OGNI MALEDETTO NATALE: IL TRIO CIARRAPICO-TORRE-VENDRUSCOLO (LA SERIE TV 'BORIS') FIRMA UNA NUOVA COMMEDIA SARCASTICA SULLA FORZA DELL'AMORE E LA POTENZA DISTRUTTIVA DEL NATALE. NE ESCE UN RITRATTO 'DI fAMIGLIE' SATIRICO E SENTIMENTALE ALLE PRESE CON IL PIU' GRANDE INCUBO SOCIALE E ANTROPOLOGICO

Può un film così detto di Natale essere un prodotto serio e di alta qualità? La risposta è no, almeno non in Italia, ma il trio Ciarrapico, Torre e Vendruscolo ci ha dimostrato che per divertirsi sulla stessa tematica non c’è bisogno di scadere nella volgarità dei cinepanettoni, basta utilizzare quella comicità non propriamente alta, ma adatta a far ridere senza ricorrere ad espedienti inflazionati e di cattivo gusto che fanno emergere il lato peggiore dello spettatore.
Insomma, all’interno di una conversazione tra amici non si deve temere di citare una battuta di Ogni maledetto Natale perché gli autori e gli interpreti del film gli conferiscono un certa dignità.
Il collaudato cast di Boris infatti, dà nuovamente vita ad una cinica favola che si prende gioco delle convenzioni amorose e familiari. La tradizione del Natale non è altro che un vuoto rito che consente ad anziani genitori di sfoggiare la propria

ricchezza o dare sfogo ai propri vizi e condanna i giovani figli ad assecondarli, almeno un giorno all’anno.

Molto riuscita ed intelligente è la trovata di far interpretare le due famiglie dei protagonisti dagli stessi attori che, una volta vestono i panni dei “tipici” abitanti di un paesino di provincia e una volta quella dei ricchi borghesi del Nord, come a voler sottolineare che le famiglie sono tutte uguali, a prescindere dall’estrazione sociale e dalle abitudini.
Nei panni dei personaggi del film, troviamo il cast della serie tv Boris quasi al completo, più qualche aggiunta come quella di Valerio Mastrandrea, anche lui già collaudato in un progetto precedente degli autori. L’affiatamento del cast è innegabile e si dimostra l’elemento chiave della narrazione: sono tutti molto credibili nei loro assurdi panni e grazie ad una sceneggiatura frizzante e mai troppo convenzionale danno vita a degli sketch molto riusciti.

La regia non fa sfoggio di

effetti particolari, né di movimenti spettacolari della macchina da presa, ma tiene il ritmo, avventurandosi insieme ai protagonisti tra montagne nevose, cascine di campagna e palazzi dalle molteplici stanze, dando al pubblico l’impressione di vivere all’interno dell’azione.
La fotografia e l’ambientazione sono insolitamente curate per un film di questo genere, l’occhio spazia all’interno di scenari ampissimi e molto suggestivi: il bosco di notte, un’immensa pianura innevata con al centro solo un tipico rifugio di montagna illuminato a festa e le classiche vie romane del quartiere Trastevere.
La colonna sonora conferisce al tutto quell’atmosfera agrodolce che tinge la realtà di fantasia e questa volta la risposta alla domanda “Può l’amore resistere al Natale, la festa delle tenebre?” risulterà meno cinica di quella che viene data alla domanda che assilla il regista René in tutti gli episodi di Boris “Si può realizzare un prodotto di qualità per la televisione?”.