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    LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE

    RECENSIONE - Nel nuovo film di Woody Allen per la prima volta anche Kate Winslet, affiancata da Justin Timberlake e Juno Temple. L'ultima di una lunga serie di pellicole dedicate alle meraviglie di Coney Island e alle scintillanti attrazioni lungo il litorale - Dal 14 Dicembre

    (Wonder Wheel; USA 2017; Drammatico; 101'; Produz.: Amazon Studios/Gravier Productions; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana La ruota delle meraviglie

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    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: La ruota delle meraviglie

    Titolo in lingua originale: Wonder Wheel

    Anno di produzione: 2017

    Anno di uscita: 2017

    Regia: Woody Allen

    Sceneggiatura: Woody Allen

    Cast: Kate Winslet (Ginny)
    Juno Temple (Carolina)
    Justin Timberlake (Mickey Rubin)
    Debi Mazar (attrice)
    Geneva Carr (Mary)
    Jim Belushi (Humpty)
    Max Casella (Ryan)
    Tony Sirico (Angelo)
    Steve Schirripa (Nick)
    Jack Gore (Richie)
    David Krumholtz (Jake)

    Costumi: Suzy Benzinger

    Scenografia: Santo Loquasto

    Fotografia: Vittorio Storaro

    Montaggio: Alisa Lepselter

    Effetti Speciali: Mark Vicidomini

    Makeup: Stacey Panepinto (direzione)

    Casting: Patricia Kerrigan DiCerto

    Scheda film aggiornata al: 22 Gennaio 2018

    Sinossi:

    In breve:

    Anni Cinquanta: New York, Coney Island. Tra fragili speranze e nuovi sogni, le vite di quattro personaggi si intrecciano nel frenetico mondo del parco divertimenti: Ginny (Kate Winslet), ex attrice malinconica ed emotivamente instabile che lavora come cameriera; Humpty (Jim Belushi), il rozzo marito di Ginny, manovratore di giostre; Mickey (Justin Timberlake), un bagnino di bell'aspetto che sogna di diventare scrittore; Carolina (Juno Temple), la figlia che Humpty non ha visto per molto tempo e che ora è costretta a nascondersi nell'appartamento del padre per sfuggire ad alcuni gangster.

    Short Synopsis:

    Plot unknown. Described as a period drama set in New York in the 1950s

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Woody Allen non inventa nulla di nuovo. La ricetta è sempre la stessa. Consolidata e frutto del personale compiacimento degli ingredienti preferiti. Più o meno sempre gli stessi ogni anno, via via impastati in una storia diversa. Almeno quella! Altrimenti i film di Woody Allen finirebbero per restare indigesti. Perché il caro Woody snocciola un nuovo film, commedia o dramedy che sia, puntualmente ogni anno, e di solito pesca nelle profondità del grande pozzo dell'amore, delle relazioni di coppia, con o senza amanti al seguito, con tutti gli annessi e connessi che fantasia e vita gli offrono sul piatto di portata. Stesse musiche, stesse passioni, di cui si argomenta nella stessa sceneggiatura di ogni suo film, dal jazz (in cui lo stesso Allen ama dilettarsi nei brevi intermezzi che si concede di allontanarsi dal cinema), al cinema appunto, sull'onda di venature nostalgiche di struggente romanticismo, dei tempi che furono. E

    poi c'è spesso il racconto in prima persona di uno dei protagonisti principali, prima in voce fuori campo, e poi, sguardo dritto in macchina, rivolto allo spettatore (Basta che funzioni, 2009 docet). Personaggio e attore che altri non rappresenta se non l'alter ego, il portavoce del regista. Woody lo sa bene, lo spettatore che da anni gli accorda fiducia lo sa altrettanto bene. E buona salute a tutti. Una spruzzata di sarcasmo ed ironia sulla leccornia appena sfornata e... 'bon appétit!'

    Così se d'altra parte Wonder Wheel (La ruota delle meraviglie) funziona alla grande, è più merito dell'immensità degli interpreti che della regia, ultra navigata su una 'pista di pattinaggio' di cui si direbbe un habitué. Ironia e sarcasmo questa volta fanno da apripista già fin dal titolo - per una volta perfettamente allineato all'originale nella traduzione italiana - con cui si vuole identificare il simbolo climax - la ruota delle

