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    IL CASTELLO DI VETRO

    RECENSIONE - Dal 6 Dicembre

    "Questa è la magia della narrazione: se una persona riesce a trovare il coraggio di raccontare il proprio vissuto, allora ciò consentirà ad altre persone di essere oneste. È molto importante fare i conti con il proprio passato, e spero che la mia storia incoraggi le altre persone a ripercorrere la loro... Destin, (Daniel Cretton) sin dall'inizio, ha visto tutta la luce, la felicità, la gioia e le lezioni imparate, e le ha portate sullo schermo. Non ha addolcito nulla. Non ha lasciato fuori le cose cattive. Sono tutte lì. La sceneggiatura ha catturato esattamente quello che io ho cercato di fare con il libro: mostrare la bellezza e la bruttezza, la luce e l’oscurità della mia infanzia... Una delle tante benedizioni dell’aver raccontato la mia storia nel libro è che la gente non solo ci tiene, a volte ci tiene anche più di me. Ci sono così tante persone là fuori con storie che, pur non essendo identiche alla mia, condividono qualcosa di profondo con la mia. Nel raccontare questa storia, fatta di grandi difficoltà e di grande ricchezza, non solo mi sono riappacificata con la mia infanzia, che ho cercato di nascondere per molto tempo, ma mi sono riappacificata anche con le altre persone... Alcune persone mi hanno accusato di essere eccessivamente ottimista, ma è così che sopravviviamo ai nostri momenti difficili, cercando la gioia, perché altrimenti quei momenti potrebbero ucciderti. Ecco perchè raccontiamo storie. Se condividiamo tra di noi le lezioni sulla nostra sopravvivenza, allora tutti si sentiranno in grado di andare avanti. Se le persone andranno via dal cinema pensando alla propria famiglia, ne sarò estasiata"
    La giornalista e scrittrice Jeannette Walls

    "Questa è una storia così personale per Jeannette, quando l'ho letta, è diventata incredibilmente personale anche per me. La mia infanzia non è stata pazzesca come la sua, ma mi sono ritrovato molto nella sua scoperta dell'amore e nelle sue molte sfaccettature e al modo in cui ogni famiglia può vivere momenti belli e anche momenti difficili e spaventosi. Sembrava reale, accessibile e così catartica. È una di quelle storie che ti fa sentire più connesso con il mondo e meno solo... Ci siamo concentrati sull'idea di una giovane donna che sta rivivendo i suoi ricordi, cercando di dare un senso alla sua vita fino ad ora, e cerca finalmente di fare pace con il passato e con i suoi genitori. In definitiva, è la storia di una donna che impara ad amare e ad accettare se stessa... Ogni pagina del libro di Jeannette mostra un nuovo aspetto di questi personaggi incredibilmente complicati e le loro relazioni reciproche. Un momento ti stai innamorando di un personaggio, ma poi fa qualcosa per farsi odiare, e poi giri la pagina e lo ami ancora. È tutto così profondamente umano"
    Il regista e co-sceneggiatore Destin Daniel Cretton

    (The Glass Castle; USA 2017; Drammatico; 127'; Produz.: Lionsgate/Netter Productions; Distribuz.: Notorious Pictures)

    Locandina italiana Il castello di vetro

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    Titolo in italiano: Il castello di vetro

    Titolo in lingua originale: The Glass Castle

    Anno di produzione: 2017

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Destin Daniel Cretton

    Sceneggiatura: Destin Daniel Cretton, Andrew Lanham e Marti Noxon

    Soggetto: Dall'acclamato romanzo autobiografico The Glass Castle della celebre giornalista americana Jeannette Walls.

    Preliminaria - il cuore del libro:

    Nel libro, Walls ha svelato il segreto che aveva custodito a lungo sulla sua giovinezza: un’infanzia particolarmente oscura, fatta di povertà, catastrofi, atti di ribellione e reclusione dalla società. Eppure forse la cosa più sorprendente del libro della Walls, per quanto straziante, è il suo senso di profondo amore familiare, un amore magico e tanto smisurato quanto la particolarità dei suoi genitori. Ciò le ha permesso di trasformare la sua giovinezza in una grande avventura e in un percorso rigenerante verso la redenzione. Passando attraverso la fame e la crisi, a notti stellate di incanto, Walls ha provato sulla sua pelle tutta la luce e le tenebre del mondo.

    Il libro è letteralmente esploso nella scena letteraria ed è rimasto sette anni nella lista dei best-seller, incantando i lettori con la sua storia avvincente di una famiglia nomade che vive secondo le regole spericolate dei genitori. Al centro della storia c’è la determinazione della Walls di sopravvivere, di andare via e farsi la propria vita, ma senza abbandonare l'affetto complicato che prova per i genitori, la cui indole selvaggia era allo stesso tempo meravigliosa e catastrofica.

