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    SELF/LESS: DIO CREO' L'UOMO, L'UOMO CREO' L'IMMORTALITA'. NELLA PROVOCAZIONE IN CELLULOIDE DI TARSEM SINGH PROTAGONISTI RYAN REYNOLDS E BEN KINGSLEY

    RECENSIONE - Dal 10 SETTEMBRE

    "A tutti, prima o poi, capita di pensare ‘Come vorrei avere più tempo da vivere!’ Con questo film, raccontiamo la storia di un uomo che, apparentemente, ha tutto dalla vita. A un certo punto, però, il suo corpo si ammala. Quell’uomo comprende, allora, che con i soldi può comprare tutto, tranne l’immortalità. Sebbene il mezzo per rinascere a nuova vita sia una tecnologia del tutto rivoluzionaria, abbiamo deciso di non indugiare in dettagli tecnici e di dare alla storia un tono quasi surreale. Il nostro obiettivo, infatti, era soffermarci sulle conseguenze morali delle sue scelte"
    Il co-sceneggiatore David Pastor

    "Più ne parlavamo e più l’idea di ‘poter comprare il tempo’ mi piaceva. Perché spesso chi è ricco e benestante, può permettersi cose che a noi comuni mortali restano precluse. Questo tipo di science fiction è più legato agli aspetti morali che a quelli tecnologici. Con Self/less, la tecnologia diventa il mezzo attraverso il quale salvarci dalla morte, ma il prezzo da pagare non è quantificabile solo in termini economici. Sono queste le riflessioni che ci hanno spinto a impegnarci sul progetto".
    Il co-sceneggiatore Alex Pastor

    (Self/less; USA 2015; Thriller psicologico Sci-Fi; 117'; Produz.: Endgame Entertainment/Ram Bergman Productions; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Self/less

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    Celluloid Portraits:



    See SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Self/less

    Titolo in lingua originale: Self/less

    Anno di produzione: 2015

    Anno di uscita: 2015

    Regia: Tarsem Singh

    Sceneggiatura: Alex Pastor & David Pastor

    Cast: Ryan Reynolds (Giovane Damian)
    Natalie Martinez (Madeline)
    Matthew Goode (Albright)
    Ben Kingsley (Damian)
    Victor Garber (Martin)
    Derek Luke (Anton)
    Jaynee-Lynne Kinchen (Anna)
    Melora Hardin (Judy)
    Michelle Dockery (Claire)
    Sam Page (Carl)
    Brendan McCarthy (Anton 2)
    Thomas Francis Murphy (Dr. Jensen)
    Sandra Ellis Lafferty (Phyllis Jensen)
    Emily Tremaine (Mallory)
    Griff Furst (EMT)
    Cast completo

    Musica: Antonio Pinto e Dudu Aram

    Costumi: Shay Cunliffe

    Scenografia: Tom Foden

    Fotografia: Brendan Galvin

    Montaggio: Robert Duffy

    Effetti Speciali: Adam Howard e Curt Miller (supervisori effetti visivi)

    Makeup: Vivian Baker (per Ryan Reynolds), Jillian Erickson e Claire Rav

    Casting: Mary Vernieu e Venus Kanani C.S.A

    Scheda film aggiornata al: 08 Ottobre 2015

    Sinossi:

    Se solo potessi vivere più tempo… Chi di noi non l’ha mai detto o pensato? Ma se potessimo veramente avere più tempo, quale prezzo saremmo disposti a pagare? Nel thriller psicologico sci-fi Self/less, il regista Tarsem Singh porta alle estreme conseguenze il desiderio di immortalità.

