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    SE SON ROSE

    RECENSIONE - Dal 29 Novembre

    "... una figlia quindicenne vede che il padre ha tirato i remi in barca per quanto riguarda i sentimenti e gli chiede, come fanno le figlie di quell’età in piena tempesta ormonale, il perché e il per come le sue ex, tra le quali anche sua mamma, non gli fossero andate bene. E il padre le risponde, tanto per tagliare corto, che lui ora è cambiato e che se tornasse indietro... A quel punto la figlia prende il suo telefono e dopo aver rintracciato le sue dieci ex manda a tutte lo stesso messaggio: 'Sono cambiato, riproviamoci!'. Di queste dieci quattro rispondono al messaggio. Ritrovare questi quattro personaggi equivale a ritrovare e rivivere i motivi per cui ci si lascia, motivi fondamentali che si ripetono da millenni, e cioè: la noia, la litigiosità, i grandi cambiamenti, la gelosia e tradimento... Nella prima pagina della sceneggiatura, scritta insieme a Filippo Bologna, campeggia una frase: 'Una storia quasi vera'. C’è un errore o almeno una debolezza: quel 'quasi'. E’ una storia 'quasi' completamente autobiografica! A cinquant’anni mi sono regalato un 'punto della situazione'. Dopo aver frequentato le commedie sentimentali, dove arrivava una bellezza eccezionale, con i due che si rinchiudevano dentro una casa e un finale alla 'E vissero felici e contenti', ho aggiunto un punto interrogativo: 'Saranno davvero felici e contenti..?' E adesso, dopo i cinquanta, dopo una figlia meravigliosa e dopo molte storie finite a 'ramengo', ho raccontato una cosa che conosco perfettamente: quelli che dopo tre anni, non riescono a fare la maratona del matrimonio, perché partono con le infradito e non con le scarpe da ginnastica. Una storia su quelli che alla partenza dicono 'Funzionerà tutto..!' e che dopo nemmeno tre anni 'Sbrang', gli si spezzano anche le infradito e rimangono scalzi. Sul tema c’è un famoso libro che io sostengo: 'L’amore dura tre anni' di Frédéric Beigbeder. E adesso, che ho superato i 50, l’amore non mi dura più tre anni, ma solo tre mesi, a volte neanche tre ore"
    Il regista, co-sceneggoatore e attore Leonardo Pieraccioni

    (Se son rose; ITALIA 2018; Commedia; 90'; Produz.: Levante; Distribuz.: Medusa Film)

    Locandina italiana Se son rose

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Se son rose

    Titolo in lingua originale: Se son rose

    Anno di produzione: 2018

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Leonardo Pieraccioni

    Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni e Filippo Bologna

    Cast: Leonardo Pieraccioni (Leonardo)
    Michela Andreozzi (Angelica)
    Elena Cucci (Ginora) (48)
    Caterina Murino (Benedetta)
    Claudia Pandolfi (Fabiola)
    Gabriella Pession (Elettra)
    Mariasole Pollio (Yolanda)
    Antonia Truppo (Fioretta)
    Nunzia Schiano (Signora Coscia)
    Sergio Pierattini (Monsignore)
    Gianluca Guidi (Fabio)

    Musica: Gianluca Sibaldi

    Costumi: Claudio Cordaro

    Scenografia: Francesco Frigeri

    Fotografia: Fabrizio Lucci

    Montaggio: Patrizio Marone

    Makeup: Antonella Negri (trucco); Rosario Adaldo (parrucco)

    Casting: Barbara Giordani

    Scheda film aggiornata al: 07 Gennaio 2019

    Sinossi:

    Cosa succederebbe se qualcuno mandasse di nascosto alle tue ex dal tuo cellulare: "Sono cambiato. Riproviamoci!"...? E' quello che accade a Leonardo Giustini (Leonardo Pieraccioni), un giornalista che si occupa di tecnologia ed innovazione per il web. Sua figlia, stanca di vedere il padre campione di una rincorsa al disimpegno, decide di mandare il fatale messaggino.

