Un Sci-Fi per Tom Hanks - RECENSIONE - Dal 5 Novembre su Apple TV+
"All’inizio mi ha incuriosito la vita precaria e misteriosa di Finch. Poi ci si rende conto che è l’unico tizio rimasto a St. Louis, la sua lotta quotidiana è tra vita e morte, sopravvivenza e perdita. Sembra un’ambientazione fantascientifica familiare, ma appena il cane entra in scena capisci che è qualcosa di diverso. Manca il cinismo di questo tipo di film, non ci sono zombie assassini, motociclisti sanguinari, guerrieri rinnegati che violentano tutte le donne e mangiano tutti i bambini. Questa è la storia di un uomo a cui non importa di null’altro al mondo se non del suo cane. Da attore molto egoista, il mio è l’unico personaggio del film, a parte il cane e il robot. Favoloso, no?"
L'attore Tom Hanks
(Finch (già 'BIOS'); REGNO UNITO/USA 2020; Dramma Sci-Fi; 115'; Produz.: Amblin Partners, Dutch Angle, ImageMovers, Misher Films; Distribuz.: Apple TV+)
Cast: Tom Hanks (Finch) Caleb Landry Jones (Jeff) Samira Wiley (Weaver) Laura Harrier (Linda) Skeet Ulrich (Sam) Marie Wagenman (Figlia) (Flashback) Lora Martinez-Cunningham (Madre) (Flashback) Oscar Avila (Camionsta) (Flashback) Emily Jones (Sistema di allarme) (Voce) Seamus (Goodyear)
Musica: Gustavo Santaolalla
Costumi: Kurt e Bart
Scenografia: Tom Meyer
Fotografia: Jo Willems
Montaggio: Tim Porter
Effetti Speciali: Burt Dalton (supervisore)
Makeup: Linda Dowds (direzione); Jon Shroyer (per Tom Hanks)
Casting: Leslee Feldman
Scheda film aggiornata al:
02 Dicembre 2021
Sinossi:
In breve:
Su una terra post-apocalittica, un robot, costruito per proteggere la vita del suo amato cane morente, apprende la vita, l'amore, l'amicizia e cosa significa essere umano.
Short Synopsis:
On a post-apocalyptic earth, a robot, built to protect the life of his dying creator's beloved dog, learns about life, love, friendship and what it means to be human
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“La fame ha reso gli uomini assassini, ma ha reso me un codardo, come puoi credere ancora in me?â€
Un robot con tanta umanità come quello costruito da Finch – lo straordinario Tom Hanks tradotto nel personaggio Finch che dà il titolo al film – allo scopo di prendersi cura del suo cane quando lui non ci sarà più, sarebbe il più prezioso alleato che ci si potrebbe augurare di avere in un contesto post-apocalittico come quello qui ricreato. Uno tra i tanti possibili su cui la cinematografia ci ha indottrinato fino ad oggi, tra cui Io sono leggenda, On the road, sul registro di porsi al riparo da condizioni ambientali avverse così come dagli umani resi disumani dalla fame. Se le tempeste di sabbia tipo tornado in Finch sembrano retaggio culturale acquisito - un ibrido tra Dune e Twister - sull’umanità dei robot, la lista dei riferimenti sarebbe infinita, con
Blade Runner e L’uomo bicentenario in testa. Non a caso in Finch si ribadiscono le regole fondamentali della robotica dettate letterariamente da Asimov, il padre elettivo della stessa fantascienza. Sono queste solo schegge, citazioni in pillole che alitano da dietro le quinte, per offrire tutta un’altra storia, a suo modo inedita: di amicizia profonda tra Finch/Hanks e il cane Goodyear, con una loro particolare storia pregressa, oltre che tra lo stesso Finch e il nuovo robot Jeff. Eppure qui, il regista britannico Miguel Sapochnik (il Sci Fi Repo Men, Il trono di spade per sei episodi), sembra affidarsi più agli umori leggeri che furono già propri dei battibecchi umoristici che hanno reso celebre il duetto di latta in Star Wars. Umori pronti d’altra parte ad addensarsi nella seconda parte su declivi persino melodrammatici. La selezione musicale, decisamente protagonista con il genere country da beat generation, fa da apripista e costeggia
l’intero percorso, seguendo la mutevolezza degli umori, con un effetto d’insieme incredibilmente amabile ed armonico.
Una sorta di neo Cast Away on the road per Tom Hanks, che in Finch tratteggia un uomo sofferente, in prossimità della fine dei suoi giorni, di cui è talmente consapevole da creare ed iniziare all’apprendimento degli elementi essenziali alla sopravvivenza e alla protezione del cane, questa sua nuova creazione ‘mecca’. Un robot esteticamente basico, ma funzionale a rispondere allo scopo. Ed è proprio dalle fasi di questo processo di apprendimento, costruito anche su storie esemplificative non sempre comprese dal robot Jeff in prima battuta, che il film si avvantaggia, guadagnando in profondità , pur scegliendo il veicolo della commedia, profusa in divertenti gag. Jeff è una sorta di Pinocchio meccanico cui deve essere insegnato l’ABC della vita, e Finch il padre maestro che in Tom Hanks non poteva trovare figura più amabile. Nel relativamente breve
tempo a disposizione il trio di Finch/Hanks, il robot Jeff e il cane Goodyear daranno dunque vita ad una sorprendente interazione, miracolosamente umana, sempre più profonda. Ciò che è inevitabile si confermerà inevitabile, e ciò che potrà addivenire, magari sotto le arcate del leggendario ponte di San Francisco, tra il robot Jeff e il cane Goodyear, è giusto una storia annunciata, ancora tutta da scrivere. Ma sempre e comunque, per quanto possa suonare parodossale, di grande umanità .
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)