    meraviglie, appunto - del parco dei divertimenti al Coney Island negli anni Cinquanta. L'epoca di riferimento è un'altra delle predilezioni alleniane insieme agli anni Trenta e Quaranta. Vale a dire il glorioso e memorabile passato culturale ed artistico cui poter guardare con nostalgico rimpianto. Beh! Non si può certo dire che le vite dei quattro personaggi che si intrecciano nell'aura frenetica e fracassona di quel parco di divertimenti sia in tema con La ruota delle meraviglie del titolo, sovrastante un'enorme spiaggia a postazioni multiple, sempre affollatissima a meno che non faccia brutto tempo. Le loro vite odorano di melodramma fin dalle prime sequenze, introdotte da un narratore in voce fuori campo prima di comparire come personaggio nella opportuna mise da bagnino che il ruolo richiede. A conti fatti, narratore e personaggio fanno staffetta per tutto il percorso alternandosi rispettivamente in un ruolo assolutamente unificato e complementare.

    Ogni riferimento al teatro non

    è puramente casuale. Anzi, è virtuosisticamente corteggiato ed ardentemente voluto. Eppure, come se non fosse già chiaramente evidente dal numero risicato di personaggi e dall'unica location, Allen trova opportuno ribadirlo tramite il narratore e personaggio di cui sopra che risponde al nome di Mickey Rubin (Justin Timberlake) che, dopo se stesso, introduce la prima protagonista dicendo, per l'appunto come a teatro, "Entra in scena Carolina". E Carolina ha tutta la freschezza di una giovane donna dalle bionde chiome cui presta volto e anima Juno Temple. La pecorella smarrita che dopo aver sposato un gangster (*) ed essersi assuefatta a tutta la bella vita che il denaro sporco ha potuto regalarle, adesso, come il figliol prodigo, minacciata di morte e tallonata dal suo stesso sposo e dai suoi scagnozzi, torna alla casa paterna con la coda tra le gambe. Ma la prima persona che incontra in un locale del posto è

    la cameriera dimessa e affaticata dai modi alquanto bruschi, il rimpianto di una carriera da attrice mancata e mai dimenticata: vale a dire la Ginny di Kate Winslet, qui letteralmente strepitosa su ogni svariato registro che ruolo e storia le offrono, tanto da tornire un corpo forte e solido come un pilastro di granito a tutto il film. Le dà man salda suo marito Humpty, oltre che padre di Carolina (figlia della prima defunta moglie), personaggio con cui Jim Belushi sa farsi il rustico baluardo di una ruspante interpretazione. Un arrivo imprevisto - Carolina e il padre non si parlavano da 5 anni proprio a causa di quel matrimonio sbagliato in partenza - in odore di drammatiche conseguenze.

    Una famigliola improvvisamente allargata con guai in vista quando ne aveva già abbastanza: il figlio di Jinny con la manìa di appiccare il fuoco in ogni dove, inanella una dimostrazione dopo l'altra

    mettendo in apprensione, se si oltrepassa il divertimento causato dall'assurdità delle situazioni, persino lo spettatore, figurarsi sua madre! Il ragazzino non manca neppure occasione di marinare la scuola per andare al cinema. Il cinema nel cinema, il cinema che parla di cinema, di scrittura, di autori degni di questo nome, mentre nel frattempo si indaga sulla complessità delle relazioni sentimentali, con tutta l'assurda portata di comportamenti, scelte ed impreviste reazioni ad effetto domino. Ogni occasione è buona per Woody Allen per lasciar trasudare liberamente tutta la sua ardente passione per questo mezzo di comunicazione, questa branca d'arte che, quando vuole, è in grado di inglobare tutte le arti sotto il medesimo tetto. Compresa la splendida e particolarmente curata fotografia di Vittorio Storaro, qui bilanciata su tonalità solari, calde ed avvolgenti finché non mutano in irrorazioni azzurrine più fredde. Quel che si dice, una tavolozza per umori ed eventi. Un'arte intramontabile,

    dall'irresistibile fascino 'antico', quello sempre verde ricordato in ogni suo film. E anche se non è proprio a portata di mano, la scusa per porgere nuovamente la sua dichiarazione d'amore nei confronti del cinema e di tutto ciò che porta su quella strada, Woody Allen se la cerca. E state pur certi che riesce ogni volta a trovare i complici migliori sulla piazza.

    (*) Italiano naturalmente! Che anche Allen, come già Kenneth Branagh, abbia qualche problema con il made in Italy?! D'altra parte ama alla follia Venezia, ma qui è una questione d'arte non di popolo! E poi, chi non ama Venezia?!

    Pressbook:

    Pressbook Completo in Italiano de LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE

    Links:

    • Woody Allen (Regista)

    • Kate Winslet

    • Juno Temple

    • Justin Timberlake

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