Stasera, 1° Luglio, in TV, su Sky Collection, Canale Sky, ore 21.15 - Tra i piÚ attesi!!! - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com) - Chi ha detto che a 70 anni è troppo tardi per diventare stagisti? Una divertente commedia con l'icona di Hollywood Robert De Niro affiancata da Anne Hathaway - Uscito il l 15 Ottobre 2015
"Le relazioni sono il filo conduttore dei miei film, ma esistono altri tipi di relazioni oltre a quelle romantiche. Perciò quando ho avuto lâidea di un uomo anziano che torna al lavoro come stagista, ho realizzato che non sarebbe stata una storia dâamore nel senso tradizionale del termine; si sarebbe trattato di una storia sui legami e lâamiciziaâŚtra due persone le cui strade altrimenti non si sarebbero mai incrociate... Penso che avere uno scopo ed essere apprezzato nella vita siano bisogni basilari come amare ed essere amati... Una societĂ di commercio elettronico mi è parsa lâambientazione piĂš interessante e divertente dove mettere in scena lo scontro fra culture... Mentre le donne hanno intrapreso un percorso da ragazze a donne, gli uomini sono passati dallâessere uomini a ragazzi. Mentre alle ragazze veniva detto che potevano riuscire a fare qualunque cosa, credo che invece gli uomini si siano un poâ persi lungo la strada e stiano ancora cercando di capirne perchĂŠ... Lâamicizia che si forma gradualmente tra Ben e Jules è ciò che mi ha spinto a scrivere la sceneggiatura. La storia è incentrata sul loro rapporto personale".
La regista, sceneggiatrice e co-produttrice Nancy Meyers
(The Intern; USA 2015; Commedia; 121'; Produz.: Waverly Films; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Makeup: Louise McCarthy (capo dipartimento makeup); Mandy Lyons (capo dipartimento acconciature)
Casting: Tiffany Little Canfield, Laray Mayfield, Bernard Telsey e David Vaccari
Scheda film aggiornata al:
02 Luglio 2024
Sinossi:
IN BREVE:
Una società di moda assume uno stagista decisamente fuori dagli schemi: Ben Whittaker (Robert De Niro) un settantenne pensionato che ha scoperto che in fondo la pensione non è come immaginava e decide cosÏ di sfruttare la prima occasione utile per rimettersi in pista. Nonostante le diffidenze iniziali, Ben dimostrerà alla fondatrice della compagnia (Anne Hathaway) di essere una valida risorsa per l'azienda e tra i due nascerà un'inaspettata sintonia.
SHORT SYNOPSIS:
70-year-old widower Ben Whittaker has discovered that retirement isn't all it's cracked up to be. Seizing an opportunity to get back in the game, he becomes a senior intern at an online fashion site, founded and run by Jules Ostin
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
E' DI SCENA 'LA SQUISITA AGONIA DEL VIVERE GIORNO PER GIORNO', MA... NON SOLO CE LA POSSIAMO FARE, TUTTO ANDRA' MEGLIO PER TUTTI. IL PUNTO E': CHE NON C'E' NIENTE DI PIU' BELLO E APPAGANTE CHE SENTIRSI ANCORA NECESSARI NELLA TERZA ETA', NON SEMPRE DA 'ROTTAMARE'. PAROLA DI BEN (ROBERT DE NIRO), SOTTOSCRITTA DA JULES (ANNE HATHAWAY) E DA TUTTO LO STAFF AZIENDALE RIUNITO SU QUESTO PIACEVOLE SCORCIO DI CELLULOIDE DA NANCY MEYERS
E' la sua voce fuori campo quella che sentirete per prima. Quella che, in un veloce giro di danza che cavalca l'ironia agrodolce, chiama in causa Freud con uno dei suoi tanti motti, per lo piÚ inutili o comunque spesso molto simili all'invenzione dell'acqua calda: "Amore e lavoro, lavoro ed amore. Questo è tutto ciò che conta". Ecco la lapidaria pillola freudiana cui la voce fuori campo del nostro protagonista fa eco. Già , una bella pillola indorata,
non c'è che dire. Peccato che sia destinata a morire sul nascere... di un'altra pillola, quella di una ben piĂš autentica veritĂ : 'Ma quando vai in pensione e lâamore della tua vita se ne è andato, dove andrai e cosa farai?' E voilĂ ! Uno a zero per il nostro protagonista contro Freud.
