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    BENVENUTI A MARWEN

    RECENSIONE - Steve Carell perde la memoria per Robert Zemeckis andando a ritrarre la storia unica di Mark Hogancamp, raccontata nel documentario Marwencol del 2010, in cui il protagonista di una drammatica aggressione deve ricorrere all'immaginazione artistica per ripristinare lo spirito perduto insieme con l'identità - Dal 10 Gennaio

    "La cosa interessante della storia di Mark è che ha usato action figures e miniature tipo Barbie per creare un intero mondo che ha poi fotografato. Guardando il documentario, mi sono reso conto che Mark raccontava delle elaborate storie che legavano una foto all'altra. Ed è stata questa la cosa che mi ha ispirato a farne un lungometraggio. In un film, quelle storie potevano essere cucite insieme in modo che non dovessero essere raccontate dall'artista. Avremmo potuto assistere alle varie vicende mentre si svolgevano, proprio come accadeva nella mente di Mark. Ho capito che sarebbe stata una cosa di grande impatto e e che avremmo potuto realizzare il tutto in un modo assolutamente innovativo ed originale... Questa volontà è inerente in noi tutti; è un tema universale. E sebbene potremmo non dover lottare così duramente come ha fatto Mark, tutti comprendiamo il bisogno di guarire emotivamente. Lui aveva bisogno di esprimere ciò che lo stava consumando, di porre fine a quel periodo della sua vita e di andare oltre. Questo è proprio uno degli scopi dell'arte. Lui ha utilizzato le fotografie, e io riesco a relazionarmi molto facilmente con questo tipo di processo catartico. Tutti comprendono il potere curativo dell'arte e della possibilità di servirsene per esprimere i propri sentimenti. Sia che si canti in un coro in chiesa, si scarabocchi su un foglio o che si curi un giardino, si tratta sempre di un processo creativo. Ci dedichiamo a questo tipo di attività per poter elaborare alcune cose della vita che sono estremamente complicate e che non riusciamo a comprendere"
    Il regista e co-sceneggiatore Robert Zemeckis

    "Volevo recuperarla - la mia immaginazione - perché mi rendevo conto che la mia mente era un motore a otto cilindri che in quel momento funziona solo con uno. Così ho pensato che per riaverla com'era, avrei costruito un mio bar. Perché ho sempre desiderato averne uno. E allora l'ho costruito ... e poi sembrava strano lì da solo, quindi ho costruito altri edifici per tenergli compagnia"
    Mark Hogancamp nel suo libro Welcome to Marwencol

    (The Women of Marwen; USA 2018; Drammatico; 116'; Produz.: DreamWorks, ImageMovers, Universal Pictures; Distribuz.: Universal Pictures Italia)

    Locandina italiana Benvenuti a Marwen

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    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: Benvenuti a Marwen

    Titolo in lingua originale: The Women of Marwen

    Anno di produzione: 2018

    Anno di uscita: 2019

    Regia: Robert Zemeckis

    Sceneggiatura: Robert Zemeckis e Caroline Thompson

    Soggetto: La Universal descrive il progetto come "la storia vera della battaglia di un uomo 'interrotto' che scopre come l'immaginazione artistica possa ripristinare lo spirito umano"

    Basato sul documentario Marwencol del 2010 che racconta la storia unica di Mark Hogancamp (a sua volta autore del libro Welcome to Marvencol) e il modo in cui ha affrontato la grave perdita di memoria che ha subito dopo essere stato attaccato e picchiato da un gruppo di adolescenti. Hogancamp trascorse nove giorni in coma e quando riemerse, non aveva memoria della sua vita precedente. Come forma di terapia, ha iniziato a costruire il modello su scala da 1 a 6 di un villaggio belga della seconda guerra mondiale nel suo cortile, pieno di figure fatte ad immagine di sé con i suoi amici.

