I recuperati di CelluloidPortraits - RECENSIONE - Nicolas Cage torna alla fantascienza dopo tredici anni da Segnali dal futuro (2009) - Uscito in Italia direttamente in Home Video 21 March 2018
(The Humanity Bureau; CANADA 2017; Avventura Sci-Fi; 95'; Produz.: Minds Eye Entertainment in associazione con Bridgegate Pictures e VMI Worldwide; Distribuz.: Minds Eye International)
In un futuro distopico, guerre, cambiamenti climatici e decisioni politiche hanno portato l'America al collasso. I semi crescono quasi raramente, l'acqua è per lo più inquinata e le persone sono obbligate a lavorare sodo per guadagnarsi da mangiare. In tale contesto, è nato uno speciale ufficio chiamato a determinare la produttività di una persona e a decidere di "deportare" altrove chi non è più utile alla società . Tra coloro che lavorano nell'ufficio vi è l'affidabile Noah Kross, che incappa presto nel caso di una contadina e del figlio adolescente e in un atto di insubordinazione che attira le attenzioni dei suoi superiori.
A dystopian thriller set in the year 2030 that sees the world in a permanent state of economic recession and facing serious environmental problems as a result of global warming
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Una nuova vita ti aspetta nel nuovo Edenâ€
Suona alquanto inquietante la prospettiva paventata da Rob W. King (Hungry Hills, Distorted, Tokyo Trial) in The Human Bureau (2030-Fuga per il futuro): alla luce di un'apocalisse ambientale dove non cresce più nulla sulla terra e dove tutto è contaminato, a cominciare dall’acqua, vengono organizzati dei ‘trasferimenti’ in una nuova area ‘protetta’ per tutte quelle persone improduttive o in qualche modo non autosufficienti. Ad occuparsi di questo controllo di stampo ‘totalitario’ è un ente governativo denominato per l’appunto ‘The Human Bureau’, dove alle improbabili ‘risorse umane’, come agente di assistenza sociale rigoroso ed imparziale, c’è il Noah Kross di Nicolas Cage. Il suo è un ruolo che ricorda in qualche modo il ‘cacciatore di replicanti’ di Blade Runner, vale a dire un ruolo ingrato che alla fine inizia a logorare qualcosa dentro anche al più integerrimo degli ‘agenti’. Ma al dipartimento nulla sfugge
e persino Kross/Cage è inconsapevolmente indagato e controllato sul suo operato.
a questa madre e a questo bambino. Mentre intanto affiora in flashback sempre lo stesso ricordo d'infanzia, appuntato sulla pesca estiva, quando ancora l'acqua del lago era presente e non contaminata: "quando ero piccolo, non vedevo l'ora che arrivasse l'estate"!
Ben presto risulta evidente che trattasi di ‘deportazione’ più che di ‘trasferimento’ e che mai il futuro è stato così dialogante con il passato: quello dei nazisti ‘selezionatori’ umani, espertissimi in deportazioni tanto quanto in morti forzate d’ufficio. Ecco, il 'The Human Bureau' non fa altro che mettere in pratica, con analoga modalità , quel che da sempre viene indicato come 'sterminio di massa'. Nessuno dice mai la verità e presenta sempre un paravento di bugie a sostegno dei propri crimini, a cui è quasi sempre impossibile sfuggire. Ma almeno al cinema, possiamo immaginare di avere una via di scampo per una fuga verso un futuro possibile, se non per tutti, almeno
per le nuove generazioni. E’ una sorta di obbligo morale che nel film prende corpo e anima proprio con il personaggio di Nicolas Cage, il quale, a distanza di tredici anni dall’affascinante Segnali dal futuro (2009) di Alex Proyas, ha pensato bene di cogliere l'occasione per rituffarsi in un altro apprezzabile ruolo di fantascienza. Un Sci-Fi ‘ammiccante’ dunque, che vive un presente precario e, malauguratamente sotto il controllo di pochi - quelli sbagliati che mentono dicendo che ‘andrà tutto bene’ - mentre guarda ad un futuro prossimo, bloccato da radici ben piantate nel passato. Chi ha orecchie per intendere intenda!
Ma davvero in queste condizioni la fuga sarà possibile? Una cosa è certa: "Non puoi uccidere milioni di persone e pensare di farla franca". Nella libera scelta occorre saper discernere quale che sia la parte giusta della Storia, evitando di trovarsi da quella sbagliata. Ma, soprattutto, indipendentemente da quel che
accade, occorre saper discernere qual è la sponda moralmente inattaccabile. L'unica a cui ogni essere umano con una coscienza, per dirsi tale, dovrebbe pensare di potersi aggrappare, sempre e comunque!