Ormai ci siamo abituati. Quello che non manca mai quando si tenta di riflettere su qualcosa è la voce fuori campo. Uno standard classico per dar corpo e anima ad una di quelle vocine interiori che, in punta di riflessione mossa dal personaggio protagonista sulla sua condizione, invitano lo spettatore a fare altrettanto. A farsi la stessa domanda e a darsi una risposta. E il personaggio protagonista in causa, come ventila il titolo del film The Intern (Lo stagista inaspettato) è Ben Whittaker, un vedovo settantenne in pensione che farebbe qualunque cosa pur di sentirsi di nuovo in pista,
di relazionarsi con la gente, magari sull'onda di un obiettivo comune. Insomma. Ci risiamo. La vecchiaia incombe e la societĂ tende a 'rottamare', tra le altre cose, anche l'umanitĂ e le insospettabili capacitĂ individuali delle persone, di cui non sa che farsene. Soprattutto in un'epoca in cui tutto scorre veloce - troppo, davvero troppo! - e per lo piĂš sui tasti minimali di cellulari, tastiere di computer e lavori di nuova generazione come l'e-commerce, inventati sulla spuma della penuria di occupazioni, ma non di idee.
Questioni spinose e alquanto serie che, com'è d'altra parte nelle corde della regista Nancy Meyers (E' complicato, L'amore non va in vacanza, Tutto può succedere), sono affrontate in The Intern (Lo stagista inaspettato) con tutto lo humour e la leggerezza che la commedia suggerisce. Giusto il genere in cui, soprattutto negli ultimi tempi, eccelle Robert De Niro, qui rappreso e contenuto, tanto quanto richiesto dal
ruolo, cesellato a puntino in Ben, per incastonarsi alla perfezione in questo mosaico contemporaneo che svela a poco a poco il vero messaggio, ottimista e positivo, oltre ogni piÚ rosea aspettativa: che una società contemporanea come la nostra, o, per meglio dire, quella piÚ avanguardista americana newyorchese - la numero uno in fatto di reclutamento di forza lavoro tanto quanto di rapida rottamazione della stessa, e non solo perchÊ giunta al pensionamento - si accorga e ammetta a se stessa che forse un pò di umanità , saggezza, esperienza e intelligenza, potrebbero anche arrivare ad arginare falle e danni generati dalle tutt'altro che infallibili tecnologie.
Ben (Robert De Niro): "Una volta ho letto che i musicisti non vanno in pensione. Smettono quando si accorgono di non avere piĂš musica da dare. Beh, io ho ancora della musica da dare. Ne sono assolutamente certo".
Il potenziale di Ben/De Niro salta agli occhi dal video
promozionale che invia alla 'About the Fit', il sito on line sul commercio di moda che offre un tirocinio da âseniorâ. Azienda in espansione supersonica diretta, manco a dirlo, nel modo frenetico che ben conosciamo sulle tabelle di marcia newyorchesi - indovinate un pò? - da Jules Ostin, alias Anne Hathaway, in un ruolo che flirta per tutto il tempo con l'acclamato Il diavolo veste Prada di David Frankel. Lo stesso che ha dato per l'appunto alla Hathaway (allora calata nelle vesti, prima sciatte poi griffate, di Andy Sachs) un clamoroso successo per la sua escalation attoriale. Adesso però, ne Lo stagista inaspettato, è lei, tradotta in Jules, a comparire come una piccola 'Miranda' di nuova generazione, dove la fretta per ricoprire tutte le mansioni e stare al passo con la crescita esponenziale dell'azienda è tale da renderle 'necessario' andare in bicicletta da una postazione all'altra, senza accorgersi - e
come mai potrebbe? - che la sua assistente ha una laurea in economia ed è quotata per svolgere un lavoro di qualità . Per non dire di come si svolgono le cose nel privato: con a casa, la figlia piccola e il marito che ha lasciato una carriera di successo non appena è decollata la sua, per fare il padre casalingo, salvo poi sentirsi 'affettivamente' orfano e... inciampare sulla prima buccia di banana incontrata sul percorso di 'mammo' a tempo pieno.