    Cast: Steve Carell (Mark Hogancamp)
    Diane Kruger (Deja Thoris)
    Leslie Mann (Nicol)
    Eiza González (Caralala)
    Leslie Zemeckis (Suzette)
    Gwendoline Christie (Anna)
    Merritt Wever (Roberta)
    Janelle Monáe (GI Julie)
    Siobhan Williams (Elsa)
    Neil Jackson (Kurt)
    Falk Hentschel (Hauptsturmführer Ludwig Topf)
    Matt O'Leary (Benz)
    Stefanie von Pfetten (Wendy)
    Matthew Kevin Anderson (Sean)
    Veena Sood (Martha Harter)

    Musica: Alan Silvestri

    Costumi: Joanna Johnston

    Scenografia: Stefan Dechant

    Fotografia: C. Kim Miles

    Montaggio: Jeremiah O'Driscoll

    Makeup: Ve Neill (direzione)

    Casting: Scot Boland e Victoria Burrows

    Scheda film aggiornata al: 24 Gennaio 2019

    Sinossi:

    Quando un gruppo di uomini una sera picchia selvaggiamente Mark Hogancamp (Steve Carell) riducendolo in fin di vita e cancellando tutti i suoi ricordi, nessuno si aspetta che l'uomo si riprenda. Ma Mark, mettendo insieme pezzi della sua vecchia e nuova vita, costruisce meticolosamente in miniatura una mitica città belga, Marwen, nella quale può assumere l'identità del capitano Hogie, un pilota di arei da combattimento della seconda guerra mondiale. Qui, a Marwen, Mark può essere un eroe, combattere i suoi nemici e contare sui suoi amici. Mentre costruisce un'installazione artistica strabiliante, popolata da personaggi in miniatura incredibilmente realistici - un omaggio alle donne più forti che conosce - trae dal suo mondo fantastico la forza di cui ha bisogno per trionfare nel mondo reale.

    Short Synopsis:

    A victim of a brutal attack finds a unique and beautiful therapeutic outlet to help him through his recovery process. Universal describes the project as a 'true story of one broken man's fight as he discovers how artistic imagination can restore the human spirit'

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    "Il trionfo dello spirito umano e del potere curativo dell'arte"

    E’ un’azione aerea in piena regola nel cuore della Seconda Guerra Mondiale a dare avvio ad una delle storie più incredibili eppure vera. E lì per lì ci si domanda se si tratta di una fiction di realtà o se siamo già nel mondo ricreato ad arte da Mark Hogancamp, il protagonista con una particolarissima vicenda alle spalle che Robert Zemeckis porta ora sul grande schermo. Ed è perché anche i limiti e confini tra realtà vera e il mondo di finzione che Mark si è creato e scelto come rifugio per salvarsi e non impazzire, non sono poi così distinti. E’ con estrema sensibilità e dovizia tecnica che Robert Zemeckis ha trattato questo suo nuovo, eccentrico soggetto. E il film non poteva che avviarsi in questo modo, sull’onda del riscatto vitale di Mark, partendo proprio da quel mondo ‘fantastico’ ricreato

    ad arte che per molti anni per lui ha finito per risultare dominante. La chiave di salvezza per cercare di sfuggire - ancor prima di metabolizzare - ad un trauma di quelli che non si ricordano solo perché la gravità è stata tale da toglierne memoria. Un pestaggio a sangue come quello subito da Mark Hogancamp, arrivando ad un passo dalla morte, è per l’appunto di quelli che ti tolgono tutto, o quasi. Se si pensa che il nostro protagonista era un bravissimo disegnatore e fumettista e che dopo quel tragico evento le sue capacità si sono ridotte alla firma, pure malferma, si può facilmente immaginare di cosa si sia trattato. Evento che, d’altra parte, in svariati modi, rivisti e riletti con l’occhio dell’arte che tutto rielabora e ricrea, compare in acuminate schegge anche nel film, per darne un’idea piuttosto chiara. Il perché Zemeckis abbia iniziato dal mondo ricreato di

    Marwen (che sta per ‘Mark + Wendy’ prima di diventare ‘Marwencol’, includendo ‘Nicol’), sta tutto in un paio di scarpe da donna col tacco. Non capita tutti i giorni di vedere un capitano come Hogie, il ‘doll avatar’ pilota di guerra di Mark, in tenuta militare di tutto punto ad eccezione delle scarpe, da donna e con il tacco alto, appunto, rubate da una valigia nazista giacché aveva bruciate le sue durante l’incidente aereo. Incidente che lo conduce in bocca al peggiore dei suoi incubi: i nazisti! Sempre loro!

