"Questa è una storia così personale per Jeannette, quando l'ho letta, è diventata incredibilmente personale anche per me. La mia infanzia non è stata pazzesca come la sua, ma mi sono ritrovato molto nella sua scoperta dell'amore e nelle sue molte sfaccettature e al modo in cui ogni famiglia può vivere momenti belli e anche momenti difficili e spaventosi. Sembrava reale, accessibile e così catartica. È una di quelle storie che ti fa sentire più connesso con il mondo e meno solo... Ci siamo concentrati sull'idea di una giovane donna che sta rivivendo i suoi ricordi, cercando di dare un senso alla sua vita fino ad ora, e cerca finalmente di fare pace con il passato e con i suoi genitori. In definitiva, è la storia di una donna che impara ad amare e ad accettare se stessa... Ogni pagina del libro di Jeannette mostra un nuovo aspetto di questi personaggi incredibilmente complicati e le loro relazioni reciproche. Un momento ti stai innamorando di un personaggio, ma poi fa qualcosa per farsi odiare, e poi giri la pagina e lo ami ancora. È tutto così profondamente umano"
Il regista e co-sceneggiatore Destin Daniel Cretton
(The Glass Castle; USA 2017; Drammatico; 127'; Produz.: Lionsgate/Netter Productions; Distribuz.: Notorious Pictures)
Sceneggiatura:
Destin Daniel Cretton, Andrew Lanham e Marti Noxon
Soggetto: Dall'acclamato romanzo autobiografico The Glass Castle della celebre giornalista americana Jeannette Walls.
Preliminaria - il cuore del libro:
Nel libro, Walls ha svelato il segreto che aveva custodito a lungo sulla sua giovinezza: un’infanzia particolarmente oscura, fatta di povertà , catastrofi, atti di ribellione e reclusione dalla società . Eppure forse la cosa più sorprendente del libro della Walls, per quanto straziante, è il suo senso di profondo amore familiare, un amore magico e tanto smisurato quanto la particolarità dei suoi genitori. Ciò le ha permesso di trasformare la sua giovinezza in una grande avventura e in un percorso rigenerante verso la redenzione. Passando attraverso la fame e la crisi, a notti stellate di incanto, Walls ha provato sulla sua pelle tutta la luce e le tenebre del mondo.
Il libro è letteralmente esploso nella scena letteraria ed è rimasto sette anni nella lista dei best-seller, incantando i lettori con la sua storia avvincente di una famiglia nomade che vive secondo le regole spericolate dei genitori. Al centro della storia c’è la determinazione della Walls di sopravvivere, di andare via e farsi la propria vita, ma senza abbandonare l'affetto complicato che prova per i genitori, la cui indole selvaggia era allo stesso tempo meravigliosa e catastrofica.
Il libro della Walls era una storia d'amore, piena di cuori spezzati, promesse non mantenute e bisogni nascosti, ma era anche un libro che scavava nel profondo, sulla natura intrinseca e trascendentale dell’amore, a prescindere da chi si è o da dove si provenga.