Ricordate ne Il diavolo veste Prada quando Stanley Tucci (Nigel) ricordava alla stessa Hathaway (Andy) che: 'nel momento in cui arriva una promozione sul lavoro ed inizi ad avere successo, significa che è l'ora di preparare le carte per il divorzio o che comunque la tua vita affettiva va in frantumi?!' Beh, questo era vero ne Il diavolo veste Prada tanto quanto è ancora vero ne Lo stagista inaspettato, ma... la
Meyers ha l'ottimismo nel proprio DNA, e il suo mosaico balugina una luce positiva: proprio come la ricerca del Karma in una seduta di Yoga, o il ritrovato benessere in un massaggio shiatsu generosamente offerto dalla massaggiatrice aziendale Fiona (Rene Russo). Cavoli! Beati loro! L'America avrĂ anche un sacco di difetti - e come se li ha! - ma certo che, la 'massaggiatrice aziendale'... Ve lo immaginate in Italia? Qualcosa di simile alla fantascienza?! Bisognerebbe provare a chiederlo a Renzi! Scusate, mi sto lasciando contagiare dallo humour da commedia.
Scherzi a parte, Lo stagista inaspettato, il Ben di De Niro, diventa la classica ciliegina su ogni torta che la 'pasticceria' sforna e fa scorrere sul nastro della vita. Una vita fatta di relazioni umane, assolutamente da recuperare, a imprescindibile supporto delle necessarie tecnologie. Da recuperare insieme a un po' di glamour tutto maschile dei gentleman di una volta: 'dove sono
finiti gli uomini di un tempo alla Jack Nicholson ed Harrison Ford'? Si ironizza tra il serio e il faceto nel film! Ma tutto questo non era assolutamente inaspettato, anzi, era nel conto, e Robert De Niro con il suo Ben, non ha fatto altro che dimostrarlo, alla sua maniera. D'altra parte, non era la sorpresa che cercavamo!
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
NANCY MEYERS' SMUG WORKPLACE FABLE NEEDS EVERY OUNCE OF ANNE HATHAWAY AND ROBERT DE NIRO'S COMBINED STAR QUALITY.
Behind at least one successful woman stands an older, wiser man. That, at least, is the chief takeaway from âThe Intern,â a perky generation-gap fable that sneaks some surprisingly conservative gender politics into its stainless new world of online startups and amply product-placed Macbooks. Starring Robert De Niro as the tirelessly benevolent retiree who becomes fashion entrepreneur Anne Hathawayâs unlikely guide to work-life equilibrium, this is smooth white-linen entertainment, unmistakably of a piece with the plush oeuvre of writer-director Nancy Meyers. Yet it takes all the leadsâ considerable combined charm to forestall the aftertaste of the picâs smug life lessons and near-comically blinkered worldview. Supplanting the romantic fizz of âItâs Complicatedâ and âSomethingâs Gotta Giveâ with scarf-deep social engagement may cost Meyersâ latest a little at the box office, but
this âInternâ will still be reasonably well-paid by an under-served date-night crowd.
âLove and work, work and love, thatâs all there is,â intones 70-year-old widower Ben Whittaker (De Niro) in the filmâs opening voiceover â vaguely quoting Freud, but pinpointing the extended concerns of Meyersâ screenplay with ruthless accuracy. (An hour later, one character will suggest changing the subject in a work-focused conversation. âMarriage?â another eagerly suggests. These are the options.) Marital stability and professional achievement are the two objectives by which âThe Internâ defines its characters and narrative alike, at the expense of any deeper personal or cultural interests; when Ben tells a date that he can summarize himself in ten seconds, the script gives us little reason to doubt him.
For Hathawayâs heavily burdened career woman Jules Ostin, on the other hand, even ten seconds of self-description is time she can ill afford to spare. The founder and president of
About The Fit, a Brooklyn-based online couture retailer in the mold of Net-a-Porter, sheâs a Type A micromanager who has trouble leaving even customer service calls in the hands of her eminently capable employees. When her patient deputy (Andrew Rannells) announces that sheâs to be assigned an assistant via the companyâs newly-introduced senior intern program, she takes it as a personal affront.
Enter Ben, whose affability and helpfulness are as consistent as the square charcoal business suits he wears every day. After trying out a host of hobbies and adult education courses to stave off the loneliness of spouseless retirement, the former telephone-directory manufacturer (a pointedly analog career path) has come back around to the workplace: Tai chi classes are all very well, but canât verily be classified as either work or love. Hoping for a new lease on life from the fiercely young, hip surrounds of About The Fit, he
arrives with rolled-up sleeves and a can-do attitude â only to be brusquely ignored by Jules, more frazzled than ever following pressure from investors to hire a senior male CEO for the company.
