RECENSIONE - Dalla 14. Festa del Cinema di Roma - Sez. Alice nella CittĂ - Dalla Berlinale 2019 - sez. Panorama - Secondo lungometraggio come regista dell'attore Casey Affleck, dopo il mockumentary del 2010 Joaquin Phoenix - Io sono qui! - Dal 21 Novembre
"'Light of my Life' è la storia di un padre e una figlia, una storia post-pandemica, una storia tra lâuomo e la natura, una storia di invasione domestica, una storia di formazione, una fiaba. Ma soprattutto è una storia di amore genitoriale. Come film-maker, sono attratto dalle storie che mettono in risalto la nostra umanitĂ . La storia senza tempo di un genitore che si dedica a suo figlio, sopra ogni altra cosa, è quella che spero possa riguardare tutti in modo personale. Come padre di due figli, ho raccontato loro molte storie della buona notte. Ognuna, sebbene a volte ispirata a quella precedente, doveva essere inventata di sana pianta o rischiavo di essere criticato. Per mantenere le cose interessanti, iniziavo con nuovi personaggi in nuove situazioni impossibili e provavo a trovare per loro un percorso credibile verso una conclusione trionfante. 'Light of my Life' è una storia del genere. 'Light of my Life' è un film molto personale per me. Ho iniziato a scrivere questa storia un decennio fa. Con l'arrivo dei miei figli e l'esperienza dellâessere genitore, è cambiata. La storia che stavo raccontando è cambiata. Dopo aver divorziato, la
storia ha preso la sua forma definitiva. Nonostante tutta la fantascienza presente, questa è una storia sull'essere un genitore single, in lutto per la perdita della famiglia. Al centro di questo film c'è una bambina di 11 anni, una bambina in procinto di diventare una giovane adulta. L'altro personaggio principale è il padre, noto solo come 'Papà '. L'evento catastrofico che fa precipitare la nostra storia, un concetto fantascientifico, ha lo scopo di aumentare la posta in gioco di quel conflitto atavico e senza tempo tra genitore e figlio: il genitore vorrebbe proteggere e insegnare al figlio, ma il figlio vorrebbe difendersi e imparare da solo. Nel mondo rappresentato nel nostro film, dove la minaccia per la bambina è cosÏ grave, questo dramma universale diventa una questione di vita o di morte. Nel creare questo mondo, ero alle prese con tutte le innumerevoli e complesse preoccupazioni che condividono tutti i genitori. Come può un genitore capire che non può proteggere sua figlia da ogni pericolo del mondo, ma che il suo compito è prepararla a proteggere se stessa? Come può un genitore avere il coraggio di lasciar andare la propria figlia quando il pericolo è cosÏ costante e orribile?..."
Il regitsa, sceneggiatore e attore Casey Affleck
(Light of My Life; USA 2018; Drammatico; 119'; Produz.: Black Bear Pictures e Sea Change Media; Distribuz.: Notorious Pictures)
Soggetto: Preliminaria - Un dramma di sopravvivenza:
Light of my Life, debutto alla regia di Casey Affleck, basato sulla sua stessa sceneggiatura, combina un dramma di sopravvivenza, una storia per adulti e una potente metafora sulla genitorialitĂ , lasciando che la preoccupazione per un singolo figlio diventi al contempo plauso e speranza per una specie che sta affrontando le sue maggiori sfide. Come il padre - noto solo come "PapĂ ", come lo chiama Rag â non riesce a trovare le parole per spiegare quel mondo alla figlia, cosĂŹ anche il film si trattiene dal raccontare tutto al suo pubblico. Il mondo è distopico, ma stranamente tranquillo; l'umanità è al collasso, sebbene la crudeltĂ persista; la gentilezza può anche esistere, ma la fiducia sembra un concetto impensabile. Girato in splendidi luoghi boschivi, Light of my Life è un bellissimo thriller drammatico, ma è anche una riflessione sull'amore dei genitori nei momenti di crisi, unâanalisi sulla precarietĂ della societĂ ... e una complessa e interessante parabola sul non arrendersi.