    La mente disturbata del vero Mark che nel film rivive anima e corpo con uno straordinario e sempre più versatile Steve Carell - contemporaneamente al cinema anche nei panni del politico Donald Rumsfeld in Vice-L’uomo nell’ombra di Adam McKay - rielabora il trauma ad arte incarnando le bestie criminali autrici del suo pestaggio, con i nazisti, i quali ripetono nel suo

    mondo di finzione l’operazione a suo danno, non appena lo vedono con quelle scarpe. Perché quella infausta sera, nella realtà, Mark, era abbastanza ubriaco da parlare della sua passione per le scarpe da donna - a suo avviso l’incarnazione della vera essenza femminile - e per questo motivo pestato a sangue e fatto oggetto elettivo di quel che di fatto rappresenta un ‘crimine d’odio’. E in questa storia le scarpe e le donne giocano un ruolo fondamentale, sia nella realtà che nella finzione. Una finzione d’altra parte altrettanto reale perché concretamente creata e oltremodo allusiva, sia pure in miniatura e con bambole. Ricreata per generare una sorta di telenovela ad episodi, o puntate che dir si voglia, con i momenti cruciali immortalati dalle fotografie artistiche di Mark. Foto che, da sole, sembrano ricreare un filo narrativo inequivocabile.

    Mark ha immaginato e ricreato in miniatura un Paese abbandonato in Belgio durante

    la II Guerra Mondiale, per l’appunto Marwen, ovvero Marwencol, enclave di fashion dolls e action figures, interpreti di coraggiose guerriere in squadra con il capitano Hogie, l’alter ego di Mark che, al contrario di lui, è forte e determinato pilota di guerra quasi sempre in azione per controbattere i nazisti, i cattivi che non muoiono mai. "Mi sento come se gli uomini mi avessero scacciato da questo mondo, così ho fatto delle donne il catalizzatore per la mia vendetta" avrebbe dichiarato il vero Hogancamp al “New York Times†nel 2015 e dunque è con loro, che condivide il suo mondo, reale e fittizio, incontrando comprensione, affetto e sincera solidarietà. L’unica donna senza corrispettivo nella realtà di Mark è la Deja Thoris di Diane Kruger, doll agghindata da strega, arpia dai modi zuccherini per abbindolare il povero Mark e tenerlo soggiogato, ad esempio, sotto l’effetto di farmaci antidolorifici, malgrado la sua

    viva consapevolezza di non doverne abusare. Una sorta di spirito maligno, di cattiva consigliera che difatti non tarderà a svelare la sua natura letale. Curioso che il colore del look azzurro-verdastro della doll Deja sia praticamente lo stesso delle pillole antidolore di Mark.

    Nella sua ‘traversata’, passando attraverso attacchi di panico di stampo autistico, visioni distorte che confondono realtà e fantasia, i suoi incontri reali con le donne del posto (inclusa la vicina Nicol di cui si innamora contraccambiato da sola amicizia), e le sue storie ricreate tra la popolazione miniata di Marwen, con le sue donne e i nazisti che spuntano ad ogni angolo (persino nella chiesa del centro), Mark si guadagna il grande giorno. E’ il giorno della sentenza in tribunale, perché giustizia sia finalmente fatta, ed è anche il giorno della mostra fotografica che celebra la cifra artistica del suo mondo miniato di fantasia. Il meritato premio

    di quindici anni di sofferto lavoro in cui l’artista Mark ha dato man mano forma ai suoi peggiori incubi, non senza le sue rinascite, fotografando le avventure, tradotte in vere e proprie installazioni visive, dei suoi eroi e dei suoi cattivi, sia pure di plastica. Bambole, simbolo artistico di una vita vera e sofferta a sufficienza.