    L’industriale ultramilionario Damian Hale (Ben Kingsley) è sempre stato al centro del proprio universo, maestro nell’arte del potere dai suoi uffici di New York. Allontanato dalla figlia Claire, convinta attivista (Michelle Dockery), l’unica persona che tiene ancora Damian connesso al mondo reale è Martin O’Neil, suo amico di sempre e suo braccio destro (Victor Garber). Di fronte alla diagnosi di un tumore, però, Damian decide di sottoporsi a una terapia medica radicale di eliminazione del virus, lo “shedding†che porterà indietro le lancette della sua vita.
    La terapia gli viene somministrata da Albright (Matthew Goode), brillante capo di un’organizzazione segreta al servizio dei più facoltosi. Damian coglie l’opportunità che gli viene offerta e mette in scena una finta morte per coprire quello che in realtà è solo uno “sheddingâ€. La sua coscienza si trasferisce nel corpo di un uomo in piena salute (Ryan Reynolds) e molto più giovane di lui. L’operazione è riuscita.
    Adattatosi al nuovo corpo e alla nuova vita a New Orleans, Damian conosce Anton, un uomo del posto (Derek Luke). Cercando sempre di conservare la nuova identità e di difendere la sua salute, Damian diventa a tutti gli effetti “Edward.†Ma le prepotenti immagini che affollano la sua mente non si esauriscono nella riduttiva spiegazione di Albright sugli effetti collaterali dell’immortalità.
    Quando incontra Madeline (Natalie Martinez), una madre single, Damian comincia a scoprire il mistero delle origini di Edward e di coloro che saranno pronti a uccidere per proteggere l’organizzazione. Lottando con forza e intraprendenza, Damian è deciso a difendere la sua vita e quella degli altri.

    SYNOPSIS:

    A dying real estate mogul transfers his consciousness into a healthy young body, but soon finds that neither the procedure nor the company that performed it are quite what they seem.

    An extremely wealthy man, dying from cancer, undergoes a radical medical procedure that transfers his consciousness into the body of a healthy young man. But all is not as it seems when he starts to uncover the mystery of the body's origin and the organization that will kill to protect its cause.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Vogliamo più tempo! Già il replicante Roy Batty di Rutger Hauer (un mito intramontabile!) nell'onnipresente Blade Runner, riferimento assiale per ogni spaccato esistenziale Sci-Fi che la celluloide non di rado tira fuori dall'inesauribile cornucopia, denunciava in tutta la sua accorata disperazione - neppure poi tanto velata per quanto non certo gridata - l'inesorabile mancanza di tempo, finché la rassegnazione all'inevitabile non lo faceva ripiegare su un languido 'tempo bastante', sufficiente alla missione in extremis che si era prefissato, date le circostanze. E la nostra condizione umana non è poi tanto diversa da quella dei replicanti, o degli animali. E' tutta una questione restringibile alla percezione che si ha del tempo. Ma il punto di domanda che si pone Tarsem Singh (l'antesignano The Cell - in cui in un futuro non troppo lontano, una particolare tecnologia permette ad addetti specializzati di venire proiettati all'interno della mente di pazienti in cura presso

    laboratori sperimentali - Immortals, Biancaneve) con questo suo mediocre Self/Less è: quante menti illuminate che hanno attraversato varie epoche della Storia, da Einstein a Steve Jobs, tanto per fare un paio di esempi che rendono l'idea, estrapolate dai rispettivi corpi malati e reintegrate in involucri sani, avrebbero potuto fare ancora che il limitato tempo a disposizione non gli ha invece consentito? La questione ha radici antiche tanto quanto il mito di Prometeo (lo stesso Singh in Immortals si è imbarcato nella sfera del mitologico per pretrattare mortalità e immortalità) che la Mary Shelley del Frankenstein letterario ha ripreso alludendo all'aspirazione degli scienziati di poter fare qualsiasi cosa senza alcun limite. E lo ha ripreso cercando di unificare il percorso binato che si lega a Prometeo: quello che la mitologia greca ci dipinge come un titano ribelle che ruba il fuoco dall'Olimpo per salvare l'umanità, che pone in primo piano la

    ribellione contro il destino; e quello restituito dalla rielaborazione romana della leggenda di Ovidio (Metamorfosi), in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta. E non è quello che fece Dio? L'uomo che aspira all'immortalità, alla sconfitta del limite. Secolare questione, ma per quale libertà?! Se poi si trova di fronte altre barriere, altri limiti o effetti collaterali, per non parlare dei risvolti etici? Il tema dunque, si può dire sia nato quando è nato l'uomo.