Cast: Casey Affleck (Padre) Anna Pniowsky (Rag) Tom Bower (Tom) Timothy Webber (Lemmy) Hrothgar Mathews (Calvin) Kory Grim (Uomo degli alti boschi) Patrick Keating (Uomo con la barba) Thelonius Serrell-Freed (Giovane uomo) Jesse James Pierce (Aggressore) Tommy Clarke (Aggressore) Lloyd Cunningham (Aggressore) Sydnee Parker Anderson (La giovane Rag)
Musica: Daniel Hart
Costumi: Malgosia Turzanska
Scenografia: Sara K. White
Fotografia: Adam Arkapaw
Montaggio: Christopher Tellefsen
Makeup: Monica Huppert (direttrice)
Casting: Avy Kaufman
Scheda film aggiornata al:
11 Dicembre 2019
Sinossi:
In breve:
Un padre (Casey Affleck) e la sua unica figlia, di undici anni, si nascondono tra boschi e case disabitate, dopo che un virus ha sterminato buona parte della popolazione femminile. La giovanissima Rag (Anna Pniowsky) è costretta ad un vagabondaggio continuo e a fingersi maschio ogni volta che non può evitare il contatto con altri esseri umani, tutti uomini, resi brutali e senza scrupoli dalla mancanza di femmine.
In dettaglio:
Nell'atmosfera disperata di un paesaggio post-pandemico e distopico, a seguito di una pestilenza che ha ucciso quasi tutte le femmine del mondo, un padre e una figlia cercano di sopravvivere nelle cittĂ del Midwest americano, nascondendosi nei boschi, lontano dal pericolo degli uomini. Proteggere Rag (Anna Pniowsky), che ha 11 anni, è la preoccupazione principale del suo amorevole papĂ (Casey Affleck). Lui mostra alla bambina come sopravvivere mangiando solo i frutti della terra, le insegna lâetica e la storia, esercita la sua memoria e le dĂ lezioni sulla moralitĂ â cercando di onorare sempre e rafforzare la giovane donna che sta diventando e ricordandole quanto la sua mamma (Elisabeth Moss) la adorasse. Ma poi un incontro casuale mina tutte quelle precauzioni che il papĂ e Rag avevano preso, mettendo a rischio il rifugio che si erano creati in quel mondo pericoloso e ossessivamente squilibrato.
Short Synopsis:
A father and his young daughter find themselves trapped in the woods
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Una costante di âLight of my Lifeâ è il potere delle storie e delle esperienze condivise - e lâessere in grado di sognare insieme una visione del futuro" (il produttore Teddy Schwarzman). Anche quando fuori câè ben poco da vedere e câè molto piĂš da difendersi. Anche quando come unico rifugio si dispone di una tenda in mezzo ai boschi, in mezzo ad un nulla che deve diventare tutto o quasi. Ma quello che il sofisticato attore Casey Affleck - qui alla sua seconda prova da regista dopo il mockumentary Joaquin Phoenix - Io sono qui! (2010) - ha voluto rappresentare con un imprinting âindipendenteâ, non è certo un film dâavventura. Sono una metafora di vita vera le âavventure dâamoreâ, nel bene e nel male, citate da Affleck. E al planning per la sopravvivenza affianca, affidandogli il comando, âil potere delle storie e delle esperienze condiviseâ, appunto. Non a caso
il film si avvia con una storia della buonanotte di un padre (il papĂ di Casey Affleck) a una figlia (la Rag di Anna Pniowsky) allâinterno di una tenda da campeggio in piena notte. Quasi gli unici protagonisti, eccezion fatta per una manciata di coprotagonisti coinvolti per poco piĂš di un cameo allargato. Una storia fiabesca che vuole essere metafora di vitale âsogno e una visione del futuroâ. Metafora completata piĂš tardi quando il racconto passa di mano dal padre alla figlia. Eâ il momento del passaggio dalla dipendenza allâindipendenza, garantita dalla capacitĂ ormai acquisita da parte dellâadolescente di pensare a se stessa, oltre che ad un padre ferito, ma soprattutto esausto nello spirito. Una visione che dâaltra parte sembra piĂš facile a dirsi che a realizzarsi. Considerate le condizioni post pandemiche in cui un virus mortale ha attaccato le donne, rendendo squilibrate le dimensioni umane di uomini tristi e
soli. Tristezza e solitudine hanno aperto ben presto il varco alla rabbia e al momento lĂ fuori non si sa proprio di chi fidarsi. Ci si può immaginare lo stato dâanimo di un padre, proteso, spesso in maniera fin troppo autoriale nella genitorialitĂ primaria, a proteggere la propria unica figlia, miracolosamente immune dal virus che le ha strappato la madre. Madre (Elizabeth Moss) che sopravvive nei flashback di questo uomo gravato da una vedovanza precoce e dalle responsabilitĂ di padre single che vede e sente la difesa della propria figlia come unica missione nella vita.
