Soggetto: Preliminaria - Il genere poliziesco pop:
Diretto e sceneggiato da David Robert Mitchell, Under the Silver Lake racconta la storia di Sam, un trentatreenne di Los Angeles che, senza lavoro, sogna la celebrità . Quando Sarah, una giovane ed enigmatica vicina, scompare improvvisamente, Sam inizia le sua personale ricerca e intraprende un'ossessiva indagine surreale per tutta la città . Sarà così che si immergerà nelle profondità della Città degli Angeli, dove troverà chiarimenti su sparizioni e misteriosi omicidi muovendosi tra scandali e cospirazioni.
Cast: Andrew Garfield (Sam) Riley Keough (Sarah) Topher Grace (Amico di Sam) Callie Hernandez (Millicent Sevence) Don McManus (Uomo nella capanna) Jeremy Bobb (Compositore) Riki Lindhome (Attrice) Zosia Mamet (Troy) Patrick Fischler (Autore di 'Under the Silver Lake') Jimmi Simpson (Allen) Grace Van Patten (Ragazza palloncino) Bobbi Salvör Menuez (1ª Stella Cadente) Rex Linn (Padrone di casa) Luke Baines (Jesus) Sydney Sweeney (2ª Stella Cadente) Cast completo
David Yow (Re dei senzatetto) Summer Bishil (Ex-ragazza di Sam) Sibongile Mlambo (Coinquilina bionda)
Musica: Rich Vreeland
Costumi: Caroline Eselin
Scenografia: Michael Perry
Fotografia: Mike Gioulakis
Montaggio: Julio C. Perez IV
Makeup: Doniella Davy (direttrice); Vicky Chan; Jessica deBen Polish, Mara Rouse, Mike Smithson e Ellen Vieira
Silver Lake, Los Angeles, estate 2011. Privo di uno scopo nella vita e in procinto di essere sfrattato, il 33enne Sam passa le giornate ad analizzare vecchie canzoni e puntate di giochi a premi per scoprirvi i codici e i messaggi che ritiene siano celati in tutte le forme della cultura popolare e destinati a chi controlla il mondo in segreto.
Grazie a un complottista, Sam identifica il simbolo a casa di Sarah come un codice dei senzatetto che sta per «fa' silenzio»: l'uomo, che vive serrato in casa circondato da videocamere di sicurezza nascoste, gli illustra anche la leggenda urbana del Bacio del Gufo, un'assassina sovrannaturale con una maschera. Sam scopre che la hit del momento, Turning Teeth, dovrebbe contenere un messaggio segreto e di un servizio di sex work a domicilio con aspiranti attrici in cui Sarah era coinvolta, venendo a sapere da una di loro della villa di un ricco compositore di canzoni a cui è proibito l'accesso. Sam riesce a decifrare il codice e ottiene un messaggio che gli dice di andare all'Osservatorio Griffith, toccare il busto di James Dean e aspettare sotto la statua di Isaac Newton.
Il busto di James Dean e il Monumento agli Astronomi all'Osservatorio Griffith.
A man becomes obsessed with the strange circumstances of a billionaire mogul's murder and the kidnapping of a girl
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Esordito con un cortometraggio Virgin (2002) e con all’attivo appena due film, come la commedia drammatica The Myth of the American Sleepover (2010) e l’horror It Follows (2014), il regista e sceneggiatore David Robert Mitchell approda ora al neo-noir Under the Silver Lake (2018) - presentato al 71° Festival del Cinema di Cannes e al momento ancora inedito in Italia - con il quale sembra proseguire la linfa stilistica ‘indipendente’ dalla pretesa autoriale. Ma, al di là delle manie di citazionismo e del mix di generi incastonati in un frequente cambio di rotta, eletto peraltro a punto di forza, il film, dall’eccessiva durata, approda solo ad una storia visionaria ad effetto, in cui non si disdegna certo lo splatter più grasso e succulento, dove sperma, sesso, droghe e una pseudo spiritualità , la fanno da padrone. Murarsi ‘vivi’ con delle escort in attesa della cosiddetta ‘ascendenza’ sembrerebbe una derivata ispirazione dai
Faraoni dell’Antico Egitto e alle loro concubine!? Mah!
A ‘colorire’ ancor più l’eccentrico soggetto concorrono poi musiche, testi di canzoni, arte, riviste porno in cui ricercare codici misteriosi, ma anche - e si direbbe, soprattutto - ‘fumetti’ in bianco e nero in grado di animarsi sul grande schermo nella soggettiva del protagonista Sam (Andrew Garfield): uno sbandato che, mentre sogna una vita da celebrità , sul tipo di TV e cinema, millanta alla madre un lavoro inesistente, da sostanziale scansafatiche, abusivo di un appartamento di cui non paga l’affitto, salvo andarsene in giro con una mustang niente male. Ma si sa, l’America è il Paese delle contraddizioni, più che delle opportunità ! E poi occhieggiano un cantante di nome Jesus con le sue squinzie, in un traslucido cangiante quadretto in odore di ‘setta’, tra esibizioni su invito - un biscotto drogato per l’occasione - ed altre cosucce, come la faccenda che aleggia
dall’inizio del film e che si appunta su certi presunti assassini di cani, in incognito a Los Angeles. E non solo cani, vista la sparizione di un noto miliardario e della vicina di casa Sarah (Riley Keough), personaggio insulso, anonimo e strumentale alla pseudo-uccisione. Sorvoliamo sull’invasione delle puzzole, sulla teoria relativa ai coyote, sul re dei senzatetto, e via discorrendo. D’altra parte, la trama è riportata in dettaglio su wikipedia e nella scheda film su questo stesso sito.
Ora, lo so che dovremmo essere obiettivi ed analizzare il tutto con il dovuto distacco e spirito critico aperto sulle larghe vedute, ma proprio non sono riuscita ad apprezzare il prodotto. E al di là del sedicente messaggio - che solo in parte è anche vero! - secondo cui la nostra vita sarebbe un mix di scelte pilotate da altri, ovvero dai ricchi, tramite un linguaggio codificato troneggiante ovunque - pubblicità più o
meno esplicita, arte, musica, fumetti, riviste etc. etc., di cui sopra, appunto - l’intero film esprime ben poco e per di più in forma abbastanza delirante, tanto quanto il protagonista. Altro che ricerca di una vita significativa! Altro che analisi critica alla cultura pop!