    La letteratura sci-fi ha anticipato, come normalmente succede, i passi della celluloide, che in tal senso ha già fatto maratone multiple di diversi chilometri sulla stessa strada: basta citare, uno per tutti, il romanzo dello scrittore inglese Charles Eric Maine, Rischio calcolato (Calculated Risk, 1960, 1961 nell'edizione italiana) (* Vi allego in nota la trama perché i parallelismi tematici sono impressionanti). E di effetti collaterali in operazioni di tal genere ne sapeva già qualcosa Billy

    Wilder tradotto nel Dr. Frankenstein, nel Frankestein Jr. di Mel Brooks, quando, sia pur inconsapevolmente, mise nel corpo nerboruto e possente di un uomo ormai defunto, la mente abnorme di un altro, così come più tardi lo ha sperimentato tramite teletrasbordo Jeff Goldblum, ne La mosca di David Cronenberg, e per altri versi paralleli, nel tentativo di potenziare le capacità intellettive e la resistenza fisica, Bradley Cooper nel Limitless di Neil Burger. Ma potremmo anche passare per i sentieri del ben più complesso, coerente ed illuminato Source Code di Duncan Jones, giocato in altro modo sulla stessa scacchiera dissociata nei suoi elementi primari di tempo, corpo e mente, con Jake Gyllenhaal in primo piano, o persino di Surrogates - Il mondo dei replicanti di Jonathan Mostow, là dove, a sbucciare la patata bollente di turno è Bruce Willis. Quel che è certo è che troveremmo sicuramente più carisma e maggior

    coerenza tematica di quel che è riuscito a fare Tarsem Singh in Self/Less, lanciato sul naviglio di un palpitante montaggio abilmente condotto tra le schegge residue di vita del protagonista, che una malattia avanzata sta rapidamente portando alla morte, così come tra la fitta selva di quei frammentari ricordi propri di un'altra persona, un'altra vita annullata in favore della sua. All'incrocio ci si imbatte in un ineccepibile Ben Kingsley prima, in un monocorde Ryan Reynolds, nebuloso e appannato come l'identità del suo stesso personaggio poi. Ma già al termine della prima parte del film si avverte sentore di naufragio. E il sentore diventa certezza quando Self/Less converte la sua rotta verso le improprie sponde di un dozzinale thriller d'azione, condito con le stesse, reiterate sparatorie, forsennati inseguimenti e fughe in odore di autoscontro fin dalla partenza. Il tutto insaporito con una melassa che cola in abbondanza intorno ad una bambina

    piagnucolosa e tanto amorevole verso il padre da causare picchi di glicemia dannosi alla salute.

    I miracoli da laboratorio e della ricerca scientifica - sotto 'lauti compensi', come in questo caso - da sempre si trovano su binari spesso opposti all'etica. Etica di fondo, alla base del concetto, ed etica di contorno, sul piano dell'accesso ai risultati e della possibilità di beneficiarne. Chi dispone di scarsi mezzi finanziari non avrà di che preoccuparsi perché non avrà alcuna possibilità di porsi il problema: 'accesso negato'. E comunque sia. Finché abbiamo a disposizione tessuti ricreati artificialmente in laboratorio ci sentiamo a posto, ma quando si tratta di terminare una vita per far posto ad un'altra, la questione può diventare inaccettabile. Così come la libertà incondizionata di un individuo, che mal regge una vita tenuta al guinzaglio da chi ha confezionato il pacchetto regalo del 'più tempo' spianando la strada a chi ha scelto

    di imbarcarsi nel viaggio, con le colorate pillole dell'oblio. Oblio sia dei ricordi di un altro, sia dei rimorsi di coscienza e dei sensi di colpa che derivano dalla consapevolezza. Ma se si annulla la consapevolezza, la scelta, la responsabilità morale, di quale vita stiamo parlando? Questo è il dilemma parashakespeariano riportato alla ribalta in Self/Less, ahimè in modo alquanto grossolano, da Tarsem Singh, che senza preoccuparsi troppo per gli approfondimenti scientifici del caso, si affretta a guadagnare l'happy ending alla maniera hollywoodiana che ci è più familiare.