Difficile non pensare al The Road di John Hillcoat in cui Viggo Mortensen si trovava per lâappunto in condizioni analoghe affiancato da un figlio maschio. Le analogie sono forti mentre si innescano altre connessioni parallele ad esempio con I figli degli uomini di Alfonso Cuaron. Connessioni ammesse dallo stesso Affleck che, va detto, ha dâaltra
parte orchestrato questa nuova sinfonia dâamore genitoriale in circostanze e condizioni estreme, con note ben piĂš intimiste. Ed ecco che ai pericoli da allarme rosso e agli spostamenti obbligati per quanto estremamente rischiosi, pure presenti in Light of My Life, sia pure in modo meno esasperato che in The Road, cedono il passo alla difficile comunicazione tra padre e figlia: lâobiettivo vira concentrandosi maggiormente sulla difficoltĂ di impartirle - e giĂ le cose si fanno piĂš delicate rispetto al figlio maschio - gli insegnamenti fondamentali per poter affrontare la vita con dignitĂ e con le maggiori probabilitĂ di sopravvivenza. La figlia ama leggere e le domande da rivolgere allâunico interlocutore presente sul campo, il papĂ , sgorgano a grappolo. Come ad esempio il distinguo tra morale ed etica. Ma lo spaccato narrativo che rende script ed interpretazione una delle parti piĂš nobili del film, è lo studio da parte del padre
- recuperando diversi libri a tema in biblioteca - per trovare il modo migliore di insegnare alla propria figlia, ma soprattutto prepararla, alle trasformazioni fisico-biologiche in termini femminili che la attendono. Eâ tuttâaltro che facile trovare i termini giusti per parlarle di crescita e della normale trasformazione che da adolescente la scoprirĂ donna. E Casey Affleck rende straordinariamente traslucido questo particolare sforzo paterno e del tutto plausibile. Uno dei passaggi piĂš lirici pur senza edulcoranti.
La tensione tutta interiore di quel padre, occhieggiante dalla calma apparente, sta tutta nella consapevolezza del dover rispondere alle fondamentali questioni che ogni genitore deve affrontare nella realtĂ , per quanto in condizioni meno estreme rispetto al film. âCome può un genitore capire che non può proteggere sua figlia da ogni pericolo del mondo, ma che il suo compito è prepararla a proteggere se stessa?â. E dâaltra parte, nel caso in questione, âCome può un genitore
avere il coraggio di lasciar andare la propria figlia quando il pericolo è cosĂŹ costante e orribile?...". Ecco, Light of My Life - âLuce della mia vitaâ, il titolo, tratto da una frase pronunciata da una madre a un figlio nell'opera teatrale di Euripide, 'Andromaca', esprime giĂ la sofisticata cifra stilistica di Affleck - si muove privilegiando lâonda lunga della naturale conflittualitĂ di unâadolescente, che vuole fare da sola pensando di sapere, o comunque di essere in grado di cavarsela, con il proprio genitore, logicamente protettivo e in ansia per le loro sorti, tanto da farle ogni giorno da scudo ad ogni ostacolo che si para allâorizzonte. Dâaltra parte, la spina dorsale di Light of My Life si rivela proprio in quel cercare in ogni modo di intendersi, di cercarsi e di amarsi, a dispetto di una famiglia frantumata, attraverso quel dialogo costante e profondo, mai superficiale, prima ancora che
attraverso esperienze condivise. E gli umori contrastanti che tradiscono unâintesa intermittente non vengono mai lasciati in sospeso: non senza prima aver ritrovato lâarmonia necessaria, soprattutto, in simili condizioni. E sono per lâappunto le storie, fiabesche o anche familiari di quando la madre era ancora in vita e che vediamo nei flashback del papĂ - come giĂ Charlize Theron lo era per Viggo Mortensen in The Road - che, congiunte alle esperienze condivise ogni giorno, sviluppano un collante rafforzandolo sempre piĂš. Lo attesta, in punta di metafora, proprio quella storia sulla coppia di volpi interconnessa con la biblica Arca di Noè. Storia avviata per lâappunto dal padre e terminata dalla figlia. Se leggete tra le righe di quella storia nella storia, troverete la risposta sul destino di quel padre e di quella figlia di finzione, da cui traspare tutto il cangiantismo reale di quel genere di esperienze dirette sul piano genitoriale
che, finiscono sostanzialmente per suonare universali, nel tratteggio di base. Ed è anche il motivo per cui Casey Affleck ha indicato proprio in Light of My Life âun film molto personaleâ.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)