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    LORO 1

    RECENSIONE - Toni Servillo è Silvio Berlusconi nel biopic 'immaginifico' di Paolo Sorrentino - Dal 24 Aprile

    "'Loro', diviso in due parti, è un racconto di finzione, in costume, che narra di fatti verosimili o inventati, in Italia, tra il 2006 e il 2010. Attraverso una composita costellazione di personaggi, Loro ambisce a tratteggiare, per squarci o intuizioni, un momento storico definitivamente chiuso che, in una visione molto sintetica delle cose, potrebbe definirsi amorale, decadente, ma straordinariamente vitale. E 'Loro' ambisce altresì a raccontare alcuni italiani, nuovi e antichi al contempo. Anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa: un uomo di nome Silvio Berlusconi. Questi italiani, ai miei occhi, contengono una contraddizione: sono prevedibili ma indecifrabili. Una contraddizione che è un mistero. Un mistero nostrano di cui il film prova a occuparsi, senza emettere giudizi. Mosso solo da una volontà di comprendere, e adottando un tono che oggi, giustamente, viene considerato rivoluzionario. Il tono della tenerezza. Ma ecco che appare un altro italiano. Silvio Berlusconi. Così come l’ho immaginato. Il racconto dell’uomo, innanzitutto, e in modo solo marginale del politico. Si potrebbe obiettare che si sa molto non solo del politico, ma anche dell’uomo. Io ne dubito. Un uomo è, per quanto mi riguarda, il risultato dei suoi sentimenti più che la somma biografica dei fatti. Quindi, all’interno di questa storia, la scelta dei fatti da raccontare non segue un principio di rilevanza dettata dalla cronaca di quei giorni, ma insegue unicamente il fine di provare a scavare, a tentoni, nella coscienza dell’uomo. Dunque, quali sono i sentimenti che muovono le giornate di Silvio Berlusconi in quegli anni? Quali le emozioni, le paure, le delusioni di quest’uomo nell’affrontare eventi che sembrano montagne? Questo, per me, è un altro mistero di cui si occupa il film. Gli uomini di potere di generazioni precedenti a quella di Berlusconi erano altri misteri, perché erano inavvicinabili. Un tempo si parlava, si ricorderà, di disincarnazione del potere. Silvio Berlusconi, invece, è probabilmente il primo uomo di potere a essere un mistero avvicinabile. È sempre stato un infaticabile narratore di se stesso, valga come esempio sommo il fotoromanzo Una storia italiana che spedì a tutti gli italiani nel 2001, e anche per questa ragione è inevitabilmente diventato un simbolo. E un simbolo, a differenza di un comune essere umano, è una proprietà comune. E dunque, in questo senso, rappresenta anche una parte di tutti gli italiani. Ma, naturalmente, Silvio Berlusconi è molto altro. E non è facile esprimere una sintesi. Per questo devo chiedere aiuto a chi è molto più bravo di me: Hemingway. In 'Fiesta', Hemingway scrive: 'Non c’è nessuno che vive la propria vita sino in fondo, eccetto i toreri'. Ecco, parafrasando, forse l’immagine più compendiaria che si può avere di Silvio Berlusconi è questa: un torero".
    Il regista e co-sceneggiatore Paolo Sorrentino

    (Loro 1; ITALIA/FRANCIA 2018; Biopic; 104'; Produz.: Indigo Film/Pathé/France 2 Cinéma; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Loro 1

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    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: Loro 1

    Titolo in lingua originale: Loro 1

    Anno di produzione: 2018

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Paolo Sorrentino

    Sceneggiatura: Paolo Sorrentino e Umberto Contarello

    Cast: Toni Servillo (Silvio Berlusconi)
    Elena Sofia Ricci (Veronica Lario)
    Riccardo Scamarcio (Sergio Morra)
    Kasia Smutniak (Kira)
    Euridice Axén (Tamara)
    Fabrizio Bentivoglio (Santino Recchia)
    Roberto De Francesco (Fabrizio Sala)
    Dario Cantarelli (Paolo Spagnolo)
    Anna Bonaiuto (Cupa Caiafa)
    Giovanni Esposito (Mariano)
    Ugo Pagliai (Mike Bongiorno)
    Ricky Memphis (Riccardo Pasta)
    Duccio Camerini (Rocco Barbaro)
    Yann Gael (Michel Martinez)
    Alice Pagani (Stella)
    Cast completo

    Musica: Lele Marchitelli

    Costumi: Luca Canfora e Carlo Poggioli

    Scenografia: Stefania Cella

    Fotografia: Luca Bigazzi

    Montaggio: Cristiano Travaglioli

    Effetti Speciali: Fabio Traversari (supervisore)

    Makeup: Katia Sisto

    Casting: Annamaria Sambucco

    Scheda film aggiornata al: 12 Giugno 2018

    Sinossi:

    In breve:

    Un film sulla vita di Silvio Berlusconi.