    (*) Trama di Rischio calcolato:

    Il mondo nel XXIV secolo è stato devastato da una guerra nucleare. L'Inghilterra è governata dai militari che hanno isolato le zone maggiormente contaminate del paese uccidendo tutti coloro i quali tentano di fuggire dalle radiazioni. Philip Calland era uno scienziato specializzato nella "psiconeutronica" ossia nella fisica applicata ai processi mentali e con la sua ex collaboratrice e compagna

    è rinchiuso all'interno di una delle aree segregate. Di nascosto riesce a portare avanti gli esperimenti condotti da un famoso studioso, Loetze, e ad applicare le sue teorie ai viaggi nel tempo, riuscendo a realizzare con successo la cosiddetta "trasformazione Loetze", ossia il trasporto della coscienza di una persona all'interno di un'altra mente umana. Durante la trasposizione, che può avvenire anche indietro nel tempo, la mente dell'ospitante viene però cancellata. Philip realizza l'apparecchiatura ipotizzata da Loetze e a usa con Kay per rifugiarsi nella Londra del passato. I due, dopo essersi dati appuntamento a Piccadilly Circus, abbandonano il XXIV secolo lasciando sul posto i loro corpi senza vita. Le loro menti viaggiano indietro nel tempo fino al 1961; Philip si trova padrone del corpo del giovane e bello Nick Brent, fidanzato e prossimo al matrimonio con l'altrettanto avvenente Sheila. L'uomo, spaesato e senza nessun ricordo di quanto fino allora vissuto

    dal suo "ospite" Nick, finge di essere stato vittima di un incidente e di essere colpito da amnesia. Key era nel frattempo giunta a Londra tre mesi prima, si ritrova nel corpo della sciatta e anziana Mary Marney. Una volta che i due viaggiatori del tempo si sono ricongiunti, pianificano di ricostruire l'apparecchiatura di Loetze per trasferire la mente di Key dal corpo dell'anziana Mary in quello della giovane Sheila. Per fare ciò Philip, forte delle sua conoscenze scientifiche superiori, trova il modo di farsi assumere nell'industria farmaceutica Biochemix capitanata da un amico di Richard Wetherby Grant, il padre di Sheila. La macchinazione tuttavia ha molti intoppi: l'assemblamento dell'apparecchiatura subisce ritardi dovuti al matrimonio tra Philip e Sheila e al successivo viaggio di nozze. La strana frequentazione tra Philip e Key e lo strano comportamento di Philip accende i sospetti di Sheila e di suo padre che vieta ai due

    di continuare a frequentarsi, imponendo una separazione forzata alla giovane coppia di sposi. Philip e Key, vedendo sfumare la possibilità di realizzare il piano, mettono fuori combattimento Richard e rapiscono Sheila per attuare su di lei il trasferimento mentale. Durante la notte i due complici e la svenuta Sheila si recano presso la Biochemix dove la macchina di Loetze è pronta per il trasferimento; durante la procedura la polizia irrompe nel laboratorio, avvertita da un investigatore privato che, su incarico di Richard stava da tempo alle costole dei due. La corretta attuazione della procedura viene ostacolata durante la confusione e, al termine del trasferimento, si scopre con orrore che il corpo di Sheila è diventato cadavere e con esso si è spenta anche la mente di Key mentre, contrariamente a quanto programmato, la coscienza di Sheila è sopravvissuta all'interno del corpo della vecchia Mary. Nell'epilogo si apprende come nel XXIV

    secolo la macchina approntata da Philip è stata rinvenuta dai militari e il suo utilizzo pianificato per scopi bellici. A tale proposito si oppone il Dottor Hoff che, a scapito della sua carriera e incolumità, distrugge la macchina e gli appunti di Loetze.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e Valentina Calabrese (WaytoBlue)

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di SELF/LESS

    Links:

    • Ben Kingsley

    • Matthew Goode

    • Ryan Reynolds

    • Victor Garber

    • Natalie Martinez

    • Sam Page

    • Mariana Paola Vicente

    • Jesica Ahlberg

    • Dacia Fernandez

    • Hannah Jelinovic

    • Anna Dudnik

    • SELF/LESS di TARSEM SINGH - INTERVISTA a ROBERTO GIACOBBO, giornalista e conduttore TV di 'Voyager' (Interviste)

    • SELF/LESS di TARSEM SINGH - INTERVISTA all'attore RYAN REYNOLDS (Interviste)

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    Galleria Video:

    Self/less - trailer 2

    Self/less - trailer

    Self/less - trailer (versione originale)

    Self/less - spot 'Second Chance'

    Self/less - spot 'Everything'

    Self/less - clip 'Involucro'

    Self/less - clip 'Sul campo'

    Self/less - featurette 'Un nuovo inizio' (versione originale sottotitolata)

    Self/less - featurette 'Verso l'immortalità' (versione originale sottotitolata)

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