    E come zombie usciti dalle tombe dell'amore, alcune delle ex incredibilmente rispondono all'accorato appello e quella che era nata come l'innocua provocazione di un'adolescente si trasforma in una macchina del tempo. Per Leonardo, barricato nel fortino delle sue pigre certezze tra divano, involtini primavera e computer, sarà un emozionante e divertente viaggio nel passato e nel presente.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    L’ultima volta di Leonardo!

    Si chiude il ciclo della commedia sentimentale per Leonardo Pieraccioni, almeno stando a quanto dichiarato pochi giorni fa:

    “Ci incontriamo a 23 anni dalla prima volta - 'I Laureati', diretto e interpretato nel 1995 - e capisco che devo chiudere la commedia sentimentale, considero questo film il primo film della seconda serie, dove il primo era 'I Laureati'. Ho raccontato i dubbi dei vissero felici e contenti, a 50 anni ho raccontato come gli ‘evi-tanti’, descritti nel libro L’amore dura tre anni, chi prende coscienza che non ce la fa più a correre la maratona dell’amore. Chi ha tirato i remi in barca e complice la figlia che lo sprona a riprendersi la vita e vuole fargli riprendere l’amore infinito. L’amore della figlia è quello che avrà tutta la vita. Sono convinto che per fare arrivare il pubblico, bisogna alzare il copioneâ€.

    Collocandosi naturalmente nella dimensione di chiudere

    un ciclo, viene di conseguenza fare il punto della situazione. E per farlo Pieraccioni si sceglie come alter ego un giornalista web per il quale non si prende neppure la briga di cambiare nome. Leonardo lui, Leonardo il suo personaggio. Il che gode anche di una certa coerenza perché Se son rose rischia di essere la commedia sentimentale più autobiografica che Pieraccioni abbia mai architettato, forte della sua irrinunciabile aura dialettale fiorentina, e di gag che la maturità gli ha consentito di irrobustire, almeno un po’, rispetto alla debolezza costituzionale delle sue commedie negli ultimi anni.
    Il ticchettio dei tasti sul computer risuona nell’aria sui titoli di testa, insieme a tutta una serie di suppellettili tra cui spicca la targa ‘Premio Giornalismo Indro Montanelli’, prima che il nostro Leonardo faccia il suo ingresso in carne ed ossa – più carne che ossa - con l’aria stropicciata e l’indole impigrita

    di chi preferisce lasciare la macchinetta del caffè dentro la scatola - regalo abbandonato al suo destino! - piuttosto che farne buon uso. E’ quando Leonardo scrive la parola “fineâ€, sulla scia di “un occhio nero e cinque rose rosseâ€, che è pronto ad avviare il racconto della sua storia, con un trionfale “ma andiamo per ordineâ€. E il suo ordine è inversamente proporzionale al disordine della sua esistenza: lo si vede in fila ad una mensa per poveri semplicemente perché deve recensire la qualità del cibo, in modo da promuovere il servizio. Lo impone l’epoca del mercato dei ‘followers’ e delle ‘App’. Nessuno nella realtà ci riempie la pancia ma evidentemente il Leonardo di Leonardo si. Padre divorziato, il suo Leonardo arriva sesto anche ai ringraziamenti del compleanno della figlia quindicenne Yolanda (Mariasole Pollio), eppure questa si preoccupa del fatto che il padre abbia ‘tirato i remi in barca’

    soprattutto sul piano affettivo, dopo che anche la madre Fabiola (Claudia Pandolfi) è andata a rimpinguare le file dello stuolo di ex.

    In una commedia come questa nessuno si provi a spaccare il capello in quattro della logica a tutti i costi, altrimenti tutto crolla come un ‘castello’ di carte alla prima folata di vento, ma se ci si lascia trascinare dalla corrente, c’è la possibilità che ci si faccia qualche sana risata in più rispetto al recente passato. Il movente è debole d’accordo: la figlia si procura nomi e indirizzi mail delle ex del padre e invia l’ammiccante messaggino “sono cambiato, riproviamociâ€. Le risposte fuori tempo massimo delle ex, dopo ben dieci anni, in quanto a plausibilità non fanno di meglio ma, facciamo finta che e… ci ritroviamo di fronte a motivi comici che suonano pure piacevolmente familiari. Del resto, facendo il punto della situazione, Pieraccioni deve aver

