I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Kevin Costner presta la voce al cane Enzo, protagonista in questa storia che scommette su una visione del mondo interpretata proprio dall'amico dell'uomo a quattro zampe, con un segreto che affonda le radici nella leggenda mongola - Dal 7 Novembre
(The Art of Racing in the Rain; USA 2019; Dramedy; 109'; Produz.: Original Film, Starbucks Entertainment, Universal Pictures; Distribuz.: 20th Century Fox)
Titolo in lingua originale:
The Art of Racing in the Rain
Anno di produzione:
2019
Anno di uscita:
2019
Regia: Simon Curtis
Sceneggiatura:
Mark Bomback
Soggetto: Trasposizione cinematografica del best seller L'arte di correre sotto la pioggia scritto da Garth Stein (in Italia edito da Edizioni Piemme).
Secondo una leggenda mongola i cani osservandoci si preparano a reincarnarsi nella vita successiva in un essere umano. È questo il principio guida del libro e poi del film dove il delizioso quadrupede osserva e partecipa alle attività del suo umano, il pilota da corsa Denny interpretato da Milo Ventimiglia. Il film segue gli alti e i bassi di una vita come tante: Denny conosce Eve, ossia Avery che ha il volto e il talento di Amanda Seyfried. Si sposano, hanno una figlia, poi arriva la malattia insieme alle sconfitte e alle vittorie. Insomma la vita.
In dettaglio:
È la storia del pilota da corsa Danny (Milo Ventimiglia), raccontata con gli occhi del suo cane, il Golden Retriever Enzo. Tra i due è stato subito feeling. Sin da cucciolo, Enzo ha imparato le lezioni di vita del suo proprietario, vivendo passo dopo passo accanto a lui; lo ha visto correre in pista, insegnare a nuovi piloti e innamorarsi di Eva (Amanda Seyfried). Enzo è il migliore amico, il compagno ideale e il testimone di nozze di Danny, i due insieme hanno affrontato le gioie e i dolori, cercando di sorridere sempre senza mai abbattersi.
Il cane è lì a ogni vittoria sul podio o quando Eva dà alla luce la piccola Zoe, la figlia di Danny, ma è anche un sostegno morale durante le sconfitte del suo padrone e in uno dei momenti più tragici della sua vita, quando l'uomo deve lottare con la malattia e la morte, che improvvisamente irrompono e destabilizzano la sua esistenza. Mentre Danny cerca di superare i tristi eventi e i conseguenti ostacoli, il suo fedele amico è sempre pronto, a suo modo, a ricordargli che non deve smettere di combattere. Rimanendo al suo fianco, Enzo lo porterà a credere di nuovo in se stesso, ma neanche una forte amicizia, come la loro, può durare per sempre...
Synopsis:
Through his bond with his owner, aspiring Formula One race car driver Denny, golden retriever Enzo learns that the techniques needed on the racetrack can also be used to successfully navigate the journey of life.
Dog lovers believe their canine family members understand language, comprehend events, have opinions, exude loyalty. In "The Art of Racing In The Rain", wise old dog Enzo Swift shares thoughts about the life experiences which prepared him to protect his family in times of greatest need
che si presentano come quadretti di vita quotidiana degli umani, più o meno accidentati, a cui assistono e partecipano emotivamente i pelosi di casa, entrati in scena fin da piccoli e cresciuti al fianco dei rispettivi padroni, nel bene e nel male delle loro esistenze. Non fa eccezione Attraverso i miei occhi - il titolo originale The Art of Racing in the Rain, l’arte di correre nella pioggia, è un po’ più profondo - di Simon Curtis (Marilyn, Woman in Gold, Vi presento Christopher Robin). E l’operazione di scomodare nomi forti come Kevin Costner, voce originale del cane Enzo protagonista - quella italiana è davvero pessima e se l’indicazione che rimanda all’indirizzo di Gigi Proietti fosse vera è davvero irriconoscibile - o Amanda Seyfried come interprete femminile protagonista, non salva una pellicola ‘telefonata’ come questa che nulla aggiunge e nulla toglie al preesistente di genere. Semmai scade al livello del
‘seminterrato’ per le sbandate strutturali che fanno barcollare l’impalcatura con un precario baricentro: mentre in ‘voice over’ si rimarca il prioritario punto di vista del cane, vi sono interi tratti in cui dominano le vicende di vita quotidiana degli umani tra drammi di salute, esistenziali e legali correlati. Tratti che la sciatta e tiepida recitazione, in linea con al regia, rende persino noiosi, più in linea con il piccolo che con il grande schermo.
Dispiace che non sia stato dato il respiro che meritava all’interessante registro della leggenda mongola, secondo la quale un cane, giunto alla fine del suo percorso esistenziale - solo chi ‘è pronto’ - può reincarnarsi in un umano e mettere in pratica tutto ciò che ha imparato. Del resto, le riflessioni in ‘voice over’ del cane Enzo, hanno già un’impronta spiccatamente umana, persino nella sensibilità , in grado di apprezzare e di desiderare l’ebbrezza della corsa automobilistica da
Formula 1, sulla scia del suo padrone Danny (Milo Ventimiglia), forte proprio nelle gare sotto la pioggia. Nell’italianissima Maranello, cuore della Ferrari, si assesta poi un finalino declinato alla stregua di ‘post it’, di analoga fattura a quello del suddetto Qua la zampa!. Insomma, forse ai bambini Attraverso i miei occhi potrà anche piacere, gli adulti potrebbero restare con il desiderio di qualcosa di più ‘nutriente’. E, ad ogni modo, come spesso succede, il cane resta il protagonista migliore, anche quando le riprese non lo valorizzano come meriterebbe.
Perle di sceneggiatura
Enzo: "In mezzo a un mucchio di cuccioli, un groviglio di zampette e codine, ha scelto me. Sarà stato il destino, la fortuna, ma l'unica cosa che sapevo è che ero il cane fatto per lui!"
Eva (Amanda Seyfried): "Non sono proprio un amante dei cani"
Danny (Milo Ventimiglia): "È più una persona che un cane!"
Enzo: "Danny era affascinato dal suo aspetto, probabilmente faceva il bagno tutti i giorni!"
Eva: "Fissa sempre le persone in quel modo?"
Danny: "Se gli piacciono, sì!"
Enzo: "I migliori piloti non pensano al futuro o al passato, i migliori piloti si concentrano solo sul presente! Nessuno sa quali ostacoli la vita ti metterà davanti, ma se un pilota ha il coraggio di crearsi la propria strada, la pioggia resterà semplicemente pioggia. Ma ora l'unica cosa che voglio è un ultimo giro!"