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UN GATTO A PARIGI: ANCHE I GATTI POSSONO AVERE UNA DOPPIA VITA...!
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 18 DICEMBRE
(Un vie de chat; FRANCIA 2010; Animazione; 65'; Produz.: Folimage, co-prodotto da: Digit Anima/France 3 Cinéma/Lumière/Lunanime/Radio Télévision Belge Francophone (RTBF)/Rhône-Alpes Cinéma; Distribuz.: PFA Films)
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Titolo in italiano: Un gatto a Parigi
Titolo in lingua originale:
Un vie de chat
Anno di produzione:
2010
Anno di uscita:
2014
Regia: Jean-Loup Felicioli Alain Gagnol
Sceneggiatura:
Alain Gagnol
Cast: Dominique Blanc (Jeanne) (Voce) Bernadette Lafont (Claudine) (Voce) Bruno Salomone (Nico) (Voce) Jean Benguigui (Victor Costa) (Voce) Oriane Zani (Zoé) (Voce) Bernard Bouillon (Lucas) (Voce) Jacques Ramade (Monsieur Bébé) (Voce) Jean-Pierre Yvars (Monsieur Hulot) (Voce) Patrick Ridremont (Monsieur Grenouille) (Voce) Patrick Descamps (Monsieur Patate) (Voce)
Musica: Serge Besset
Montaggio: Hervé Guichard
Effetti Speciali: Izu Troin
Casting: Stephanie Sheh
Scheda film aggiornata al:
01 Gennaio 2015
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Sinossi:
IN BREVE:
Dino è un gatto dalla doppia vita. Di giorno è un animale che adora la padroncina Zoe e la sua superimpegnata mamma, capo delle forze di polizia, di notte accompagna Nico, un gatto ladro professionista, mentre perlustra i tetti di Parigi alla ricerca di gioielli e altri oggetti. Nonostante la sua professione, Nico è un felino profondamente buono e dal grande senso di umanità . Poiché sua madre lavora così duramente, Zoe trascorre molto del suo tempo con la sua baby-sitter Claudine. Mentre la madre cerca di rintracciare i criminali di Parigi, Dino porta a Zoe un braccialetto e involontariamente mette in moto una catena di eventi che determinano un rapimento, una notte a caccia e la scoperta di un terribile tradimento.
Commento critico (a cura di GABRIELE OTTAVIANI)
Realizzato nel 2010, candidato all’Oscar come miglior film d’animazione nel 2012, esce finalmente nelle sale italiane a partire dal 18 dicembre Un gatto a Parigi. E finalmente è proprio l’avverbio giusto, perché sarebbe stato davvero un peccato non poter godere di un’opera di così rara grazia e raffinata eleganza. È un film poetico, delicato, emozionante, commovente, bellissimo, e che non sente il tempo. La lunga attesa prima dell’uscita in sala non gli ha fatto alcun male, anzi. I dialoghi sono semplici ma efficaci, e la storia è una vicenda senza fronzoli che arriva dritta al cuore sia dei più piccoli che degli adulti, i quali si presume accompagnino gli spettatori minorenni in sala. Le musiche si adattano perfettamente alla narrazione e la impreziosiscono, e c’è una divertente ironia, tra microscopici cagnetti dal carattere impossibile, sgherri incapaci e profumi sgradevolissimi (nella città di Chanel, verrebbe da pensare, stando alle reazioni di |
chi si imbatte nell’effluvio, che la boccetta invece sia di eau de Cheval, con tutto il rispetto…): in un’ora e pochissimi minuti c’è una compiutezza non così consueta e un ritmo ottimo. Una ventata d’aria fresca, sul serio. Il protagonista è un gatto, ma anche lo stesso film si muove come un felino: agile, rapido, flessuoso. I disegni poi, sono affascinanti, non solo per il panorama di Parigi, che comunque è un bell’aiuto, ma perché evidentemente la lezione di Amedeo Modigliani non è rimasta inascoltata: volti dall’ovale accentuato, figure slanciate, piedini microscopici… Tutto chiaro, tutto riconoscibile, tutto nello stile della settima arte, che è fatta della materia di cui sono fatti i sogni.
Zoe è una bambina che non parla più, perché le hanno ammazzato il padre, un agente di polizia. Anche la mamma è una poliziotta. Fa il commissario. È sempre impegnatissima. Dà la caccia a Victor Costa, un |
criminale. Il Male personificato, un mostro tentacolare. È Costa che le ha ucciso il marito. E che ora vuole impadronirsi del colosso di Nairobi. La mamma di Zoe, quindi, non ha tanto tempo da dedicare alla figlia: per fortuna con la piccola c’è Dino. Il gatto di casa. Che la riempie di coccole. E di regali. In stile gattesco ovviamente. Per lo più ragni. E lucertole. Ma Dino, ogni sera, esce. Va in giro. A fare che? Beh, diciamo che, se qualcuno avesse bisogno di un’ulteriore conferma, pare sia proprio vero che l’apparenza inganna… Gli ideatori del film, che si sono conosciuti tanti anni fa durante il periodo della cosiddetta naja perché, in quanto obiettori di coscienza, hanno svolto il servizio civile lavorando in studio di animazione (ah, il welfare transalpino…), sono all’opera per un altro lungometraggio. E questa è una buonissima notizia.
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Links:
Galleria Fotografica:
Galleria Video:
Un gatto a Parigi - trailer
Un gatto a Parigi - trailer (versione originale) - Un vie de chat
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