Ganchan e la sua ragazza Janet costruiscono straordinari robot e quando il mondo è in pericolo si trasformano nei supereroi Yattaman. L'occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso nel Negitto mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della potente Pietra Dokrostone. Ma qualcun altro è alla ricerca della mitica Pietra. Si tratta degli acerrimi nemici degli Yattaman: la Banda Drombo, composta dalla bellissima e perfida Miss Dronio, e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula. I Drombo, con l’aiuto del misterioso Dottor Drokobei ingaggiano con gli Yattaman una dura battaglia per il possesso della Dokrostone... e per il destino del mondo.
Commento critico (a cura di FRANCESCA CARUSO)
A partire dall’ 8 luglio 2014 è disponibile in Dvd, distribuito da Officine UBU e Cecchi Gori Home Video, Yattaman – Il film, diretto dall’estroso Takashi Miike. Presentato all’Udine Far East Film Festival 11 (2009), la pellicola celebra l’anime (opera di animazione di produzione giapponese) omonimo, trasmesso in Italia negli anni ’80.
Quando il mondo è in pericolo, Gan-chan e Janet si trasformano in Yatta 1 e Yatta 2 per fermare i cattivi. A chiedere il loro aiuto, questa volta, è Shoko. Il padre è scomparso mentre cercava i quattro frammenti della Dokrostone, una pietra che è in grado di manipolare il tempo. Il dott. Dokrobei se ne vuole impossessare per i suoi fini malvagi e ha dato il compito di recuperarla al trio Drombo. Gli Yattaman se la dovranno vedere con Miss Dronio, Boyakki e Tonzula.
La pellicola è un omaggio agli studi d’animazione giapponesi Tatsunoko e alle loro creature. Nel
1975 la Tatsunoko dà il via a una serie di anime che diventeranno famose col nominativo ‘Time Bokan’ – titolo del primo anime. Le serie successive - Yattaman, Calendar Man, I Predatori del Tempo e diverse altre – presentano una struttura e delle caratteristiche simili alla prima, facendole diventare immediatamente un filone.
Queste serie d’animazione nascono come la parodia degli anime pieni di ideali e valori che imperversano in quegli anni: quelli di ambientazione spaziale o con protagonisti i supereroi, anche della stessa Tatsunoko quali Gatchman, Kyashan, ecc…
In queste serie gli eroi sono meno seri e i cattivi sono bizzarri e sfortunati, risultando simpatici e divertenti, privilegiando il senso del ridicolo e un umorismo demenziale tipicamente giapponese. Yattaman – Il film rispecchia appieno queste caratteristiche. L’effetto comico nel film è prodotto dai cattivi e da quello che puntualmente gli accade scontro dopo scontro.
Miike inizia la pellicola catapultando lo spettatore nel vivo
dell’azione, senza procedere ad un’introduzione dei personaggi. Dà per scontato che chiunque conosca questi personaggi o ne abbia sentito parlare. D’altra parte alcune spiegazioni sulla missione che i due team devono intraprendere vengono date e questo basta per comprendere chi siano gli uni e chi gli altri.
Miike dimostra di conoscere bene la struttura ripetitiva dell’anime e la ripropone in maniera superba. Si attiene talmente bene alla struttura e all’essenza di ogni episodio, da rendere il film una sua estensione. Le scenografie e i costumi possiedono una dovizia di particolari, come pure i robot, da rendere impossibile non rimanerne affascinati. La Computer Grafica si amalgama magnificamente col tutto. Miike ha fatto un lavoro visivamente straordinario, caratterizzando i personaggi tanto nell’aspetto quanto nella psicologia, nello spirito dell’anime. Boyakki è il personaggio meglio caratterizzato e al quale il regista ha dato più spazio per esprimere il suo particolarissimo e divertente io.
La trama è
poco sviluppata, è giusto un pretesto per dare corpo ai combattimenti – sempre buffi e originali – tra il trio Drombo e gli Yattaman.
Altro aspetto mantenuto intatto da Miike è l’essere consci dei personaggi di interpretare un ruolo, rivolgendosi alla loro maniera al pubblico, che si sente partecipe del loro commento. Yattaman – Il film piacerà tantissimo a chi conosce la serie animata e a chi ama il genere, ma potrà piacere sobriamente a molti altri, anche a coloro che conoscono il talento di Takashi Miike per l’estetica e la sua rappresentazione. Qui è superba ed è per tutti, priva degli eccessi forti per i quali è conosciuto. Chi pensa di trovare quegli eccessi ne rimarrà deluso.