    Il libro della Walls era una storia d'amore, piena di cuori spezzati, promesse non mantenute e bisogni nascosti, ma era anche un libro che scavava nel profondo, sulla natura intrinseca e trascendentale dell’amore, a prescindere da chi si è o da dove si provenga.

    Preliminaria - La storia dietro la storia:

    Jeannette Walls aveva lavorato per molti anni come editorialista a New York prima di rivelare a tutti le sue origini particolari. Aveva compreso che le asperità e le tribolazioni che aveva affrontato crescendo, erano lontane ormai anni luce. I suoi genitori, Rex e Rose Mary Walls, spiriti liberi e sprezzanti di tutte le istituzioni, non avrebbero mai cambiato il loro modo di comportarsi e di vedere le cose, anche se i loro figli soffrivano incredibilmente per questo. Walls trascorse i suoi primi anni di vita letteralmente per strada, vagando senza radici dalle città nel deserto del sud-ovest fino ai camping di montagna, senza mai avere una fissa dimora. Tutta la sua famiglia era schiava del padre, Rex, un uomo diabolicamente carismatico e brillante che, quando era sobrio, catturava l'immaginazione dei suoi figli, insegnando loro la scienza, mostrando loro le meraviglie del mondo e, soprattutto, esortandoli ad abbracciare la vita senza paura. La loro madre Rose Mary, pittrice bohémienne, era altrettanto affascinante, ma ancor meno impegnata nelle responsabilità di prendersi cura di una famiglia. Entrambi i genitori credevano nel proprio stile di vita, anche se ciò significava essere poveri. Quando i soldi finirono e il sogno della vita errante iniziò a svanire, la famiglia si ritirò in una città mineraria del West Virginia, andando a vivere nella casa fatiscente che sarebbe diventata l'alter ego del 'castello di vetro', la sorprendente e fantastica casa a energia solare che Rex Walls ha sempre promesso che avrebbe costruito. Quando la disfunzionalità della famiglia s’intensificò, Jeannette e i suoi fratelli furono sempre più costretti a difendersi da soli, sostenendosi a vicenda per sopravvivere e incoraggiandosi a scappare via. Eppure, anche quando Jeannette scappò, lasciandosi alle spalle gli Appalachi, per
    diventare una scrittrice nella grande città, non riuscì mai a staccarsi dalla sua famiglia. Più cercava la propria vita e le proprie relazioni, più si rendeva conto di dover fare i conti con quello che la famiglia Walls aveva vissuto insieme, tutto ciò che aveva visto ai margini della società americana. Fu allora che la Walls iniziò a scrivere.

    Cast: Brie Larson (Jeannette Walls)
    Woody Harrelson (Rex Walls)
    Naomi Watts (Rose Mary Walls)
    Max Greenfield (David)
    Ella Anderson (La giovane Jeannette)
    Josh Caras (Brian Walls)
    Brigette Lundy-Paine (Maureen Walls)
    Shree Crooks (La giovane Maureen)
    Charlie Shotwell (Il giovane Brian)
    Chandler Head (Jeannette da bambina)
    Sarah Snook (Lori Walls)
    Sadie Sink (La giovane Lori)
    Olivia Kate Rice (Lori da bambina)
    Iain Armitage (Brian da bambino)
    Eden Grace Redfield (Maureen da bambina)
    Cast completo

    Musica: Joel P. West (compositore)

    Costumi: Joy Cretton e Mirren Gordon-Crozier

    Scenografia: Sharon Seymour

    Fotografia: Brett Pawlak

    Montaggio: Nat Sanders

    Effetti Speciali: Louis Craig (supervisore)

    Makeup: Melissa Fafard

    Casting: Ronna Kress

    Scheda film aggiornata al: 27 Dicembre 2018

    Sinossi:

    In breve:

    Il castello di vetro racconta le avventure di una famiglia eccentrica, resiliente e affiatata: una straordinaria storia di amore incondizionato. Tratto dal best-seller di Jeannette Walls, il premio Oscar® Brie Larson porta in vita una giovane donna
    che, influenzata dalla natura piacevolmente selvaggia del suo problematico padre (Woody Harrelson), trova la determinazione di costruirsi una vita di successo, seguendo le proprie regole.

