Sniffa e fotti, sniffa e fotti, sniffa e fotti, sniffa e fotti... che prima o poi arrivi a 'Lui'. Si, 'Lui Lui'
Se Loro 1 di Paolo Sorrentino potrà recuperare (se non integralmente almeno in parte) una sua dignità cinematografica potrà dirlo solo il secondo atto del 10 Maggio, quando è atteso al cinema Loro 2. La speranza è che dopo una litanìa - a tratti insopportabile e oltremodo tediosa - dello 'sniffa e fotti' il viatico di 'Loro' verso 'Lui', animato da 'un via vai di zoccole', una volta raggiunta la meta si concluda, concedendo allo spettatore un soggiorno un pò più lungo con Lui. Voglio dire, abbiamo visto e sopportato abbastanza su quei 'Loro' e abbiamo poco più che intravisto 'Lui'. Si, 'Lui, Lui', come lo chiamano per l'appunto quei 'loro' che bramano arrivare al suo cospetto, entrare a far parte della sua corte e servirsi dei suoi festini
'orgiaioli' per mettere a segno qualche affare, qualche appalto coi fiocchi. Diciamo che dell'impasto 'corruzione' e 'politica' che sarebbe andato in scena in Loro 1 avevamo già sentito l'odore prima ancora che arrivasse in forno. Quel che non potevamo immaginare invece, è che il primo protagonista non fosse il 'Lui Lui' di 'Loro'. Il mattatore e regista del malaffare - molto più simile ad un vero e proprio magnaccia, 'leccaculo' per interesse piuttosto che ad un affarista, è in effetti quel Sergio Morra così ben inquadrato - sorprendentemente - da Riccardo Scamarcio. Una sorta di tirapiedi di 'Loro' che guarda ardentemente verso il braciere illuminato del 'Lui lui'. Il Morra di Scamarcio è l'icona simbolica di quel fitto sottobosco che trama nei paraggi ma non a corte, aspirando ovviamente ad entrarvi prima o poi, attirando la di 'Lui' attenzione. Un pò come le api con il miele. Se metti sotto
il naso delle api il miele vuoi che non ci si fiondino sopra? Trasponete la metafora nella sfera reale e avrete uno stuolo di mignotte giovani e di bell'aspetto - il tatuaggio sul di dietro di una di loro raffigurante la testa di 'Lui lui' ricorda un po' il timbro delle mucche - a dimenarsi su una barca o nella villa di fronte per attirare l'ape regina che è poi quella che conta. Ogni riferimento a Silvio Berlusconi è apertamente dichiarato, a dispetto del giochino illogico delle didascalie d'inizio, che chiama a propria discolpa la finzione artistica. La stessa contraddizione in termini ribadita dalla massima a seguire "Tutto documentato, tutto arbitrario". Citazione dallo scrittore Giorgio Manganelli.
Ma quel che non potevamo immaginare davvero, è che l'80% della tenzone filmica si combattesse a colpi di 'figa' e 'coca', in tutte le salse, fino alla nausea. Un parterre degno dei più arditi gironi
infernali danteschi, paradossalmente con un suo 'dio', il cui nome deriva dal risibile particolare che 'sa perdonare'. Conoscerete questo 'dio' in una disgustosa sequenza con altrettanto disgustosi preliminari in nome dell'appagamento sessuale. Variante più variante meno, sempre in tema con il mantra di Loro 1: 'sniffa e fotti' che prima o poi arriva il 'papi'. Intanto che scavalchi qualche Ministro arrapato e arrivista già in odore di collasso su se stesso - come una gelatina che frana al violento sbattere di una porta - ancor prima di incassare il colpo di grazia inferto con melliflua e sarcastica gentilezza da 'Lui Lui'. 'Lui Lui', il potere assoluto fatto persona nella 'macchietta' che di Silvio Berlusconi dipinge il beffardo Toni Servillo, quasi un attore feticcio di Paolo Sorrentino: Loro arriva dopo Il divo e La grande bellezza. Di un certo interesse, in punta di banale lentezza tanto quanto il sarcasmo dello script,
le sequenze con il nipote, con il ministro Santino Recchia di Fabrizio Bentivoglio e con un calciatore tanto appetibile da tentarne - tentandolo - l'acquisto per la squadra del Milan.
altre, ma la più raffinata è indubbiamente messa a punto proprio nella metafora dell'allegorico prologo. La dice lunga - in una forma artistica questa si da manuale e degna del miglior Sorrentino - quel primissimo piano di pecora dormiente che apre gli occhi, entra in villa mentre il suo sguardo fissa la tv in cui va in onda una trasmissione a quiz con tanto di valletta svampita dalla gestualità monocorde. Uno sguardo altalenante tra il condizionatore e la tv. Prestate bene attenzione a quel che succede e poi mi dite! C'è n'è dunque per gli italiani, pecore narcotizzate dalla televisione dei quiz - tanto per fare un iconico esempio che si ripete per ribadire che viene offerta sempre la solita 'frittura' - e anche per la buon'anima di Mike Buongiorno.
Così della 'grande bellezza' stilistica ed artistica che abbiamo ammirato nelle ultime opere di Paolo Sorrentino in Loro 1 c'è
fluttuare la macchina da presa all'interno ogni baraccone di sesso per il sesso allestito per l'occasione. Le famose 'olgettine' qui lievitano in una irritante 'orgia no stop' con sempre più fantasiose varianti sul tema: devo ammettere che l'aragosta non mi sarebbe mai venuta in mente! E che dire di una certa telefonata ricevuta da Kira (Kasia Smutniak) mentre è in compagnia di Morra/Scamarcio?
A tratti Sorrentino sembra percepire lo sbigottimento annoiato dello spettatore italiano non propriamente convertito alla religione degli ovini - qualche italiano sano e ben sveglio di mente, e ancora integrale della sua specie ci sarà pure rimasto, caro Paolo, che dici?! - e allora si ricorda di quel che è in grado di fare sul piano artistico. E non si dice del teatrino in maschera in cui compare anche Massimo d'Alema. Meno male che ogni tanto Sorrentino ha spruzzato qualche ossigenante elisir di umorismo! Prova ne è
- non dell'umorismo ma del tocco artistico - il collegamento diretto che dall'incidente di un camionista nel tentativo di schivare un sorcio in mezzo alla strada, innesta, cavalcando un lungo ralenti, con la sequenza della pioggia di ecstasy, mentre intanto compare un medico che ne spiega il processo di causa ed effetto in mezzo ad una marea di festanti fanciulle più o meno svestite. Ecco uno tra i più brillanti brani di cinematografia degni del miglior Sorrentino. Se poi ci aggiungiamo la battuta dello 'smandibolamento', allora è il massimo! In attesa del secondo atto, restate connessi. Ne riparliamo dopo il 10 maggio.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)