Cast: Brie Larson (Jeannette Walls) Woody Harrelson (Rex Walls) Naomi Watts (Rose Mary Walls) Max Greenfield (David) Ella Anderson (La giovane Jeannette) Josh Caras (Brian Walls) Brigette Lundy-Paine (Maureen Walls) Shree Crooks (La giovane Maureen) Charlie Shotwell (Il giovane Brian) Chandler Head (Jeannette da bambina) Sarah Snook (Lori Walls) Sadie Sink (La giovane Lori) Olivia Kate Rice (Lori da bambina) Iain Armitage (Brian da bambino) Eden Grace Redfield (Maureen da bambina) Cast completo
Robin Bartlett (Erma) Joe Pingue (Zio Stanley) A.J. Henderson (Nonno Walls) Dominic Bogart (Robbie) Chris Gillett (Mr. Thomson) Tessa Mossey (Tiffany) Tyrone Benskin (Ronnie)
Musica: Joel P. West (compositore)
Costumi: Joy Cretton e Mirren Gordon-Crozier
Scenografia: Sharon Seymour
Fotografia: Brett Pawlak
Montaggio: Nat Sanders
Effetti Speciali: Louis Craig (supervisore)
Makeup: Melissa Fafard
Casting: Ronna Kress
Scheda film aggiornata al:
27 Dicembre 2018
Sinossi:
In breve:
Il castello di vetro racconta le avventure di una famiglia eccentrica, resiliente e affiatata: una straordinaria storia di amore incondizionato. Tratto dal best-seller di Jeannette Walls, il premio Oscar® Brie Larson porta in vita una giovane donna
che, influenzata dalla natura piacevolmente selvaggia del suo problematico padre (Woody Harrelson), trova la determinazione di costruirsi una vita di successo, seguendo le proprie regole.
Synopsis:
A young girl is raised in a dysfunctional family constantly on the run from the FBI. Living in poverty, she comes of age guided by her drunkard, ingenious father who distracts her with magical stories to keep her mind off the family's dire state, and her selfish, nonconformist mother who has no intention of raising a family, along with her younger brother and sister, and her other older sister. Together, they fend for each other as they mature in an unorthodox journey that is their family life.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Chissà se avesse rivelato le sue particolari origini, la celebre giornalista americana Jeannette Walls, aspirante editorialista a New York, sarebbe stata reclutata ugualmente! Chissà se l’avessero considerata allo stesso modo. L’America è un grande Paese pieno di contraddizioni e di spine nel fianco. L’America ha avuto in passato un cuore grande e generoso in fatto di accoglienza, lungimiranza ed apertura mentale - oggi forse un po’ meno ma va detto che comincia ad essere satura, a dispetto della vastità dell’eterogeneo continente - ma ha anche tenuto sempre molto alla sua puritana e perbenista immagine di copertina internazionale di terra delle opportunità e, soprattutto, di famiglia tipo, in cui, come nelle più divulgate e popolari pubblicità , ogni cosa e ruolo sono al suo posto, in una casa propria. Questa storia raccontata in The Glass Castle (Il castello di vetro) è, prima di tutto, una storia di famiglia e, in secondo luogo,
una feroce critica alla società precostituita, fatta di paradossi e di contraddizioni. Non una famiglia comune, anzi, diremmo piuttosto del tutto fuori dal pentagramma della consuetudine più elementare e della normalità in senso lato. Ed è per l’appunto, incredibile a dirsi, la storia di famiglia della famosa giornalista Jeannette Walls di cui sopra, autrice dell’acclamato romanzo autobiografico da cui è stato tratto il film di Destin Daniel Cretton (già acclamato per il suo film indipendente d’esordio Short Term 12).
Un cast straordinariamente camaleontico con lo spirito dei personaggi reali, brilla poi di luce propria illuminando gli angoli più bui del loro stesso essere, molti dei quali interverranno con commenti personali in lingua originale (sottotitolati) a salutare alla fine e a confermare che, a dispetto della nostra sorpresa, quel che abbiamo visto e sentito è tutto vero. La nobile sceneggiatura (dello stesso regista in collaborazione con Andrew Lanham e Marti Noxon)
amore imperfetto e paradossale, alle volte persino crudele, eppure, Amore con la A maiuscola, sia pure ai margini della follia, dell’alcool e dell’Arte. Per ritrovare un qualcosa di simile, almeno nello spirito di fondo, bisogna risalire al Mosquito Coast di Peter Weir, con protagonisti gli allora giovani Harrison Ford ed Helen Mirren. E in fondo, erano quegli anni Ottanta, non troppo distanti dal vissuto di Jeannette Walls.