    Synopsis:

    A young girl is raised in a dysfunctional family constantly on the run from the FBI. Living in poverty, she comes of age guided by her drunkard, ingenious father who distracts her with magical stories to keep her mind off the family's dire state, and her selfish, nonconformist mother who has no intention of raising a family, along with her younger brother and sister, and her other older sister. Together, they fend for each other as they mature in an unorthodox journey that is their family life.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Chissà se avesse rivelato le sue particolari origini, la celebre giornalista americana Jeannette Walls, aspirante editorialista a New York, sarebbe stata reclutata ugualmente! Chissà se l’avessero considerata allo stesso modo. L’America è un grande Paese pieno di contraddizioni e di spine nel fianco. L’America ha avuto in passato un cuore grande e generoso in fatto di accoglienza, lungimiranza ed apertura mentale - oggi forse un po’ meno ma va detto che comincia ad essere satura, a dispetto della vastità dell’eterogeneo continente - ma ha anche tenuto sempre molto alla sua puritana e perbenista immagine di copertina internazionale di terra delle opportunità e, soprattutto, di famiglia tipo, in cui, come nelle più divulgate e popolari pubblicità, ogni cosa e ruolo sono al suo posto, in una casa propria. Questa storia raccontata in The Glass Castle (Il castello di vetro) è, prima di tutto, una storia di famiglia e, in secondo luogo,

    una feroce critica alla società precostituita, fatta di paradossi e di contraddizioni. Non una famiglia comune, anzi, diremmo piuttosto del tutto fuori dal pentagramma della consuetudine più elementare e della normalità in senso lato. Ed è per l’appunto, incredibile a dirsi, la storia di famiglia della famosa giornalista Jeannette Walls di cui sopra, autrice dell’acclamato romanzo autobiografico da cui è stato tratto il film di Destin Daniel Cretton (già acclamato per il suo film indipendente d’esordio Short Term 12).

    Un cast straordinariamente camaleontico con lo spirito dei personaggi reali, brilla poi di luce propria illuminando gli angoli più bui del loro stesso essere, molti dei quali interverranno con commenti personali in lingua originale (sottotitolati) a salutare alla fine e a confermare che, a dispetto della nostra sorpresa, quel che abbiamo visto e sentito è tutto vero. La nobile sceneggiatura (dello stesso regista in collaborazione con Andrew Lanham e Marti Noxon)

    ne sottoscrive l’essenza. Essenza di cui si è detta soddisfatta la stessa scrittrice Walls. Perché era solo dando vita all’essenza di storia e personaggi che si potevano far comprendere un legame familiare e un amore talmente forti da superare prove inimmaginabili, passando per inevitabili punti di rottura. L’unico modo possibile perché anche sul grande schermo si verificasse il piccolo grande miracolo della vita in punta di riscatto personale e di catarsi. In fondo, raccontare la sua storia personale in The Glass Castle per Jeannette Walls ha significato guardare dritta negli occhi e venire a patti con gli enormi fantasmi del proprio passato, farci i conti e tirare le somme, prima di sentire a pelle tutti i benefici della catarsi. Farsi largo nella nebbia dell’imbarazzo, per ripescare nell’oceano di un ‘pantano’ in cui ha rischiato di soffocare fino a soccombere, quei lirici brani di una filosofia di vita dettati da un

    amore imperfetto e paradossale, alle volte persino crudele, eppure, Amore con la A maiuscola, sia pure ai margini della follia, dell’alcool e dell’Arte. Per ritrovare un qualcosa di simile, almeno nello spirito di fondo, bisogna risalire al Mosquito Coast di Peter Weir, con protagonisti gli allora giovani Harrison Ford ed Helen Mirren. E in fondo, erano quegli anni Ottanta, non troppo distanti dal vissuto di Jeannette Walls.

    E per una storia familiare come questa, una sorta di ‘fiaba’ realmente vissuta dal ‘brutto anatroccolo’ in auto sgangherate e in baracche fatiscenti prima di diventare cigno raggiungendo i vertici dell’editoria di New York, non si poteva chiedere un cast più opportuno, incastonato in un racconto articolato tra presente e rigurgiti di memoria in flashback della protagonista. Se su questo terreno lascia un segno la piccola Jeannette ritratta da Chandler Head (A spasso nel bosco), Brie Larson, già pluripremiata per l’altra storia ‘familiare’ estrema

    di Room, deve aver rappresentato la scelta più naturale per dare volto e anima alla Jeannette adulta, quando ormai voltata pagina, si ritrova in procinto di volgere di nuovo lo sguardo a quell’inquietante capitolo chiuso della sua vita durante l’infanzia e tornare sui suoi passi per fare pace con se stessa e con gli altri. La figura del padre alcolizzato e fumatore incallito, incantevole affabulatore e dispensatore di sogni, prende vita come per incanto con Woody Harrelson (‘Miglior Attore Non Protagonista’ per Oltre le regole - The Messenger, 2009). Il suo Rex Walls trasuda da ogni poro del suo essere, degrado estremo, feroce egoismo e assoluta irresponsabilità, tanto quanto poesia affettiva pur intinta nel pozzo della follia, nei rari momenti di sobrietà. Instillare il sogno di una casa, di una postazione stabile con cibo assicurato ogni giorno - il castello di vetro del titolo con tanto di mappa progettuale -

    nella mente di quattro figli, tre sorelle e un fratello, può essere divertente per la fantasia infantile, può alimentare speranze, ma alla lunga, quando si persevera nel ‘tutto fumo e niente arrosto’, il ‘tradimento’ lo sente anche un bambino e brucia più che sulla pelle di un adulto.

