma occhieggia tra le righe il sottofondo di chi al di là dell’identità osservante di copertina, è e si adopera in tutt’altra direzione. A cominciare dalla stessa madre del ragazzo (una sottile e stratificata Scarlett Johansson) che nasconde in soffitta una giovane ebrea (Thomasin McKenzie). Scoperta che sconvolge la visione del mondo del piccolo Jojo, alla fine costretto a confrontarsi con il suo cieco nazionalismo.
Bisogna ammettere che, facendosi largo tra spiritosaggini e sarcasmi a grappolo ad altezza di bambino, ma non solo, nel Jojo Rabbit di Taika Waititi si raccolgono tratteggi e sequenze particolarmente toccanti. E nello smarrimento di
questo bambino arroccato sulle ceneri di una fede nazista mai realmente esistita, si fa largo una vena poetica struggente che scavalca l’umorismo per reclamare il suo primo posto: scartando dall’idea di far spoiler, mi permetto di indicare certi elementi che nel film aspettano solo il momento giusto per tramutarsi in pura elegia, quando, per allontanare la sofferenza e la paura reali, il gioco cede finalmente il passo al sentimento vero: l’amico reale Yorki, in contraltare all’immaginario Hitler/Waititi; le lettere fittizie del fidanzato Nathan; il gesto finale di Sam Rockwell; il concetto del ballo come conquista di libertà ; la stessa sequenza dell’epilogo, rimettono in riga il caos tra realtà e immaginazione, ai confini di una resistenza ostinata, e d’altra parte tanto fragile, da dissolversi tra le nebbie, agli albori del primo sentimento autentico comparso all’orizzonte. Scoperto e rifiutato, accettato per gradi, come la verità .
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer ufficiale:
intervista al produttore Carthew Neal e al protagonista Roman Griffin Davis 'Jojo Rabbit' (sub ITA):
featurette 'Making of' (sub ITA):
featurette 'La parola al regista Taika Waititi' (sub ITA):