    Robert Zemeckis lo racconta unendo performance capture e live action nel modo migliore, usando l’intermittente passaggio da una dimensione ad un’altra con estrema agevolezza tecnica, cercando di far entrare lo spettatore nella mente del protagonista, mentre prende significato il senso autentico di tutta la vicenda, vale a dire "il trionfo dello spirito umano e del potere curativo dell'arte". Trionfo cui hanno effettivamente contribuito, ispirandolo oltre che aiutandolo, tutte le donne reali poi anche ‘avatar’ protettrici nella città immaginaria del Mark Hogancamp di Steve Carell: dalla vicina compassionevole Nicol di Leslie Mann, alla negoziante di

    hobbistica Roberta di Merrit Wever, dalla collega Carlala di Eiza Gonzales, all’infermiera russa Anna di Gwendoline Christie, dalla Julie di Janelle Monae all’attrice di video per adulti Suzette di Leslie Zemeckis, tradotta in una doll partigiana sexy della Resistenza francese. Affascinato dalla storia di Mark Hogancamp nel 2010, quando ha visto in TV il documentario Marwencol sulla PBS, Zemeckis ha intessuto la fantasia alla fantasia e l’arte all’arte, giocando all’autocitazionismo e/o sui doppi sensi: in un camioncino campeggia la scritta Allied che è anche il titolo di un suo film - Allied-Un’ombra nascosta - la macchina del tempo in miniatura che sfreccia via verso la meta di un lontano futuro parla da sola di Ritorno al futuro, mentre le modalità della definitiva scomparsa dei nazisti con la stessa Deja radicano in precise sequenze di Indiana Jones. E potremmo continuare. Ma non vogliamo cadere nell’errore dello stesso Zemeckis che si è

    forse lasciato prendere la mano sulla capillarità con cui ha voluto sostare su certi registri ed interrelazioni, nella fitta alternanza tra persone vere e dolls, adagiandosi sugli allori delle dinamiche d’azione immaginate, lasciando che l’incubo dei nazisti ad oltranza diventasse anche il nostro.

    Secondo commento critico (a cura di )






    trailer ufficiale:



    clip 'Fuga dal tribunale':



    featurette 'L'immaginazione di Mark Hogancamp' (sub ITA):

    Perle di sceneggiatura

    Mark Hogancamp: "Sto costruendo un esercito di donne. Le donne governano il mondo. Siamo qui solo per tener loro compagnia"

    Altre voci dal set:

    Il produttore Steve Starkey:

    "Una storia come questa presenta un rischio enorme. Un percorso emozionale come quello di Mark Hogancamp è qualcosa che, sì, si può raccontare in un film. Ma entrare nel personaggio e provare ciò che lui prova e percorrere insieme a lui il suo lungo cammino - dal dolore e dalla sofferenza fino al riscatto e al ritorno alla vita - attraverso gli occhi delle miniature non sarebbe stato semplice. Era necessario appassionarsi ai vari personaggi e lasciarsi trasportare nel mondo di Mark per riuscire a provare quello che lui sta provando... Steve ha dato prova di tutte le sue straordinarie qualità di attore, incarnando alla perfezione la fragilità e la profondità di un personaggio così ferito. È in grado di far arrivare al pubblico quel personaggio e, allo stesso tempo, interpretare questa miniatura di eroe, Capitan Hogie, con la quale Mark gioca mentalmente. Può capitare di vedere un attore interpretare questo o quel ruolo, ma in quanti sono in grado di recitarli entrambi con la stessa bravura? Steve era uno dei pochi in grado di farlo"

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di BENVENUTI A MARWEN

    Links:

    • Robert Zemeckis (Regista)

    • Diane Kruger

    • Steve Carell

    • Leslie Mann

    • Eiza González

    • Benvenuti a Marwen (BLU-RAY + DVD)

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    Galleria Video:

    Benvenuti a Marwen - trailer

    Benvenuti a Marwen - trailer (versione originale) - The Women of Marwen

    Benvenuti a Marwen - clip 'Fuga dal tribunale'

    Benvenuti a Marwen - featurette 'L'immaginazione di Mark Hogancamp' (versione originale sottotitolata)

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