    Naomi Watts poi - un oceano cinematografico alle spalle con le più svariate ondate di genere, in cui ci piace pescare alcuni tra i titoli più ‘libertari’ e ‘indipendenti’ come Two Mothers, Giovani si diventa, 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta - non poteva che essere la madre perfetta per ritrarre una madre sconsiderata come l’artista Bohemiénne Rose Mary Walls: la drammatica sequenza d’inizio in cui convince la piccola Jeannette, mettendole il dubbio sulla priorità tra il cibo che scompare e l’arte che resta per sempre, non è che la prima nota della drammatica sinfonia esistenziale a seguire della nostra protagonista.

    E anche la sequenza della piscina - un modo come un altro per fare la doccia ogni tanto - comunque non scherza! Si direbbe la prediletta di papà e per questo la più sensibile sia alle sofferenze che ai fugaci idilli di pura filosofia. Dovrà ancorarsi a quelle schegge di affetto verace, per pescare anche quei semi di profondo amore genitoriale, malgrado tutto, nel pozzo di un’infanzia oscura, ai margini della società, fatta di povertà anche estrema, piccole e grandi catastrofi quotidiane e viscerali ribellioni.

    Un amore magico come la folle idea di far scegliere una stella tra le varie costellazioni celesti come dono di Natale, ma anche trovare le risorse finanziare per evitare alla figlia ormai grande di lasciare il college e potersi laureare. Lo smisurato amore folleggiante quanto la stessa nomade dimensione familiare dei Walls, ben distante dalla realtà sociale e persino dai suoi stessi confini. Una

    dimensione in cui solo bagliori di luce intermittente hanno rischiarato le tenebre più nere, su cui si affaccia anche il tema dell’infanzia abusata nella famiglia di origine del padre: sulla figura della nonna, la madre del padre di Jeannette, manesca e pedofila, aleggiano i venti di una mostruosità tenuta nei ranghi della discrezione del cenno che, d’altra parte, non ha necessità di maggiore spazio per esprimersi. E’ sufficiente per la piccola Jeannette comprendere appieno leggendo anche alcune righe vergate dal padre durante la propria infanzia: “è impossibile respirare quando anneghi nella merdaâ€. Completa il corollario satellite che ruota intorno ai Walls quel fidanzato di Jeannette preoccupato solo di dare in pasto all'opinione pubblica bugie su bugie pur di non rischiare un profitto assicurato. Un guanto troppo stretto per essere indossato per sempre da Jeannette e d’altra parte uno specchio in cui rimirarsi per trovare di nuovo la vera misura della

    propria identità.

    Il castello di vetro però, vuole offrire una risposta a chiunque di noi sia stato turbato o illuminato dalla propria famiglia fino a riconoscersi nelle proprie origini. Il che, per inciso, rende risibile certa critica ancora oggi tristemente di stampo ‘maschilista’, che ha visto nel film un qualcosa di gusto prettamente femminile. Perché una famiglia, per quanto difficile e disordinata, riflette quel bisogno umano universale di sentirsi legati ad essa, evitando di misurare quei legami affettivi con le prove affrontate. In fondo, identità e carattere, nascono, crescono e si temprano in seno alla famiglia, qualunque essa sia. E questo è un dato di fatto. Nel caso di Jeannette Walls valgono quei piccolissimi segni che poi evidentemente hanno tracciato il suo destino, nel risollevarsi dal fango, e proprio nel segno della scrittura. Emblematico il dono del quaderno vuoto tutto da scrivere, con la copertina dipinta direttamente dalla madre fino

    al crepuscolo nel cuore di uno spaccato di natura che solo chi è provvisto di sensibilità artistica può apprezzare e sentire irrinunciabile: un piccolo brano di natura con quell’albero sparuto in mezzo al nulla, sospeso tra caduta e sopravvivenza.











    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)








    trailer ufficiale:



    clip 'Braccio di ferro':

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di IL CASTELLO DI VETRO

    Links:

    • Naomi Watts

    • Woody Harrelson

    • Brie Larson

    • Sarah Snook

    • Sadie Sink

    1 | 2 | 3 | 4

    Galleria Video:

    Il castello di vetro - trailer

    Il castello di vetro - trailer (versione originale) - The Glass Castle

    Il castello di vetro - clip 'Braccio di ferro'

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