    Short Synopsis:

    A film about the life of Silvio Berlusconi

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Sniffa e fotti, sniffa e fotti, sniffa e fotti, sniffa e fotti... che prima o poi arrivi a 'Lui'. Si, 'Lui Lui'

    Se Loro 1 di Paolo Sorrentino potrà recuperare (se non integralmente almeno in parte) una sua dignità cinematografica potrà dirlo solo il secondo atto del 10 Maggio, quando è atteso al cinema Loro 2. La speranza è che dopo una litanìa - a tratti insopportabile e oltremodo tediosa - dello 'sniffa e fotti' il viatico di 'Loro' verso 'Lui', animato da 'un via vai di zoccole', una volta raggiunta la meta si concluda, concedendo allo spettatore un soggiorno un pò più lungo con Lui. Voglio dire, abbiamo visto e sopportato abbastanza su quei 'Loro' e abbiamo poco più che intravisto 'Lui'. Si, 'Lui, Lui', come lo chiamano per l'appunto quei 'loro' che bramano arrivare al suo cospetto, entrare a far parte della sua corte e servirsi dei suoi festini

    'orgiaioli' per mettere a segno qualche affare, qualche appalto coi fiocchi. Diciamo che dell'impasto 'corruzione' e 'politica' che sarebbe andato in scena in Loro 1 avevamo già sentito l'odore prima ancora che arrivasse in forno. Quel che non potevamo immaginare invece, è che il primo protagonista non fosse il 'Lui Lui' di 'Loro'. Il mattatore e regista del malaffare - molto più simile ad un vero e proprio magnaccia, 'leccaculo' per interesse piuttosto che ad un affarista, è in effetti quel Sergio Morra così ben inquadrato - sorprendentemente - da Riccardo Scamarcio. Una sorta di tirapiedi di 'Loro' che guarda ardentemente verso il braciere illuminato del 'Lui lui'. Il Morra di Scamarcio è l'icona simbolica di quel fitto sottobosco che trama nei paraggi ma non a corte, aspirando ovviamente ad entrarvi prima o poi, attirando la di 'Lui' attenzione. Un pò come le api con il miele. Se metti sotto

    il naso delle api il miele vuoi che non ci si fiondino sopra? Trasponete la metafora nella sfera reale e avrete uno stuolo di mignotte giovani e di bell'aspetto - il tatuaggio sul di dietro di una di loro raffigurante la testa di 'Lui lui' ricorda un po' il timbro delle mucche - a dimenarsi su una barca o nella villa di fronte per attirare l'ape regina che è poi quella che conta. Ogni riferimento a Silvio Berlusconi è apertamente dichiarato, a dispetto del giochino illogico delle didascalie d'inizio, che chiama a propria discolpa la finzione artistica. La stessa contraddizione in termini ribadita dalla massima a seguire "Tutto documentato, tutto arbitrario". Citazione dallo scrittore Giorgio Manganelli.

    Ma quel che non potevamo immaginare davvero, è che l'80% della tenzone filmica si combattesse a colpi di 'figa' e 'coca', in tutte le salse, fino alla nausea. Un parterre degno dei più arditi gironi

    infernali danteschi, paradossalmente con un suo 'dio', il cui nome deriva dal risibile particolare che 'sa perdonare'. Conoscerete questo 'dio' in una disgustosa sequenza con altrettanto disgustosi preliminari in nome dell'appagamento sessuale. Variante più variante meno, sempre in tema con il mantra di Loro 1: 'sniffa e fotti' che prima o poi arriva il 'papi'. Intanto che scavalchi qualche Ministro arrapato e arrivista già in odore di collasso su se stesso - come una gelatina che frana al violento sbattere di una porta - ancor prima di incassare il colpo di grazia inferto con melliflua e sarcastica gentilezza da 'Lui Lui'. 'Lui Lui', il potere assoluto fatto persona nella 'macchietta' che di Silvio Berlusconi dipinge il beffardo Toni Servillo, quasi un attore feticcio di Paolo Sorrentino: Loro arriva dopo Il divo e La grande bellezza. Di un certo interesse, in punta di banale lentezza tanto quanto il sarcasmo dello script,

    le sequenze con il nipote, con il ministro Santino Recchia di Fabrizio Bentivoglio e con un calciatore tanto appetibile da tentarne - tentandolo - l'acquisto per la squadra del Milan.

    Così, senza peli sulla lingua, mi permetto in tutta onestà di affermare, dal mio modestissimo punto di vista, che in questo Loro 1 di memorabile incontriamo tutto il prologo prima del titolo e qualche altro passaggio che richiama i migliori tratteggi artistici di Paolo Sorrentino. Il resto, che poi è tutto il corpo centrale del film, è quasi da dimenticare! Almeno preso a se stante. E questo è importante ribadirlo. Perché in un quadro più ampio la 'sozzura' ad oltranza potrebbe ritrovare un suo senso ed un suo equilibrio. Ci auguriamo che nel secondo atto Sorrentino si riallacci piuttosto agli umori dell'ultimo scampolo di film in cui, dopo una curiosa prima apparizione in veste 'odalisca' con tanto di trucco e

