RECENSIONE - VINCITORE di 2 Golden Globes 2018: 'Miglior Film' (Musical o commedia) e 'Miglior Attrice in un Musical o Commedia' (Saoirse Ronan) - Dal 1° Marzo
Makeup: Jacqueline Knowlton (direttrice); James Freitas
Casting: Heidi Griffiths, Allison Jones, Toni Staniewicz e Jordan Thaler
Scheda film aggiornata al:
03 Aprile 2018
Sinossi:
Lady Bird è il sofisticato, ricercatissimo soprannome che l'adolescente Christine MacPherson (Saoirse Ronan) sceglie per se stessa. Nata e cresciuta a Sacramento, in California, Christine sogna di trasferirsi in una grande città cosmopolita della costa orientale (“o nel luogo in cui gli scrittori si appartano nei boschiâ€) per frequentare una prestigiosa università dove vivere avventure e scovare opportunità a ogni angolo. Giunta all'ultimo anno di liceo, la sua domanda di ammissione al college è povera di crediti extracurriculari, così per accedere al corso di studi dei suoi sogni, la diciassettenne è costretta a iscriversi al club teatrale del suo liceo. Animata da un incontenibile spirito di ribellione, una dispettosa indole anarchica e un'ambizione sfrenata che sogna di appagare lontano da casa, Christine scoprirà nel teatro un posto accogliente, un luogo dove incontrare nuovi amici e fare nuove esperienze; un rifugio dal rapporto complicato con la madre ipercritica e affettuosa, che vorrebbe che sua figlia diventasse “la migliore versione di se stessaâ€, e da un padre rimasto da poco disoccupato. Il giorno della partenza si avvicina, ma l'eccentrica Christine ha ora l'opportunità di esplorare le tappe dell'adolescenza che ha sempre rimandato: le mascalzonate, i balli scolastici, i primi amori.
Synopsis:
In 2002, an artistically inclined seventeen-year-old girl comes of age in Sacramento, California.
Christine "Lady Bird" MacPherson is a high school senior from the "wrong side of the tracks." She longs for adventure, sophistication, and opportunity, but finds none of that in her Sacramento Catholic high school. LADY BIRD follows the title character's senior year in high school, including her first romance, her participation in the school play, and most importantly, her applying for college
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Chiunque parli di edonismo in California non ha mai passato un Natale a Sacramento". E' la 'voice over' di 'Lady Bird'. Uno sguardo già verso il college - mentre conclude l'high School con la religione cattolica d'ordinanza e coltiva il teatro per integrare i crediti - l'amica del cuore sempre al suo fianco, gli ormoni al galoppo, e tanta rabbia in corpo. In primis con il luogo di origine. Sacramento, per l'appunto. La East Coast, New York, sono il miraggio, così come lo sono le belle case, le belle cose, i bei ragazzi. Insomma, talmente protesa verso un auspicabile 'salto di qualità ' nella vita in generale da rinnegare persino il proprio nome: Christine McPherson. E a Christine 'Lady Bird' McPherson dà volto e anima più che convincenti Saoirse Ronan (Espiazione, Amabili resti, Hanna, Brooklyn), cresciuta in tutti i sensi ormai, e matura abbastanza da esprimere il profondo sentimento dell'attrice Greta
Gerwig (Lo stravagante mondo di Greenberg, Frances Ha, Mistress America citando solo le collaborazioni con il regista Noah Baumbach), qui al suo debutto alla regia in quello che sembra essere il suo film più personale, se non del tutto autobiografico, anche scritto oltre che diretto. Autobiografico non tanto per la precisione degli eventi quanto per il sentimento generale che alimenta Lady Bird, una sorta di romanza di formazione giovanile, che d'altra parte riesce a spingersi abbastanza oltre da aprire interessanti scorci sui legami affettivi così come su quelli sociali. Apprezzati evidentemente anche ai piani alti che hanno assegnato a questo effervescente dramedy due Golden Globe: 'Miglior Film' (Musical o commedia) e 'Miglior Attrice in un Musical o Commedia' (Saoirse Ronan). Già interprete della giovane Violet in Damsels in Distress - Ragazze allo sbando (2011) di Whit Stillman, la neo regista Greta Gerwig si direbbe nutrire particolare simpatia per i
'ritratti giovanili' in formazione, tornando così ora, in modo diverso, e con una responsabilità a tutto tondo, su analogo registro con la sua Lady Bird.
Non vi è alcun dubbio che gran parte dell'effetto empatico con il film lo si debba ad una solida sceneggiatura e allo show a tutto campo, o quasi, della prima protagonista: la lady bird di Saoirse Ronan. Una pentola in continua ebollizione sul costante fuoco, ipercritico, ma non per questo meno affettuoso, della madre Marion (Laurie Metcalf). Lady bird dà l'impressione di vivere la quotidianità familiare come una combattente in trincea. E in effetti è un pò così. Ma non ci dimentichiamo che fondamentalmente Lady Bird è un'adolescente, e che l'animo ribelle più o meno anarchico lo si può riscontrare, per un verso o per un altro, in molte altre adolescenti. E non solo di Sacramento. Chi, andando indietro nel tempo, scavando nella cornucopia dei ricordi
più antichi della propria adolescenza, non ritrova almeno qualche scheggia, di empatica affinità con Lady Bird?! Chi non ha mai provato, per un motivo o per l'altro, quell'analogo, incontenibile spirito di ribellione?! Chi non ha mai provato la febbre del sogno da ambizione verso qualcosa?! Un'identità ancora tutta da costruire, a parte l'incontrovertibile verità delle proprie radici.
Ma verrà il momento, anche per Lady Bird, dopo varie esperienze, su più livelli e registri, per lo più deludenti, in cui non avrà più alcuna necessità di rinnegare se stessa, le sue origini e gli affetti, cui si riscoprirà legata a filo doppio. Lady Bird, alla fine, propone un percorso che condivide una pagina esistenziale a portata universale, mentre oltrepassa le singole deviazioni personali che ciascuno ha senz'altro imboccato nella propria vita. Compreso il legame indissolubile e fortissimo tra figli e genitori, di solito in particolar modo con la madre. Legame che,
al di là del più ostinato negazionismo, sopravvive sopra ogni cosa e che riaffiora da qualsiasi marasma. A Sacramento e in ogni dove. E la telefonata di 'Lady Bird' si direbbe il miglior finale che la Gerwig potesse regalare a questa sua personalissima pellicola. Un finale che tutti noi possiamo idealmente e interiormente condividere.