NEMICHE PER LA PELLE: MARGHERITA BUY E CLAUDIA GERINI IN COPPIA SUL GRANDE SCHERMO COME IL FUMO NEGLI OCCHI PER LUCA LUCINI. MA...
RECENSIONE - Dal 14 APRILE
(Nemiche per la pelle; ITALIA 2016; Dramedy; 92'; Produz.: BIANCA/RAI Cinema in associazione con Imprebanca, Pecci Filati e Cois; Distribuz.: Goods Film)
Mi capita raramente di provare empatia per una pellicola italiana che costeggia temi seri senza la pretesa di dare risposte definite tradotta in commedia. Beh, Nemiche per la pelle di Luca Lucini (Amore, bugie e calcetto, Oggi sposi, La donna della mia vita) è una di queste. I dilemmi sono gettati lì, un pò come viene, alla stregua dei dadi sul tavolo da gioco. Questioni legate alla vita moderna che paiono appese sulle grucce nell'armadio come abiti tra i più diversi tra loro, in attesa dell'occasione giusta per essere indossati. E' su questa diversità che si scommette: se si accostano due colori opposti tra loro la cosa può risultare buffa, divertente. Proprio come succede con lei, la sommessa psicologa per animali e con la fissa per il cibo biologico Lucia di Margherita Buy, la prima ad entrare in scena e a strappare il primo sorriso, e con l'altra, l'esuberante ed
avvenente agente immobiliare Fabiola di Claudia Gerini, che manda avanti i suoi tacchi a spillo prima di rivelarsi in tutta la sua aggressività di marca romanesca. E la strana coppia al femminile sul grande schermo funziona alla grande.
Il montaggio alternato tra queste due donne, opposte tra loro in tutti i sensi, con l'avversione naturale l'una per l'altra, scandisce il ritmo di questa commedia leggera e ventilata che si lascia d'altra parte fare, inanellando intorno alle due protagoniste, vere e proprie cornucopie di comicità , naturalmente sollecitata dalle innumerevoli occasioni in cui si lasciano brillare i rispettivi difetti e ossessioni come diamanti al sole, le classiche situazioni tragicomiche in cui l'ansiogena Lucia (la Buy sembra ormai specializzata sul registro nevrotico ansiogeno) avanza tiepide e sommesse rimostranze sull'immancabile voce grossa da dura esibita da Fabiola (la Gerini le ruba il primo piano sull'onda della prepotenza del personaggio dominante sia sul piano fisico
che psicologico). L'unica cosa ad aver accomunato queste due donne nella vita è il marito Paolo, l'ex per Lucia e l'attuale per Fabiola, che non conosciamo se non indirettamente come vago riflesso sulla sua auto sulle note di Frà Martino campanaro in apertura del film. Prima di scoprire che cosa c'entri Frà Martino campanaro con tutto questo è di scena la naturale e litigiosa avversione tra le due, a cominciare dall'occasione primaria del funerale del suddetto Paolo, il pretesto narrativo per innescare la miccia del contatto tra questi due contrapposte energie in perenne stato di frizione. Ma l'inaspettata eredità per entrambe di Marco Chang (Shi Yang Shi), il bambino cinese che Paolo ha avuto a loro insaputa da una relazione extraconiugale, innescherà la retromarcia, non senza ingolfamenti - che sono poi il sale della commedia - sulle inadeguate per eccellenza madri per caso. Nel corollario dei co-protagonisti spiccano l'amico e