E per una storia familiare come questa, una sorta di ‘fiaba’ realmente vissuta dal ‘brutto anatroccolo’ in auto sgangherate e in baracche fatiscenti prima di diventare cigno raggiungendo i vertici dell’editoria di New York, non si poteva chiedere un cast più opportuno, incastonato in un racconto articolato tra presente e rigurgiti di memoria in flashback della protagonista. Se su questo terreno lascia un segno la piccola Jeannette ritratta da Chandler Head (A spasso nel bosco), Brie Larson, già pluripremiata per l’altra storia ‘familiare’ estrema
di Room, deve aver rappresentato la scelta più naturale per dare volto e anima alla Jeannette adulta, quando ormai voltata pagina, si ritrova in procinto di volgere di nuovo lo sguardo a quell’inquietante capitolo chiuso della sua vita durante l’infanzia e tornare sui suoi passi per fare pace con se stessa e con gli altri. La figura del padre alcolizzato e fumatore incallito, incantevole affabulatore e dispensatore di sogni, prende vita come per incanto con Woody Harrelson (‘Miglior Attore Non Protagonista’ per Oltre le regole - The Messenger, 2009). Il suo Rex Walls trasuda da ogni poro del suo essere, degrado estremo, feroce egoismo e assoluta irresponsabilità , tanto quanto poesia affettiva pur intinta nel pozzo della follia, nei rari momenti di sobrietà . Instillare il sogno di una casa, di una postazione stabile con cibo assicurato ogni giorno - il castello di vetro del titolo con tanto di mappa progettuale -
nella mente di quattro figli, tre sorelle e un fratello, può essere divertente per la fantasia infantile, può alimentare speranze, ma alla lunga, quando si persevera nel ‘tutto fumo e niente arrosto’, il ‘tradimento’ lo sente anche un bambino e brucia più che sulla pelle di un adulto.
E anche la sequenza della piscina - un modo come un altro per fare la doccia ogni tanto - comunque non scherza! Si direbbe la prediletta di papà e per questo la più sensibile sia alle sofferenze che ai fugaci idilli di pura filosofia. Dovrà ancorarsi a quelle schegge di affetto verace, per pescare anche quei semi di profondo amore genitoriale, malgrado tutto, nel pozzo di un’infanzia oscura, ai margini della società , fatta di povertà anche estrema, piccole e grandi catastrofi quotidiane e viscerali ribellioni.
Un amore magico come la folle idea di far scegliere una stella tra le varie costellazioni celesti come dono di Natale, ma anche trovare le risorse finanziare per evitare alla figlia ormai grande di lasciare il college e potersi laureare. Lo smisurato amore folleggiante quanto la stessa nomade dimensione familiare dei Walls, ben distante dalla realtà sociale e persino dai suoi stessi confini. Una
dimensione in cui solo bagliori di luce intermittente hanno rischiarato le tenebre più nere, su cui si affaccia anche il tema dell’infanzia abusata nella famiglia di origine del padre: sulla figura della nonna, la madre del padre di Jeannette, manesca e pedofila, aleggiano i venti di una mostruosità tenuta nei ranghi della discrezione del cenno che, d’altra parte, non ha necessità di maggiore spazio per esprimersi. E’ sufficiente per la piccola Jeannette comprendere appieno leggendo anche alcune righe vergate dal padre durante la propria infanzia: “è impossibile respirare quando anneghi nella merdaâ€. Completa il corollario satellite che ruota intorno ai Walls quel fidanzato di Jeannette preoccupato solo di dare in pasto all'opinione pubblica bugie su bugie pur di non rischiare un profitto assicurato. Un guanto troppo stretto per essere indossato per sempre da Jeannette e d’altra parte uno specchio in cui rimirarsi per trovare di nuovo la vera misura della
al crepuscolo nel cuore di uno spaccato di natura che solo chi è provvisto di sensibilità artistica può apprezzare e sentire irrinunciabile: un piccolo brano di natura con quell’albero sparuto in mezzo al nulla, sospeso tra caduta e sopravvivenza.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)