    trovato normale dare una sbirciatina anche nel proprio passato cinematografico. Difatti non mancano certi motivi di ritorno. A cominciare dalle domande sull’amore rivolte a persone anziane con rodata esperienza in materia - il ‘nonno’ de Il ciclone, la vecchia coppia della finestra di fronte in Fuochi d’artificio - di cui ora a raccoglie il testimone la vegliarda signora Coscia, vicina di casa, incarnata da Nunzia Schiano. E poi, chi non ricorda, ancora in Fuochi d’artificio, la carrellata di ragazze in una sorta di ‘red carpet’ di caratteri da cui fuggire chiedendo velocemente ‘Il contoooo!!!’ al ristorante? Si direbbe che la rozzacchiotta che amava le tinche abbia fatto da apripista all’attuale Fioretta di Antonia Truppo, in fase di cambio del sesso (“due anni di ormoni cambierebbero anche il PD†parole sue!). Qui in Se son rose, la carrellata viene invece scandita da didascalie che identificano nome e periodo di relazione con

    la ex in questione. Così, una ad una, le ex sfilano in un revival ritornante mentre si apprestano ad accendere la miccia comica in un variopinto e fantasioso caleidoscopio di gag e tragicomiche situazioni maturate nel frattempo nel corso del decennio.

    Il Leonardo di Leonardo è sempre più confuso e impacciato, abbrancato ad una sceneggiatura che, scritta a quattro mani con Filippo Bologna, sembra però tenere a sufficienza in solidità, senza aver la pretesa di giocare con la sorpresa. Perché sappiamo bene da quando entra in campo, chi è colei che la spunterà con il Leonardo, alla fine pronto a riprovarci davvero. E a dispetto del fatto che l’unico amore altro, davvero indistruttibile e incondizionato, è quello di babbo Leonardo con la figlia, ragazzina tradotta ‘bambina’ negli occhi e nel cuore (laddove entra in campo la figlia Martina della vita reale di Pieraccioni). Unico registro autenticamente ancorato alla realtà, di

    contro a tutta una serie di esagerazioni ‘fiction’ in cui rientra la dimensione della ‘famiglia allargata’ e l’improbabile amicizia di Leonardo con il nuovo marito della ex madre della figlia. Se son rose alla fine, fa davvero il punto della situazione in fatto di rapporti affettivi, una volta che si è varcata per la seconda volta la soglia degli ‘anta’. E per farlo ha chiesto pure un simpatico cameo a Vincenzo Salemme. Ci si chiede solo, con una certa ansia, quale futuro cinematografico abbia in serbo per se stesso e per il suo pubblico Leonardo Pieraccioni da qui in avanti, fuori dai denti della commedia sentimentale ma, forse - ci si augura - ancora entro i ranghi di quella simpatica fiorentinità che, verace, continua a scorrergli nelle vene.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)






    trailer:



    clip 'Leonardo e Yolanda':



    clip 'Leonardo e la Signora Coscia':



    clip 'Leonardo ed Elettra':



    clip 'Leonardo e Angelica':



    clip 'Leonardo e Ginora':



    clip 'Leonardo e Fabiola':



    clip 'Leonardo e Siri':



    backstage del film:

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di SE SON ROSE

    Links:

    • Leonardo Pieraccioni (Regista)

    • Leonardo Pieraccioni

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    Galleria Video:

    Se son rose - trailer

    Se son rose - clip 'Leonardo e Angelica'

    Se son rose - clip 'Leonardo ed Elettra'

    Se son rose - clip 'Leonardo e la Signora Coscia'

    Se son rose - clip 'Leonardo e Yolanda'

    Se son rose - clip 'Leonardo e Ginora'

    Se son rose - clip 'Leonardo e Fabiola'

    Se son rose - clip 'Leonardo e Siri'

    Se son rose - Backstage del film

    Se son rose - Backstage del poster del nuovo film di Leonardo Pieraccioni

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