By this point, it canât have escaped viewersâ attention that Meyers has fashioned âThe Internâ as something of a generational backflip on âThe Devil Wears Prada,â with the cannily cast Hathaway having graduated to the role of corporate fashion dragon. (Sheâs even permitted, in a witty touch, to toss her jacket at Ben in the blasĂŠ manner of Meryl Streepâs Miranda Priestley.) The difference, of course, is that Jules hasnât quite Priestleyâs time-hardened unflappability, while De Niro is no hapless naif a la Andie Sachs: The balance of authority between them is awkward from the get-go, as Jules complains that her well-seasoned intern is âtoo perceptive.â
The turning point, as in âPrada,â is when home-work boundaries are crossed. Ben
steps in for Julesâ personal chauffeur (her on-trend preference for cycling, cited in introductory scenes, is inexplicably forgotten), getting to know her young daughter Paige (JoJo Kushner) and affable stay-at-home husband Matt (deftly played by Anders Holm) in the process. Yet as Julesâ marriage, rather than any workplace dilemmas, becomes the focus of the drama, âThe Internâsâ superficially 21st-century outlook on age and gender takes on a more regressively paternalistic slant. Jules asserts that she can have it all, but she requires an awful lot of mentoring from Ben â whose professional and marital history is, at least as he tells it, wholly unblemished â to get to that point. Thereâs not a lot of inter-generational exchange here, as Ben arrives in the narrative with little to learn; beyond helping him set up a Facebook page, Jules doesnât get to impart much perspective of her own.
Before long, Benâs even monitoring
her drinking with raised eyebrows: She may come to call him her âbest friendâ (largely because thereâs scant evidence of any others), but the subtext is that itâs hard for a woman in her position to find support among her own. Certainly, the filmâs other female characters do little for its feminist credentials: Julesâ fellow kindergarten moms are characterized as spiteful housewives, while her mother (heard, never seen) is a passive-aggressive needler. The great Celia Weston is egregiously wasted as a dippy elder intern, while as the frisky office masseuse â this is a Nancy Meyers film, after all â who embarks on a staid courtship with Ben, fellow âoldie-but-goodieâ Rene Russo has little to do but twinkle kindly from the sidelines. (Sheâs over a decade younger than De Niro, but âoldieâ status comes early in this world.)
If older women get short shrift, then, their male counterparts are praised to
the skies. Hathaway even gets to deliver a wince-worthy sermon to Julesâ cardigan-wearing twentysomething male employees â themselves equally in thrall to Ben â bemoaning the decline of masculinity and decorum in modern men. Jack Nicholson and Harrison Ford (not to mention, by implication, De Niro himself), by contrast, are held up as superior role models of âcool.â This is pretty retrograde stuff, and hardly plausible coming from Jules given her own husbandâs enlightened decision to give up his career for hers â not exactly a maneuver from the Jack Nicholson playbook.
At least thereâs a genuine crackle of chemistry between Hathaway and De Niro to sell us on their charactersâ mutual appreciation: Both actors can perform this kind of personality-led comedy on cue, but also tease out unscripted hints of inner conflict when so inclined. Hathaway does particularly well in a role that frequently draws direct attention to its own
unlikeability: Both the steelier and more genial sides of the actressâs signature class-captain charisma play persuasively into her business persona.
Meyersâ detractors often cite her filmsâ narrow focus on a moneyed sliver of society, and true to form, the story world in âThe Internâ could hardly be more homogeneous: For a film set predominantly in Brooklyn, the racial uniformity of the ensemble is regrettably striking. (Ben admits early on that he took Mandarin classes for a stretch; in Meyersâ vision of the Big Apple, itâs hard to imagine what use he might have for them.) Though the pic is brightly shot by Stephen Goldblatt and scored with chipper deodorant-ad zeal by Theodore Shapiro, itâs Kristi Zeaâs impeccable production design that again proves the most defining technical element of Meyersâ filmmaking. From the sharp white corners of About The Fitâs warehouse-conversion offices to the ivory calico textures of Julesâ gorgeously refurbished brownstone,
all âThe Internâsâ interiors radiate a most exclusive kind of expense.
Perle di sceneggiatura
Ben (ROBERT DE NIRO): "Una volta ho letto che i musicisti non vanno in pensione. Smettono quando si accorgono di non avere piĂš musica da dare. Beh, io ho ancora della musica da dare. Ne sono assolutamente certo".
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Warner Bros. Pictures Italia, Silvia Saba (SwService) e Mugno Egle (Ufficio Stampa Warner Bros. Pictures Italia)