    parrucco, il Silvio di Servillo guadagna spazio e dimensione di un protagonismo a tutto campo che va ad includere la sfera intima familiare. E' qui che incontriamo la Veronica Lario di Elena Sofia Ricci, depressa e capricciosa (che si atteggia ad intellettuale leggendo José Saramago) mentre il povero Silvio, a dir la verità un tantino riluttante e super annoiato, tenta di riconquistare l'affetto della moglie. Ed è qui che entra in scena pure Fabio Concato con la sua Domenica bestiale, in punta di un romanticismo da quattro soldi più risibile - vedi la scena del diamante - che convincente. Più interessante sembra invece una certa frase di lei all'indirizzo di lui ma non solo: "potrai darla a bere agli italiani ma non a me che ti conosco da 26 anni". E badate bene che questa battutaccia ben assestata non è l'unica che Sorrentino invia all'indirizzo degli italiani. Ve ne sono

    altre, ma la più raffinata è indubbiamente messa a punto proprio nella metafora dell'allegorico prologo. La dice lunga - in una forma artistica questa si da manuale e degna del miglior Sorrentino - quel primissimo piano di pecora dormiente che apre gli occhi, entra in villa mentre il suo sguardo fissa la tv in cui va in onda una trasmissione a quiz con tanto di valletta svampita dalla gestualità monocorde. Uno sguardo altalenante tra il condizionatore e la tv. Prestate bene attenzione a quel che succede e poi mi dite! C'è n'è dunque per gli italiani, pecore narcotizzate dalla televisione dei quiz - tanto per fare un iconico esempio che si ripete per ribadire che viene offerta sempre la solita 'frittura' - e anche per la buon'anima di Mike Buongiorno.

    Così della 'grande bellezza' stilistica ed artistica che abbiamo ammirato nelle ultime opere di Paolo Sorrentino in Loro 1 c'è

    solo qualche fugace comparsa. Che Paolo Sorrentino non fosse Stanley Kubrick avremmo potuto ben supporlo. E a dir la verità neppure i fratelli Coen che Sorrentino cita amabilmente qua e là. La classe non è acqua, però il senso artistico a tratti sofisticato, non necessariamente elegante, non fa difetto neppure a Paolo Sorrentino. Perciò dispiace davvero molto di questa caduta di stile sull'altare delle volgarità ad oltranza e della ripresa, ahimè insistita e compiaciuta, su uno stesso registro. Verrebbe da rispondere con la battuta di Dorothy Boyd (Renée Zellweger) rivolta a Jerry (Tom Cruise) nel film di Jerry Maguire di Cameron Crowe: "mi avevi già convinta al ciao". Quel che voglio dire è che non c'era alcun bisogno di sprecare tutto il tempo a disposizione del primo atto in simil malo modo! Avevamo capito abbastanza già con la prima sequenza di gommone e barca, si poteva perciò evitare di far

    fluttuare la macchina da presa all'interno ogni baraccone di sesso per il sesso allestito per l'occasione. Le famose 'olgettine' qui lievitano in una irritante 'orgia no stop' con sempre più fantasiose varianti sul tema: devo ammettere che l'aragosta non mi sarebbe mai venuta in mente! E che dire di una certa telefonata ricevuta da Kira (Kasia Smutniak) mentre è in compagnia di Morra/Scamarcio?

    A tratti Sorrentino sembra percepire lo sbigottimento annoiato dello spettatore italiano non propriamente convertito alla religione degli ovini - qualche italiano sano e ben sveglio di mente, e ancora integrale della sua specie ci sarà pure rimasto, caro Paolo, che dici?! - e allora si ricorda di quel che è in grado di fare sul piano artistico. E non si dice del teatrino in maschera in cui compare anche Massimo d'Alema. Meno male che ogni tanto Sorrentino ha spruzzato qualche ossigenante elisir di umorismo! Prova ne è

    - non dell'umorismo ma del tocco artistico - il collegamento diretto che dall'incidente di un camionista nel tentativo di schivare un sorcio in mezzo alla strada, innesta, cavalcando un lungo ralenti, con la sequenza della pioggia di ecstasy, mentre intanto compare un medico che ne spiega il processo di causa ed effetto in mezzo ad una marea di festanti fanciulle più o meno svestite. Ecco uno tra i più brillanti brani di cinematografia degni del miglior Sorrentino. Se poi ci aggiungiamo la battuta dello 'smandibolamento', allora è il massimo! In attesa del secondo atto, restate connessi. Ne riparliamo dopo il 10 maggio.

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)







    clip 'Tu mi resisteresti?':



    clip 'La telefonata':

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di LORO 1

    Links:

    • Paolo Sorrentino (Regista)

    • Michela Cescon

    • Anna Bonaiuto

    • Kasia Smutniak

    • Riccardo Scamarcio

    • Roberto Herlitzka

    • Toni Servillo

    • Elena Sofia Ricci

    • Ricky Memphis

    • Euridice Axén

    1 | 2

    Galleria Video:

    Loro 1 - trailer

    Loro 1 - trailer 2

    Loro 1 - clip 'Tu mi resisteresti?'

    Loro 1 - clip 'La telefonata'

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